Il GdV dà lezione ai colleghi del Tg3. E chiude gli occhi su Tva
Domenica 10 Maggio 2015 alle 23:37 | 0 commenti
Ci sono articoli che lasciano a bocca aperta. A volte perchè sono meravigliosi; altre perchè sembra che l'autore ti stia prendendo per il culo. O peggio ancora, che stia prendendo per il culo persone ignare della situazione. E allora non sai se incazzarti o riderci sopra. Oppure trovare il tempo per scrivere e provare raccontare il caso in questione.
Si tratta di un corsivo intitolato "Rai e (dis)servizio pubblico" firmato da un redattore di sport de Il Giornale di Vicenza Marco Sessa, da anni in pensione ma che scrive del Famila a scapito di cronisti giovani le cui ali sono tarpate da chi, GdV e giornalista con tanto di pensione, non si cura di loro.
Nell'articolo l'autore, forse troppo accecato dal tifo o ancor più stanco per aver lavorato tanti anni prima di (non) andare in pensione, parla di "sponsor compiacenti, motivazioni di geopolitica o che altro? E il servizio pubblico di cui la Rai si riempie sempre la bocca (e il portafogli, visto che pretende il canone)? Il servizio pubblico è una cosa, i servizi per gli amici sono tutt´altro".
Sponsor compiacenti e servizi per gli amici, appunto.
Questa polemica sollevata dalle pagine del GdV riguarda il settimo trionfo della squadra del Famila basket Schio di patron Marcello Cestaro, imprenditore di successo nella catena dei supermercati di alimentari, che oltre ad essere finanziatore della campagne elettorali più o meno di tutti, tra cui Achille Variati, è uno degli inserzionisti di peso del quotidiano di via Fermi.
E se Variati, dopo esserci complimentato pochi giorni fa col volley rosa tornato in A1, ha ricompensato il presidente Cestaro con un ovvio e normale comunicato ufficiale spedito da palazzo Nievo (“passione di una famiglia e del presidente Marcello Cestaroâ€), il giornale diretto da Ario Gervasutti ha alzato la voce con i colleghi del Tg3 Veneto della Rai, colpevoli di non aver dato spazio adeguato alla serie finale playoff del Famila, conclusa con un canestro negli ultimi secondi di gara 5, dopo che tra le avversarie del "miracolo" Ragusa erano state costrette a uscire per raggiunto limite di falli le due migliori giocatrici della partita. Una squadra quella di Cestaro che secondo gli addetti ai lavori avrebbe dovuto dominare il campionato, dopo i soliti corposi investimenti estivi, ma che ha rischiato di perdere lo scudetto e ha subito anche quest'anno l'ennesima smacco a livello europeo.
Nel corsivo del GdV compaiono anche riflessioni del tipo:
"Ma allora perché la pallavolo femminile ha sempre trovato spazio nella Rai del Veneto e la pallacanestro femminile no?". Affermazioni per le quali qualunque appassionato di sport, anche se appassionato di basket, non può che sorridere, conoscendo la situazione in cui si trova il movimento del basket femminile che, a malincuore di chi sta scrivendo vista la passione sconfinata verso il gioco con la palla a spicchi, è da anni surclassato in termini di idee, appeal, pubblico e reclutamento giovanile dalla pallavolo. La quale giustamente raccoglie i propri frutti, dai successi mondiali della Nazionale, alle dirette delle partite tutto l'anno in prima serata sui canali Rai con ottimi ascolti, fino a una base giovanile florida di cui anche il vicentino può beneficiare, grazie alle radici poste e fatte crescere fino all’Europa dal manager pioniere Giovanni Coviello, oggi nostro direttore, in una terra un tempo dominata dalla gloriosa e plurititolata, anche a livello giovanile, squadra di basket femminile del capoluogo As Vicenza.
Un movimento quello della palla a spicchi donne che ad esempio durante la stagione è costretto a registrare fuori dal palazzo di Schio una fila di accrediti gratuiti e omaggi così lunga da riuscire a far riempire gli spalti all'interno, ma da far sentire spesso cretine le persone che all'ingresso hanno comprato il biglietto. E anche per la super finalissima di gara 5 la situazione, come in tanti hanno potuto constatare, non è stata da meno.
Una ramanzina proprio fuori luogo insomma quella del GdV ai giornalisti Rai; un maldestro tentativo (a favore dei propri inserzionisti?) di far aprire gli occhi sui problemi mediatici del basket che poi nascono da una insufficiente forza complessiva del movimento.
Peccato che gli occhi dell’autore del pezzo siano rimasti chiusi verso l'edificio a pochi metri di distanza dalla sede di via Fermi, quello di Tva, dove la proprietà editoriale non sarà in toto la stessa, come amano rimarcare i giornalisti del cartaceo, ma la cui matrice confindustriale comune è risaputa anche da gran parte dei vicentini.
Almeno il parcheggio quello sì che si può dire con certezza che è in comune; e allora il signor Sessa, forse, avrà incrociato qualche collega di Tva per chiedere il mistero per cui è in atto da lungo tempo l'oscuramento della "Juventus del basket femminile" sul principale canale televisivo di Vicenza e provincia.
Un vero mistero perchè solo fino a pochi anni fa andavano in onda interviste, servizi e sintesi delle partite, con il mitico Mauro Dalla Pozza a gestire il tutto.
Forse, caro Sessa che rimproveri Rai 3 Regione di scarsa attenzione verso il Famila, questo avviene perchè i rapporti (economici?) tra la società del patron Cestaro sono evidentemente andati a scemare con il canale televisivo dell'amministratore unico Claudio Cegalin, la cui parte informativa è diretta da Luca Ancetti. Oltre alle partite, anche dai telegiornali il plurititolato Famila Schio è praticamente scomparso da Tva. Per esempio nemmeno un cenno di presentazione della decisiva gara 5 di finale, a differenza del Tg3 regionale, il giorno dell'evento.
E nemmeno un inviato, giornalista o cameraman che sia, è stato mandato al palasport, almeno per la serie finale. Certo non si poteva oscurare del tutto la notizia del settimo titolo di campione d'Italia e allora è andato in onda un breve servizio con immagini sbiadite registrate dal canale della Federazione italiana pallacanestro che ha trovato ospitalità sul satellite di Sky.
Un trattamento televisivo insomma che meriterebbe, quello sì, un corsivo piccato del GdV.
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