Utente: enzucciu
Ultimi commenti di enzucciu
Inviato Sabato 17 Dicembre 2016 alle 09:04
Concordo pienamente, Valentina. Gli amministratori, sia ben chiaro che mi rivolgo a tutti i sindaci, di qualsiasi colore politico) non sembrano capaci di affrontare la gravissima emergenza sanitaria. Oramai migliaia di studi, per esempio gli studi ESCAPE condotti in numerose città europee, anche italiane, hanno dimostrato in modo inequivocabile che ANCHE PER LIVELLI DI PM10 E PM2.5 INFERIORI A QUELLI "LEGALI" c'è un eccesso di mortalità per cancro al polmone, malattie cardiovascolaari, ictus e altre malattie. Senza contare gli studi più recenti che collegano chiaramente l'inquinamento atmosferico con danni ai neonati e riduzione dello sviluppo intellettivo dei bambini. L'inquinamento fa più morti degli incidenti stradali, dell'aids, dell'alcol messi assieme. uUmenta il numero di accessi al pronto soccorso per asma e altre malattie respiratorie, scompenso cardiaco. E mi fero qui. Eppure i nostri amministratori stanno a guardare per paura di prendere provvediemnti impopolari. A Madrid, la chiusura totale delal Gran VIa al traffico per le festività natalizie ha abbattuto di oltre il 30% le concentrazioni di PM10 in pochi giorni.
Inviato Mercoledi 16 Novembre 2016 alle 10:34
Il consigliere regionale Berlato ha parlato per dare fiato ai denti. Dal momento che non risulta che il consigliere regionale Sergio Berlato sia un esperto di ricerca scientifica e di sperimentazione sugli animali (nel profilo consultabile sul sito del consigliere non è riportato nemmeno il titolo di studio) è probabile che non sappia che esiste tutto un filone di ricerca e un nutrito gruppo di scienziati che affermano e hanno dimostrato come la ricerca e la sperimentazione farmacologica, anche in campo oncologico, possa avvenire con risultati migliori e meglio estrapolabili all'uomo, senza ricorrere alla sperimentazione animale. Pertanto il consigliere regionale Sergio Berlato farebbe meglio a tacciarsi e non sparare sciocchezze parlando di cose di cui non ha la minima cognizione
Vincenzo Cordiano
presidente della sezione di Vicenza e referente per la regione Veneto dell'associazione Medici per l'Ambiente-ISDe Italia onlus
Vincenzo Cordiano
presidente della sezione di Vicenza e referente per la regione Veneto dell'associazione Medici per l'Ambiente-ISDe Italia onlus
Inviato Mercoledi 16 Novembre 2016 alle 10:19
Concordo con Greenpeace, CHi ha assistito alla conferenza stampa e al mio intervento, ha potuto sentire chiaramente come non esistano prove scientifiche di un aumento dei tumori nella zona ad alta contaminazione da PFAS. Del resto, fra gli oltre 200 PFAS noti, soltanto uno, il PFOA, è stato classificato come possibile cancerogeno per l'uomo. Inoltre, non tutti i comuni considerati a massima esposizione avevano nel 2013 concentrazioni di PFOA superiori ai limiti che sarebbero stati poi messi nel 2014. Pertanto no stupisce che non si astato riscontrato un eccesso di tumori nell'area rossa, dal momento che queste sostanze cancerogene forse non sono. I residenti in questi comuni, invece, e altri non inseriti nella lista deoi più contaminati, sono stati (e continuano ad esserlo), per decenni esposti , a tutti gli altri PFAS che sono interfernti endocrini e hanno proabbilmente contribuito a determinare l'eccesso di mortalità per malattie non neoplastiche rovelato per la prima volta dallo studio ISDE-ENEA e confermato poi da uno studio della regione Veneto. Ne ho parlato più volte in questo sito, per esempio qui http://www.vicenzapiu.com/leggi/pfas-regione-veneto-nessun-aumento-di-tumori-nei-comuni-inquinati.
Tuttavia, la stampa e gli altri media, non hanno dato in genere il giusto rilievo all'aumentata indìcidenza di malattie PFAS associate non tumorali (diabete, infarto del miocardio, ictus cerebrale, ipertensione arteriosa, aumento del colesterolo, ipotiroidismo) nelle aree contmaiante da PFAS. é questa la notizia vera da dare, non quella del mancato aumento dei tumori. E i sindaci dovrebbero provvedere immediatamente a sospendere l'erogazione dell'acqua potabile e proibire la commercializzazione di laimenti contaminati che, assieme lala polvere di casa, rappresentano le principali fonti di contaminazione della popolazione. Ma i sindaci e le autorità sanitarie si fanno scudo dei limiti di performance scambiandoli per limti protettivi per la salute umana (e non lo sono) per evitare di prendere provvedimenti dolorosi e impopolari che non portano voti, i soli atti a tutelare la salute umana
Vincenzo Cordiano
presidente della sezione di Vicenza e referente per la regione Veneto dell'associazione Medici per l'Ambiente-ISDe Italia onlus
Tuttavia, la stampa e gli altri media, non hanno dato in genere il giusto rilievo all'aumentata indìcidenza di malattie PFAS associate non tumorali (diabete, infarto del miocardio, ictus cerebrale, ipertensione arteriosa, aumento del colesterolo, ipotiroidismo) nelle aree contmaiante da PFAS. é questa la notizia vera da dare, non quella del mancato aumento dei tumori. E i sindaci dovrebbero provvedere immediatamente a sospendere l'erogazione dell'acqua potabile e proibire la commercializzazione di laimenti contaminati che, assieme lala polvere di casa, rappresentano le principali fonti di contaminazione della popolazione. Ma i sindaci e le autorità sanitarie si fanno scudo dei limiti di performance scambiandoli per limti protettivi per la salute umana (e non lo sono) per evitare di prendere provvedimenti dolorosi e impopolari che non portano voti, i soli atti a tutelare la salute umana
Vincenzo Cordiano
presidente della sezione di Vicenza e referente per la regione Veneto dell'associazione Medici per l'Ambiente-ISDe Italia onlus
Inviato Sabato 5 Novembre 2016 alle 19:16
In realtà si tratta di una pseudo-notizia, data in pasto all'opinione con grande risalto mediatico per nascondere la notizia vera, e cioè che nell'area contaminata da PFAS ci si ammala e si muore di più per malattie non tumorali rispetto alla media regionale. I PFAS sono innanzitutto interferenti endocrini, perturbatori del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Questo meccanismo potrebbe essere alla base dell'aumento della mortalità per diabete mellito, infarto acuto del miocardio, ictus cerebrale in entrambi i sessi e per malattia di Alzheimer e cancro nel rene solo nelle donne, come suggerito dai risultati dello studio ISDE-ENEA per gli anni 1980-2010. I risultati di questo studio sono stati confermati per le stesse malattie (tranne il cancro renale) e con le stesse percentuali (12-30% in più) anche da uno studio compiuto dagli epidemiologi della regione per gli anni 2007-2014 e che non è mai stato pubblicato per esteso. In compenso in regione hanno scomodato i media e dato fiato alle trombe per comunicare che avevano scoperto l'acqua calda: e cioè che sostanze non classificate come cancerogene (solo una, il PFOA lo è e non è sicuro che lo sia anche nell'uomo) NON causano il cancro. Inoltre dei 21 comuni considerati ad alto rischio, solo la metà sono stati esposti ad elevate concentrazioni di PFOA. Gli altri, lo ripeto, non sono classificati come cancerogeni per l'uomo. Infine, i risultati riferiti ad un solo anno e su una popolazione di 100.000 abitanti circa NON possono essere considerati significativi, checché ne dica il professor Rugge. Nessun ricercatore indipendente farebbe affermazioni del genere in un convegno scientifico. E non capisco perché abbiano sprecato tempo e denari pubblici per andare alla ricerca di effetti cancerogeni cce no possono essere stimati in un solo anno, mentre hanno nascosto volontariamente la notizia molto più grave dell'eccesso di morbilità e mortalità ancora in atto per malattie non neoplastiche, ipercolesterolemia e malattie della tiroide.
Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza e referente per il Veneto dell'Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia onlus
Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza e referente per il Veneto dell'Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia onlus
Inviato Sabato 17 Settembre 2016 alle 06:48
Vorrei precisare che lo screening sanitario previsto, che pur noi medici di ISDE Vicenza abbiamo chiesto fino dall'estate 2013, ha senso SOLO se associato alla determinazione dei PFAS nel sangue dei singoli soggetti residenti nelle zone più contaminate e in un campione di controllo molto più numeroso di quello finora usato. Solo se saranno disponibili i dati relativi alle quantità di pfas presenti nel sangue dei singoli soggetti. si potrà trarre qualche confusione di un certo valore significativo sul ruolo dei PFAS nel determinare o meno una eventuale patologia riscontrata nel soggetto anonimato. Oltre a rendere un servizio di inestimabile valore alla comunità scientifica internazionale che potrà avere un altro contributo con il quale giudicare la pericolosità di queste sostanze. Altrimenti saranno solo soldi buttai al vento e resterà il dubbio, insinuato anche dall'autore dello studio del SER, che tali anomalie possano essere causate dai "soliti fattori di rischio già noti" e dai fantomatici stili di vita. I quali non is capisce perché da oltre 40 anni si siano annidati e concentrati in una determinata area, la zona "rosa" più contaminata dai pfas, e non in altre zone vicine. Voci di corridoio dicono che i PFAS nel sangue saranno cercati, ma dai documenti ufficiali ciò non si ricava. SI parla solo di non meglio definiti "esami di secondo livello" da effettuare qualora si verifichino determinate condizioni (quali?). Aspettiamo di vedere il protocollo definitivo del programma decennale di monitoraggio della popolazione esposta alla contaminazione da PFAS. Poi ci sarebbe da chiedersi perché i politici hanno deciso di sottoporre ad un monitoraggio accurato la popolazione esposta ai PFAS a spese del contribuente e non altre popolazioni ugualmente esposte a sostanze probabilmente più tossiche dei PFAs: per esempio i cittadini che vivono in vicinanza degli inceneritori di Schio o di Padova (e di tutti gli altri inceneritori più o meno nascosti del Veneto: cementifici di Monselice,, inceneritori interni alle industrie chimiche ecc), o quelli che risiedono attorno alle discariche, o quelli che vivono attorno al lago di Garda contaminato dalle diossina, o i milioni di cittadini veneti che respirano da decenni aria fra la più inquinata al mondo. I pFAS oggi sono di moda e un monitoraggio più o meno ben fatto potrebbe essere usato per nascondere colpe passate di politici e amministratori che avrebbero dovuto controllare e forse non l'hanno fatto, accontentare la popolazione che potrà farse delle analisi gratis e raccogliere qualche voto alle prossime elezioni.. VIncenzo Cordiano
Inviato Giovedi 25 Febbraio 2016 alle 21:42
Vorrei ricordare al capogruppo M5S Berti che i primiin ordine temporale a impegnarsi per la salvaguardia della salute sono stati i medici ISDE, come dimostra l'articolo su questo giornale di martedì 10 settembre 2013 http://www.vicenzapiu.com/leggi/contaminazione-acque-lappello-dei-medici-screening-immediato-della-popolazione. Questo, solo per amore di precisione, senza nulla togliere al lodevole impegno del suo movimento
Inviato Lunedi 21 Dicembre 2015 alle 07:22
Fa bene Il signor presidente Cerantola a preoccuparsi del persistere del gravissimo inquinamento atmosferico in provincia di Vicenza. Ma dovrebbe anche chiedersi se l'organizzazione di cui fa parte non abbia nulla da rimproverarsi per aver assecondato un modello di sviluppo economico che ha contribuito a creare l'inquinamento. Infatti, il particolato è anche prodotto dalle centrali a "biomasse/biogas" che producono grossi introiti a chi li gestisce grazie agli incentivi statali per le energie rinnovabili (che rinnovabili non sono); il PM10 è prodotto anche dall'enorme traffico veicolare che si svolge giorno e notte attorno a questi impianti e agli altri inceneritori più o meno nascosti. Non mi risulta che la Coldiretti sia mai stata a fianco dei movimenti e delle associazioni dei cittadini che si battono contro il consumo di terreno agricolo e la costruzione di strade, superstrade e infrastrutture inutili, per esempio pedemontana veneta e centri commerciali.Non mi pare che la Coldiretti si sia opposta alla decisione della regione Veneto di autorizzare l'incenerimento delle masse legnose (rami, ramaglie) nei campi della regione.Ed è inutile che si invochi la mancanza di pioggia. Nel caso dell'inquinamento atmosferico la pioggia non fa altro che spostare il PM10 e gli altri inquinanti dall'aria al suolo e da qui alle falde acquifere. Suolo e acqua che sono elementi altrettanto vitali dell'aria anche per le le attività economiche dei coltivatori diretti.Non ho mai sentito che la Coldiretti abbia mosso un dito per diffidare o denunciare i sindaci che nulla hanno fatto di concreto per prevenire il ripetersi degli sfioramenti delle concentrazioni di PM10. Al contrario la sua associazione ha diffidato l'associazione dei Medici per l'ambiente di Vicenza e le associazioni di cittadini riunite nel coordinamento Acqua libera da PFAS che da anni si battono per la difesa delle acque e dei suoli contaminati da composti perfluoroalchilici (PFAS), con la risibile accusa di provocare allarmismo nella popolazione e arrecare danno alle attività economiche dei suoi associati (il danno lo hanno provocato gli inquisitori ben noti contro i quali la Coldiretti non mi pare che abbia lanciato i suoi stralii. Questo solo per aver richiesto che venissero eseguite le indagini sugli alimenti richieste alla regione Veneto dall'istituto superiore di sanità. Quei PFAS che sono distribuiti a piene mani da quegli agricoltori che impiegano acque contaminate a scopo irriguo, che usano pesticidi e insetticidi contenuti come coformulanti in moltissimi di tali biocidi, che si accumulano (assieme ad altre sostanze tossiche e cancerogene) nel biodigestato usato come "ammendante agricolo".
Inviato Martedi 10 Novembre 2015 alle 21:47
Nonostante quanto affermato dal ragioniere Coletto, il biomonitoraggio di un un esiguo campione di cittadini non è stato pensato per analizzare le eventuali ripercussioni sulla salute dei veneti esposti alla contaminazione pluridecennale della catena alimentare. Servirà solo a stabilire se le concentrazioni dei vari PFAS nel sangue sono influenzati da fattori genetici che influenzano l'attività di alcune molecole che (forse) trasportano i pfas nel sangue. Probabilmente i risultati saranno buoni per farne una pubblicazione su una qualche rivista prestigiosa e per aiutare la carriera di qualche ricercatore a spese nostre (ricordo che la regione Veneto paga 450.000 euro in tre anni all’istituto superiore di sanità per i suoi servizi), ma non apporteranno luna novità riguardo gli eventuali danni subiti dalla popolazione esposta per oltre 50 anni ai pfas con l’acqua potabile, gli alimenti e l’aria inspirata."
Inviato Domenica 11 Ottobre 2015 alle 11:28
Premesso che non l'ho votata alle regionali e ho molti dubbi sulle sue capacità di politico, anche io sono rimasto perplesso dall'inusitata violenza con la quale gli organi di stampa si sono accaniti contro la consigliera Moretti. La stessa caparbietà e sistematicità nell'annientare un politico veneto, non l'ho vista nel caso di tante mezze calzette venete e di altre regioni che siedono sugli scranni regionali e romani che si sono macchiati di delitti politici ben più gravi di quelli commessi da Moretti, per non parlare di truffe e appropriazioni di denaro pubblico. La stessa inusitata violenza verbale è stata perpretata nei confronti dell'ex sindaco di Roma Ignazio Marino, a cominciare dai giornali e testate del gruppo Repubblica-Espresso.
Nemmeno l’attenta lettura del suo curriculum vitae (link ) riporta alcun dato che consenta di valutare se il Professor Angelo Moretto abbia acquisito una qualche competenza specifica nel campo dei composti perfluoroalchilici.
Il Professor Angelo Moretto sarà indubbiamente un ottimo docente universitario, un eccellente ricercatore nel campo dei pesticidi, ma non sembra proprio che possa essere considerato una voce talmente autorevole nel campo dei composti perfluoroalchilici da tenere una “lectio magistralis” in ambiente accademico.
Molto rilevanti potrebbero essere poi i suoi conflitti di interesse, dal momento che è stato membro dell’ILSI (International Life Sciences Institute) un istituto che vede fra i suoi fondatori e/o membri le più importanti multinazionali della chimica, del petrolio, del tabacco e dell’alimentazione che, nel 2009, versarono il 69% dei proventi dell’Istituto (link a Wikipedia).
Vincenzo Cordiano