"Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" presentato venerdì e oggi il GdV scrive delle indagini su altri morti della ex fabbrica tessile di Praia a Mare. E fa il nome Marzotto
Domenica 3 Settembre 2017 alle 13:14 | 0 commenti
Sabato, come avrete letto (e visto e ascoltato soprattutto grazie al nostro video integrale senza filtri e tagli che, dovendo sintetizzare, nascono pro o contro la verità , leggasi la stampa odierna), il senatore M5S Enrico Cappelletti e i suoi colleghi politici, il consigliere regionale Manuel Brusco e la capogruppo pentastellata in comune di Vicenza Liliana Zaltron, hanno non chiesto «Più chiarezza sulla Fondazione Roi», titolone del giornale confindustriale, ma hanno annunciato la presentazione di un esposto in Procura della Repubblica di Vicenza sulla mala gestio della Fondazione Roi targata Gianni Zonin.
Cappelletti nella premessa, pur lamentando giustamente che quando la politica deve intervenire sui fatti e non sulla visione e costruzione della società è un insuccesso per il funzionamento delle Istituzioni, ha ricordato come esposti analoghi nel tempo dei "grillini" abbiano comunque sortito l'effetto di togliere la polvere da vari casi altrimenti, forse, destinati all'oblio.
È stato così, ha detto il senatore, per la Banca Popolare di Vicenza, Borgo Berga, i Pfas, la Superstrada Pedemontana Veneta i cui esposti presentati a Vicenza (o presso la Corte dei Conti per la SPV) sono arrivati con qualche giorno di anticipo, casuale per carità , sottolinea sorridendo il parlamentete 5 Stelle, sugli auspicati interventi ufficiali.
Perchè ricordiamo questa annotazione per altro scomparsa nelle comunque scarne note odierne della stampa "ufficiale" locale?
Perchè possiamo oggi registrare un effetto simile di "disinsabbiamento mediatico", sia pure parziale e sospetto, ma ci accontentiamo (solo oggi, però), di una vicenda di morti sul lavoro dopo anni di silenzi di questa stessa stampa, ma anche di gran parte di quella nazionale, c'è da dirlo, sulla tragedia della Marlane Marzotto di Praia a Mare, in cui sono morti oltre 100 dipendenti.
Dopo lunghi silenzi e "tagli" mediatici addirittura sul nome completo che di certo avrebbe "attirato" di più la lettura locale (si leggeva le poche volte in cui se ne scriveva sempre Marlane e solo nell'ultimo periodo Marlane Marzotto), avevamo letto con la giusta evidenza solo della sentenza assolutoria in primo grado di Pietro Marzotto & c. (sul come ci sia arrivati chi ha letto le nostre oltre 200 note dal 2009 in poi lo può capire meglio).
Ma oggi, nelle pagine addirittura di cronaca del Giornale di Vicenza (non in quelle più distanti regionali e provinciali) leggiamo un articolo intitolato genericamente "Operai morti di tumore. Indagati sette manager" ma "arrichito almento da un sommario più preciso: "Nuovo fascicolo della procura calabrese su Marlane-Marzotto".
Dopo comunque averne scritto noi sabato ("Altri 29 morti: tornano in sette nel registro degli indagati per i veleni dell'ex fabbrica tessile Marlane Marzotto di Praia a Mare. Non ci sono Pietro Marzotto e i "capoccia" dell'Eni") e mentre Linea Notte sul Tg Tre nazionale ne aveva riferito addirittura venerdì riportando il titolo in prima pagina della Gazzetta del Sud cartacea in uscita, registriamo questo fatto come un'altra nostra vittoria (in effetti più che nostra dell'informazione) e facciamo i... Cappelletti autocitandocinon senza aver prima dato a lui una copia del libro perchè magari ne faccia buon uso i Parlamento per sollevare il problema della sicurezza sul lavoro...
Senza sbrodolarci più di tanto e senza sottolineare ulteriormente che varie righe sono dedicate alla precedente assoluzione di Pietro Marzotto e dei suoi maggiorenti, forse, per carità forse, a far "ticchettare" la tastiera del nostro collega confindustriale sono stati due fatti: l'assenza dei Marzotto (fondamentale?) tra gli indagati e la nostra cocciutaggine (marginale?) nell'esporre i fatti, tenacia pari a quella dei 5 Stelle nel fare esposti...
Venerdì sera 1° settembre, ecco il riferimento, ho avuto il privilegio di presentare alle Fornaci Rosse il libro di Giorgio Langella "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" (cliccate qui per leggerne la descrizione prima di decidere se compralo), un silenzio così soffocante che nella presentazione del programma della giornata era sfuggito al collega locale.
Il libro, edito da Media Choice, a cui fanno capo le testate VicenzaPiù, che da sempre conducono le loro battaglie con libertà e democrazia (una per tutte quella contro il sistema Galan Sartori) segue quello sulla BPVi "Vicenza. La citta sbancata" e l'altro "Roi, La Fondazione demolita", due volumi che hanno aperto squarci di verità .
Vi proponiamo qui il video completo della presentazione, che non ci è parsa immeritevole di attenzione, e vi proponiamo solo due passaggi che, forse, ne sintetizzano il significato. il primo tratto dalla mia prefazione, e simboleggiato dal divano degli assenti, gli indagati poi assolti, il secondo dalla conclusione di Giorgio Langella, che in quel divano vedeva i morti sul lavoro a cui il mondo è infifferente.
Primo passaggio
...da radical liberale, come mi piace rimanere ed evolvere per non sentirmi vecchio, dedico questo appassionante e coinvolgente libro, che entra con nostro orgoglio a far parte della nostra collana Vicenza Papers come prima inchiesta - racconto, non alle vittime documentate nel triste elenco dei morti sul lavoro o degli ammalati per lavoro (a questo ci pensa Giorgio Langella, è un suo inalienabile diritto), ma agli indagati. In quanto assolti Pietro Marzotto, Silvano Storer, Antonio Favrin, Attilio Rausse, Lorenzo Bosetti, Jean De Jaegher, Carlo Lomonaco (già sindaco di Praia a Mare), Bruno 7 Taricco, Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Ivo Comegna, Giuseppe Ferrari, Lamberto Priori, Ernesto Emilio Fugazzola, molti di questo territorio vicentino, nulla hanno da temere in vita.
Ma leggere, e capire, questo libro, magari in silenzio con se stessi, potrebbe aiutarli a non soffocare in un rimorso che, come sentimento, mi auguro non sia ancora totalmente sepolto dalle poche migliaia di euro che hanno riconosciuto ai familiari dei morti e ai sopravvissuti per seppellire anche le accuse.
Giovanni Coviello
Secondo passaggio
... ho preso coscienza, ho rafforzato le mie convinzioni e ho capito. Ho capito che quello che è successo alla Marlane non è "capitato ad altri", ma ha investito ognuno di noi. Coscienti o ignari, ognuno è coinvolto in quello che è successo là , in quella fabbrica di Praia a Mare e in tanti, troppi, altri luoghi dove si lavora in condizioni terribili.
E ho capito che la normalità non è praticare l'arte dell'indifferenza ma, molto più semplicemente, odiare gli indifferenti.
Giorgio Langella
P.S. Altri 29 morti chiedono ora quella giustizia che forse i primi 100 non hanno saputo dimostrare di meritare... neanche con la morte
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