Con le giuste ambizioni, di Ario Gervasutti
Martedi 22 Dicembre 2009 alle 09:42 | 3 commenti
Ieri era questo l'augurio a lui (e gli auguri a noi come lettori) che facevamo al neo direttore de Il Giornale di Vicenza: "L'editore, il direttore, la redazione e i collaboratori di VicenzaPiù augurano al neo direttore Ario Gervasutti buon lavoro e ogni successo professionale ma, soprattutto, si augurano, come già scritto nel numero 176 di VicenzaPiù in edicola, di poter leggere un giornale che sia soltanto, semplicemente, un giornale. E questa volta di Vicenza per davvero. Non solo di una certa Vicenza."
Oggi, come abbiamo pubblicato l'editoriale di saluto di Giulio Antonacci, diamo spazio a quello programmatico di Ario Gervasutti, che nei suoi passaggi si ripropone anche quello che noi auspicavamo e che ora sta a lui e alla sua redazione mettere in pratica per una Vicenza ...Più libera.
Se così sarà , e il ‘se' non è di dubbio, ma di auspicio, noi di VicenzaPiù, ora ‘il' settimanale di Vicenza, l'unico in edicola, in distribuzione fre press, scaricabile in pdf e in versione quotidiana online con www.vicenzapiu.com, terremo in maggior conto quello che leggeremo su "Il Giornale di Vicenza" , per condividerlo o criticarlo, ma con serietà e reciproca serenità .
Buon lavoro al nuovo Giornale di Vicenza.
L'editore, il direttore, la redazione, i collaboratori e i ... lettori di VicenzaPiù
Con le giuste ambizioni
di Ario Gervasutti (da Il Giornale di Vicenza)
Il Giornale di Vicenza non è soltanto un importante quotidiano. È l'anima di una città e di una provincia che hanno guidato la crescita del nostro Paese negli ultimi cinquant'anni. Non è un peccato di presunzione dire che qui si può capire in anticipo se l'Italia ripartirà di slancio o attraverserà altri tempi di sofferenza. È quindi con orgoglio ma anche con la consapevolezza di affrontare una sfida importante che ho accettato l'incarico di dirigere da oggi questo giornale, specchio di una terra ricca di umanità e di valori.
Il Giornale di Vicenza è considerato un quotidiano affidabile, serio, completo. Il merito va ai giornalisti che lo realizzano, agli editori che danno loro gli strumenti per esprimersi al meglio in un contesto di crisi generalizzata dell'informazione, e ai direttori che mi hanno preceduto; l'ultimo, Giulio Antonacci, per sette anni vi ha profuso passione e capacità professionale. Per questo gli è dovuto un ringraziamento.
Quasi trent'anni fa, un altro direttore che portava il mio cognome firmava queste pagine: mio padre. Fu allora che io, ragazzo friulano all'ultimo anno del liceo Pigafetta, conobbi Vicenza. Incontrai una provincia che stava esplodendo economicamente, pervasa da un dinamismo e da una voglia di aprirsi al mondo che l'hanno portata in poco tempo a conquistare un ruolo guida nel Veneto e nel Paese: una terra accogliente, serena, ottimista, capace di farmi sentire subito a casa. Poi, l'università e il lavoro mi hanno portato lontano concedendomi la fortuna di avere, tra gli altri, maestri come Indro Montanelli; in anni recenti da inviato speciale mi è capitato di raccontare anche alcune vicende politiche, economiche e fatti di cronaca che hanno segnato l'ultimo decennio vicentino.
Il Giornale di Vicenza sarà , con imparzialità , al fianco di chi condivide questi obiettivi. Con il giusto equilibrio tra ambizione e piedi per terra: in fondo, è la semplice ricetta che ha fatto grande Vicenza.
Ps se vuoi potrei inviarti qualche mio intervento naturalmente più a carattere generale e meno impostato sulla cronaca vicentina
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spero che riesca a fare un giornale ricco e di qualità come lo era quello di giulio antonacci; non sono un giornalista, quindi non so quanto conti un direttore in una redazione, ma come lettore (quasi ogni giorno) del giornale di vicenza da almeno 15 anni questo è un giornale che ho sempre molto apprezzato, in particolare negli ultimi anni, perché c'erano notizie e approfondimenti, e perché era un giornale che rispetto al passato era scritto bene e impaginato in maniera che la gente capisse.
più volte ho letto sul vostro sito delle critiche a antonacci, che non sono in grado di controbattere ma che anche non capisco. me le spiegate? perché non sarebbe stato un direttore buono? quali notizie ha fatto nascondere? grazie e buon natale
maurizio