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La fabbrica di 800 operai che evadeva tutto: Twin Trust, Mastrotto e Nord Est in copertina

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 27 Agosto 2011 alle 11:34 | 1 commenti

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Di Roberto Mania, La Repubblica: quello che si seguito pubblichiamo è solo un esempio di prima pagina nazionale di oggi e della notorietà negativa crescente di un nord est e di un Vicentino una volta simboli di intarprendenza e ora della più (im)pura speculazione. E si vogliono ridurre le pensioni! (N.d.r.)

La fabbrica di 800 operai che evadeva tutte le tasse
La Guardia di Finanza ha scoperto 800 dipendenti irregolari e 1,3 miliardi occultati al fisco. Sotto accusa una big del settore conciario. Tutto parte da due tangenti per evitare gli accertamenti
Arzignano, valle del Chiampo, distretto della concia, profondo nord-est, più o meno 25 mila anime, provincia di Vicenza, Italia. L'Italia laboriosa sì, ma che evade, che non vuole pagare le tasse e che fugge. L'Italia delle società fantasma, delle scatole cinesi, dei capitali all'estero. Del lavoro nero. La storia della Mastrotto scoperchiata da un'indagine della Guardia di Finanza è una storia tutta italiana (nella foto Bruno e Santo Mastrotto).

Del paese dall'evasione monstre da oltre 250 miliardi l'anno, dove chi evade è un furbo e non un mascalzone. E allora niente scontrini, niente fatture, niente dichiarazioni Iva. Niente tasse. Perché a questa Italia lo Stato non piace. Tanto ci sono gli altri che pagano. I fessi.
Ma la Mastrotto Group non è un'azienda qualunque. L'un per cento della produzione mondiale di pelle esce dagli stabilimenti vicentini, dove le Fiamme Gialle hanno scoperto 800 (dicasi 800) dipendenti irregolari. La Mastrotto, giro d'affari intorno al mezzo miliardo, fornisce Tod's e Ikea. La Mastrotto è globale perché sta anche in Brasile e Indonesia. Già, ma soprattutto nel Granducato del Lussemburgo e nell'isola di Man. Paradisi fiscali, si sa. Il sistema era di quelli sperimentati, oliato per anni, apparentemente perfetto: un reticolo di società europee, per sfuggire ai controlli del fisco italiano. Una società "madre" italiana che si appoggiava su due trust costituiti nell'isola irlandese che a loro volta transitavano attraverso quattro società in Lussemburgo. Due tangenti, però, hanno bloccato gli ingranaggi. Tangenti (da 300 mila e 60 mila euro) a funzionari dell'Agenzia delle entrate per tentare di impedire gli accertamenti. Che hanno portato al "bottino": 106 milioni di euro evasi, 1,3 miliardi di redditi occultati, un milione e mezzo di versamenti Irpef di contributi Inps non pagati per gli 800 dipendenti irregolari, tonnellate di pellame vendute in nero, per un valore intorno ai 10 milioni, Iva evasa per due milioni. I fratelli Bruno e Santo Mastrotto, che mezzo secolo fa hanno lasciato i campi e fondato il gruppo partendo da un capannone, dovranno rispondere di corruzione, evasione fiscale totale e lavoro nero. L'azienda ha parlato di cifre "sproporzionate", di non aver evaso, e di aver pagato in nero solo gli straordinari ("prassi diffusa nel territorio").
Storia italiana, dunque. Ma tace il presidente della Confindustria di Vicenza, Roberto Zuccato. La Mastrotto è una sua associata. Parla, invece, Massimo Calearo, vicentino, predecessore di Zuccato alla guida degli industriali locali, ora parlamentare "responsabile" dopo essere stato eletto nelle liste del Pd. Calearo conosce la famiglia Mastrotto. "Sono rimasto stupefatto", dice. Poi spiega che è in atto un passaggio generazionale. Che Chiara (figlia di Bruno) sta prendendo in mano le redini dell'azienda e che sia stata proprio lei a riconoscere "che non si poteva più andare avanti in quel modo". Sostiene Calearo: "Ha rotto un tabù". Che poi vuol dire accettare di pagare le tasse. "Sì - aggiunge -, ma quello della concia è un sistema che gira in quel modo". Non è il nord-est, insomma. Lo dice anche Daniele Marini, direttore della Fondazione Nord-Est: "Direi che non è proprio la norma. Anzi. Poi se vogliamo individuare delle spiegazioni, ma non delle giustificazioni, possiamo cercarle nella difficile competizione mondiale, negli alti livelli di tassazione e nella cultura delle piccole imprese a non aprirsi all'esterno".
Solo un paio d'anni fa, sempre ad Arzignano, c'era già stato il caso del super-evasore Andrea Ghiotto, considerato il re della frode fiscale nella "concia-connection". Ma Ghiotto andava in giro con belle donne, macchine di lusso. Insomma si faceva notare. I Mastrotto no. Vita discreta, villetta in collina. Nessuna ostentazione. Con la moglie di Bruno Mastrotto impegnata nel volontariato per aiutare l'integrazione dei bambini extracomunitari. "Danno milioni all'Africa!", dice Calearo. Potremmo dire che è proprio l'Italia dell'evasione. Come sosteneva ieri un lettore ("Coramedentro") sul sito del Giornale di Vicenza: "Basta girare per i bar di Arzignano in borghese per sapere quello che da noi tutti sanno ovvero che i grandi maestri dell'evasione sono loro assieme ai noti commercialisti del paese. Ovvero i più grandi gruppi conciari della valle e anche d'Italia. I piccoli si sono adeguati per restare sul mercato. Speriamo che le Fiamme gialle comincino a domandare anche alle aziende di prodotti chimici e ai tanti mediatori di pelli grezze e non, che da anni fanno tanto nero quanto i loro clienti. Torneremo alle filande! E smettetela, cari concittadini, di prendervela con il Ghiotto e continuare e salutare e riverire migliaia di disonesti che conosciamo tutti. Suvvia...". Suvvia.


Commenti

Andrea
Inviato Sabato 27 Agosto 2011 alle 14:46

800 dipendenti sconosciuti del tutto sconosciuti all'INPS ed all'erario?
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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