Genova chiama Val di Susa, Val di Susa chiama Genova
Lunedi 25 Luglio 2011 alle 19:43 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Irene Rui e Guido Zentile (foto), che erano a Genova e ... dintorni, e pubblichiamo.
Inviamo a VicenzaPiù un nostro contributo che riassume quanto accaduto in questi ultimi due giorni a Genova e in val di Susa.
La lotta ...... continua. In 30.000 sono sfilati sabato 23 scorso per Genova, un corteo variopinto e indignato. Indignato e arrabiato. C'erano i Beni Comuni e Uniti Contro la Crisi, i NO TAV e una rappresentanza dei NO DAL MOLIN, c'erano Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra e i partiti comunisti. C'era la CGIL, la FIOM e gli operai della FIAT (qui prima photo gallery).
Tutti per non dimenticare cosa accade 10 anni fa, la mattanza che il governo italiano in primis di allora, che poi è quello di oggi, organizzò sistematicamente contro i manifestanti nel 2001, il cui culmine fu l'assassinio di Carlo Giuliani.
Carlo oggi è uno spettro che gira per Genova, Carlo oggi sarebbe qui con tutti quei movimenti che chiedono giustizia per i loro territori, che si oppongono alle grandi opere di lobby capitalistiche, mafiose e immobiliaristiche che vogliono distruggere vallate, città , coste, fiumi, tessuti sociali per capitalizzare e accrescere unicamente il loro potere economico. Movimenti che stanno sfilando per dire che l'acqua, la nostra terra, il lavoro, la vita sono beni comuni che vanno salvaguardati e non mercificati.
Vi sono quelli della Val di Susa che marciano dopo poche ore dalle cariche violente al campeggio NO TZVinstallato vicino alla centrale idroelettrica, oggi fortino delle truppe che presidiano il cantiere della Maddalena. Luogo dove la polizia, i carabinieri, ma anche i vigili del fuoco, continuano a sparare lacrimogeni orticanti, e con idranti riempiti di acqua, ghiaino, oli e saponi anche sul campeggio dove dormono e giocano i bambini.
Tornando a Genova, mentre i processi sono ormai in Cassazione, si assiste ad una promozione degli esecutori di quei massacri del 2001 e degli assassini di Carlo, si continua a reprimere i diciottenni, che con la popolazione che non si adagia, vogliono lottare per un mondo diverso per avere e lasciare un futuro migliore ai figli e nipoti.
Il viaggio continua domenica 24 a Genova, con l'assemblea dei movimenti, e in Val di Susa con la lotta. Tutti al campeggio NO TAV, e alla centrale idroelettrica, dove gli indignati raggiungono i valsusini, per solidarietà con una valle, per battere i bastoni o le pietre sui guard-rail, per dire no alla usurpazione del Governo. In una valle dove il governo manda gli alpini che rientrano da Kabul. Un'offesa per questa valle che ha sfornato per due secoli alpini, una vergogna mandare i figli contro i padri e i fratelli. Gli alpini, che hanno organizzato in quel luogo una manifestazione proprio in risposta al governo, affermano che così si vuole distruggere anche lo spirito di corpo, di un contingente, consolidato nei secoli, lo si vuole distruggere mettendo al loro interno gli alpini di ieri contro quelli di oggi.
Al campeggio intervengono Haidi e Giuliano Giuliano, i genitori di Carlo. Haidi afferma che il G8 di Genova di ieri è la Maddalena di oggi. L'elicottero che ci sorvola e che ha sorvolato ieri è l'arroganza di uno Stato che sabato 23 a Genova è riuscito a nascondere l'esercito, ma non la sua prepotenza che qui si vuole imporre contro una vallata per mercificare un territorio bene comune.
Haidi e Giuliano, parlano di Genova, di Carlo, ma anche delle lotte dei valsusini e ricordano come nel 2001 Carlo fosse a loro fianco in valle e come oggi lo sia il suo spettro. Parlano come i mezzi di comunicazione utilizzino immagini di repertorio per incutere terrore, giornali che non sono liberi, ma costretti ed asserviti ad un padronato che detta le regole. Giornali che censurano, tagliano pezzi, distorcono interviste allo scopo di dare una immagine distorta di un movimento e del mondo che ci circonda. Ricordano come chi cerca di fare comunicazione libera è censurato e oscurato.
Parlano anche di democrazia e come questa sia messa in pericolo da uno Stato, da un Governo che con leggi ordinarie vuole modificare la Costituzione, vedi l'articolo 11, vedi la scuola, ma vedi anche la libertà di manifestare e di pensiero. Siamo qui per lottare e continueremo a farlo conclude Haidi, per la nostra nipotina, alla quale vogliamo lasciarle un mondo migliore.
Nicoletta Dosio dice chiaramente che non possiamo sentirci rappresentati da un Presidente della Repubblica che dà solidarietà a coloro che sparano sul suo popolo.
La lotta in valle continua, stanno spendendo migliaia di euro per mantenere contingenti a presidiare una valle, un cantiere allo scopo di prendere due danari dall'Europa, danari che si sono già divisi tra lobby, e una volta presi rimarrà la devastazione. Contingenti che potranno rimanere lì anche per quarant'anni e che noi dovremmo mantenere, ma il cantiere non partirà . E tutto questo mentre l'Italia è in crisi economica e rischia la bancarotta, mentre i servizi sociali, sanitari e le pensioni sono decurtati e non garantiti; mentre le privatizzazioni, comprese quelle dell'acqua malgrado il referendum, proseguono, mentre lo Stato svende il suo territorio per far cassa; mentre si delocalizza la produzione all'estero e si mercificano i lavoratori trattandoli come oggetti usa e getta; mentre la povertà cresce e le famiglie non arrivano alla seconda settimana del mese. Siamo indignati ed arrabbiati. Ora Basta.
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