Il Sole 24 Ore: i soci conosceranno solo sabato il monito Bce alla Banca Popolare di Vicenza. Intanto aumentano i compensi ai vertici
Mercoledi 2 Marzo 2016 alle 15:28 | 0 commenti
 
				
		Tutto o niente. O meglio: l'approvazione integrale della cura a base di trasformazione in Spa, aumento e quotazione oppure la Banca centrale europea potrebbe decidere un intervento straordinario. Una sorta di commissariamento, vista l'insussistenza dei requisiti minimi di capitale da parte della banca e - soprattutto - l'impossibilità di raggiungerli a breve, seguendo la strada predisposta dal consiglio di amministrazione. Così come aveva fatto a dicembre con Veneto Banca, anche per la Popolare di Vicenza la Banca centrale europea ha messo nero su bianco quale sia il bivio a cui si troveranno i soci attesi sabato all'assemblea stroardinaria.
 Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, nella lettera datata 24  febbraio e firmata dal capo della Vigilanza Danièle Nouy di cui si è  fatto cenno ieri durante la riunione del cda, Francoforte ha fatto  presente che senza un via libera all'intero piano di rilancio si  riserverà di intervenire nella misura più opportuna. Non si fa cenno al  come, ma le armi a disposizione della Bce, compreso l'equivalente di un  commissariamento, sono diverse e in tutti i casi renderebbero di fatto  l'istituto non più artefice del proprio destino. Un messaggio forte, che  sarà letto sabato mattina durante gli interventi di apertura dei lavori  assembleari, quando il ceo Francesco Iorio e il presidente Stefano  Dolcetta dovranno illustrare la situazione attuale della banca ma anche  le prospettive future, cioè il piano industriale che dovrebbe garantire  il ritorno alla redditività entro il 2018.
A dicembre a Montebelluna,  nonostante il disagio palpabile dei soci, il risultato era stato  plebiscitario. Anche a Vicenza si confida che a prevalere sarà il buon  senso, ma ciò non toglie che il passaggio sia delicatissimo. Perché? Ai  soci verrà chiesto di avallare un percorso che con sé porterà  l'ulteriore deprezzamento del titolo - già sceso da 48 a 6,3 euro con il  valore, pur teorico, del recesso - con l'Ipo e una forte diluizione con  l'aumento da 1,5 miliardi (1,76 considerando la brownshoe); in cambio,  però, se tutto andrà come deve, grazie anche alla garanzia fornita da  UniCredit entro la fine della primavera la banca sarà quotata, potrà  liquidare chi vorrà vendere e avrà l'autonomia necessaria per decidere  su eventuali aggregazioni o una prospettiva stand alone.
In attesa  che i soci si pronuncino, la banca si porta avanti per le tappe che  seguiranno. Nel fine settimana Iorio è rientrato dal road show che l'ha  condotto prima a Londra e poi negli Usa. In parallelo, lunedì notte è  stata depositata in Borsa la domanda di ammissione a quotazione delle  proprie azioni e in Consob la richiesta di approvazione del prospetto  relativo all'offerta pubblica di sottoscrizione e quotazione,  specificando che aumento e Ipo sono entrambi subordinati  all'approvazione da parte dell'assemblea dei soci. Bnp Paribas, Jp  Morgan, Deutsche bank, Mediobanca e UniCredit agiranno in qualità di  joint global coordinators e joint bookrunners .
Dopo sabato, la banca  intende convocare i soci (di capitale) altre due volte entro la fine di  giugno. La prima assemblea si terrà il 26 marzo, vigilia di Pasqua, per  l'approvazione del bilancio 2015; la seconda dopo l'Ipo per il rinnovo  degli organi: il nuovo statuto al voto sabato prevede infatti una norma  transitoria finale che conferma in prorogatio il cda fino alla nomina  di quello nuovo da parte dei soci di capitale. E sempre riguardo agli  organi, dal bilancio ieri è emerso che la banca ha pagato ai propri  dirigenti strategici (consiglieri, sindaci e componenti della direzione  generale) 16,7 milioni, a fronte degli 11 milioni corrisposti nel 2014  (+52%). A spingere i compensi sono stati i 4,8 milioni di indennità  corrisposte per fine rapporto, costi legati alle buonuscite riservate ai  manager che hanno lasciato la banca, a partire dall'ex ad Samuele  Sorato. Anche al netto di questi costi i compensi per il vertice sono  saliti da 10,65 a 11,62 milioni (+9,1%): l'aumento di un milione,  spiegano fonti vicine alla banca, «è riconducibile a un patto di  stabilità e non concorrenza siglato con il nuovo management» e ha  carattere «una tantum». 
di Marco Ferrando, da Il Sole 24 Ore
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