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BPVi, scelte Mediobanca e JP Morgan per sbarco in Borsa e aumento di capitale?
Domenica 19 Luglio 2015 alle 15:57 | 0 commenti
La Banca Popolare di Vicenza tira dritto sulla strada della Borsa. Dopo che nei giorni scorsi, come anticipato da Il Sole 24 Ore, sono stati incaricati Vitale & Co e lo studio legale BonelliErede per studiare il processo di quotazione, martedì dovrebbero arrivare anche le due (o forse tre) banche che accompagneranno nei panni dei global coordinator sia lo sbarco a Piazza affari sia il (probabile) aumento di capitale che avverrà contestualmente.
Secondo le informazioni in possesso del Sole, dovrebbe trattarsi di Mediobanca - che già da alcuni mesi era stata incaricata di valutare le opzioni strategiche, soprattutto in tema di fusioni sulla scia della riforma delle banche popolari - e di JP Morgan, a cui potrebbe associarsi un terzo istituto. La scelta, è probabile, verrà presa dal cda nel corso della seduta convocata per martedì.
Come raccontato dall’amministratore delegato Francesco Iorio nella sua intervista pubblicata l’8 luglio scorso, la quotazione dovrebbe essere in agenda per il primo trimestre 2016. Prima di allora, molto prima, il manager appena approdato a Vicenza da Ubi disporrà di tutte le informazioni per valutare la necessità di un aumento di capitale, che - appunto - avverrà in occasione della quotazione. Al riguardo, è probabile che si faccia chiarezza con la semestrale attesa per l’ultima settimana di agosto, ma la due diligence - condotta sotto la supervisione della Bce e con il coinvolgimento di consulenti esterni per avere un’ulteriore certificazione di attendibilità - non è facile e pertanto non si esclude che per sciogliere le riserve possa servire qualche settimana in più rispetto alla stesura dei conti del primo semestre.
Tornando alla quotazione, sarà un momento non banale per la banca vicentina, i suoi 117mila soci e tutto il mondo delle popolari, che guarda con interesse al processo anche per i possibili contraccolpi sul processo di M&A che sembra avviarsi proprio in queste settimane. Tra i compiti delle banche che si occuperanno della quotazione delle azioni della popolare vicentina, anche quello di contribuire alla definizione del valore, con ogni probabilità inferiore ai 48 euro stabiliti ad aprile in assemblea, visti i multipli decisamente superiori a quelli attuali del mercato delle banche. In parallelo, si diceva, l’analisi dello stato dell’arte per definire l’ammontare dell’aumento, che in molti danno per certo: in questo caso, insieme alle risultanze del lavoro svolto da Iorio insieme alla nuova squadra di manager appena costituita a Vicenza, sarà determinante anche l’indicazione della Bce, che sta seguendo passo per passo il processo di risanamento della banca, impegnata anche nella trasformazione da cooperativa in Spa.
Chi guarda da vicino le mosse dell’istituto è anche Veneto Banca, dove - non senza qualche pressione della Bce - si potrebbe anche qui accelerare il processo di quotazione in Borsa. La questione, probabilmente, finirà sul tavolo di una delle tante riunioni del cda convocate per le prossime settimane. Tra gli altri temi, a Montebelluna, rimane la cessione di Bim - determinante per superare i requisiti di capitale imposti da Bce - ma anche la riorganizzazione delle prime linee del management, cantiere tuttora in fermento.Â
Come raccontato dall’amministratore delegato Francesco Iorio nella sua intervista pubblicata l’8 luglio scorso, la quotazione dovrebbe essere in agenda per il primo trimestre 2016. Prima di allora, molto prima, il manager appena approdato a Vicenza da Ubi disporrà di tutte le informazioni per valutare la necessità di un aumento di capitale, che - appunto - avverrà in occasione della quotazione. Al riguardo, è probabile che si faccia chiarezza con la semestrale attesa per l’ultima settimana di agosto, ma la due diligence - condotta sotto la supervisione della Bce e con il coinvolgimento di consulenti esterni per avere un’ulteriore certificazione di attendibilità - non è facile e pertanto non si esclude che per sciogliere le riserve possa servire qualche settimana in più rispetto alla stesura dei conti del primo semestre.
Tornando alla quotazione, sarà un momento non banale per la banca vicentina, i suoi 117mila soci e tutto il mondo delle popolari, che guarda con interesse al processo anche per i possibili contraccolpi sul processo di M&A che sembra avviarsi proprio in queste settimane. Tra i compiti delle banche che si occuperanno della quotazione delle azioni della popolare vicentina, anche quello di contribuire alla definizione del valore, con ogni probabilità inferiore ai 48 euro stabiliti ad aprile in assemblea, visti i multipli decisamente superiori a quelli attuali del mercato delle banche. In parallelo, si diceva, l’analisi dello stato dell’arte per definire l’ammontare dell’aumento, che in molti danno per certo: in questo caso, insieme alle risultanze del lavoro svolto da Iorio insieme alla nuova squadra di manager appena costituita a Vicenza, sarà determinante anche l’indicazione della Bce, che sta seguendo passo per passo il processo di risanamento della banca, impegnata anche nella trasformazione da cooperativa in Spa.
Chi guarda da vicino le mosse dell’istituto è anche Veneto Banca, dove - non senza qualche pressione della Bce - si potrebbe anche qui accelerare il processo di quotazione in Borsa. La questione, probabilmente, finirà sul tavolo di una delle tante riunioni del cda convocate per le prossime settimane. Tra gli altri temi, a Montebelluna, rimane la cessione di Bim - determinante per superare i requisiti di capitale imposti da Bce - ma anche la riorganizzazione delle prime linee del management, cantiere tuttora in fermento.Â
di Marco Ferrando da Il Sole 24 Ore
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