La strage continua: già 150 i morti sul lavoro, di cui 19 in Veneto e 4 a Vicenza
Domenica 9 Aprile 2017 alle 10:31 | 0 commenti
Sul sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro si legge che dall'inizio dell'anno all'8 aprile sono 150 i morti sui luoghi di lavoro, che diventano oltre 320 se vengono conteggiati i morti sulle strade e in itinere (come fanno le statistiche ufficiali). In Veneto i caduti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 19 (5 a Verona, 4 a Rovigo, 4 a Venezia, 4 a Vicenza, 1 a Padova, 1 a Treviso). La CGIA di Mestre denuncia che, nei primi due mesi del 2017, i morti sul lavoro sono cresciuti del 33,7% (erano 95 nel 2016, sono 127 quest'anno). E anche se, come segnala la CGIA, è da tenere conto che "quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest'anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell'albergo di Rigopiano (Pe) e lo schianto dell'elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (Aq)", i numeri (dietro i quali, è bene ricordarlo sempre, ci sono donne e uomini, vite, intelligenze, volti, sentimenti ...) evidenziano come la sicurezza sul lavoro sia qualcosa che viene in troppe occasioni messa da parte. Evidentemente ci sono altre priorità .
Bisogna inseguire l'abbattimento dei costi per essere competitivi. Si deve ottenere un sempre maggiore profitto a qualsiasi costo.
La strage continua di lavoratori non è una tragica fatalità , né l'odio di qualche divinità crudele che pretende sacrifici. E' la conseguenza di una politica miope che ha volutamente dimenticato che il lavoro è e deve essere il primo diritto costituzionale e che, proprio per questo, deve essere sicuro, garantito e giustamente retribuito. Invece il lavoro, nel nostro paese, è trasformato in merce e i lavoratori sono ingranaggi di un sistema spaventoso. Il lavoro, grazie a leggi e decreti che lo hanno reso difficile, precario, pericoloso e malpagato, non è più un diritto ma una condanna.
Pretendere che il lavoro torni ad essere un diritto che permette il riscatto individuale e collettivo, tornare a lottare per questo, è un dovere di ognuno.
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