Zuccato corteggia Amenduni per la Banca Popolare di Vicenza? Intanto l'etico Zigliotto liberi il Cda BPVi e la poltrona confindustriale
Lunedi 28 Settembre 2015 alle 23:59 | 1 commenti
«Per salvare le banche del territorio devono scendere in campo imprenditori importanti, le Fondazioni bancarie, la Regione con la sua Finanziaria, noi come associazione faremo la nostra parte»: così ha detto oggi, a margine dell'Assemblea di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, dopo esserlo stato di quella vicentina per due mandati prima di cedere il posto (o la poltrona, visto che di lui è socio nella Ares Line che produce sedute) al suo successore Giuseppe Zigliotto, che come consigliere di lungo corso nel cda della Banca Popolare di Vicenza ha invece preceduto Zuccato di un buon decennio, visto che lì siede (staziona?) dai primi anni 2000.
Se Zuccato cerca soci veneti e vicentini per Via Btg. Framarin forse per questo già quest'estate era seduto mollemente al caffè Garibaldi con alcuni Vip locali tra cui Michele Amenduni (ho avuto il piacere di salutarli entrambi personalmente), il volto pubblico del mega gruppo di cui l'attuale presidente di Assindustria Veneto era stato lo sfidante vincitore e sprezzante fino al punto di "espellerlo" dai vertici di Confindustria Vicenza, con qualche strascico stragiudiziale, prima che Gianni Zonin subito dopo facesse altrettanto nella Popolare, negando la presenza nel Cda a un esponente della famiglia.
Tanto per ricordare ai vicentini cosa rappresenti nella finanza nazionale, la famiglia Amenduni, oltre alla proprietà della Valbruna, ha, tra l'altro, nel suo portafoglio, ben più consistente di quello dei soci impoveriti della BPVi, il controllo della Aedes Immobiliare, società tra le più grandi nel settore, e il 2% circa di un colosso come le Generali, che da solo vale, in Borsa, come tutta l'attuale capitalizzazione, fittizia, della BPVi, che se prima faceva riferimento a 62.5 euro ad azione ora si calcolla sulla base di 48 euro per azione, tutti sulla sulla carta e, purtroppo, destinati a crollare ancora e perciò messi sotto la lente di ingrandimento della Procura di Vicenza.
Solo il tempo, comunque non lontano viste le urgenze di ricapitalizzazione della Popolare vicentina evidenziate dal risanatore Francesco Iorio dopo il dissesto provocato dalla vecchia gestione, fatta di intrecci e incroci tra il suo dominus Zonin, con Sorato nei panni dell'agnello non solo sacrificale, e i piani alti di Palazzo Bonin Longare, che in tempi non sospetti chiamammo Palazzo Zonin Longare, solo il tempo, dicevamo, dirà se sono solo supposizioni, da bar... Garibaldi, quelle di un possibile amore ora sbocciato dopo l'odio che costò a Confindustria Vicenza anche 7 milioni di euro per "far fuori" gli Amenduni (e altri 7 per liquidare il loro amico Ingui) dal controllo del quotidiano confindustriale.
Ma se il "piccolo" imprenditore Zuccato, portavoce di interessi ben più grossi che, probabilmente già stazionavano nelle stanze del Cda o nei suoi dintorni, fa legittimamente il "lobbista" pro Vicenza (o, più probabilmente, per una piccola parte di Vicenza che contava e vuol continuare a contare molto) e se lancia i suoi appelli anche al ben più possente gruppo degli Amenduni, chi continua a stupirci è il socio e sodale Giuseppe Zigliotto che sulle indagini in corso anche sulla sua persona oggi, in occasione dell'Assemblea confindustriale vicentina, ha detto che «Fare gli imprenditori comporta dei rischi», non si sa bene, però, se per lui, che al momento corre solo quelli legali, o per i soci turlupinati, per sempre e monetariamente, dagli ultimi aumenti di capitale, miliardari e gonfiati di valore a causa delle decisioni dei vertici bancari di cui faceva parte o il cui operato doveva controllare.
«Bisogna metterci la faccia e io l'ho messa», ha aggiunto il pacioso Zigliotto, precisando, giustamente, per carità , ma con un'abitudine tutta italiana a rinviare i mea culpa confidando magari nei sempre più frequenti insabbiamenti, che "l'avviso di garanzia non significa una condanna e che, perciò, non lascerà le sue cariche, nemmeno - per adesso - quella nel Cda della Banca Popolare di Vicenza".
Per carità non sia mai detto che lasci una carica chi, eticamente, non ha ammesso la nostra società editrice a Confindustria Vicenza il 24 giugno 2014 perchè, a suo giudizio, l'editore sarebbe stato «non rispondente al Codice etico dell'associazione», per altro mai prima sottoscritto e, quindi, ignoto per poter essere rispettato, sentenziando, dall'altro della sua etica, che «i comportamenti tenuti dall'impresa e dal suo rappresentante nello svolgimento dell'attività editoriale, come rilevato in numerosi articoli pubblicati sui propri quotidiani anche a firma di Giovanni Coviello, direttore responsabile nonché amministratore unico della società richiedente, siano contrari al Codice Etico in quanto reiteratamente riportano affermazioni e deduzioni che creano discredito non solo sui vertici associativi ma anche sull'imprenditoria locale e sul sistema Confindustriale».
Allora imbufalito dalle nostre critiche documentate non genericamente contro l'imprenditoria locale ma contro alcuni imprenditori presi poi con le mani nel sacco, e non altrettanto genericamente contro il sistema Confindustriale ma contro chi lo stava imbastardendo, Giuseppe "Ziggy" Zigliotto, ora eticamente arroccato sulla sua poltrona nel Cda della banca in cui approvava la discesa agli inferi dei risparmiatori (e non importa se questo abbia valenza penale o no, l'ha fatto), è altrettanto eticamente affezzionato (con due Z, lui è "Uno, due, quattro Ziggy") a quella di presidente di Confindustria Vicenza da cui ammanniva ai vicentini tramite il suo giornale, non a caso vetero confindustriale, gli inviti a comprare azioni contro i complotti di ipotetici poteri malvagi, e anche loro sicuramente non etici, che però trovavano spazio negli appelli contrastatanti e chiarissimi de Il Sole 24 Ore, anche questo giornale confindustriale ma con un pedigree, ci scusi l'etico Ziggy, ben diverso. E dimostrato dai fatti, quelli che anche noi dal 2010 denunciavamo!
Zigliotto sostiene di averci «messo la faccia» e allora abbia, almeno una volta, un vero sussulto etico, aiuti la banca e Assindustria a fare punto a capo e quella faccia la tolga dalla vista delle decine di migliaia di risparmiatori impoveriti anche dai suoi consigli, diretti e mediatici, e la nasconda alle migliaia di industriali seri, tra cui quelli finanziati purchè comprassero carta e che ora su quella faccia chissà cosa vorrebbero indirizzare.
Per favore ed eticamente, per l'onore della Vicenza che vuole ripartire, tolga dalla vista pubblica quella faccia.
Una volta tanto faccia... una bella figura. Etica.
Se ne vada, tanto di fame, lei, non morirà e per la fama, beh, lasci perdere e non la peggiori ulteriormente.
Grazie Ziggy.
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Santi subito!