BPVi, l'americana Fortress si ritira e lascia Unicredit sola a coprire l'aumento di capitale
Domenica 10 Aprile 2016 alle 12:35 | 0 commenti
Ora bisogna fare in fretta davvero. Sono le sei di un sabato abbastanza sonnecchioso quando l’Ansa spara la notizia che “l’ipotesi Fortress è tramontataâ€. Si parla dell’aumento di capitale di Popolare Vicenza ed è una pessima notizia tanto per l’istituto veneto quanto per Unicredit. Breve spiegazione: la Bce ha imposto a Pop Vicenza un aumento di capitale da 1,7 miliardi di euro per mettere a posto i suoi requisiti patrimoniali; la cosa avverrà contestualmente alla quotazione in Borsa imposta da un decreto del 2015. Unicredit è la banca garante: s’è impegnata ad acquistare il cosiddetto “inoptatoâ€, cioè le azioni che nessuno vorrà comprare.
L’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, giusto venerdì aveva citato la possibilità dell’arrivo di Fortress con malcelato compiacimento: “So che hanno parlato con Vicenza ma non possiamo interferireâ€. Ora, dice l’Ansa con l’aura dell’ufficialità , hanno smesso di parlare e se ne sono andati. Brutta notizia per Unicredit, brutta anche per il governo.
Siccome all’ingrosso nella stessa situazione di Vicenza sono anche Veneto Banca (un miliardo di aumento di capitale richiesto dalla Bce), Carige (500 milioni) e Banco Popolare (un miliardo) - a tacere di istituti che ancora non hanno ricevuto richieste ufficiali dalla Vigilanza di Francoforte - l’esecutivo dopo un paio d’anni di inerzia ha deciso di muoversi per evitare un crollo sistemico.
Nei prossimi giorni è attesa la creazione di un veicolo “salva-banche†con soldi di Intesa (principale attore), Unicredit (mezzo miliardo), Ubi, Fondazioni bancarie (500 milioni) e Cassa depositi e prestiti (quota minoritaria, si dice), tutti caldamente invitati dall’esecutivo a partecipare: si dovrebbe arrivare a due miliardi e mezzo subito e poi salire fino a 7. Prima bisogna mettere in sicurezza gli aumenti di capitale (e di fatto comprarsi quelle banche), coi soldi che restano poi ci si occuperà di sofferenze: non è chiaro, però, se gli attori dell’ennesimo piano B del governo siano coscienti di quanto pericolosa e raffazzonata sia questa strategia.
Di Marco Palombi, da Il Fatto Quotidiano
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