Meggiolaro e Zamboni sul caso Gds
Venerdi 23 Ottobre 2009 alle 18:38 | non commentabile
Lega Nord    Â
«Sostegni finanziari solo alle aziende che mantengono i livelli occupazionali in regione»
«Nell'analisi della vicenda della Global Display Solution si è proceduto a spizzichi e bocconi, senza riuscire a trovare un'occasione unica di confronto tra tutte le parti coinvolte (occasione prevista per giovedì scorso a Cornedo, inspiegabilmente annullata). Stavolta in Commissione sentiamo la proprietà ed il Sindaco di Cornedo, ma non c'è l'Assessore Donazzan e neppure la Provincia, a cui abitualmente spetta un ruolo importante nella gestione di crisi aziendali come quella della GDS». Così Claudio Meggiolaro, consigliere vicentino della Lega Nord, all'indomani della discussione sulla Gds in III^ Commissione regionale.
«Non è ancora ben chiarito anche il ruolo della finanziaria Finest, partecipata dalla Regione Veneto, che è intervenuta finanziariamente a favore di GDS in due diverse occasioni, nel marzo 2005 e a fine 2006» hanno detto i consiglieri leghisti Meggiolaro e Zamboni, che esprimono forti perplessità ed auspicano chiarimenti soprattutto in merito al secondo intervento di Finest: «La garanzia fornita da GDS a Finest nell'accedere al finanziamento (e cioè la conferma del "mantenimento sul territorio nazionale delle attività di ricerca e sviluppo, di direzione commerciale nonché di una parte sostanziale delle attività produttive, nonostante il potenziamento della realtà rumena") è venuta meno, visto che le attività strettamente produttive a Cornedo vengono dismesse e che a Motta di Livenza si è chiuso un accordo con un pesante ridimensionamento del personale, ma l'impressione è che non vi saranno conseguenze e che a rimetterci saranno soltanto i lavoratori».
Proprio il caso GDS di Cornedo ha spinto il gruppo consiliare della Lega Nord a chiedere ufficialmente alla Commissione di prendere in esame al più presto il Progetto di legge 408 "Interventi straordinari in materia di tutela dei livelli occupazionali e di contrasto alla delocalizzazione", già presentato a maggio 2009, nel quale si stabilisce inequivocabilmente il principio per cui sostegni finanziari, agevolazioni ed aiuti regionali siano accessibili solo a quelle aziende che mantengono i livelli occupazionali in Regione, ancorando così l'aiuto pubblico al ruolo sociale dell'impresa e alla tutela del lavoro.