Lunedi 6 Agosto 2018 alle 11:30
La salamandra non brucia quando attraversa il fuoco. L'immagine zoologica si addice al presidente del
Milan Paolo Scaroni. Dirigente d'impresa cosmopolita ma anche provinciale (provincia di Vicenza), archetipo dei boiardi ultimi scorsi con patenti di governi di ogni colore, carriera cinquantennale di consulente-industriale-petroliere-banchiere passato senza una piega dalle infrastrutture al vetro, dall'elettricità alla geopolitica degli idrocarburi, poi alla finanza. Infine al calcio, passione di sempre che per il 71 enne veneto un altro ritorno in gloria dopo il biennio felice 1997-98 in cui presiedette l'ex
Lanerossi dov'era esploso "Pablito" Rossi.
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Mercoledi 18 Luglio 2018 alle 22:52
Il 25 giugno scorso ("
Mediobanca cerca soci per Zonin spa 4ª per fatturato ma la cala al 17° posto di settore per "performance economiche, solidità patrimoniale ed efficienza produttiva") evidenziavamo in quel 17° posto un ulteriore scoglio nella ricerca, per le insorte e pesanti necessità finanziarie della società , di un nuovo investitore che fosse adeguato, purchè non nel senso dell'attributo associato allo "standing" della
BPVi quando
Bankitalia la indicava come istituto di "felice" approdo di
Veneto Banca.
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Lunedi 25 Giugno 2018 alle 08:45
Lunedì 18 scorso scrivendo che la
"Famiglia Zonin per fare patrimonio (e cassa) ha messo nella spa sue tenute: indispensabili per valore ma anche problema per investitore" ricostruivamo il conferimento delle tenute di famiglia alla Zonin spa, società prima solo commerciale, per renderne appetibile a nuovi investitori la sottoscrizione di un aumento di capitale da 50-70 milioni di euro per consentire gli investimenti in corso, motivo ufficiale, e, soprattutto, per ridurre il peso di oltre 180 milioni di indebitamento compatibili con la situazione bancaria precedente all'uscita di
Gianni Zonin dalla ora ex
Banca Popolare di Vicenza.
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Categorie: Economia&Aziende
Lunedi 18 Giugno 2018 alle 01:26
"
A chiudere il cerchio sull'interessata gestione padronale della banca che doveva essere popolare (era una cooperativa del popolo) ci sono le notizie sulla evoluzione (involuzione?) delle vicende della Zonin Spa": così scrivevamo nel nostro articolo "
Bankitalia prova a vendere suoi immobili e rimpiange Gianni Zonin che le strapagò Palazzo Repeta. Con i soldi dei soci della BPVi senza i cui fidi Zonin spa ora cerca azionisti" in cui aggiungevamo: "
Cresciuta sempre sotto l'ala protettrice del 'sistema' che non negava certo consistenti affidamenti all'impero del vino di Zonin, allora 'rispettabile e potente' banchiere, l'azienda ora si trova sotto il peso di oltre 180 milioni di indebitamento".
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Mercoledi 21 Giugno 2017 alle 13:34
La situazione delle Banche venete si fa di giorno in giorno sempre più difficile, il nostro Governo (lo possiamo ancora chiamare così?) ha dato ampia dimostrazione di essere totalmente incapace non dico di risolvere il problema, ma neppure di affrontarlo.
Pier Carlo Padoan ha ormai perso completamente la faccia, ogni giorno esce con una dichiarazione nuova, è semplicemente ridicolo, a questo punto abbiamo la certezza che il nostro Ministro dell'economia sia più informato sul costo di un litro di latte che sulla situazione del sistema bancario italiano. Dopo aver ribadito più volte che la soluzione della crisi di Banca
Popolare di Vicenza e
Veneto Banca fosse ormai ad un passo, ora abbiamo appreso che in Via XX Settembre non hanno la più pallida idea di come si possa uscire dal
cul de sac nel quale si sono infognati.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Martedi 20 Giugno 2017 alle 22:05
"Radical Haircut". Con questo titolo, oggi, gli analisti di Mediobanca hanno diffuso un report su Intesa Sanpaolo (confermati rating neutral e target price a 2,6 euro) che simula diversi scenari legati a una possibile mossa di Cà de Sass per salvare le banche venete. Gli esperti di Piazzetta Cuccia sottolineano che, stando alle indiscrezioni di stampa, Intesa Sanpaolo è l'unica banca che può digerire l'acquisizione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. A che prezzo? La risposta è complessa e ovviamente dipende da come verrebbe strutturata l'operazione - se per esempio si tratta di un take over completo o solo delle good bank - ma semplificando il più possibile ci sarebbero due strade: un aumento di capitale da 2,5 miliardi o un taglio del 90% al dividendo 2017.
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Lunedi 13 Marzo 2017 alle 17:24
«
Dopo la grande crisi internazionale e la grande truffa delle ex Popolari (tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr), il Nordest della finanza è un campo arato su cui nessuno sa cosa seminare. Neanche gli Amenduni di Vicenza, tra i pochi sufficientemente forti per guardare al futuro con un disegno strategico»: è così che su L'Economia, il nuovio allegato a Il Corriere della Sera, scrive Stefano Righi nel suo articolo "
Generali, Amenduni e i soci nascosti" da cui sintetizziamo pr i nsotri lettori alcuni passaggi. La famiglia
Amenduni è, infatti e come osserva Righi, una delle poche che ancora può guardare al futuro, con la
Valbruna, un gruppo da 200 mila tonnellate di acciaio prodotte e presente in 40 paesi.
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Giovedi 22 Dicembre 2016 alle 09:53
Ora si capisce di più perché due settimane fa la Bce è stata rigidissima nel non concedere neanche 20 giorni in più al
Montepaschi per portare avanti l’aumento di capitale sul mercato: la liquidità rischiava di assottigliarsi tanto da mettere a rischio la stessa «sopravvivenza» di Mps. I numeri lo dimostrano. Se solo il 14 dicembre la banca dichiarava che — in uno scenario teorico di forte stress — avrebbe avuto liquidità per 11 mesi, in appena due giorni la situazione è ulteriormente peggiorata: ora c’è liquidità sufficiente solo per quattro mesi.
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Categorie: Banche
Venerdi 23 Settembre 2016 alle 09:28
I piccoli azionisti di
Monte dei Paschi cominciano a sentire puzza di bruciato. L'associazione "Azione Mps" ieri ha interrotto il silenzio che regnava a Siena da settimane chiedendo a governo e
Consob di capire cosa succede: "Il Monte dei Paschi è da settimane al centro di manovre oscure e preoccupanti. Una ricapitalizzazione di ingente ammontare, risultato di un progetto di affrettata cessione dell'intero portafoglio di sofferenze, ed un nuovo piano industriale: l'unico risultato che questi annunci hanno prodotto sono state le dimissioni dell'amministratore delegato
Fabrizio Viola e del presidente
Massimo Tononi, insieme al continuo crollo del valore borsistico".
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