Un (altro) vero padrone al governo
Sabato 28 Agosto 2010 alle 09:35 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della Sinistra, PdCI, Prc - Marchionne giovedì ha fatto il suo show al meeting di Rimini di CL ottenendo applausi e ovazioni dal pubblico festante. Il novello "eroe" del capitalismo nostrano, che possiede una cittadinanza globale (italiana, canadese e svizzera) ha affermato che bisogna dire basta al conflitto operaio-padrone. Intanto licenzia gli operai, chiude le fabbriche (vedi Termini Imerese), chiede incentivi, vuole cancellare i più elementari diritti costituzionali, vuole imporre la filosofia della FIAT.
 Di fatto scatena un conflitto contro i lavoratori. Ma, secondo lui, questi dovrebbero accettare tutto e collaborare. Non siamo forse sulla stessa barca? Dice banalità ottocentesche e tutti applaudono. Vuole che le sue fabbriche siano territori protetti dove non entri la legge dello Stato e si grida che finalmente c'è qualcuno che vuole cambiare le cose. Un vero e proprio "rivoluzionario". Un nuovo "capitano coraggioso" (ma che coraggio ci sarà , poi, nel poter dire e fare tutto quello che si vuole ottenendo, anche, ogni anno milioni di euro?) che ci dice che i tre operai di Melfi (licenziati e poi reintegrati dal giudice del lavoro) ai quali viene impedito di lavorare sono sabotatori. Insinua che sia principalmente colpa loro (e di tutti i lavoratori "comunisti") il fatto che la FIAT non sia competitiva. Dice che bisogna avere moralità e etica nel lavoro. A questo punto le folle si scatenano, urlano il nome di Marchionne e si scagliano contro i tre operai di Melfi. Anche il prode Bonanni (segretario CISL) afferma che Marchionne ha ragione, che non si può giustificare chi ostacola il lavoro altrui e che, quindi, i tre operai di Melfi sono indifendibili. Ma c'è un però. I tre operai di Melfi non sono né sabotatori, né terroristi, né parassiti. Non lo sono anche se il rampante Marchionne afferma il contrario. Esiste un documento sottoscritto da tutte le sigle sindacali (e quindi da FIM, FIOM, UILM, FISMIC e UGL) presenti a Melfi subito dopo l'ipotetico episodio di sabotaggio. Un documento che denuncia a chiare lettere atteggiamenti provocatori da parte di responsabili dell'azienda e precisa che tutto si è svolto nel rispetto delle regole. I lavoratori sono stati reintegrati da un giudice del lavoro perché non hanno commesso illeciti né altro. E vogliono lavorare e non avere solo il salario come pretende l'azienda. Sono persone serie. Marchionne, invece, mente sapendo di mentire o non conosce i fatti (forse gli sono stati raccontati a suo uso e consumo da qualche funzionario zelante). Se invece le sue affermazioni sono dettate (come credo) dalla volontà di asservire i lavoratori al proprio volere e di rubare loro i diritti la situazione è veramente drammatica e gli applausi a Marchionne sono estremamente pericolosi. Per la democrazia.
Giorgio Langella
segr. prov. Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza
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