Marino e Cota tra i tanti assolti dopo le condanne mediatiche preventive. Sarebbe bello avere Ivano Tolettini come cronista delle udienze contro di noi volute da Gianni Zonin per aver difeso la Fondazione Roi
Venerdi 7 Ottobre 2016 alle 22:44 | 0 commenti
Accennando sabato 1° ottobre al cambio di timone in due tempi a Il Giornale di Vicenza col nostro augurio che Luca Ancetti, il nuovo direttore, guidi "un giornale che sappia rinnovarsi all'insegna delle notizie e non solo delle interpretazioni" abbiamo riferito della censura totale sia del Gdv di Ario Gervasutti che di Tva dell'allora suo direttore Ancetti sulla notizia che ad andare a processo subito non sarà Gianni Zonin per aver ridotto sul lastrico decine di migliaia di azionisti della Banca Popolare di Vicenza ma chi vi scrive, direttore di VicenzaPiu.com, per aver rivelato, documentandola, la mala gestio della Fondazione Roi da parte dell'ex presidente della BPVi che era presidente anche della Fondazione fondata dal marchese Giuseppe Roi per finanziare il Museo Chiericati (e non anche, se non tirando per la coda lo statuto, vero amministrazione Variati?, anche la Cappella del Rosario della Chiesa di Santa Corona...).
Ma Cappella di oggi a parte la Roi si è, invece, trovata e ha mantenuto in pancia durante il settennato di Zonin addirittura lo 0,5% della BPVi e ha comprato, non si sa per farne che e in base, poi, a quale passaggio dello statuto, l'ex Cinema Corso.
Eppure per GdV e Tva finora non ha fatto notizia (tanto da non dedicarci, neanche magari per darci contro, il primo una riga, la seconda un frame) che fosse citato in giudizio, sia pure civile per la richiesta "incivile" di un milione di euro di danni alla... Roi, che abbiamo invece difeso, il direttore di un altro mezzo, il nostro, che a giorni, non fra anni, cari pm vicentini, verrà giudicato su richiesta del presidente pro tempore di allora della Roi.
Ma se ora il tempo è (sembra) scaduto per Zonin, che, però, può contare in Roi sull'amico di sempe Marino Breganze, che Gianni Mion non rimuove nè da lì nè dalla presidenza di Banca Nuova e che oggi è stato omaggiato come sempre da Achille Variati , non è scaduto per Ancetti al GdV e per il neo direttore di Tva, Domenico Basso, per seguire correttamente le udienze di un procedimento per danni alla Roi in cui noi, che abbiamo documentato, a sua tutela, le irregolarità di gestione a suo carico, siamo paradossalmente accusati dall'ex presidente della Fondazione, che ne ha oggettivamente affossato il patrimonio di ben 24 milioni almeno.
Se così non fosse e alla luce anche dell'aumento esponenziale delle assoluzioni giudiziarie e con formula piena, le ultime quelle di Ignazio Marino e Roberto Cota, di chi è condannato mediaticamente in fase di indagini grazie alle "sinergie" abituali tra pm e giornalisti usati consapevolmente come loro megafoni, non potremmo che urlare ancora più forte l'indignazione che il procuratore di Venezia Carlo Nordio, l'avv. Renato Borzone, già vice presidente delle Camere penali nazionali, e i partecipanti al convegno (Rachele Nicolin, segretaria della Camera penale di Vicenza, il Prof. Rino Rumiati, psicologo, e Deborah De Stefano, giudice del dibattimento a Vicenza) tenutosi il 16 settembre a Vicenza ("La giustizia tra informazione e rischio di spettacolarizzazione") hanno indirizzato, simbolicamente e non solo, al co-relatore presente, il cronista di giudiziaria del GdV, Ivano Tolettini, (nella foto tutti i relatori da sx nell'ordine prima dato e Tolettini in fondo a dx) auspicando una ben diversa interpretazione dell'informazione giudiziaria e bocciandola quando esercitata proprio "alla Ivano Tolettini", e spiazzando lui per tutti quelli che fanno come lui con questa tesi, che accusa Pm e giornalisti a loro "collaterali" di basare la cronaca sulle indagini trascurando il dibattimento.
Quel 16 settembre noi, che abbiamo già subito anni fa il processo mediatico di Tolettini, provammo cristianamente a difendere lui e una parte dei nsotri colleghi dall'attacco globale subito chiedendo a Nordio e Bolzone se in questo uso mediatico della giustizia, quello che infanga a turno e in un preoccupante crescendo i Marino e i Cota di turno, non influisse emolto il fatto che si contano col lumicino gli editori indipendenti, quelli che fanno giornali, cioè, che devono reggersi sulle gambe della credibilità da parte dei lettori, mentre è quasi ìnterminavbile l'elenco di editori espressione di interessi di parte.
Ma Ivano, "il terribile", che da inizio convegno non si era mai rivolto verso la platea nella cui prima fila, proprio di fronte a lui ci eravamo seduti, non ha capito, lui che secondo Nordio & c. farebbe parte della genia dei "passa accuse", che volevamo aiutarlo con l'alibi o l'attenuante della proprietà che avevamo suggerito agli altri relatori.
Non ha capito, lui che è esperto di accuse e non di difese, e non ha fatto rispondere chi avevamo interpellato ma si è lanciato in una strenua difesa del suo editore, Confindustria Vicenza, e della "forza del suo giornale con ben (!) 31.000 copie medie al giorno".
Della serie excusatio non petita, accusatio manfesta.
Forza allora, direttori, di GdV e Tva! Dimentichaimo insieme al censura deglia ttacchi subiti da VicenzaPiù, di cui quello di Zonin è solo uno degli ultimi, e mandate lui alle mie udienze perchè possa scrivere seguendo il dibattimento senza dare per scontate le ipotesi dell'accusa.
A meno che Ivano Tolettini non reputi Gianni Zonin, l'indagato, sia pure a rilento, per i danni miliardari che avrebbe (condizionale, Ivano, condizionale!) procurato a decine di migliaia di soci, come degno di fare il pm contro chi da anni, dal 13 agosto (legga Tolettini "Vicenza. La città sbancata"), racconta il crescendo di fattacci a danno dei soci della "sua" Popolare, prima, e della Fondazione Roi,poi.
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