"L'Altro Veneto", i comunisti rispondono a SEL. PCd'I: subdoli. PRC: farneticanti
Domenica 3 Maggio 2015 alle 23:19 | 3 commenti
La protesta di Sinistra Ecologia Libertà per le modalità con cui è stata presentata la lista "L'Altro Veneto. Ora! Possiamo" alla competizione elettorale regionale del 31 maggio, ha generato la presa di posizione di Roberto Fogagnoli, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista e candidato nella lista di Vicenza de "L’altro Veneto" che definisce la questione "farneticazioni dei dirigenti dei SEL", e la risposta di Giorgio Langella, segretario del Partito Comunista d'Italia Vicenza, alle parole di Niccolò Della Lucilla, Coordinatore Provinciale di SEL.
Roberto Fogagnoli, PRC Vicenza
Sono stanco di questa canea che i dirigenti di SEL e i fondatori di Sinistra Veneta hanno scatenato contro la lista L’ALTRO VENETO ORA POSSIAMO e quindi ora racconto qualche fatterello che essi si vergognano di dire. Io, in quanto segretario provinciale di Rifondazione Comunista e facente parte della segreteria regionale, ho seguito fin dall’inizio la storia delle liste per le prossime elezioni. O meglio pensavo di averla seguita fin dall’inizio perché invece, prima dell’inizio c’era già stato un accordo sottobanco con il PD da parte delle dirigenze regionali di SEL e PRC che svendevano i loro partiti per partecipare col PD alle elezioni del comune di Venezia.
Quanti viaggi dalle province venete convocati dal segretario regionale oggi per oggi, senza il tempo di fiatare,  per trovarci sempre allo stesso punto, mai un passo avanti; loro, i dirigenti a dire che bisognava pensarci, che forse si doveva fare l’alleanza e tutti gli altri a dire NO, con Moretti mai; loro ad inventarsi sempre incontri nuovi e convocazioni con De Menech e la Moretti dove, ci dicevano, non si decide nulla e noi a dire BASTA; loro a tergiversare e noi a guardare il tempo che scorreva veloce ma che credavamo importante mantenere l’unità politica, fuori dall’area PD, di tutta la sinistra; quindi cercavamo di fare ragionare i nostri compagni, niente sapendo che invece tutto era stato già deciso tra De Menech, Cardazzo e Facchini. Io avrei dovuto sospettarlo quando, dopo un mio comunicato stampa in cui affermavo che il PRC Vicentino non ci stava all’alleanza con la Moretti fui furiosamente attaccato dai miei dirigenti regionali e De Menech stesso proprio su VicenzaPiù  snocciolò date e incontri che nessuno, ne Facchini ne Cardazzo smentirono.
Doveva essermi chiaro fin da allora che ormai i “capi†avevano fatto la loro scelta, alla faccia dei loro partiti. Ed una conferma arrivò proprio da De Menech che parlando con un nostro compagno di Belluno che gli chiedeva spiegazioni disse, testuali parole “ Beh in politica non si fa mai niente per niente…per l’accordo su Venezia bisognava pagare dazio, quindi anche il Veneto.†Eccola l’onestà politica di coloro che hanno guidato le danze e che ora si scandalizzano e si stracciano le vesti.
Adesso venite a farci la morale? Adesso, dopo averci fatto consumare tutto il tempo necessario, (stupidi noi a cascare nella trappola e pensare che no, non potevamo essere traditi dai nostri stessi compagni), dopo averci portato alle soglie della data per la presentazione delle liste, dopo esservi seduti in poltrona grazie ad UNA FIRMA ve ne uscite raccontando del flop fatto dall’ALTRO VENETO e della firma di Valdegamberi?
Quasi 11.000 firme in VENTI giorni non sono un flop, signori scandalizzati, sono la dimostrazione che noi abbiamo fino alla fine voluto il rapporto con gli elettori, sono la dimostrazione che la militanza paga e ci ha fatto incontrare undicimila persone che ci hanno detto: andate avanti.  Ormai si è persa la cultura della rappresentanza, del legame tra politica e persone ed i signori che ci accusano fino ad ora non hanno fatto nulla e forse, come fa il PD, sperano in percentuali di votanti come quelle emiliane (40%). Più le leggi elettorali si allontanano dal solco della vera rappresentanza più i politicanti che della rappresentanza non sanno che farsene si crogiolano nelle pieghe di leggi ademocratiche, se non addirittura antidemocratiche.
Vorrei ricordare ai SELlini che la firma che permette loro di presentarsi alle elezioni è del PRC-PdCI (Federazione della Sinistra) di cui non hanno mai fatto parte e che non hanno mai votato. E quindi è RUBATA Il consigliere Pettenò se ne è appropriato come se fosse cosa sua, come se i suoi mandati al consiglio regionale fossero caduti dal cielo e non fossero invece frutto del voto di decine di migliaia di comunisti. A questi lui avrebbe dovuto rispondere, non a SEL;  alla nostra ripetuta richiesta di firmare per la nostra presentazione avrebbe dovuto rispondere ed invece di quella firma ne beneficiano coloro che ora gridano allo scandalo, defraudandoci del nostro diritto politico.
Pensino a fare la campagna elettorale e a cercare di fare capire agli elettori come potranno conciliare il loro programmino ( se ancora ce l’hanno, visto che il PD fagocita tutto) dove si dicono cose inconciliabili con le politiche liberiste del PD locale e nazionale. La scuola, l’ambiente, il lavoro, il territorio, i beni comuni, la sanità etc.: l’orizzonte del PD è diametralmente opposto a quello che, a parole, i signori di SEL e amici dicono di voler perseguire ma evidentemente le cose non stanno così. Mi devono spiegare come faranno a dire cose che saranno smentite, subito, durante la campagna elettorale dalla loro candidata. E basta con la bufala che il Sig. De Menech ha accettato tutto. Se così fosse non si capisce perchè ci sia il PD e SEL-Sinistra Veneta; se i programmi sono gli stessi perché non confluire nel PD ( cosa che a livello nazionale già sta succedendo)?
C’è qualcuno che parla di coalizione progressista; di noi L’ALTRO VENETO che ha indebolito questa coalizione; credo che chi ha pronunciato questa parola non sappia il suo significato. Se progressista è colui che toglie i diritti dei lavoratori; cancella il bene comune; se ne frega, per esempio del referendum sull’acqua pubblica, che promette la continuazione delle politiche distruttive del territorio; che afferma che le scuole private vanno sovvenzionate con soldi pubblici etc. Ebbene io non sono progressista e a pensarci bene non lo sono proprio: io sono molto di più, sono comunista. E l’ipocrisia se la tenessero a casa loro e andassero a chiederne conto a Facchini e amici.
Noi abbiamo ricevuto una firma ma la nostra autonomia politica è rimasta intatta; non dobbiamo nulla a nessuno e continueremo a dire che Zaia è il nostro nemico. Diversa la situazione di chi, legato mani e piedi dall’alleanza si troverà con le armi scariche; come faranno ad attaccare le politiche del governo, che ricadono sui territori, se una di coloro che è pronta ad attuarle è loro alleata?
Chiudo prendendo a prestito uno slogan del movimento contro il G8 di Genova; lo slogan recitava voi G8 noi 6.000.000.000. Ebbene voi UNA FIRMA noi UNDICIMILA, c’è una bella differenza: di onestà politica.
Giorgio Langella, PCd'I Vicenza
C'è qualcosa di sinceramente bizzarro nelle dichiarazioni che Niccolò Della Lucilla, coordinatore provinciale vicentino di SEL, ha rilasciato sulla presentazione della lista “L'Altro Veneto. Ora possiamo!â€. C'è una sorta di distorsione della realtà che travalica i “due pesi e due misure†riportati nel titolo dell'articolo di VicenzaPiù. La realtà dei fatti è molto semplice. I dirigenti locali di SEL hanno fatto di tutto per boicottare la presenza di una lista di sinistra autonoma dal PD renziano e dalla candidata Moretti. Lo hanno fatto in maniera subdola con comportamenti attendisti e dilatori che avevano l'obiettivo di non permettere la presenza di una lista di sinistra alternativa e non allineata con il PD. L'alleanza con il PD di Renzi, un partito che sta portando avanti a livello nazionale una politica certamente non di sinistra e raramente di centro, è per noi improponibile mentre risulta indispensabile, in queste elezioni regionali, la presenza di una lista unitaria e alternativa al PD. Il tempo limitatissimo per la raccolta delle firme, nonostante le quasi 11.000 firme raccolte in tre settimane, avrebbe contribuito a escludere la sinistra dalle elezioni. Il rifiuto del consigliere Pettenò, in contrasto con la maggioranza del PRC veneto, partito del quale faceva parte, di firmare il collegamento era una chiara volontà di escludere la lista “L'Altro Veneto. Ora possiamo!†dalle elezioni. Inoltre, la divisione del centrosinistra della quale parla Della Lucilla è una sua opinione alquanto discutibile. In primo luogo perché il centrosinistra è da tempo inesistente a livello nazionale e veneto. In secondo luogo perché, se di divisione si vuole parlare, è stato soprattutto l'atteggiamento ambiguo dei dirigenti di SEL a ostacolare quella unità a sinistra che faticosamente abbiamo cercato e alla fine raggiunto con movimenti ambientalisti, parte delle liste Tsipras, PRC e persone che erano deluse da atteggiamenti di connivenza con il PD renziano. La firma che il consigliere Valdegamberi ha dato alla lista della quale facciamo parte permette di completare lo scenario politico della nostra regione con una lista che ha obiettivi assolutamente antitetici a quelli dello stesso Valdegamberi ma che, contemporaneamente, non hanno nulla a che fare con quelli del programma del PD della Moretti. Il considerare, come fa Della Lucilla, alternative tra loro le coalizioni che fanno capo a Moretti, Zaia e Tosi è una sua “speranza†che non ha riscontri nella realtà .  Quello che afferma Della Lucilla sulla maniera “spuria†per sconfiggere l'avversario nelle competizioni elettorali è una sua opinione che riteniamo non corrispondente alla verità . La maniera indecente di falsare le elezioni è quella di impedire la partecipazione alle elezioni alle liste non allineate al pensiero unico. Questa, di cancellare il dissenso, è un metodo ormai abituale che viene esaltato dalla legge elettorale sulla quale il governo Renzi ha posto la fiducia. Oggi qualsiasi elettore veneto se vuole votare una lista diversa da quelle che i sondaggi danno come potenziali vincenti può farlo. Ci sembra che questo sia tutt'altro che una limitazione di democrazia. Infine, in riferimento alle ultime righe delle sue dichiarazioni, vorremmo dire a Della Lucilla che la “credibilità e la coerenza valoriale†minate non sono certo quelle di chi si presenta alle elezioni a viso aperto con un programma alternativo alle “grandi coalizioni†ma quelle di chi, per un opportunismo di vecchio stampo, predilige allearsi a chi può, forse, garantire un posto sicuro in consiglio regionale. Noi pensiamo che sia più opportuno parlare di quello che si vuole fare per la nostra regione, piuttosto che perdersi in stizzose recriminazioni sul fatto che ci sia una lista che è alla sinistra di quella coalizione molto poco progressista guidata da Alessandra Moretti.
C'è una sintesi di un paio di faine e poi può scaricarsi i vari documenti completi con l proposte per sanità, scuola, ambiente, lavoro ecc. Se vuole un altro Veneto diverso d quello inquinato, devastato da Pedemontane, TAV e TAC inutili, dove lo sviluppo ecoomico sia coalizzato con la difesa dell'ecosistema, che garantisca un servizio sanitario pubblico gratuito a tutti e in grado di ritornare ai vertici dell'eccellenza (essendo sceso nella classifica nazionale dal secondo posto di qualche anno addietro al quinto-sesto) può forse trovare qualche proposta seria. Eventualmente può sempre fermarsi a qualcuno dei banchetti che troverò durante la campagna elettorale.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.