Archivio per tag: Mediobanca
	
	
			
							
					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 Ora bisogna fare in fretta davvero. Sono le sei di un sabato abbastanza sonnecchioso quando l’Ansa spara la notizia che “l’ipotesi Fortress è tramontataâ€. Si parla dell’aumento di capitale di Popolare Vicenza ed è una pessima notizia tanto per l’istituto veneto quanto per Unicredit. Breve spiegazione: la Bce ha imposto a Pop Vicenza un aumento di capitale da 1,7 miliardi di euro per mettere a posto i suoi requisiti patrimoniali; la cosa avverrà contestualmente alla quotazione in Borsa imposta da un decreto del 2015. Unicredit è la banca garante: s’è impegnata ad acquistare il cosiddetto “inoptatoâ€, cioè le azioni che nessuno vorrà comprare.			
			Continua a leggere
				
			
			
			Ora bisogna fare in fretta davvero. Sono le sei di un sabato abbastanza sonnecchioso quando l’Ansa spara la notizia che “l’ipotesi Fortress è tramontataâ€. Si parla dell’aumento di capitale di Popolare Vicenza ed è una pessima notizia tanto per l’istituto veneto quanto per Unicredit. Breve spiegazione: la Bce ha imposto a Pop Vicenza un aumento di capitale da 1,7 miliardi di euro per mettere a posto i suoi requisiti patrimoniali; la cosa avverrà contestualmente alla quotazione in Borsa imposta da un decreto del 2015. Unicredit è la banca garante: s’è impegnata ad acquistare il cosiddetto “inoptatoâ€, cioè le azioni che nessuno vorrà comprare.			
			Continua a leggere
			
			
			
		
		
						
		BPVi, l'americana Fortress si ritira e lascia Unicredit sola a coprire l'aumento di capitale
Domenica 10 Aprile 2016 alle 12:35 Ora bisogna fare in fretta davvero. Sono le sei di un sabato abbastanza sonnecchioso quando l’Ansa spara la notizia che “l’ipotesi Fortress è tramontataâ€. Si parla dell’aumento di capitale di Popolare Vicenza ed è una pessima notizia tanto per l’istituto veneto quanto per Unicredit. Breve spiegazione: la Bce ha imposto a Pop Vicenza un aumento di capitale da 1,7 miliardi di euro per mettere a posto i suoi requisiti patrimoniali; la cosa avverrà contestualmente alla quotazione in Borsa imposta da un decreto del 2015. Unicredit è la banca garante: s’è impegnata ad acquistare il cosiddetto “inoptatoâ€, cioè le azioni che nessuno vorrà comprare.			
			Continua a leggere
				
			
			
			Ora bisogna fare in fretta davvero. Sono le sei di un sabato abbastanza sonnecchioso quando l’Ansa spara la notizia che “l’ipotesi Fortress è tramontataâ€. Si parla dell’aumento di capitale di Popolare Vicenza ed è una pessima notizia tanto per l’istituto veneto quanto per Unicredit. Breve spiegazione: la Bce ha imposto a Pop Vicenza un aumento di capitale da 1,7 miliardi di euro per mettere a posto i suoi requisiti patrimoniali; la cosa avverrà contestualmente alla quotazione in Borsa imposta da un decreto del 2015. Unicredit è la banca garante: s’è impegnata ad acquistare il cosiddetto “inoptatoâ€, cioè le azioni che nessuno vorrà comprare.			
			Continua a leggere
			
			
							
					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 I vertici della Popolare di Vicenza ieri in Consob.  Una visita nella  sede dell’authority guidata da Giuseppe Vegas che però non  avrebbe  avuto come tema l’aumento di capitale da 1,75 miliardi complessivi e la  contestuale quotazione della banca, da poco diventata spa. Il ceo   Francesco Iorio avrebbe invece ricevuto comunicazioni relative  all’ispezione Consob in corso  per le vicende della passata gestione  targata Gianni Zonin. Ma non c’è dubbio che il dossier Vicenza in Consob  sia caldo anche per la questione dell’ipo  necessaria per portare il  patrimonio (cet1) al livello del 10,25% fissato dalla Banca centrale  europea.			
			Continua a leggere
				
			
			
			I vertici della Popolare di Vicenza ieri in Consob.  Una visita nella  sede dell’authority guidata da Giuseppe Vegas che però non  avrebbe  avuto come tema l’aumento di capitale da 1,75 miliardi complessivi e la  contestuale quotazione della banca, da poco diventata spa. Il ceo   Francesco Iorio avrebbe invece ricevuto comunicazioni relative  all’ispezione Consob in corso  per le vicende della passata gestione  targata Gianni Zonin. Ma non c’è dubbio che il dossier Vicenza in Consob  sia caldo anche per la questione dell’ipo  necessaria per portare il  patrimonio (cet1) al livello del 10,25% fissato dalla Banca centrale  europea.			
			Continua a leggere
			
			
			
		
		
						
		BPVi in Consob per parlare della gestione Zonin. E intanto Unicredit temporeggia...
Martedi 5 Aprile 2016 alle 09:21 I vertici della Popolare di Vicenza ieri in Consob.  Una visita nella  sede dell’authority guidata da Giuseppe Vegas che però non  avrebbe  avuto come tema l’aumento di capitale da 1,75 miliardi complessivi e la  contestuale quotazione della banca, da poco diventata spa. Il ceo   Francesco Iorio avrebbe invece ricevuto comunicazioni relative  all’ispezione Consob in corso  per le vicende della passata gestione  targata Gianni Zonin. Ma non c’è dubbio che il dossier Vicenza in Consob  sia caldo anche per la questione dell’ipo  necessaria per portare il  patrimonio (cet1) al livello del 10,25% fissato dalla Banca centrale  europea.			
			Continua a leggere
				
			
			
			I vertici della Popolare di Vicenza ieri in Consob.  Una visita nella  sede dell’authority guidata da Giuseppe Vegas che però non  avrebbe  avuto come tema l’aumento di capitale da 1,75 miliardi complessivi e la  contestuale quotazione della banca, da poco diventata spa. Il ceo   Francesco Iorio avrebbe invece ricevuto comunicazioni relative  all’ispezione Consob in corso  per le vicende della passata gestione  targata Gianni Zonin. Ma non c’è dubbio che il dossier Vicenza in Consob  sia caldo anche per la questione dell’ipo  necessaria per portare il  patrimonio (cet1) al livello del 10,25% fissato dalla Banca centrale  europea.			
			Continua a leggere
			
			
							
					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 
				
			
			
			
			
			
		
		
						
		Veneto Banca mantiene fiducia di Intesa Sanpaolo, mentre Unicredit non è ancora convinta su Popolare di Vicenza
Giovedi 31 Marzo 2016 alle 15:19 
				
			
			
			C’è  fiducia a Intesa Sanpaolo per l’aumento da un miliardo di Veneto Banca  atteso sul mercato a giugno. Un po’ meno a UniCredit per quello di  Popolare di Vicenza, se è vero che si sta valutando la possibilità di  uno slittamento in attesa di condizioni di mercato più favorevoli. Attraverso Banca Imi, Intesa è alla guida del consorzio di garanzia  e ieri -  dopo i timori rilanciati dal Financial Times  per l’operazione “cugina†di Vicenza -  il ceo Carlo Messina è  intervenuto sull’argomento: «L’operazione deve essere lanciata nei  prossimi mesi - ha detto il manager -, quindi dipenderà dalle condizioni  di mercato  la possibilità di poter completare con successo il  consorzio di garanzia. 
			
			Continua a leggere
			
			
							
					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 Il crollo del titolo del Banco Popolare ieri in Borsa (-14,19% a 6,68  euro, maglia nera a Piazza Affari) è la spia che gli investitori  iniziano a dubitare seriamente che la fusione con Bpm possa essere  condotta in porto. A dare il là all’ondata di vendite, che ha colpito  anche l’istituto milanese ma in misura minore (-5,56%, a 0,671 euro), è  stata  una nuova lettera inviata mercoledì cui la Banca Centrale Europea  (Bce) ribadisce  i suoi paletti all’operazione che darebbe vita al  terzo polo bancario italiano.			
			Continua a leggere
				
			
			
			Il crollo del titolo del Banco Popolare ieri in Borsa (-14,19% a 6,68  euro, maglia nera a Piazza Affari) è la spia che gli investitori  iniziano a dubitare seriamente che la fusione con Bpm possa essere  condotta in porto. A dare il là all’ondata di vendite, che ha colpito  anche l’istituto milanese ma in misura minore (-5,56%, a 0,671 euro), è  stata  una nuova lettera inviata mercoledì cui la Banca Centrale Europea  (Bce) ribadisce  i suoi paletti all’operazione che darebbe vita al  terzo polo bancario italiano.			
			Continua a leggere
			
			
			
		
		
						
		Bonomi: no fusione Banco-BPM, piuttosto aggregazione con BPVi, Veneto Banca e Carige
Venerdi 18 Marzo 2016 alle 09:51 Il crollo del titolo del Banco Popolare ieri in Borsa (-14,19% a 6,68  euro, maglia nera a Piazza Affari) è la spia che gli investitori  iniziano a dubitare seriamente che la fusione con Bpm possa essere  condotta in porto. A dare il là all’ondata di vendite, che ha colpito  anche l’istituto milanese ma in misura minore (-5,56%, a 0,671 euro), è  stata  una nuova lettera inviata mercoledì cui la Banca Centrale Europea  (Bce) ribadisce  i suoi paletti all’operazione che darebbe vita al  terzo polo bancario italiano.			
			Continua a leggere
				
			
			
			Il crollo del titolo del Banco Popolare ieri in Borsa (-14,19% a 6,68  euro, maglia nera a Piazza Affari) è la spia che gli investitori  iniziano a dubitare seriamente che la fusione con Bpm possa essere  condotta in porto. A dare il là all’ondata di vendite, che ha colpito  anche l’istituto milanese ma in misura minore (-5,56%, a 0,671 euro), è  stata  una nuova lettera inviata mercoledì cui la Banca Centrale Europea  (Bce) ribadisce  i suoi paletti all’operazione che darebbe vita al  terzo polo bancario italiano.			
			Continua a leggere
			BPVi, scelte Mediobanca e JP Morgan per sbarco in Borsa e aumento di capitale?
Domenica 19 Luglio 2015 alle 15:57 La Banca Popolare di Vicenza tira dritto sulla strada della Borsa. Dopo  che nei giorni scorsi, come anticipato da Il Sole 24 Ore, sono stati  incaricati Vitale & Co e lo studio legale BonelliErede per studiare  il processo di quotazione, martedì dovrebbero arrivare anche le due (o  forse tre) banche che accompagneranno nei panni dei global coordinator  sia lo sbarco a Piazza affari sia il (probabile) aumento di capitale che  avverrà contestualmente.			
			Continua a leggere
				
			
			
			La Banca Popolare di Vicenza tira dritto sulla strada della Borsa. Dopo  che nei giorni scorsi, come anticipato da Il Sole 24 Ore, sono stati  incaricati Vitale & Co e lo studio legale BonelliErede per studiare  il processo di quotazione, martedì dovrebbero arrivare anche le due (o  forse tre) banche che accompagneranno nei panni dei global coordinator  sia lo sbarco a Piazza affari sia il (probabile) aumento di capitale che  avverrà contestualmente.			
			Continua a leggere
			Popolari in Spa, Bpvi sceglie Mediobanca come Advisor
Martedi 17 Marzo 2015 alle 21:24 Vista la trasformazione in SpA  delle banche popolari che sta per diventare legge, Banca Popolare di Vicenza tramite il neo Consigliere Delegato Samuele Sorato ha scelto Mediobanca come Advisor per le analisi sulle opzioni strategiche. Dovrà valutare "le dinamiche di consolidamento in atto nel  mondo bancario" fa sapere Bpvi nell'annuncio ufficiale che pubblichiamo di seguito. 			
			Continua a leggere
				
			
			
			Vista la trasformazione in SpA  delle banche popolari che sta per diventare legge, Banca Popolare di Vicenza tramite il neo Consigliere Delegato Samuele Sorato ha scelto Mediobanca come Advisor per le analisi sulle opzioni strategiche. Dovrà valutare "le dinamiche di consolidamento in atto nel  mondo bancario" fa sapere Bpvi nell'annuncio ufficiale che pubblichiamo di seguito. 			
			Continua a leggere
			Marzotto al 7% di Hugo Boss con 500 milioni
Martedi 10 Febbraio 2015 alle 19:54 Rimescolamento nell'azionariato di Hugo Boss. Permira fa un altro passo per ridurre la sua presenza nella casa di moda e lascia spazio ai Marzotto che si rafforzano con un investimento diretto di 500 milioni per una quota del 7 per cento. Entra poi nel capitale Tamburi, puntando una fiche da 50 milioni per una partecipazione dello 0,7 per cento.			
			Continua a leggere
				
			
			
			Rimescolamento nell'azionariato di Hugo Boss. Permira fa un altro passo per ridurre la sua presenza nella casa di moda e lascia spazio ai Marzotto che si rafforzano con un investimento diretto di 500 milioni per una quota del 7 per cento. Entra poi nel capitale Tamburi, puntando una fiche da 50 milioni per una partecipazione dello 0,7 per cento.			
			Continua a leggere
			
			
							
					Categorie: Politica, Informazione				
			
			
			
							
				 La notizia, come pure la sensazione, non è certo nuova. Che l'Italia con le sue pessime scelte e, peggio, con le sue "non scelte", abbia perso gran parte della sua capacità di "intendere e volere", in una parola la sua "sovranità", solo un mulo può dare a intendere di non saperlo. O di non capirlo. A dissipare ogni residuo e incosciente dubbio c'è la lettera inviata il 5 agosto dalla Bce a firma Jean-Claude Trichet e Mario Draghi a chi ci governa. La missiva che "ci detta" i provvedimenti da prendere per salvarci dal baratro è stata pubblicata il 29 settembre. Da chi? Dalla bolscevica e nemica La Repubblica? No. No da Il Corriere della Sera (clicca qui) ai cui vertici tramite Mediobanca siede anche la famiglia Berlusconi. Mediobanca, infatti, ha una partecipazione del 14,2 per cento in RCS, l'editore del prestigioso e "moderato" quotidiano milanese, e Berlusconi ha potere di voto per una quota del 5.4 % in Mediobanca, in parte tramite Banca Mediolanum ed in parte a titolo personale. Senza contare che nel consiglio di Amministrazione di Mediobanca siede... sua figlia Marina.			
			Continua a leggere
				
			
			
			La notizia, come pure la sensazione, non è certo nuova. Che l'Italia con le sue pessime scelte e, peggio, con le sue "non scelte", abbia perso gran parte della sua capacità di "intendere e volere", in una parola la sua "sovranità", solo un mulo può dare a intendere di non saperlo. O di non capirlo. A dissipare ogni residuo e incosciente dubbio c'è la lettera inviata il 5 agosto dalla Bce a firma Jean-Claude Trichet e Mario Draghi a chi ci governa. La missiva che "ci detta" i provvedimenti da prendere per salvarci dal baratro è stata pubblicata il 29 settembre. Da chi? Dalla bolscevica e nemica La Repubblica? No. No da Il Corriere della Sera (clicca qui) ai cui vertici tramite Mediobanca siede anche la famiglia Berlusconi. Mediobanca, infatti, ha una partecipazione del 14,2 per cento in RCS, l'editore del prestigioso e "moderato" quotidiano milanese, e Berlusconi ha potere di voto per una quota del 5.4 % in Mediobanca, in parte tramite Banca Mediolanum ed in parte a titolo personale. Senza contare che nel consiglio di Amministrazione di Mediobanca siede... sua figlia Marina.			
			Continua a leggere
			
			
			
		
		
						
		Italia, un paese a sovranità limitata
Lunedi 3 Ottobre 2011 alle 01:15 La notizia, come pure la sensazione, non è certo nuova. Che l'Italia con le sue pessime scelte e, peggio, con le sue "non scelte", abbia perso gran parte della sua capacità di "intendere e volere", in una parola la sua "sovranità", solo un mulo può dare a intendere di non saperlo. O di non capirlo. A dissipare ogni residuo e incosciente dubbio c'è la lettera inviata il 5 agosto dalla Bce a firma Jean-Claude Trichet e Mario Draghi a chi ci governa. La missiva che "ci detta" i provvedimenti da prendere per salvarci dal baratro è stata pubblicata il 29 settembre. Da chi? Dalla bolscevica e nemica La Repubblica? No. No da Il Corriere della Sera (clicca qui) ai cui vertici tramite Mediobanca siede anche la famiglia Berlusconi. Mediobanca, infatti, ha una partecipazione del 14,2 per cento in RCS, l'editore del prestigioso e "moderato" quotidiano milanese, e Berlusconi ha potere di voto per una quota del 5.4 % in Mediobanca, in parte tramite Banca Mediolanum ed in parte a titolo personale. Senza contare che nel consiglio di Amministrazione di Mediobanca siede... sua figlia Marina.			
			Continua a leggere
				
			
			
			La notizia, come pure la sensazione, non è certo nuova. Che l'Italia con le sue pessime scelte e, peggio, con le sue "non scelte", abbia perso gran parte della sua capacità di "intendere e volere", in una parola la sua "sovranità", solo un mulo può dare a intendere di non saperlo. O di non capirlo. A dissipare ogni residuo e incosciente dubbio c'è la lettera inviata il 5 agosto dalla Bce a firma Jean-Claude Trichet e Mario Draghi a chi ci governa. La missiva che "ci detta" i provvedimenti da prendere per salvarci dal baratro è stata pubblicata il 29 settembre. Da chi? Dalla bolscevica e nemica La Repubblica? No. No da Il Corriere della Sera (clicca qui) ai cui vertici tramite Mediobanca siede anche la famiglia Berlusconi. Mediobanca, infatti, ha una partecipazione del 14,2 per cento in RCS, l'editore del prestigioso e "moderato" quotidiano milanese, e Berlusconi ha potere di voto per una quota del 5.4 % in Mediobanca, in parte tramite Banca Mediolanum ed in parte a titolo personale. Senza contare che nel consiglio di Amministrazione di Mediobanca siede... sua figlia Marina.			
			Continua a leggere
			Sette istituti di credito italiani declassati da Standard&Poor's
Venerdi 23 Settembre 2011 alle 10:20 La liquidità delle banche non fa dormire i banchieri europei. Ogni  giorno passato è di troppo e pieno di fatti precipitevoli. Quelle di  ieri: il declassamento del rating di Standard & Poor's a sette  banche italiane, che non possono avere un merito di credito più alto del  loro declassato Paese (si tratta di Intesa Sanpaolo e le controllate  Imi, Biis, Carisbo, poi Mediobanca Bnl e Findomestic), e ha rivisto in  negativo le prospettive di altre otto, tra cui Unicredit;			
			Continua a leggere
				
			
			
			La liquidità delle banche non fa dormire i banchieri europei. Ogni  giorno passato è di troppo e pieno di fatti precipitevoli. Quelle di  ieri: il declassamento del rating di Standard & Poor's a sette  banche italiane, che non possono avere un merito di credito più alto del  loro declassato Paese (si tratta di Intesa Sanpaolo e le controllate  Imi, Biis, Carisbo, poi Mediobanca Bnl e Findomestic), e ha rivisto in  negativo le prospettive di altre otto, tra cui Unicredit;			
			Continua a leggere
			
			
							
					Categorie: Informazione, Banche				
			
			
			
							
				 La famiglia Amenduni ha vissuto ieri, mercoledì, un'altra giornata di gloria nella grande finanza, in cui ha pesato, e non poco, nelle dimissioni odierne, una vera Caporetto, di Cesare Geronzi da presidente delle Generali. E questo grazie all'oltre 4% della compagnia triestina, al centro degli equilibri economico finanziari dell'Italia, posseduto direttamente o custodito nella cassaforte della partecipata Ferak, in cui gli Amenduni sono soci di riferimento insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino, che vuol dire partecipazioni di peso nel gruppo Intesa San Paolo e nella Unicredit.			
			Continua a leggere
				
			
			
			La famiglia Amenduni ha vissuto ieri, mercoledì, un'altra giornata di gloria nella grande finanza, in cui ha pesato, e non poco, nelle dimissioni odierne, una vera Caporetto, di Cesare Geronzi da presidente delle Generali. E questo grazie all'oltre 4% della compagnia triestina, al centro degli equilibri economico finanziari dell'Italia, posseduto direttamente o custodito nella cassaforte della partecipata Ferak, in cui gli Amenduni sono soci di riferimento insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino, che vuol dire partecipazioni di peso nel gruppo Intesa San Paolo e nella Unicredit.			
			Continua a leggere
			
			
			
		
		
				
			
		
		
		
	
Amenduni: a Trieste Geronzi senza Generali. Qui Dal Lago senza giornale: parola di Giulio
Giovedi 7 Aprile 2011 alle 00:34 La famiglia Amenduni ha vissuto ieri, mercoledì, un'altra giornata di gloria nella grande finanza, in cui ha pesato, e non poco, nelle dimissioni odierne, una vera Caporetto, di Cesare Geronzi da presidente delle Generali. E questo grazie all'oltre 4% della compagnia triestina, al centro degli equilibri economico finanziari dell'Italia, posseduto direttamente o custodito nella cassaforte della partecipata Ferak, in cui gli Amenduni sono soci di riferimento insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino, che vuol dire partecipazioni di peso nel gruppo Intesa San Paolo e nella Unicredit.			
			Continua a leggere
				
			
			
			La famiglia Amenduni ha vissuto ieri, mercoledì, un'altra giornata di gloria nella grande finanza, in cui ha pesato, e non poco, nelle dimissioni odierne, una vera Caporetto, di Cesare Geronzi da presidente delle Generali. E questo grazie all'oltre 4% della compagnia triestina, al centro degli equilibri economico finanziari dell'Italia, posseduto direttamente o custodito nella cassaforte della partecipata Ferak, in cui gli Amenduni sono soci di riferimento insieme alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino, che vuol dire partecipazioni di peso nel gruppo Intesa San Paolo e nella Unicredit.			
			Continua a leggere
			 
 

 
		
		
	 
				     
				     
				     
				    