Fino al 13 maggio 200 morti sul lavoro: in Veneto sono già 23
Domenica 14 Maggio 2017 alle 16:02 | 0 commenti
Nel sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro si può leggere: "Dall'inizio dell'anno a oggi 13 maggio 2017 sono morti sui luoghi di lavoro 220 lavoratori. Con le morti sulle strade e in itinere si superano i 480 morti complessivi." In Veneto sono già 23 i morti sui luoghi di lavoro. La nostra regione è al primo posto, assieme alla regione Abruzzo in questa spaventosa classifica. Ma non è tutto. Sul "fronte" delle morti a causa di condizioni di lavoro insicure e volutamente precarie, si devono considerare i decessi dovuti alle malattie professionali. Morti senza volto, spesso senza nome, che vengono ricordati solo dai familiari e da pochi altri. Veri e propri omicidi che restano sempre o quasi impuniti.Â
Perché, e la sentenza è di qualche giorno fa, gli imputati per la morte di 10 lavoratori dell'Alfa di Arese deceduti per tumore a causa dell'esposizione all'amianto sono stati assolti. Tutti assolti perché "il fatto non sussiste" e "per non aver commesso il fatto". Così è successo in tanti, troppi, processi. Processi lunghissimi con centinaia di impedimenti, cavilli, errori procedurali, udienze rinviate.
Ricordiamo il processo ai manager della Pirelli conclusosi pochi mesi fa. Stesse imputazioni, stesse giustificazioni, stesse procedure dilatate nel tempo, stessa sentenza: tutti assolti! E "assolto" dalla cassazione per prescrizione del reato è stato, nel 2014, il presidente dell'Eternit Stephan Schmidheiny. In quel caso, si sentenziò che il processo non avrebbe neppure potuto avere inizio.Â
Qualcuno si ricorda come finì il processo di primo grado per quanto successo alla Marlane-Marzotto di Paria a Mare? Oltre cento persone che lavoravano in quello stabilimento calabrese sono morte per varie forme di tumore. Una percentuale altissima, una evidente "anomalia". Ma anche in questo caso per gli imputati eccellenti (dirigenti e titolari della Marlane, della Lanerossi e della Marzotto) nessuna condanna, nessuna responsabilità .Â
Sempre e comunque tutti assolti.Â
Ma questa è giustizia? E, soprattutto, è quella giustizia uguale per tutti, diritto fondamentale della nostra Costituzione? O non è, forse, la palese e lampante dimostrazione che chi può "acquistare" avvocati difensori molto quotati ha più possibilità rispetto ai "comuni mortali" di essere assolto perché "il fatto non sussiste" o perché arriva la prescrizione?
La "stranezza" di queste sentenze che, guarda caso, assolvono sempre personaggi che sono parte della classe dominante è evidente. Come è evidente il silenzio che copre sempre queste notizie e la loro immediata "cancellazione" dalle cronache riportate dagli organi di informazione.Â
Ricordate, nessuna sentenza assolutoria farà sparire i morti sul lavoro e di lavoro. Nessuna assenza di informazione farà tornare in vita le lavoratrici e i lavoratori morti per il profitto di qualche padrone. Il fatto è che centinaia di persone muoiono ogni anno perché il loro lavoro viene sfruttato da chi vuole sempre maggiori profitti. Questo fatto sussiste, eccome. E deve essere ricordato sempre, ogni giorno. Ogni volta che si va a lavorare o che si vede una persona che entra in un luogo di lavoro e non si sa se ritornerà vivo e sano.
(A questo punto vengono in mente le parole di "Inneres Auge", una canzone scritta qualche anno fa da Franco Battiato e Manlio Sgalambro: " ... che cosa possono le leggi / dove regna soltanto il denaro? / la giustizia non è altro che una pubblica merce... / di cosa vivrebbero / ciarlatani e truffatori / se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente." )
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