Dopo la video intervista esclusiva diVicenzaPiu.Tv a Maurizio Ferron, segretario generale provinciale della Fiom Cgil di Vicenza, in occasione del direttivo di Vicenza tenutosi il 29 ottobre sulla consultazione entro il 14 novembre dei lavoratori sulla piattaformadi rinnovo del CCNL Federmeccanica e alla presenza del segretario regionale Luca Trevisan, che sempre alla nostra streaming tv aveva ribadito il no del metalmeccanici al "modello Marchionne" abbiamo approfittato della disponibilità del sindacalista vicentino per allargare il discorso sul vicentino Stefano Dolcetta, Ad di Fiamm, vice presidente "falco" di Confindustria nazionale e prossimo presidente BPVi.
«Vendita Valentino, il Pm chiede un anno e quattro mesi per i Marzotto e Caputi», titolava già ieri, mercoledì 28 ottobre, ad esempio Repubblica.it sul caso giudiziario che riguarda da tempo, dopo che la gran parte dei familiari e di altri coinvolti nell'inchiesta hanno già patteggiato, Matteo Marzotto, presidente per noti meriti imprenditoriali e manageriali del Cuoa di Altavilla, della Fiera di Vicenza e membro del Cda della Banca Popolare di Vicenza in compagnia, lui che si spende per campagne umanitarie in bici, di illustri "benefattori" degli azionisti vicentini come Gianni Zonin, il re dello scacco matto ai risparmiatori berici e non solo, e il suo "pedone" Giuseppe Zigliotto.
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Sul Dossier Veneto che a cura di Valeria Palermi compare su L'Espresso in edicola in questa settimana ben otto pagine ci raccontano quella che in copertina, giustamente per noi che ci sforziamo di ne coglierne alcun aspetti locali, è definita «L'Arcadia moderna. Una terra che non smette di stupire per le sue bellezze. E un territorio capace di rinascere da ogni crisi. Grazie a un tessuto produttivo unico».Continua a leggere
Dopo disinteressamenti e amnesie che durano da anni, da quando prima era prevedibile e poi chiaro in quale voragine i vertici targati "presidenza Zonin" stavano spingendo la Banca Popolare di Vicenza e in quale disperazione stavano cacciando le decine di migliaia di azionisti, specialmente quelli che Zonin, Sorato, Zigliotto e la stampa cosiddetta locale avevano spinto ad aderire alle ultime operazioni sul capitale, i politici, nazionali ma con legami locali, i media, gli imprenditori e i sindacati locali stanno inscenando una sarabanda mediatica che non cancella le loro responsabilità e le loro collusioni.
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"La vera cordata la facciamo noi: per salvare la Banca popolare di Vicenza basta che chi ha fatto favori agli amici degli amici restituisca il maltolto". Non usa perifrasi nè linguaggo da salotto dell'alta finanza il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella annunciando il deposito di un esposto/denuncia alla procura della Repubblica di Vicenza e dando inizio a quella che potrebbe essere "la più colossale class action della storia veneta".
«Per salvare le banche del territorio devono scendere in campo imprenditori importanti, le Fondazioni bancarie, la Regione con la sua Finanziaria, noi come associazione faremo la nostra parte»: così ha detto oggi, a margine dell'Assemblea di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, dopo esserlo stato di quella vicentina per due mandati prima di cedere il posto (o la poltrona, visto che di lui è socio nella Ares Line che produce sedute) al suo successore Giuseppe Zigliotto, che come consigliere di lungo corso nel cda della Banca Popolare di Vicenza ha invece preceduto Zuccato di un buon decennio, visto che lì siede (staziona?) dai primi anni 2000.
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"Banca d'Italia non può fermare banca dei Veneti, auspico una cordata di imprenditori supportati da una banca di riferimento". Così il governatore del Veneto Luca Zaia a margine dell'assemblea di Confindustria, durante la quale il presidente dell'associazione vicentina Giuseppe Zigliotto ha ribadito: "Confindustria Vicenza è favorevole alla proposta di una banca dei veneti" e sull'avviso di garanzia per i fatti della Popolare di Vicenza: "Fare gli imprenditori comporta dei rischi".
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Cessioni sospette delle azioni, a poche settimane dalla svalutazione del titolo: è uno degli aspetti su cui sta lavorando la procura di Vicenza in seno all'inchiesta, delicata e complessa, sulla Banca Popolare di Vicenza. Un «vaso di Pandora» che, scoperchiato, ha innescato in questi giorni una serie di telefonate e fatto pervenire una sequenza di esposti in tribunale da parte di soci dell'istituto. Tra questi anche chi si è presentato direttamente in caserma, alla Guardia di Finanza.
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...La fiducia riconfermata in Confindustria (al suo presidente presente dal 2003 anche nel Cda della BPVi e indagato dalla Procura per i ben noti fatti dell'Istituto durante lultima fase della gestione Zonin, ndr) non scioglie l'altro nodo sul tavolo di Zigliotto, che starebbe valutando le dimissioni dal cda della banca nei giorni successivi all'assemblea. Opzione toccata nel corso della giunta. E su cui le valutazioni paiono ancora aperte. L'altro fronte in movimento nella crisi della popolare vicentina è l'aumento di capitale. Se i grandi soci paiono in manovra, altrettanto appare la politica.