Quotidiano | Categorie: Ambiente, Sanità

Pfas, Regione Veneto: nessun aumento di tumori nei Comuni inquinati

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 28 Ottobre 2016 alle 14:51 | 1 commenti

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Regione Veneto
“In conclusione, tutte le diverse tipologie di analisi effettuate non documentano una maggiore incidenza di tumori maligni nelle popolazioni considerate, rispetto ai valori medi regionali”. Sono queste le indicazioni emerse oggi a Padova, dove il Responsabile del Registro Tumori del Veneto, il professor Massimo Rugge dell’Università di Padova, ha presentato i dati relativi ai casi di tumore diagnosticati nell’anno 2013 nella popolazione (126 mila persone) residente nei 21 Comuni delle Province di Verona, Vicenza e Padova che sono risultati maggiormente esposti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche, meglio note come Pfas.

Lo studio ha evidenziato che, rispetto alla popolazione attualmente censita dal Registro Tumori (3 milioni 382 mila veneti su 4 milioni 904 mila), l’incidenza dei tumori maligni nei Comuni esposti ai Pfas è inferiore, sia nei maschi che nelle femmine, anche se le differenze non sono statisticamente significative. Nei maschi il tasso di incidenza nei 21 Comuni è risultato di 447 per 100 mila, rispetto alla media regionale di 497 per 100 mila; nelle femmine il tasso è stato di 339 per 100 mila, contro un tasso medio regionale di 366 per 100 mila. “Ma non ci siamo fermati qui – ha detto Rugge – perché abbiamo voluto approfondire anche le neoplasie del rene e del testicolo, alla cui insorgenza è stato posto in relazione l’inquinamento da Pfas. Anche per questi due tumori le analisi non hanno dimostrato significative differenze rispetto ai valori medi regionali”. Nel quadriennio 2010-2013, nei 21 Comuni studiati, sono stati diagnosticati 86 tumori del rene, con incidenza inferiore a quella del resto del Veneto per i maschi (14.8 per 100 mila contro 18.7 per 100 mila) e sovrapponibile per le femmine (8.0 per 100 mila contro 7.7). I 19 tumori al testicolo diagnosticati nel quadriennio hanno mostrato un’incidenza praticamente uguale a quella del resto del Veneto (7.0 per 100 mila contro 7.1 per 100 mila). Nel 2013, sempre nell’”area Pfas”, i nuovi casi di tumore sono stati 727, 396 nei maschi e 331 nelle femmine. Tra i maschi i più frequenti sono stati: prostata (73 casi), polmone (62), colon retto (47), vescica (42); tra le femmine  la tipologia più diffusa è stato il cancro alla mammella (96 casi); poi il colon retto (47), la tiroide (20), utero e polmone (17 complessivi). “Proseguiamo con la dovuta determinazione nel monitoraggio della popolazione esposta a Pfas e allarghiamo lo spettro del territorio veneto censito dal registro tumori – dice il prof Rugge -   questa è la missione che la Regione ha affidato al Registro e che la Direzione scientifica del Registro ritiene prioritaria”. I 21 Comuni interessati sono: Alonte, Brendola, Lonigo, Sarego, Asigliano, Noventa Vicentina e Poiana Maggiore (provincia di Vicenza); Montagnana (Padova); Albaredo, Arcole, Cologna, Pressana, Roveredo di Guà, Veronella, Zimella, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnago, Minerbe, Terrazzo (Verona).


Commenti

Inviato Sabato 5 Novembre 2016 alle 19:16

In realtà si tratta di una pseudo-notizia, data in pasto all'opinione con grande risalto mediatico per nascondere la notizia vera, e cioè che nell'area contaminata da PFAS ci si ammala e si muore di più per malattie non tumorali rispetto alla media regionale. I PFAS sono innanzitutto interferenti endocrini, perturbatori del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Questo meccanismo potrebbe essere alla base dell'aumento della mortalità per diabete mellito, infarto acuto del miocardio, ictus cerebrale in entrambi i sessi e per malattia di Alzheimer e cancro nel rene solo nelle donne, come suggerito dai risultati dello studio ISDE-ENEA per gli anni 1980-2010. I risultati di questo studio sono stati confermati per le stesse malattie (tranne il cancro renale) e con le stesse percentuali (12-30% in più) anche da uno studio compiuto dagli epidemiologi della regione per gli anni 2007-2014 e che non è mai stato pubblicato per esteso. In compenso in regione hanno scomodato i media e dato fiato alle trombe per comunicare che avevano scoperto l'acqua calda: e cioè che sostanze non classificate come cancerogene (solo una, il PFOA lo è e non è sicuro che lo sia anche nell'uomo) NON causano il cancro. Inoltre dei 21 comuni considerati ad alto rischio, solo la metà sono stati esposti ad elevate concentrazioni di PFOA. Gli altri, lo ripeto, non sono classificati come cancerogeni per l'uomo. Infine, i risultati riferiti ad un solo anno e su una popolazione di 100.000 abitanti circa NON possono essere considerati significativi, checché ne dica il professor Rugge. Nessun ricercatore indipendente farebbe affermazioni del genere in un convegno scientifico. E non capisco perché abbiano sprecato tempo e denari pubblici per andare alla ricerca di effetti cancerogeni cce no possono essere stimati in un solo anno, mentre hanno nascosto volontariamente la notizia molto più grave dell'eccesso di morbilità e mortalità ancora in atto per malattie non neoplastiche, ipercolesterolemia e malattie della tiroide.
Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza e referente per il Veneto dell'Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia onlus
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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