E se nessuno andasse all'assemblea della Banca (im)Popolare di Vicenza...? Un appello utopistico anche ai dipendenti: credevano a loro i soci che ora svuotano le filiali morenti
Giovedi 3 Marzo 2016 alle 23:23 | 0 commenti
Non è realistico ma pensate se nessuno andasse all'assemblea della Banca (im)Popolare di Vicenza... visto che la decisione è tra l'eutanasia e il suicidio. Perchè 118.000 soci, impoveriti dalle decisioni e dagli interessi di chi è uscito dai vertici della BPVi incassando spesso anche buonuscite milionarie, dovrebbero scaricare su se stessi la responsabilità di accettare un crollo da 62,50 euro a un euro o giù di lì? Non merita che altri si assumano questo peso per chi, con stipendi in crescita rispetto al 2014, ha proposto questo e solo questo.
E lo fatto senza valutare dei piani B, come le alternative del fronte del no, ora irrealizzabili ma mesi fa valutabili, o come dare un peso ai voti dei vecchi soci maggiore (si poteva per legge per le azioni "vecchie" in portafoglio) di quello dei nuovi vampiri (li chiameranno per giunta salvatori) che succhieranno la banca al prezzo che vorranno
Non è realistico pensare che sabato 5 marzo rimanga vuoto di azionisti il piazzale già deserto per mancanza di commesse della Perlini Equipment di Gambellara, che due anni fa si era riempito dei volti festanti dei vertici di Confindustria Vicenza con in testa Giuseppe Zigliotto, indagato oggi come Gianni Zonin, il gambellarese che ha gabellato i soci e che parrebbe anche possessore di una Green card, sembrerebbe, come se fosse pronto a espatriare in Usa.
È utopistico immaginare simbolicamente abbandonato dalla massa dei soci della BPVi quel piazzale, che vive solo di assemblee dei ricchi vertici confindustriali e delle povere fondamenta della ex Banca di Vicenza.
Il vuoto assoluto in Via Torri di Confine 8 è solo un sogno di, almeno, chi vi scrive e magari un incubo dei, "nuovi", Francesco Iorio e Stefano Dolcetta seduti, fisicamente o di fatto, a fianco dei vecchi maghi della (sparizione della) finanza Andrea Monorchio, Marino Breganze, Matteo Marzotto.
Sarebbero, comunque, in migliaia i dipendenti soci, quelli che andranno e voteranno sì "auto-ricattati" dal bisogno del posto di lavoro da mantenere, un'illusione, però, per molti di loro, molti di più delle centinaia previste inizialmente da Iorio ("fino a che non rinnoveranno il Cda", ha detto), ma che da giugno in poi aumentareranno per la digitalizzazione e la modernizzazione, ora in ritardo ma obbligatorie, della banca, e per i nuovi parametri di redditività che richiederanno i nuovi padroni.
Ma...
Ma se questi dipendenti, in molti dei quali i soci truffati ebbero fiducia, avessero un sussulto di dignità visto che quei soci non vanno più, a salutarli, nelle filiali che anche per questo si svuoteranno...
Utopia, signori.
Questa è l'Italia, questa è Vicenza...
E allora, andate a votare sì, noi verremo doverosamente a raccontarlo registrando anche le lagne di chi vorrebbe votare no, però non può...
Ma, dopo il riposo della domenica, sappiate che la festa non tornerà più e noi da lunedì parleremo di un'altra banca, magari migliore, ma nata sulle vostre ceneri.
Parafrasando al contrario Humphrey Bogart questa «è la storia di Vicenza, bellezza! La storia di Vicenza! E tu non ci puoi far niente! Niente!»Â
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