PdCI a Sel: mai chiamati dal centro sinistra. Langella: logica del leader non dei programmi
Sabato 20 Ottobre 2012 alle 13:09 | 1 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, Segretario regionale di PdCI FdS, e pubblichiamo
La lettura delle notizie di questi ultimi giorni relative alle prossime elezioni amministrative a Vicenza evidenzia come la questione delle alleanze venga affrontata in una maniera che ricalca una prassi purtroppo comune da tempo nel nostro paese. Al di là della condivisione o meno delle primarie, l'obiettivo di tale "(mal)costume" è prioritariamente la forma della coalizione e non la sostanza di un progetto da proporre agli elettori.
La priorità diventa la scelta del candidato e non i punti programmatici di governo. Le scelte, in questo modo, appaiono (e spesso sono) esercizi molto prossimi a giochi di potere e spartizione di posti. Quanto sta succedendo a Vicenza è la solita, vecchia pratica che, purtroppo, si deve affrontare ad ogni tornata elettorale. La precedente campagna elettorale aveva visto l'improvvisa spaccatura del fronte del centro-sinistra per un veto dell'attuale sindaco (e dei suoi alleati "più vicini") sull'uso del simbolo da parte della sinistra. Una decisione che dimostrava l'abitudine a considerare le altre forze politiche solo "veicoli" che potessero trasportare il candidato alla vittoria. Cortigiani senza pari dignità . Nulla più.
Oggi leggiamo, sulla stampa, di accordi tra PD-SEL e parte del presidio permanente "No-Dal Molin". Accordi che, anche se non ancora ufficiali, hanno raggiunto comunque il risultato di rompere il fronte della sinistra e del movimento che si oppone alle basi statunitensi. Innanzitutto vogliamo esprimere la totale solidarietà alla consigliera Cinzia Bottene che ha sempre portato avanti con coerenza la propria battaglia (quasi sempre solitaria) in consiglio comunale e che, oggi, viene "licenziata" da quella parte del presidio "No Dal Molin" che ha deciso di percorrere la strada più facile dell'accordo a prescindere con chi ha governato la città .
Ma vogliamo anche chiarire alcune affermazioni del coordinatore di SEL Tomaso Rebesani che ci sembrano irreali.
Rebesani dice che "IDV e Federazione della sinistra si sono chiamati fuori". Ebbene, il PdCI-FdS non si è mai "chiamato fuori" per il semplice fatto che non è mai "stato chiamato dentro". Eventuali riunioni o "aperture di tavoli di consultazione", se ci sono state, sono state fatte all'insaputa degli organismi vicentini del partito. E questo nonostante il PdCI-FdS da anni abbia richiesto a tutte le forze di centro-sinistra di iniziare un lavoro comune sui problemi della città e della provincia, a partire da quelli drammatici del lavoro (nella foto l'incontro pubblico dei tutti i partiti di centro-sinistra prima delle elezioni, poi annullate, per la Provincia di Vicenza, ndr).
A nostro avviso quanto traspare, leggendo i giornali, della vicenda è indice di un'abitudine a escludere organizzazioni ritenute "scomode" invece di unire le forze progressiste per proporre un reale cambiamento. È il risultato di una visione politica che individua nel "leader" un "capo" al quale tutti devono fedeltà . Anche se sbaglia.
Ci chiediamo se questo sia il "nuovo" o se non sia solo un metodo di spartizione di poltrone e incarichi. Un metodo vecchio, anche se confuso dalla "modernità " delle primarie.
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la politica, per quanto ci si provi a renderla razionale è strana. come sono strani gli uomini e le donne che la praticano. facciamolo strano dierbbe Verdone.negli anni novanta l'allora rottamatore dei partiti della cosidetta prima Repubblica a Vicenza era il giovane Tommaso Rebesani, con il movimento la Rete.
oggi il leader di Sel per non essere rottamato, deve chiedere la grazia a il prete bello di Vicenza, nonchè sindaco di Vicenza: Achille Variati.il sindaco Achille Variati che doveva essere rottamato da Rebesani negli anni novanta, perchè giovane puledro della scuderia Dc, che ne combinava di cotte e di crude a livello nazioanle e locale. oggi sul Il Giornale di Vicenza Variati dice Rebesani il giovane,( da non confondere con il padre che alcune cose indigeribili per Variati le dice) : "o mangi sta minestra o salti dalla finestra" . insomma no all'Unione del 2006 , ma si all'unione dei nuovi e vecchi rottamatori. tu chiedi e dei programmi cosa si dice. nulla. lo decide un fondo di investimento alle Cayaman, o i banchieri, che in una masseria pugliese hanno testato se Vendola può andare bene per i loro palati sopraffini. vedremo cose, che noi di sinistra e comunisti neppure immaginavamo fino a poco tempo fa. prepariamoci.