Archivio per tag: Il Giornale di Vicenza

Categorie: Informazione

GdV su conti Amenduni e Chimento a Vaduz

Giovedi 24 Dicembre 2009 alle 15:41
Redazione di VicenzaPiù da Il Giornale di Vicenza


Banca Lgt Group di VaduzRiportiamo a integrazione di quanto pubblicato anche da noi ieri su Amenduni, Chimento e conti a Vaduz (presso la Banca Lgt, da cui era stata sottratta dall'ex funzionario della banca, Heinrich Kieber, la lista dei conti, poi venduta ai servizi segreti tedeschi e contenente i nomi di 404 titolari di conti correnti che fino al 2002 portarono all'estero i loro risparmi) un ampio estratto dell'articolo odierno a firma Ivano Tolettini apparso su Il Giornale di Vicenza del nuovo direttore Ario Gervasutti e riportato anche da ilgiornaledivicenza.it, in cui in sintesi, a parte prescrizioni e quant'altro poi intervenuto per l'attuale archiviazione, ai tempi dell'inchiesta Nicola Amenduni aveva dichiarato agli inquirenti 'di non avere mai saputo di avere quel conto a Vaduz', mentre ‘i Chimento avevano osservato che la Chimento Gioiellieri spa era estranea perché i contorni «sono ampiamente noti alla guardia di finanza ...»'

 

Da Il Giornale di Vicenza

Conti esteri a Vaduz. Archiviata l'inchiesta

Erano coinvolte le posizioni di tre trust e di undici vicentini Tra loro l'industriale dell'acciaio Amenduni e gli orafi Chimento

di Ivano Tolettini

Nel marzo 2008 fu una bufera. Il trasferimento dei capitali all'estero era avvenuto prima del 2002 ed essendo trascorsi più di cinque anni, senza entrare nel merito se fosse un illecito penale, le ipotesi di reato sono state cancellate dalla prescrizione che è di cinque anni.
Nella giornata in cui la procura di Roma ha informato che ha chiesto di archiviare le posizione di 55 persone, si è appreso che il tribunale di Vicenza ha già archiviato le posizioni di undici vicentini che nella primavera 2008 erano finiti sotto inchiesta per una presunta evasione fiscale. Il procuratore Ivano Nelson Salvarani e il sostituto Claudia Dal Martello avevano sollecitato il proscioglimento nell'ambito dell'inchiesta sui tre trust vicentini relativi ai depositi detenuti all'istituto di credito Lgt a Vaduz in Liechtenstein.
...
Il portafoglio più importante di 15,5 milioni di euro era quello relativo all'industriale dell'acciaio Nicola Amenduni. L'imprenditore riferì di non avere mai saputo di avere quel conto a Vaduz. La famiglia Amenduni quando uscì la notizia precisò di «escludere categoricamente il possesso di beni all'estero in violazione o elusione della normativa fiscale o tributaria». Gli imprenditori dissero che «le partecipazioni in alcune società estere, collegate con l'attività imprenditoriale del gruppo, sono state a suo tempo acquisite nel rispetto della normativa tributaria e regolarmente denunciate al fisco». Questo avrebbe spiegato la presenza del conto acceso dalle direzioni finanza di società straniere poi acquistate a nome del fondatore.


Altro gruppo di vicentini faceva riferimento al trust Trevisan per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro ...

Gli altri due gruppi erano quelli di Adriano e Giancarlo Chimento, industriali dell'oro, con un portafoglio di 6,5 milioni di euro, suddiviso tra sei persone... Nel merito i Chimento avevano osservato che la Chimento Gioiellieri spa era estranea perché i contorni «sono ampiamente noti alla guardia di finanza, che ha già potuto constatare che, allo stato, non possa ravvisarsi alcuna elusione o violazione della normativa finanziaria e tributaria».
Anche in questo caso, sotto il profilo tributario e fiscale la posizione sarebbe a posto. Dopo gli accertamenti della Guard ia di Finanza su incarico dei magistrati, considerando che anche in presenza di reati tributari - peraltro non provati - la mannaia della prescrizione era già scattata, nei mesi scorsi è stata chiesta l'archiviazione che l'Ufficio gip ha firmato.

Continua a leggere
Categorie: Informazione

La guerra del potente Michele Amenduni non si ferma

Mercoledi 23 Dicembre 2009 alle 23:01

Redazione di VicenzaPiù  

L'imprenditore dell'acciaio, immobiliarista, finanziere prosegue la sua guerra e cita per danni Athesis e, addirittura, il presidente di Assindustria

 

Michele Amenduni imprenditore dell'acciaio, immobiliarista, finanziereCome pubblica oggi Il Corriere del Veneto, l'allegato locale de Il Corriere della Sera, a pag. 11 a firma C.T. (titolo: "Amenduni chiede 15 milioni a Zuccato. Athesis: Avviata la causa dell'industriale dell'acciaio estromesso dal consiglio di amministrazione"), figlio nonchè esponente di spicco della famiglia, di origini pugliesi, di Nicola Amenduni, che ha interessi nell'acciaio, tra cui la Valbruna a Vicenza, nel settore immobiliare (Aedes ...), finanziario e bancario (Generali, Mediobanca, ...), una vera ‘potenza' economica locale, nazionale e non solo, ha dato seguito al suo annuncio di guerra dopo l'esclusione dal Cda di Athesis, che, tra l'altro, controlla Il Giornale di Vicenza, di cui è stato appena nominato direttore il friulano Ario Gervasutti al posto di un altro pugliese, Giulio Antonacci.
"La richiesta (di risarcimento indirizzata ad Athesis e al Presidente di Assindustria Vicenza, Roberto Zuccato con prima udienza il 22 aprile 2010, n.d.r.) - riporta Il Corriere del Veneto - è astronomica ... : 15 milioni di euro, da devolvere in beneficenza. La somma, più o meno equivale a un anno di fatturato della Ares Line, l'azienda di poltrone che appartiene al leader confindustriale berico."
Roberto Zuccato, Presidente di Assindustria VicenzaDalla estromissione dal Cda di Athesis, Michele Amenduni "avrebbe ricevuto - continua Il Corriere del Veneto riportandone le motivazioni - ingiustificato discredito ... Se la società editrice viene chiamata in causa per il danno materiale (modestissimo per le tasche di Amenduni: poche migliaia di euro per i gettoni da consigliere fino a scadenza di mandato), Zuccato viene individuato come il promotore, quindi ‘il responsabile', dell'iniziativa che avrebbe provocato il danno morale. La guerra, quindi, non si ferma. Anche se l'oggetto del contendere (l'ultimo ma non solo) è venuto meno: la vicenda della direzione del Giornale di Vicenza si è risolta con l'insediamento di Ario Gervasutti al posto di Giulio Antonacci."
Sul fronte dell'accusato "Roberto Zuccato declina ogni invito a commentare la causa. Il presidente è convinto di aver agito in trasparenza e secondo consuetudine dell'associazione, tra l'altro su preciso mandato del consiglio direttivo di Confindustria Vicenza, che all'unanimità aveva votato la sostituzione dei due consiglieri espressi in Athesis (oltre ad Amenduni, il costruttore Gaetano Ingui)."

 

Continua a leggere
Categorie: Interviste, Informazione

Con le giuste ambizioni, di Ario Gervasutti

Martedi 22 Dicembre 2009 alle 09:42

Ario Gervasutti, il nuovo direttore de Il Giornale di VicenzaIeri era questo l'augurio a lui (e gli auguri a noi come lettori) che facevamo al neo direttore de Il Giornale di Vicenza: "L'editore, il direttore, la redazione e i collaboratori di VicenzaPiù augurano al neo direttore Ario Gervasutti buon lavoro e ogni successo professionale ma, soprattutto, si augurano, come già scritto nel numero 176 di VicenzaPiù in edicola, di poter leggere un giornale che sia soltanto, semplicemente, un giornale. E questa volta di Vicenza per davvero. Non solo di una certa Vicenza."

Oggi, come abbiamo pubblicato l'editoriale di saluto di Giulio Antonacci, diamo spazio a quello programmatico di Ario Gervasutti, che nei suoi passaggi si ripropone anche quello che noi auspicavamo e che ora sta a lui e alla sua redazione mettere in pratica per una Vicenza ...Più libera.

Se così sarà, e il ‘se' non è di dubbio, ma di auspicio, noi di VicenzaPiù, ora ‘il' settimanale di Vicenza, l'unico in edicola, in distribuzione fre press, scaricabile in pdf e in versione quotidiana online con www.vicenzapiu.com, terremo in maggior conto quello che leggeremo su "Il Giornale di Vicenza" , per condividerlo o criticarlo, ma con serietà e reciproca serenità.
Buon lavoro al nuovo Giornale di Vicenza.


L'editore, il direttore, la redazione, i collaboratori e i ... lettori di VicenzaPiù

 

Con le giuste ambizioni

di Ario Gervasutti (da Il Giornale di Vicenza)

Il Giornale di Vicenza non è soltanto un importante quotidiano. È l'anima di una città e di una provincia che hanno guidato la crescita del nostro Paese negli ultimi cinquant'anni. Non è un peccato di presunzione dire che qui si può capire in anticipo se l'Italia ripartirà di slancio o attraverserà altri tempi di sofferenza. È quindi con orgoglio ma anche con la consapevolezza di affrontare una sfida importante che ho accettato l'incarico di dirigere da oggi questo giornale, specchio di una terra ricca di umanità e di valori.

Continua a leggere
Categorie: Informazione

Ario Gervasutti: buon lavoro al nuovo direttore de Il Giornale di Vicenza

Lunedi 21 Dicembre 2009 alle 07:00

Ario Gervasutti è il nuovo direttore de Il Giornale di Vicenza.

A lui auguriamo buon lavoro, a noi e ai vicentini auguriamo un Giornale di (tutta) Vicenza      

Ario Gervasutti, il nuovo direttore de Il Giornale di VicenzaGiornalista professionista, nato a Palmanova il 16 gennaio 1962, è figlio di Sergio, nel 1982-83 anche lui direttore del maggiore quotidiano cittadino edito da Athesis, il cui controllo è delle Associazioni Industriali di Vicenza e di Verona e che edita anche l'Arena di Verona, Brescia Oggi, TeleArena, etc.

Ario Gervasutti si è laureato in scienze politiche a Padova e ha esordito nel "Giornale" di Indro Montanelli di cui è diventato caporedattore.
Nel 2000, lasciata Milano, ha assunto la responsabilità della redazione del "Gazzettino" di Padova.
Dal 2002 è inviato speciale dello stesso giornale veneto.


L'editore, il direttore, la redazione e i collaboratori di VicenzaPiù augurano al neo direttore Ario Gervasutti buon lavoro e ogni successo professionale ma, soprattutto, si augurano, come già scritto nel numero 176 di VicenzaPiù in edicola, " di poter leggere un giornale che sia soltanto, semplicemente, un giornale. E questa volta di Vicenza per davvero. Non solo di una certa Vicenza."

Continua a leggere
Categorie: Informazione, Dal settimanale

Il Divo

Sabato 19 Dicembre 2009 alle 10:03

Vi offriamo in anteprima le "ciacole" che trovate in prima pagina del numero 176 di VicenzaPiù da oggi in edicola (www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2334) e da domani ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata

  

Giulio Antonacci esce da Il Giornale di Vicenza e lascia una dedica in ComuneIl Divo Giulio (per il suo clericalismo), Catenacci (perché, secondo i critici, avrebbe fatto spesso catenaccio di fronte alle notizie, cioè non le avrebbe date), il Savonarola della domenica (per certi suoi editoriali domenicali lunghissimi e scritti con la pesantezza del sermone): molti sono stati i nomignoli affibbiati dai detrattori a Giulio Antonacci, direttore uscente del Giornale di Vicenza. Proveniente dall'ambiente di curia e dal suo organo ufficiale, la Voce dei Berici, già responsabile del servizio economia del quotidiano di Assindustria, nei suoi sette anni al timone Antonacci non è stato più di tanto uomo di macchina, quanto, mettiamola così, di "visione". Quale? Quella dei suoi editori o, meglio, in particolare di alcuni, che, messi alla porta dal cda di Athesis, si portano dietro anche lui. Per la città è un cambiamento epocale. Dalla sua poltrona, infatti, il direttore del GdV controlla, volente o nolente, l'opinione pubblica locale e perciò la politica e gli intrecci di questa con gli interessi economici. Lui, per la verità, è stato più volente che nolente. Se saprà uscire di scena con stile, gli renderemo l'onore delle armi, noi che non gli abbiamo mai fatto mancare critiche e contestazioni. Ad Ario Gervasutti che prende il suo posto vanno i nostri migliori auguri. Specie quelli di poter leggere un giornale che sia soltanto, semplicemente, un giornale. E questa volta di Vicenza per davvero. Non solo di una certa Vicenza.

Continua a leggere
Categorie: Interviste, Informazione

Antonacci saluta Il Giornale di Vicenza

Domenica 13 Dicembre 2009 alle 12:31

Testata VicenzaPiùNella tradizione di pluralismo e trasparenza, che, pur nella chiarezza e fermezza delle sue prese di posizione, delle sue opinioni e delle sue inchieste, sempre documentate, contraddistingue il settimanale indipendente VicenzaPiù dalla sua nascita (il n. 1 è del 25 febbraio 2006, il n. 175 è di ieri, 12 dicembre 2009), pubblichiamo l'editoriale di oggi su Il Giornale di Vicenza di Giulio Antonacci, che annuncia il passaggio delle consegne, fra una settimana, del maggiore quotidiano cittadino al nuovo direttore Ario Gervasutti.
All'uno e all'altro auguriamo, intanto, buon lavoro per i loro impegni futuri nell'interesse della libera stampa, l'unico interesse per cui da sempre vive il nostro pur giovane settimanale.

Editore, direttore, redazione e collaboratori di VicenzaPiù

 

È stato bello fare questo giornale con voi

di Giulio Antonacci

Giulio AntonacciCari amici lettori, questo è il penultimo colloquio fra me e voi. Come sapete, fra una settimana passerò la mano a un valente collega, Ario Gervasutti, al quale invio pubblicamente i miei complimenti e gli auguri sinceri.
Permettetemi, allora, una piccola riflessione su quel che è stato fatto in questi sette anni e più, prima dell'arrivederci definitivo di domenica prossima. La prima cosa certa è questa: voi e noi, cari lettori, questo giornale lo abbiamo fatto insieme. In questi giorni mi state dando atto dell'amore che avete avuto per il vostro giornale. Mi state dando atto con le vostre attestazioni di affetto che il Giornale di Vicenza non è stato solo un giornale da vendere a voi, ma "costruito" da voi. Penso che il segreto di un giornale che cerca di essere vero è proprio questo.

La formula del successo di un giornale resta questa. La crisi dell'editoria, il fatto che l'Italia sia al 126° posto nella graduatoria di vendita e lettura di giornali, si spiegano anche con l'incapacità di capire le esigenze di chi legge, con l'incapacità di offrire alla gente, senza compiacenza, il prodotto che la gente chiede. Per un giornale che non ha avuto matrice politica né ta bù ideologici come il nostro, mettersi in sintonia con la gente è stata una ricerca assidua, costante, quotidiana.

Continua a leggere
Categorie: Informazione

Crisi dell'editoria e lo sciopero del GdV

Sabato 12 Dicembre 2009 alle 14:23

VicenzaPiù    

 

Vi offriamo di seguito, in anteprima sul numero 175 di VicenzaPiù da oggi in edicola e da domani ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata, l'articolo di Andrea Alba sulle rivendicazioni dei giornalisti dello stesso quotidiano.

 

Crisi dell'editoria
Cosa c'è dietro lo sciopero del GdV


La settimana scorsa il Giornale di Vicenza ha indetto due giorni di sciopero
Tra i motivi, la crisi nazionale dell'editoria e i tagli all'occupazione
Dai bilanci ai dati di vendita, tutte le cifre che stanno dietro alla protesta


Il Giornale di VicenzaUtili dimezzati in quattro anni bastano a giustificare una crisi aziendale? Se lo chiedono in molti, magari silenziosamente, nella redazione del principale giornale della provincia. Il riferimento va al "piano di ristrutturazione" avviato nel corso di quest'anno da "Il Giornale di Vicenza" e dalle altre testate del gruppo Athesis (che comprende anche "L'Arena" e "Bresciaoggi"), in una scia locale delle crisi dichiarate da grandi gruppi nazionali come Caltagirone Editore (Gazzettino, Mattino di Napoli, Il Messaggero), Rcs (Corriere della Sera), Finegil (L'Espresso, La Repubblica, Mattino di Padova, Il Piccolo di Trieste), Mondadori (Panorama, Chi). Nella città di Palladio, nel caso del Giornale di Vicenza questo si è tradotto nel pensionamento con qualche anno di anticipo (a spese del contribuente) di 5 giornalisti della testata - firme note e autorevoli - e nel blocco delle assunzioni per un biennio. Ma la crisi, c'è? Athesis è passata da un utile netto di 8 milioni 396 mila euro del 31 dicembre 2004 ad un utile netto di 4 milioni 357 mila euro del 31 dicembre 2008, meno di un anno fa. E il "GdV" è passato da una diffusione quotidiana (copie vendute, abbonamenti e copie gratuite) di 42.982 copie del periodo agosto 2004 - agosto 2005 alle 41.644 copie diffuse mediamente ogni giorno nell'arco di tempo settembre 2008 - agosto 2009 (dati "Prima Comunicazione"). Il dubbio quindi c'è, e autorizza un'analisi più approfondita.

La situazione
Quest'anno i gruppi editoriali sono andati tutti in crisi. A macchia di leopardo c'è stata un po' dappertutto una riduzione nella vendita di copie, con qualche eccezione, ma soprattutto c'è stato un drastico calo nella raccolta pubblicitaria, vittima della crisi generale. Nei primi otto mesi dell'anno, da gennaio ad agosto, i quotidiani in generale hanno registrato una diminuzione di fatturato pubblicitario del 20 per cento, a paragone con lo stesso periodo del 2008 (dati Fcp, Federazione concessionarie pubblicità). E una nota di agenzia aggiornata al 24 settembre 2009 mostra nitidamente la flessione nelle copie vendute tra luglio 2008 e giugno 2009: il "Corriere della Sera" si conferma il quotidiano più diffuso in Italia con 581 mila copie, in discesa rispetto all'ultimo rilevamento, secondo quanto certificato da Ads (Accertamenti diffusione stampa) con un -10%, -70mila copie. Al secondo posto c'è "Repubblica" con 504 mila copie (-17%; - 105mila copie); al terzo posto, con 483 mila copie, il gratuito free-press "E Polis". Sfatato il "mito" che vuole una "Gazzetta dello Sport" quotidiano preferito dagli italiani: il giornale su carta rosa conta 351 mila copie (il lunedì 447 mila); "Il Sole24Ore" ne ha 316 mila (-7%; - 25mila copie) e "La Stampa" è stabile a 307 mila. A chiudere la classifica dei nazionali c'è "Il Corriere dello Sport" con 208 mila copie (il lunedì 248 mila); "Il Messaggero" con 207 mila copie; "Il Giornale" a 177 mila e "Il Resto del Carlino" a 159 mila. Libero segna un - 9,6 (da 130mila a 118mila copie).

Paga il cittadino
In questo clima, tutti i maggiori gruppi editoriali nazionali (citati all'inizio) e molti editori locali hanno dichiarato la crisi, sfruttando un accordo raggiunto all'inizio dell'anno fra governo, Fieg (associazione editori),e Fnsi (sindacato unitario dei giornalisti: la categoria infatti è "slegata"da Cgil, Cisl e Uil, anche se Fnsi nella sostanza è più che altro un sindacato degli assunti). L'accordo, raggiunto all'indomani del rinnovo del contratto nazionale della stampa, ha visto nascere un accordo per i prepensionamenti in caso di crisi aziendale, con almeno 58 anni di età e 18 anni di contributi o con 59 anni e 35 di contributi, e soprattutto un "Fondo statale per i prepensionamenti dei giornalisti", con dotazione annua di 20 milioni di euro (10 milioni per i quotidiani e 10 milioni per i periodici). Il fondo è a ipotetica copertura di circa 320 prepensionamenti, che altrimenti sarebbero a carico dell'"Inpgi", la cassa di previdenza della categoria: ad ottobre fonti sindacali parlavano di 255 giornalisti già "prepensionati", a spese del fondo statale e quindi del contribuente, e di trattative in corso fra redazioni e rispettivi editori per altri 322 (fonte: quartopotere.org).

Assalto alla diligenza
Premesso che le aziende editoriali sono pur sempre aziende - che come tali puntano prima di tutto a "fare utile", e in quest'ottica non può che essere lecito sfruttare le opportunità che Stato e sindacato offrono loro così volentieri - bene, fatta questa premessa va detto che è difficile trovare qualcuno che commenti il tema dei prepensionamenti nell'editoria, nel panorama della stampa italiana. Il diritto di critica viene esercitato da pochi: uno di questi è Fabio Morabito, presidente di Assostampa Lazio (sezione regionale del sindacato Fnsi) che, evidentemente in contrasto con i suoi stessi vertici nazionali, su internet (sito senzabavaglio.info) pubblica un vivace "botta e risposta" con sé stesso sulla questione. Ecco, ad esempio, come spiega perché il fondo statale per i prepensionamenti non va bene. "Perché sapendo che c'è un capitale così elevato a disposizione, gli editori si sono messi in corsa per "assalire la diligenza" dei finanziamenti. Se si dovesse "sforare" il tetto annuale, è prevista la possibilità che siano gli editori a pagare per alimentare il Fondo. Ma è chiaro che, toccato il "tetto", gli editori non saranno più così interessati a cacciare i giornalisti. Venti milioni di euro all'anno basteranno per cacciare 332 giornalisti. A carico degli editori, è previsto un "contributo straordinario" a capo di ciascuna azienda che farà ricorso a pensionamenti anticipati a far data dall'entrata in vigore del presente accordo e sulla base delle intese sindacali sottoscritte. Tale contributo è pari al 30% del costo di ciascun pensionamento anticipato così come quantificato dall'Inpgi all'atto delle dimissioni del singolo giornalista interessato". Solo questa norma potrebbe rappresentare un deterrente per gli editori".

Niente assunzioni
Più avanti, Morabito descrive le posizioni di giornalisti ed editori, e le ricadute sull'occupazione. "La Fnsi ha appoggiato la Fieg, che da sola non ce l'avrebbe fatta, perché venissero stanziati questi fondi. Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha spiegato che alzando il "tetto" per i prepensionamenti gli editori avrebbero concesso più soldi nei minimi del nuovo contratto, e per questo lui ha appoggiato la Fieg. [...] Il primo provvedimento che gli editori prendono, in una richiesta di stato di crisi, è di non rinnovare i contratti a tempo determinato. E la parola d'ordine è: blocco del turn over. Quindi i primi ad essere danneggiati saranno i giovani. Del resto, per accedere ai prepensionamenti gli editori devono presentare una richiesta di attivazione della Cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e riorganizzazione in presenza di crisi aziendale. Si tratta di ricorso a denaro pubblico, e se lo Stato concede soldi per cacciare degli occupati, non può accettare che vengano fatte assunzioni. Le ripercussioni sul mercato del lavoro nei prossimi anni saranno negative, perché le redazioni che subiscono uno stato di crisi ne usciranno irrimediabilmente ridimensionate. [...] Chi aspetta di essere assunto resterà ancora alla porta, per il blocco del turnover, chi ha un contratto a tempo rischia che questo non venga confermato. Ma il danno sarà anche nelle pensioni. Lorenzo Bini Smaghi, componente del comitato esecutivo della Banca centrale europea, sostiene che soprattutto in Italia bisogna evitare misure come i prepensionamenti. Perché soprattutto in una situazione come quella italiana ‘un aumento della massa pensionistica peggiorerebbe drammaticamente la condizione dei più giovani, che già si trovano gravati dagli oneri contributivi destinati a finanziare l'attuale sistema'".

Crisi?
L'ultima battuta è per la crisi dell'editoria. "L'editoria è in crisi nel mondo, ma in Italia sono in tanti a millantare. La Caltagirone Editore, ad es., che ha macinato profitti impressionati, per un primo anno di bilancio in rosso vuole prepensionare con i soldi dello Stato, e cioè denaro pubblico, una cinquantina di giornalisti tra il Mattino e il Gazzettino. [...]. E' passata la linea più favorevole agli editori, e cioè che non c'è neanche bisogno del bilancio in rosso per dare l'assalto ai soldi dello Stato. I requisiti richiesti sono così vaghi e approssimativi che potranno chiedere i finanziamenti anche giornali che sono in attivo e hanno una storia di bilanci in salute. I requisiti, secondo la Fnsi d'intesa con la Fieg, non devono essere rilevabili "unicamente dai bilanci aziendali ma anche da riscontrabili indicatori oggettivi, presenti e prospettici esterni che abbiano incidenza su una critica situazione dell'impresa e possano pregiudicarne il buon andamento operativo. Gli indicatori in particolare dovrebbero registrare un andamento involutivo tale da rendere necessari interventi per il ripristino dei corretti equilibri economico-finanziari e gestionali". Quindi per chiedere uno stato di crisi basta pochissimo, "un andamento involutivo" che rende necessari "interventi". "L'andamento involutivo" può essere perfino il calo temporaneo della pubblicità".

Il caso de "Il Giornale di Vicenza"
Come detto all'inizio, per il maggior quotidiano vicentino è possibile solo riportare dati parziali, in particolare per l'aspetto della vendita di pubblicità non si ha alcuna notizia certa sull'andamento di quest'anno. Comunque: i bilanci in 4 anni hanno mostrato per il gruppo Athesis un calo di 4 milioni di euro di utile al netto delle imposte, che però alla fine dell'anno scorso era ancora abbondantemente presente. Si passa infatti da 8.396.191 euro (31/12/2004) a 7.369.191 euro (dicembre 2005), a 5.550.587 (2006), a 5.692.837 (2007), a 4.357.119 (31 dicembre 2008). Per quanto riguarda le copie, si hanno valori certi fino all'estate 2009, e i numeri non mostrano riduzioni impressionanti: la diffusione media quotidiana negli anni passa da 42.982 copie (periodo agosto 2004 - agosto 2005), a 42.208 copie (stesso periodo fra il 2005 e il 2006), a 42.659 (2007), a 41.935 (2008), alle 41.644 copie diffuse mediamente fra l'estate 2008 e l'agosto 2009. L'analisi delle copie vendute (singola copia acquistata in edicola) mostra nello stesso periodo un andamento simile: da una media di 38.838 dell'arco di tempo agosto 2004 - agosto 2005 si è passati alle 36.230 del periodo settembre 2008 - agosto 2009. Duemila e cinquecento copie in meno, in 5 anni. Allora ricordiamo l'appunto di prima, ovvero che è comprensibile che ogni azienda, in quanto tale, punti a fare il massimo utile possibile sfruttando le opportunità legali che lo Stato le offre. E chiediamoci: ma la crisi c'è o no?

 

 

Continua a leggere
Categorie: Informazione, Dal settimanale

Gli indifferenti a orologeria

Sabato 12 Dicembre 2009 alle 14:18

Vi offriamo in anteprima il commento critico sulla posizione del Comitato di Redazione de Il Giornale di Vicenza, che trovate sul numero 175 di VicenzaPiù da oggi in edicola e da domani ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata.
Nella sezione VicenzaPiù Quotidiano pubblichiamo (www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2182) un'altra anteprima del n. 175 sulle, invece, comprensibili e condivisibili rivendicazioni dei giornalisti dello stesso quotidiano.

 

Ecco il commento di Alessio Mannino

 

Il Giornale di VicenzaI colleghi si criticano, eccome. Non farlo saprebbe di complicità corporativa, e oltre alla Casta dei politici c'è, ahinoi, anche quella che è stata chiamata "Casta stampata".
Il Comitato di redazione del Giornale di Vicenza, nel comunicato pubblicato il 4 dicembre(www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2069 ) per annunciare la due giorni di sciopero il 5 e il 6 successivi, si è sollevato per protestare contro l'imminente sostituzione del direttore Giulio Antonacci, al posto del quale dovrebbe andare Ario Gervasutti (da ieri è notizia ufficiale come anticipato da Il Corriere del Veneto e ancora prima da noi e come oggi confermato su Il Giornale di Vicenza stesso dal Comitato di redazione www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2180, n.d.r.) , caposervizio del Gazzettino di Padova. I giornalisti del GdV se la sono presa con l'editore Athesis, cioè in pratica con Assindustria vicentina e col suo presidente Roberto Zuccato, perché sono stati fatti rimanere all'oscuro della scelta, trapelata per la prima volta su VicenzaPiù e poi su testate nazionali come Italia Oggi. Hanno anche citato una dichiarazione di Antonacci ad una riunione coi rappresentanti sindacali, con la quale il direttore uscente avrebbe loro rivelato il nome del successore.

Continua a leggere
Categorie: Informazione, Sindacati

Giornale Vicenza: Gervasutti sarà direttore

Sabato 12 Dicembre 2009 alle 13:45

Comitato di redazione de Il Giornale di Vicenza   

 

Ario Gervasutti (futuro direttore de Il Giornale di Vicenza)1) Ario Gervasutti sarà il nuovo direttore del Giornale di Vicenza. Il consigliere delegato della società Athesis, Alessandro Zelger, ha comunicato al Comitato di Redazione la decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione giovedì 10 dicembre. Viene così interrotto con un anno di anticipo il rapporto fiduciario con Giulio Antonacci, direttore dall'ottobre 2002. L'avvicendamento avverrà nella settimana che precede il Natale. Si tratta del primo atto deliberato dalla società editrice del GdV dopo che un mese fa al ministero del Lavoro è stato sottoscritto l'accordo finale relativo allo "stato di crisi" aziendale e al conseguente piano di ristrutturazione.
2) Il piano presentato da Athesis, vale la pena ribadirlo ai nostri lettori, richiede alla redazione significativi tagli per contenere i costi, a partire da una riduzione dell'organico di cinque unità nell'arco dei prossimi due anni. La redazione ha accettato con senso di responsabilità di sedersi al tavolo delle trattative e di farsi carico di pesanti sacrifici, non ultimi i prepensionamenti di alcuni colleghi, ottenendo in cambio la salvaguardia di una serie di importanti garanzie e l'impegno a coltivare e valorizzare la professionalità dei giornalisti, attraverso percorsi di formazione, sviluppo della multimedialità e radicamento nel territorio.
3) Queste, evidentemente, non sembrano essere le priorità dell'azienda, che ha accordato una corsia preferenziale alla sostituzione del direttore, senza offrire alla redazione alcuna motivazione specifica per un cambio alla guida di un giornale che, nonostante la crisi generale dell'editoria, non ha mai registrato flessioni nelle vendite.
4) In queste settimane si stanno materializzando gli scenari prefigurati una decina di anni fa, quando le due associazioni degli industriali di Vicenza e Verona assunsero il controllo della società. I timori espressi dall'allora CdR trovano conferma nell'attualità: un assetto societario composito che si espone al rischio che a ogni cambio di presidenza di Assindustria segua un costoso cambio di direzione al giornale. È accaduto oggi, può accadere nuovamente domani.
Giulio Antonacci (attuale direttore de Il Giornale di Vicenza)5) La redazione del Giornale di Vicenza non intende in alcun modo contestare il legittimo potere dell'editore, che può sostituire il direttore in qualsiasi momento. Non può, però, accettare di essere esposta alle ricadute di scontri e scelte che nulla hanno a che fare con la raccolta e la produzione delle notizie. Per questa ragione l'assemblea di redazione rivendica il rigoroso rispetto dell'autonomia e della professionalità dei giornalisti e che il nuovo direttore si faccia interprete e garante, come avvenuto fino ad ora, di queste fondamentali richieste. In particolare, appare indispensabile che vengano tutelate le garanzie inserite nel piano di riorganizzazione del lavoro sottoscritto dal direttore uscente.
È necessario riportare chiarezza e serenità in un contesto lavorativo sottoposto negli ultimi mesi a tensioni senza precedenti. A fronte di questa condizione di disagio e preoccupazione, l'assembl ea di redazione conferma lo stato di agitazione e il pacchetto di otto giorni di sciopero affidati al CdR.

Il Comitato di Redazione

Abbiamo ripreso il comunicato da Il Giornale di Vicenza odierno, con vicende, fatti e nomi anticipati gradualmente da VicenzaPiù dal n. 167 fino al 174 di sabato 5 dicembre, mentre ieri la nomina di Gervasutti è stata confermata con la precisazione della data di insediamento, il 19 dicembre, da Il Corriere del Veneto, allegato a Il Corriere della Sera.

Pubblichiamo inoltre e per completezza sul nostro sito (www.vicenzapiu.com/?a=opinioni&o=2181 e www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2182) i due pezzi che compaiono al riguardo de Il Giornale di Vicenza sul n. 175 di VicenzaPiù da oggi in edicola

 

 

Continua a leggere
Categorie: Informazione

Amenduni e l'understatement

Venerdi 4 Dicembre 2009 alle 23:43

Vi offriamo in anteprima il nostro commento sulle guerre annunciate da Michele Amenduni, estromesso dal Cda di Athesis, editrice de Il Giornale di Vicenza, da domani, sabato, assente dalle edicole per uno sciopero di 2 giorni (www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2069).
Il commento è a pag. 8 del numero 174 di VicenzaPiù da domani, sabato, in edicola e da domenica ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata di mille copie.

 

Amenduni e l'understatement

 

Michele Amenduni, ex membro Cda di Athesis (Foto Fiera di Verona)Leggiamo dal Corriere del Veneto di giovedì 3 dicembre (Corriere Veneto, "Athesis, nomina bis in cda. Ma scoppia guerra legale", 3 dicembre 2009) che "Michele Amenduni, ex vicepresidente degli industriali di Vicenza e proprietario insieme ai familiari delle Acciaierie Valbruna, annuncia causa perché «la mia carica (quella nel cda di Athesis, editrice anche de Il Giornale di Vicenza oltre che de L'Arena di Verona e altri media, e controllata dalle Associazioni industriali di Vicenza e Verona, n.d.r.) scadeva con l'approvazione del bilancio 2009, quindi nella primavera prossima, e non c'era alcun motivo per procedere alla revoca».

Così è partito il mandato all'avvocato Lamberto Lambertini, che spiega: «Secondo noi anche la delibera di ieri ha profili di nullità; se invece dovesse essere confermata, partirà senz'altro azio-ne giudiziale con richiesta di risarcimento per danno d'immagine che, vista la posizione di Michele Amenduni come consigliere di amministrazione di svariate società che hanno rilevanza anche nazionale, temo sia assai ingente»".

Ci permettiamo una sommessa osservazione. Non s'era mai visto, per lo meno non da queste parti, che un grande industriale, con interessi e ramificazioni in svariati settori dell'economia e della finanza, un gigante di livello nazionale se non internazionale, si lasciasse andare ad un tale risentimento per aver perso una delle sue innumerevoli poltrone fino al punto di intentare una causa milionaria contro la propria associazione di categoria. I capitalisti italiani guardano sempre ammirati il modello dei loro pari anglosassoni. Ecco: imparino anche l'understatement. Quando si è sconfitti non si strepita annunciando sfracelli: si incassa e si guarda oltre. Con signorilità.

Continua a leggere
<| |>





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network