Archivio per tag: Lega Nord

Categorie: Politica

Filippi su 2 fronti. Vicenza Calcio e partito

Domenica 22 Novembre 2009 alle 11:27
Redazione di VicenzaPiù   

 

Intervento pubblico di Alberto FilippiE' cosa praticamente fatta il passaggio del 40% del Vicenza Calcio da Sergio Cassingena, attuale patron vicentino, a cui verrà riservata una carica forse onorifica, ad Alberto Filippi, senatore della Lega Nord e contitolare della Unichimica di Torri di Quartesolo.
La maggioranza delle quote arriverà dopo il termine del giugno 2010, quando non scatteranno più premi a favore degli ex proprietari inglesi in caso di cessione del controllo del club di Via Schio prima di quella data.
Anche se molto impegnato in alcuni complessi e delicati ‘aggiustamenti' interni al suo partito, che a fine mese potrebbero ridefinirne alcuni referenti senza l'esclusione di possibili terremoti anche a causa dei diversi rapporti che si dicono nati tra Manuela Dal Lago e Stefano Stefani, una volta distanti fra di loro, il giovane ma esperto senatore e imprenditore vicentino sta dedicando, direttamente e tramite i suoi consulenti, tutte le attenzioni possibili al passaggio di proprietà del Vicenza Calcio, che darebbe a lui una visibilità aggiuntiva rispetto a quella già guadagnata grazie alla sua già lunga azione politica e al Vicenza Calcio la prospettiva di nuove risorse per un futuro più in linea con le aspettative dei tifosi.

 

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Categorie: Politica

No alla cittadinanza per tutti

Mercoledi 18 Novembre 2009 alle 17:52

On. Roberto Ciambetti

Tanti tipi di immigrazione: la cittadinanza è una soluzione per tutti?
Ogni giorno sono presenti sui quotidiani i richiami alla cittadinanza, all'immigrazione del Presidente Fini. Bisognerebbe fare parecchi distinguo, al di là del condividere o no le sue proposte. Quanti tipi di immigrazione ci sono in Italia? Siamo sicuri, ad esempio, che le donne dell'est che sono qui come badanti vorrebbero la cittadinanza? Con la cittadinanza in mano, secondo Fini, tutti i problemi svanirebbero.
Siamo abituati, infatti, ad accorgerci del fenomeno delle donne che migrano da sole dai Paesi dell'Est quando il Governo avvia una sanatoria per i loro permessi di soggiorno e per la regolarizzazione del loro lavoro. Viene da chiedersi se di fronte a migliaia di donne che vivono nel nostro Paese sia questo l'unico modo di regolamentarne la permanenza in Italia. Albanesi, ucraine, rumene, moldave, russe sono badanti o domestiche, ma quello che dovrebbe interessare le Istituzioni è che queste persone non possono esistere "solo" all'interno delle famiglie come lavoranti. Fuori cosa rappresentano? Ogni volta che c'è stato da affrontare un provvedimento di sanatoria, con molto buon senso lo si è fatto, vista l'urgenza dei numeri elevatissimi delle posizioni da sanare, per conciliare sia il bisogno delle famiglie sia l'instabilità delle lavoratrici straniere. Tuttavia, contesto che questo sia l'unico approccio da sostenere di fronte ad una migrazione del tutto particolare. L'implosione del sistema sovietico ha avviato nei Paesi dell'Europa centro -orientale una massiccia migrazione di donne. Donne che da sole hanno scelto di andarsene dai loro Paesi, lasciando alle loro spalle una famiglia. E spesso queste donne fanno saltare lo stereotipo dell'uomo capo-famiglia che emigra per primo: sono loro che se ne vanno in cerca di reddito da trasferire alla famiglia di origine. In molti casi dietro a donne fra i quaranta e i cinquanta anni ci sono mariti che hanno fallito la propria riconversione lavorativa e la donna rimane l'unica che reperisce il mantenimento per i figli. Si può intuire che una migrazione simile, probabilmente molto articolata e differente a seconda delle nazionalità di origine coinvolte, ci pone questioni da affrontare in campo di accoglienza sociale e sanitaria, ma ci dovrebbe spingere anche a distinguere le differenze nell'essere immigrate atipiche, per valutarne profili di tutela diversa. La loro permanenza in Italia è provvisoria: si tratta di una provvisorietà che a volte dura anni, ma sempre provvisoria è. Il permanere è vincolato dal risparmiare denaro da inviare nella patria di origine. Quindi permangono un po' di anni, ritornano a casa, rientrano e così via. I ricongiungimenti, poi, sono difficili. Queste donne si dividono tra il Paese in cui lavorano e il paese di origine dove devono mantenere gli affetti e i figli, magari l'idea di comprare una casa. Sono donne spezzate a metà. Non me ne voglia il Presidente Fini, ma come vede la sensibilità dell'analisi politica di un leghista verso le politiche immigratorie non è frettolosa né fatta di slogan, anzi. Ribadisco che il riconoscimento della cittadinanza non scioglierebbe le istanze di integrazione delle donne dell'est. Muovo questa provocazione. E' più utile che si assecondino percorsi lavorativi temporanei ma più certi. Se maggiore stabilità lavorativa per più anni può indurre ad un buon rientro nei Paesi di origine, se la felicità sta nei figli, è giusto che queste donne rientrino. Al di là degli stereotipi a loro legati (sono considerate libere in certi atteggiamenti perché sole), è opportuno guardare "oltre" e capire che non è a soli colpi di cittadinanza che si fanno le politiche di integrazione. Ne sono esempio le donne cittadine transnazionali. Vincenti sarebbero i rapporti bilaterali con i loro Paesi di origine, dove dovrebbero essere agevolati e più trasparenti i viaggi dei loro beni. Tuttavia la loro permanenza in Italia abbisogna di assistenza soprattutto psicologica per il fatto di essere nella maggioranza madri divise. Quante cose da analizzare, Presidente Fini. I proclami servono a volte a ben poco, le politiche di cittadinanza non nascono da un palco e nemmeno fanno clamore, lasciamole agli esperti queste faccende, poi il politico potrà realizzare con più oculatezza le norme.
Roberto Ciambetti - Capogruppo Lega Nord Liga Veneta

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Categorie: Politica

Ciambetti e la sua analisi economica

Domenica 15 Novembre 2009 alle 09:06
Roberto Ciambetti   

 

Chiunque guiderà la Regione del Veneto, avrà questo difficile compito: programmare con tutti i fattori negativi della crisi, con la capacità di vedere oltre di essa, in un contesto congiunturale economico che continuamente cambia. Certo, sarà cosa difficilissima. Dai dati segnalati da Veneto Lavoro sappiamo che le cosiddette "aperture di crisi aziendali" sono 94 nel mese di settembre 2009 ed sono tornate a crescere dopo la prevedibile flessione registrata nel corso dei mesi estivi, allo stesso modo cresce il numero di lavoratori probabilmente coinvolti, che si attestano a 2.300 unità. Nel complesso nei primi nove mesi dell'anno le aperture di crisi sono risultate oltre 770 mentre i lavoratori probabilmente coinvolti risultano circa 18.700. Nonostante dunque il lavoro urgente da realizzare con Sindacati, Ministero del Lavoro ed Enti Locali per affrontare situazioni urgenti, l'attenzione dei politici regionali dovrà attestarsi sulla capacità di programmazione. E la domanda fondamentale è chiedersi in che direzione andare, quali politiche attuare? Queste sono le problematiche da affrontare. Credito, ricapitalizzazione, riconversioni aziendali. Ci vorranno idee forti, ma le idee valide 15 anni fa per il Veneto sono ancora valide ora? In un mondo che si è rimpicciolito a causa della globalizzazione, gli strumenti di programmazione della Regione veneto visibili nei maggiori documenti di pianificazione vanno in parte rivisti? Al mutare del capitale sociale e imprenditoriale mutano anche i caratteri costitutivi dell'impresa veneta. Cambierà necessariamente anche la programmazione regionale, e si dia dunque indicazione di questa volontà cominciando a lavorarci subito sui programmi. Intelligentemente un articolo del Sole 24 ore di Ottobre metteva in evidenza un dato: "Finita la sbornia della delocalizzazione e il ricorso alla flessibilità estrema, c'è un ritorno alle origini, alle abilità della manifattura locale".
Dunque si dovranno valorizzare qualità, marchi che danno garanzie ai clienti e hanno appeal nei mercati e ciò è in definitiva una caratteristica del prodotto made in Veneto. Ma questi prodotti hanno bisogno di infrastrutture per essere vincenti.
Ancora di più vale questo discorso per i beni della conoscenza, per il terziario avanzato. E' qui che si giocherà la programmazione regionale: la complementarietà fra Assessorati sarà linea guida per la prossima legislatura. Se pensiamo alle infrastrutture stradali, alle comunicazione essenziali per lo sviluppo dell'economia, non possiamo pensare di programmare divisi nelle materie e magari divisi in ambiti politici. Leadership forte di un Presidente ma grande gioco di squadra, questo deve essere il futuro del Veneto.
Ecco che al dopo "Politica dei Distretti" penso che l'innovazione nelle infrastrutture veicolerà la catena produttiva dei distretti.
In questi giorni, quando i giornali sono pieni di notizie che riguardano il prossimo candidato Presidente della Regione del Veneto, mi chiedo se non sia giunto il tempo e l'ora di parlare del futuro, di programmi, di unirci nei progetti.
Non perdiamo ulteriore tempo, ne abbiano del lavoro da fare. Pedemontana, la terza corsia verso Trieste con i suoi vantaggi e svantaggi, la Metropolitana regionale, i collegamenti aerei, banda larga, digital. E' per questo che insisto sull'intersettorialità delle competenze degli assessorati, una organizzazione diversa dell'esecutivo maggiormente collegiale per fronteggiare le sfide di un futuro difficile. Concentriamoci fin da subito su una politica post Distretti industriali: non lasciamo trascinare dalla divisioni in una lacerazione della quale non c'è assolutamente bisogno.

Roberto Ciambetti
Capogruppo Gruppo consiliare
Lega Nord Liga Veneta Padania

 

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Categorie: Politica

La Russa gela Bossi su Veneto e Piemonte

Domenica 8 Novembre 2009 alle 15:26
Agenzie di stampa     

 

Ignazio La RussaIl ministro della Difesa e uno dei 3 coordinatori del Pdl frena l'alleato dopo le dichiarazioni sulle candidature in Veneto e Piemonte: "Su Veneto e Piemonte alla Lega non ho visto la parola accordo. Ho visto solo dei legittimi desideri espressi da Bossi", ha detto Ignazio Russa.

A margine dell'assemblea de La Destra, il movimento di Storace, il ministro gela, così, il leader del Carroccio.

'Noi abbiamo sempre - ha aggiunto La Russa - grande rispetto per le legittime richieste che vengono avanzate, ma le decisioni alla fine debbono essere sempre comuni'.

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Categorie: Politica

Bossi: Veneto e Piemonte si, Giustizia col Pd

Sabato 7 Novembre 2009 alle 21:12
Agenzie di stampa  

 

Umberto Bossi"Alla Lega va il Veneto e il Piemonte". Lo ha dichiarato il ministro delle Riforme e leader della Lega Nord Umberto Bossi parlando delle trattative nel centrodestra per le candidature alle prossime regionali.
Bossi ha poi aggiunto: "In Lombardia resta Formigoni ma con un vice presidente della Lega".

Sul nuovo segretario del Pd Bersani, il Senatur è stato secco: "Parte male - ha detto -, al di sopra del Po chi e' contro la Lega e' morto".

Ma sulla riforma della giustizia ha annunciato: "Tratteremo con l'opposizione"

Su una possibile alleanza tra il centrodestra e l'Udc, dopo i colloqui tra il Premier e Casini, Bossi ha commentato: "Lo decide Berlusconi".

Quanto al no di Strasburgo al Crocifisso nelle scuole è categorico: ''Non applicheremo la sentenza anche se va male il ricorso''.

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Meggiolaro e Zamboni sul caso Gds

Venerdi 23 Ottobre 2009 alle 18:38

Lega Nord     

«Sostegni finanziari solo alle aziende che mantengono i livelli occupazionali in regione»

«Nell'analisi della vicenda della Global Display Solution si è proceduto a spizzichi e bocconi, senza riuscire a trovare un'occasione unica di confronto tra tutte le parti coinvolte (occasione prevista per giovedì scorso a Cornedo, inspiegabilmente annullata). Stavolta in Commissione sentiamo la proprietà ed il Sindaco di Cornedo, ma non c'è l'Assessore Donazzan e neppure la Provincia, a cui abitualmente spetta un ruolo importante nella gestione di crisi aziendali come quella della GDS». Così Claudio Meggiolaro, consigliere vicentino della Lega Nord, all'indomani della discussione sulla Gds in III^ Commissione regionale.
«Non è ancora ben chiarito anche il ruolo della finanziaria Finest, partecipata dalla Regione Veneto, che è intervenuta finanziariamente a favore di GDS in due diverse occasioni, nel marzo 2005 e a fine 2006» hanno detto i consiglieri leghisti Meggiolaro e Zamboni, che esprimono forti perplessità ed auspicano chiarimenti soprattutto in merito al secondo intervento di Finest: «La garanzia fornita da GDS a Finest nell'accedere al finanziamento (e cioè la conferma del "mantenimento sul territorio nazionale delle attività di ricerca e sviluppo, di direzione commerciale nonché di una parte sostanziale delle attività produttive, nonostante il potenziamento della realtà rumena") è venuta meno, visto che le attività strettamente produttive a Cornedo vengono dismesse e che a Motta di Livenza si è chiuso un accordo con un pesante ridimensionamento del personale, ma l'impressione è che non vi saranno conseguenze e che a rimetterci saranno soltanto i lavoratori».
Proprio il caso GDS di Cornedo ha spinto il gruppo consiliare della Lega Nord a chiedere ufficialmente alla Commissione di prendere in esame al più presto il Progetto di legge 408 "Interventi straordinari in materia di tutela dei livelli occupazionali e di contrasto alla delocalizzazione", già presentato a maggio 2009, nel quale si stabilisce inequivocabilmente il principio per cui sostegni finanziari, agevolazioni ed aiuti regionali siano accessibili solo a quelle aziende che mantengono i livelli occupazionali in Regione, ancorando così l'aiuto pubblico al ruolo sociale dell'impresa e alla tutela del lavoro.

 

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Categorie: Politica, Dal settimanale

Identità, il Veneto è Serenissimo. Non leghista

Domenica 11 Ottobre 2009 alle 12:00

Potete leggere questo articolo sul numero 166 di VicenzaPiù, da ieri in edicola a 50 centesimi e da oggi in distribuzione gratuita in città oppure scaricabile dal sito 


Il leone alato, simbolo dell'antica Repubblica di VeneziaDalla polemica di Zanzotto contro la Lega un'occasione per riflettere su cosa vuol dire essere veneti. Cioè né italiani, né padani


Non abbiamo letto mai una riga del poeta Andrea Zanzotto nato a Pieve di Soligo, eppure ci sentiamo veneti almeno quanto lui. Non ne facciamo un vanto, quel che vogliamo dire è che la polemica innescata dalle sua invettiva contro la Lega Nord («È come una peste, quella... ») nel salotto televisivo dell'Infedele racchiude un problema ben più importante della schermaglia politica abilmente pianificata dal trombettiere prodiano Gad Lerner: cosa vuol dire essere veneto.

Chiagnere e fottere
Lungi da noi fare gli avvocati difensori del Carroccio. I leghisti, che vanno avanti da più di vent'anni a protestare col miraggio della "libertà" dei Veneti, sono da quindici anni al governo di questa regione e alla loro terza prova come ministri di un esecutivo a Roma, che evidentemente tanto ladrona per loro non è. A Napoli, quando uno si lamenta ma campa alla grande, si dice che "chiagne e fotte".

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Categorie: Politica, Sindacati

La FIOM e la CGIL incontrano i partiti

Venerdi 9 Ottobre 2009 alle 16:22

Cgil Vicenza

LA FIOM E LA CGIL HANNO INCONTRATO I PARTITI, ANCHE LA LEGA!


Le ragioni della Fiom, la situazione occupazionale e reddituale dei
lavoratori metalmeccanici, il peso eccessivo della pressione fiscale
sulle buste paga, sono stati gli argomenti che Giampaolo Zanni,
segretario generale della Fiom e Marina Bergamin, segretaria generale
della Camera del Lavoro di Vicenza, hanno illustrato ai rappresentanti
dei partiti vicentini che hanno raccolto l'invito.
Folta la delegazione del PD con il coordinatore provinciale Federico
Ginato e Claudio Veltroni, Luigi Manza, Gigi Poletto e Federico
Formisano. Per Sinistra e Libertà erano presenti Luca Fantò e Tomaso
Rebesani, e poi Marco Orlandi per Rinfondazione, Giovanni Caneva e
Marcello Pedone per i Comunisti Italiani e, per la prima volta, la
Lega Nord con Davide Lovat e Roberto Grande, assente il Pdl.
La discussione è stata pacata, attenta, molto corretta. Vicina alle
posizioni della Fiom per molti intervenuti, assai lontana per altri,
per una Lega Nord che propone come suoi cavalli di battaglia un nuovo
protezionismo, una nuova intesa capitale-lavoro e, ovviamente,
l'avvento del federalismo fiscale.
"Un pò di tempo in più avrebbe consentito qualche utile provocazione -
ha commentato Marina Bergamin - invece solo accennata: ma quale
federalismo, ma quale politica fiscale fa il governo per i lavoratori
e i pensionati?... e l'abolizione dell'ICI e lo scudo fiscale e gli
immigrati ..."
"Ci sarebbe stato - ha proseguito la segretaria generale della CGIL
vicentina - da interloquire (e litigare) per ore! Lo scambio è stato
però rispettoso e autentico. E la puntuale relazione di Giampaolo
Zanni (FIOM) ha probabilmente colpito molti, dichiaratisi non a
conoscenza di situazioni e cifre così crude".
"Speriamo - ha concluso Bergamin - sia l'avvento di nuove relazioni
tra chi rappresenta il lavoro e la politica a Vicenza. Il vantaggio a
parlarsi sarebbe reciproco".

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Categorie: Politica

L'assessore Dalla Pozza sul video della Lega

Mercoledi 30 Settembre 2009 alle 17:16

Comune di Vicenza

Prostituzione, Dalla Pozza: "Invece di fare video, la Lega pretenda una legge"

L'assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza interviene sul caso del video sulle prostitute di Vicenza, realizzato e messo on line dalla sezione vicentina della Lega Nord: "Pur essendo al governo del Paese - dichiara Dalla Pozza - al di là dell'azione di denuncia e a limitarsi a far vedere qualcosa che ancora non va, la Lega non propone nulla di nuovo. Noi per primi siamo perfettamente consci e abbiamo sempre detto che lo strumento dell'ordinanza funziona fino a un certo punto. Con 290 multe elevate dalla sua introduzione, il nostro provvedimento ha prodotto un notevolissimo calo delle prostitute sulle strade cittadine: secondo i dati della polizia locale da circa 120 a sera sono diventate una quarantina. Invece di girare filmini voyeuristici, la sezione cittadina della Lega Nord farebbe meglio a sollecitare il proprio ministro dell'Interno a risolvere con un provvedimento legislativo il problema della prostituzione sulla strada, che oggi grava esclusivamente sulle spalle dei Comuni e delle forze dell'ordine".

 

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Caner: ok al riparto fondi per Ulss di Vi e Tv

Martedi 29 Settembre 2009 alle 20:03

Lega Nord   

«Un grande risultato per le aziende sottofinanziate»
«Ringrazio l'ass. Sandri per aver accolto le nostre richieste»


«Voglio esprimere la mia soddisfazione per il grande risultato ottenuto a favore di quelle aziende che svolgono particolari funzioni sovra aziendali a valenza provinciale». Questo il commento di Federico Caner, vicepresidente del Gruppo Lega Nord - Padania in Consiglio Regionale, dopo l'approvazione da parte della commissione Sanità del riparto delle risorse finanziarie 2009 per le aziende sanitarie del Veneto.

«E' un riconoscimento molto importante per le Ulss dei capoluoghi di provincia di Treviso e Vicenza, aziende con funzioni sovra aziendali a valenza provinciale, che sono sottofinanziate rispetto alle altre ma subiscono maggiori costi perché forniscono servizi anche al di là delle province di riferimento - ha proseguito Caner. - Finalmente esse potranno godere di una maggiore quantità di fondi».

«Mi congratulo per quanto si è fatto in questi anni al fine di ridurre la forbice tra Ulss ricche e Ulss sottoparametro, consapevole che si tratta di un primo passo per eliminare totalmente la disparità tra le aziende - ha concluso l'esponente leghista. - Ringrazio l'assessore alla Sanità Sandro Sandri, che si è impegnato ad accogliere e tradurre le nostre richieste in delibera regionale».

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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