Le interviste video realizzate da VicenzaPiùTv all'ingresso dei soci all'assemblea di Banca Popolare di Vicenza: le parole del sindaco e presidente della Provincia, Achille Variati, dell consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, che già nella giornata della vigilia aveva usato parole molto dure sulla situazione BPVi e stampa locale. Ma ci sono anche le tante reazioni e umori dei cittadini, soci divisi tra favorevoli al sì e al no.
Alle 13.55 circa a grande maggioranza e per alzata di mano è passato in assemblea il primo dei tre sì (obbligatori) chiesti dal Cda e dalla BCE, quello per la trasformaziione in Spa. I votanti sono stati 11.353 di cui 5.746 presenti in proprio, 5.397 per delega e 310 rappresentanti legali. Dopo la comunicazione dell'esito della prima votazione l'assemblea procede al voto degli altri 3 sull'aumento di capitale, sulla quotazione in borsa e sulla proroga dell'attuale Cda fino agli adempimenti di cui al punto precedente. A seguire i dati ufficiale, per i quali i tempi si annunciano lunghi. Alle 15.04 viene approvato anche l'aumento di capitale per 1,5 mld e alle 15.08 ha l'ok anche quotazione in Borsa. È stato anche il punto sull'acquisto di azioni proprie.A seguirevil video con le risposte di Francesco Iorio e i commenti.
Sono 123 le richieste di intervento dei soci intervenuti all'assemblea Banca Popolare di Vicenza, tra i quali la maggior parte dei presenti sono dipendenti che si susseguiranno fino a pomeriggio inoltrato. Dopo le polemiche iniziali per il tempo ridotto degli interventi (ridotti da tre a due minuti), con la signora Annarita Toniolo che ad esempio alle richieste di concludere il suo intervento ha risposto urlando dal palco "No! Io resto qua", si sono alternati gli appassionati discorsi e racconti dei soci favorevoli al sì e quelli che sostengono il no.Â
Sono arrivati in migliaia con lunghe code di auto fin dal primo mattino di sbatao 5 marzo alla storica assemblea della Banca Popolare di Vicenza sull’aumento di capitale, la trasformazione in Spa e lo sbarco in Borsa. È stato scelta come sede la ex Perlini Equipment, visto che la Fiera di Vicenza non era disponibile, a Gambellara "casa" dell'ex presidente della banca e viticoltore Gianni Zonin.Â
«Capisco la rabbia dei soci ma sono fiducioso sul senso di responsabilità ». In 9mila, per ora, hanno preannunciato la loro partecipazione all’assemblea che domani mattina deciderà il futuro di Banca Popolare Vicenza, dovendo esprimersi su trasformazione in Spa, aumento di capitale e quotazione. Non è detto che tutti, alla fine, si presentino alla Perlini Equipment di Gambellara (la Fiera di Vicenza non era disponibile), ma in ogni caso si dovrebbe toccare il record d'affluenza.
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Non è realistico ma pensate se nessuno andasse all'assemblea della Banca (im)Popolare di Vicenza... visto che la decisione è tra l'eutanasia e il suicidio. Perchè 118.000 soci, impoveriti dalle decisioni e dagli interessi di chi è uscito dai vertici della BPVi incassando spesso anche buonuscite milionarie, dovrebbero scaricare su se stessi la responsabilità di accettare un crollo da 62,50 euro a un euro o giù di lì? Non merita che altri si assumano questo peso per chi, con stipendi in crescita rispetto al 2014, ha proposto questo e solo questo.
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Tutto o niente. O meglio: l'approvazione integrale della cura a base di trasformazione in Spa, aumento e quotazione oppure la Banca centrale europea potrebbe decidere un intervento straordinario. Una sorta di commissariamento, vista l'insussistenza dei requisiti minimi di capitale da parte della banca e - soprattutto - l'impossibilità di raggiungerli a breve, seguendo la strada predisposta dal consiglio di amministrazione. Così come aveva fatto a dicembre con Veneto Banca, anche per la Popolare di Vicenza la Banca centrale europea ha messo nero su bianco quale sia il bivio a cui si troveranno i soci attesi sabato all'assemblea stroardinaria.
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In molti hanno, diciamo, sorriso quando è stato comunicato che sarebbe stata alla Perlini Equipment di Gambellara, il feudo veneto di Gianni Zonin, la sede dell'assemblea della BPVi del 5 marzo, quando i vecchi soci, quelli beffati da lui e dal suo Cda come fanno supporre sempre di più le nuove ipotesi di reato appena rese note che vanno dall'associazione per delinquere al falso in bilancio, saranno chiamati a votare un "sì", che appare a dir poco iniquo ma di fatto è obbligato come ci fa notare Stefano Righi, noto giornalista de Il Corriere della Sera e autore del libro inchiesta "Il grande imbroglio".
Con una singolare coincidenza l'assemblea della Banca Popolare di Vicenza che sabato prossimo, 5 marzo, verrà chiamata a votare la trasformazione in S.p.A. e la quotazione in Borsa dell'istituto, con contestuale aumento di capitale da 1,763 miliardi di euro, si terrà a Gambellara, comune che è anche sede della Casa vinicola Zonin, il cui presidente è stato per 19 anni alla guida della popolare berica. Dimessosi il 23 novembre scorso, dopo essere stato indagato dalla magistratura, Gianni Zonin rappresenta il passato con cui tutti i soci della banca sono chiamati a fare i conti. Conti salati: miliardi di euro finiti in fumo, aumenti di capitale da capogiro e la svalutazione delle azioni per almeno il 90 per cento del valore rispetto all'ultima operazione sul capitale dell'agosto 2014. Titoli venduti a 62,5 euro che in Borsa sbarcheranno probabilmente (molto) sotto quota 5 euro.
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I punti nodali (e ferali) del lungo e articolato comunicato con cui martedì 16 il Cda della Banca Popolare di Vicenza (che tra amici di Zonin & Zigliotto, indagati come Marino Breganze e condannati come Matteo Marzotto di certo non è l'ideale per guidare la drammatica operazione di risanamento e trasparenza dell'Istituto di via Btg Framarin) comunicava le sue ultime decisioni, tra cui la convocazione dell'assembleaper il 5 marzo, li avevamo centrati subito nel titolo sotto cui le riportavamo: "Le delibere del Cda della BPVi: recesso confermato a 6,3 euro, aumento di capitale sale a 1,763 mld, di cui il 45% per i vecchi soci premiati se rimangono e... comprano".
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