Il komplotto dell'Europa e di Bankitalia contro Matteo Renzi: l'antefatto è quello contro Silvio Berlusconi, la conseguenza è la loro allenza
Giovedi 16 Novembre 2017 alle 00:06 | 0 commenti
Pubblicato il 15 alle 18.55, aggiornato il 16 alle 00.06. Premetto che quello che leggerete è frutto di mie considerazioni che si basano su alcuni fatti, abbastanza per scrivere e riflettere sull'ipotesi di cui al titolo, ma troppo pochi per avere certezza che la mia valutazione sia riscontrabile con certezza. Detto questo è noto a tutti come il "sistema" finanziario che regola a suo ignoto piacimento il mondo di oggi, sempre meno fatto di volti noti e sempre di più popolato di trust, fondi e finanziarie, nel 2011 decise che era finto il tempo di Silvo Berlusconi.
La clava usata per farlo fuori, e lo ribadisce uno come me che di tutto può essere tacciato fuorché di berlusconismo, fu l'esplosione dello spread che superò quota 500, uccidendo lui politicamente per la sua perdita di credibilità e l'Italia economicamente per gli interessi da pagare.
Ricordato questo, che avvenne nel 2011, in piena crisi economica che per l'Italia divenne un dramma, capirete, intanto, perché il redivivo Silvio Berlusconi non ami i poteri europei, leggasi la BCE, e il suo surrogato italiano, Bankitalia. Disinnescato l'ex cavaliere l'Europa "volle" Mario Monti, l'uomo che, tra l'altro, rifiutò l'aiuto, in verità ipocrita visto a chi era stato offerto, alle banche italiane perché "solide e forti" mentre la sua diecimila volte, e realmente, più potente collega teutonica, Angela Merkel, ne fece ampi bocconi per i suoi Istituti.
Ma il burocrate Monti annunciò troppe volte una luce in fondo al tunnel che, invece, era quella dei convogli ferrati che da quel fondo ci venivano addosso con cadenza crescente e devastante, che si dovette andare ad elezioni.
Qui, dopo i fatti appena ricordati, ecco il nostro primo sospetto: l'Europa non voleva che Monti, il suo designato, magno cum gaudio di Mario Draghi, governatore della Bce e già a capo di Banca d'Italia ai tempi dei primi violenti ma ignorati sintomi di crisi della BPVi, abdicasse al ruolo di suo portavoce e questo spiega la strana scelta per un burocrate e cattedratico come il professore di mettere su una lista e partecipare personalmente all'agone elettorale con un discreto ma non significativo né tantomeno duraturo successo.
Impossibile per lui la conferma la grosse coalitionen si coagulò, fu fatta coagulare, intorno a Enrico Letta, altro uomo gradito col suo understatement ai poteri e nipote/discepolo di quel Gianni Letta non a caso sotto contratto già nel 2007 insieme a Mario Monti con la Goldman Sachs, come rivela Ferruccio de Bortoli nel suo "Poteri forti (o quasi)".
Ebbene, ricomposto un puzzle gradito o, almeno, non sgradito all'Europa, arriva Matteo Renzi col suo #enricostaisereno a scombinare le carte e a rottamare, disse lui, i giocatori predestinati... Allora l'Europa si agita, la BCE idea e Bankitalia porta avanti il "komplotto" anti Renzi, e questo dopo gli ultimi fatti, è il nostro secondo sospetto.
Per "salvare" il sistema bancario italiano, quello da sempre dichiarato forte dal portavoce Monti, bisogna trasformare in Spa le più grandi Popolari, subito e prima che tutte quelle con un attivo sopra gli 8 miliardi passino sotto il controllo della BCE stessa.
Ignazio Visco, tra l'altro preoccupato che con la BCE in casa e insoddisfatta anche nelle sue richieste di ridurre le banche (di numero e di...peso), scoppino le pustole delle banche nostrane infettate da una Vigilanza che non ha operato con le mani... pulite, convince, sempre magno cum gaudio di Mario Draghi, il buon Matteo Renzi che le "spa s'han da fare". Il supposto furbo Matteo abbocca e decreta con somma urgenza, sena curasi della fretat di Bankitalia i cui decreti attuativi poi, ma a tempo scaduto per la gran parte delle Pop, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca incluse, vengono invalidati dal Consiglio di Stato.
Tutto bene? E no, perché, e qui il sospetto del komplotto cresce, Visco, in apparente amore perenne con Matteo, che di lui si era fortemente fidato, usa la clava contro Renzi e fa saltare 4 banche tra cui, soprattutto, Banca Etruria, quella amata dalla famiglia Boschi, facendone valorizzare i crediti zoppicanti al 17.6% del libro, un parametro che oggi ucciderebbe anche Banca Intesa Sanpaolo, la beneficiara prarica del crac bancario di sistema.
Il resto torna ad essere una serie di fatti: scoppiano le polemiche su Etruria e Boschi, figlia del vice presidente della Banca, scattano le difese di Renzi, scoppia un altro caso, quello della Consip e di un altro papà , quello dell'allora premier questa volta, i giornali, Il Fatto Quotidiano escluso, provano a tamponare, ma poi salta tutto Renzi incluso... e con lui il sistema mediatico che lo difendeva passa sempre di più dall'altra parte della barricata cercando nuovi puledri da spingere verso il traguardo del premierato con l'imbarazzo che, non potendosi schierare con Grillo, oggi l'unica alternativa è quella del vecchio Berlusca.
Se il premierato oggi appare precluso al segretario del PD dimezzato che, però, segretario almeno rimarrà visto che ha il grande potere di scegliere i candidati al prossimo Parlamento, Renzi se l'è legata al dito e, smentendolo con negazioni che affermano, vuol far pagare a Visco il tranello che gli ha teso addossando a lui il crac delle banche poi regalate a destra e manca, tra Ubi e Intesa, e facendo saltare quello di buono che, poco o molto che fosse, aveva fatto.
E con chi Renzi non può che allearsi? Con Berlusconi, l'altro dei decapitati dall'Europa.
E questa conclusione non è un sospetto.
Si aprano, allora,le discussioni perchè sospettare è brutto, ma spesso ci si azzecca...
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.