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Dall'immutabile "inchino" alla Grande Bellezza fino a "Zonin, libera tutti", il caso Cecilia Carreri: Vicenza, la Grande Ipocrisia

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 20 Giugno 2016 alle 00:09 | 0 commenti

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Fino a qualche tempo fa nessuno si ricordava più della giudice del Tribunale di Vicenza, la Gip Cecilia Carreri, che all'inizio degli anni 2000 fu al centro del gossip locale e mediatico con conseguenze per lei traumatiche per essere stata "beccata" quando, ecco l'accusa, invece di lavorare se ne andava a regatare, lei dice per curarsi anche da problemi fisici, per manifesto assenteismo sostenevano anche i colleghi in coro. Alla fine dei procedimenti disciplinari la decisione finale, che poi la portò a dimettersi dalla magistratura, fu quella con la quale nel 2005 il Csm la trasferiva. Incrociata con la sua vicenda disciplinare c'era una delle prime inchieste senza esito, quella del 2001-2002, sulla Banca Popolare di Vicenza e sul suo profeta, Gianni Zonin, che era passata d'ufficio (e prima del procedimento disciplinare nei confronti della Carreri) nelle mani dell'allora Procuratore Antonio Fojadelli, che voleva archiviare, da quelle del Pm Tonino De Silvestri, che voleva andare avanti nelle indagini e poi arrivò a dimettersi dalla magistratura.

Cecilia Carreri era il Gip che doveva pronunciarsi sulla richiesta d'archiviazione ma la respinse e avviò il procedimento penale, un atto che per molti, De Silvestri in primis, era un atto dovuto anche se non eroico e oggi è una pietra miliare delle "pigrizie" della Procura di allora che il Procuratore Capo di oggi, Antonino Cappelleri, assicura non ci saranno pur confermando la validità delle scelte di allora nell'intervista che ci ha concesso il 9 maggio.

La vicenda Carreri, quindi, dicevamo, era passata nel dimenticatoio riservato dalla "gente comune" al gossip, dai colleghi di allora alla presa d'atto di un provvedimento considerato "normale" anche per i cattivi rapporti della Gip con tutto il tribunale, ci viene ricordato dai testimoni di allora, per una serie di sue presunte mancate collaborazioni tecniche in varie situazioni.

Ma quella misura, col clamore che all'epoca aveva sollecitato e con le conseguenze pratiche e personali che aveva generato, mai deve essersi sopita nell'animo ferito di Cecilia Carreri, che oggi collega pubblicamente le sue "sfortune" alle trame di Gianni Zonin, come scritto da La Repubblica il 4 giugno e da noi ripreso (il 4 per poi aggiornarlo il 5) pubblicando anche un suo scritto fattoci da lei pervenire in un articolo col titolo «BPVi: "Vicenza. La città sbancata", il libro di VicenzaPiù. Repubblica su "rete di protezione" di Gianni Zonin: i pm Pecori e Fojadelli tra gli "accusati". Tra le "vittime" Cecilia Carreri: la sua nota»

Non sappiamo valutare con fatti e documenti le liasons del caso Carreri con l'influenza di Zonin su vari pm influenti di allora, come Antonio Fojadelli e Paolo Pecori, e riportata con crescente insistenza da circa due anni dalla stampa nazionale. 

Non sappiamo farlo, ma proveremo a ricostruire fatti e documenti, ma per dare un quadro più ampio della storia riportiamo gli scambi via mail avuti dall'8 maggio con la dottoressa Carreri che ci aveva contattato e con cui più volte abbiamo parlato telefonicamente (quanto ci siamo detto non è documentabile, quindi, non lo pubblichiamo). 

È stata sempre lei a chiamarci visto che si ha sempre rifiutata di darci il suo numero anche a fronte delle nostre assicurazioni di riservatezza nei confronti dei suoi sfoghi commossi e, lo confessiamo, commoventi.

Siamo sempre stati in dubbio se svelare o meno i dettagli dei nostri contatti, che sempre si sono scontrati con l'assenza di documenti certi sulla vicenda e di ricostruzioni trasparenti dei fatti da parte di chi di dovere e non solo dell'interessata.

I dubbi rimangono ma oggi pubblichiamo il "carteggio virtuale" con Cecilia Carreri anche per sollecitare documenti e trasparenza ufficiale, perchè non riusciamo, con la schiettezza che ci caratterizza nel bene e nel male, a non essere diffidenti, questa volta, su una conseguenza sempre negativa dell'evidenziazione del "sistema Zonin".

Se prima tutti lo negavano o ne usufruivano al punto che nessun politico, e tanto meno nessun imprenditore, incluso il nuovo ma gattopardesco presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, si è agganciato alla denuncia isolata e subito silenziata di Jacopo Bulgarini d'Elci, oggi potrebbe essere fin troppo comodo identificare come causa di tutti i mali Gianni Zonin assolvendo tutti i suoi complici ma anche, speriamo non sia il caso della Carreri, riabilitando anche chi non lo meritasse al solo grido da "tana, libera tutti" di "Zonin, tutto è colpa sua".

Noi di VicenzaPiù un anno dopo la "defenestrazione" della Carreri (la nostra testata è nata il 25 febbraio 2006) cominciammo a subire minacce e rappresaglie dei poteri vicentini, ad iniziare da quelli del ramo Zonin, indignato per l'innocente e "camerale" pubblicazione della "mappa dei poteri" così tanto da cancellare una pianificazione pubblicitaria, fino all'allora vincente binomio Amenduni - Ingui, i cui interessi erano finiti spesso sotto le lenti dei nostri collaboratori che poi non disdegnarono certo di ocuparsi anche di quelli dei Maltauro & c.. Di tutti quei poteri "portavoce" era, ora come allora, il direttore pro tempore del quotidiano confindustriale locale.

Gli attacchi subiti dalla testata sfociarono a cavallo del 2008 - 2009 nella ben nota inchiesta in cui più volte fui sbattuto in prima pagina e che ad oggi ha avuto due esiti certi: la fine di una delle più gloriose squadre cittadine, quella di volley femminile, e il mio rinnovato impegno a mettere VicenzaPiù a disposizione di tutti, esclusi i killer di professione e gli innocenti per definizione.

Io ho commesso errori di sicuro in qualcosa (e non li difendo con "la passione" sportiva come pur potrei visto che altri ne avrebbero avuto vantaggi nè tantomeno con gli "attacchi" giudiziari e mediatici certi e dichiarati in privato contro di me in quanto editore e direttore scomodo) ed ho pagato molto, molto di più.

Ma la mia testa non si è mai chinata di fronte alla parte di accuse false che mi vennero rivolte (su certa stampa) in un modo semplice: nessuno mai è risucito a zittirmi, anche perchè dopo mai nessuno ho accusato di qualcosa senza prove.

Allora dottoressa Cecilia Carreri, anche se lei ha, umanamente, chinato la testa facendo apparire di non essere troppo sicura delle sue ragioni e oggi la sta rialzando tirandole fuori anche se per ora solo verbalmente, adesso noi pubblichiamo (senza ritocchi per mantenere l'immediatezza dei botta e risposta, ndr) i nostri scambi di e-mail ma li supporti con argomentazioni e documenti ufficiali per non far sembrare che del male generato dal sistema Zonin, di cui tanti soffrono, lei oggi voglia avvantaggiarsi, magari meritandolo, ma cavalcando la moda del "colpevole unico".

Attendiamo, quindi, sviluppi concreti e non solo  mediatici anche perchè in un articolo di Stefano Lorenzetto del 24 settembre 2012 (la cui immagine riportiamo in copertina e qui il testo) Cecilia Carreri fa sì riferimento a Zonin, ma senza avere il coraggio, che un giudice, per giunta fuori ruolo, dovrebbe avere, di farne il nome, e allargando le accuse, allora come in un pezzo successivo del 19 giugno 2013 (di sotto nell'immagine leggibile in buona parte), a generici cattivoni come i "colleghi di sinistra"...

La Grande Bellezza di Zonin non svanirà, ma subirà solo una mutazione genetica di chi continuerà a fargli il classico "inchino", se Vicenza rimarrà preda della sua genetica, ipocrita Grande Ipocrisia.

 

8 maggio Egregio direttore, può lasciarmi il suo cellulare? grazie, Cecilia Carreri

A proposito di quale argomento?

Telefonata riservata, l'argomento lo sa (segue telefonata, ndr)

 

9 maggio Buongiorno dottoressa.
Sono rimasto molto colpito dal senso di sofferenza che mi ha trasmesso al telefono e scusi se sono stato talvolta un po' brusco con lei. Io metto la persona davanti alla notizia, per cui sono disponibilissimo ad
ascoltarla e a supportarla nella sua ricerca della verità a fronte di ragionevoli motivazioni a supporto.
Se vuole possiamo incontrarci insieme anche al suo legale ma sappia fin d'ora che, oltre che per motivi deontologici, che spesso i colleghi mettono da parte, ma per aver provato di persona cosa significa essere attaccato sul piano personale (non per la vicenda in corso della denuncia di Zonin per la Fondazione Roi ma per altre) sono estremamente rispettoso della sua privacy.
Attendo un suo riscontro ma se lei fa passare troppo tempo tutto andrà in graduale oblio a Vicenza.
Grazie e forza!

 

16 maggio (dopo altri contatti) Le allego solo alcuni doverosi chiarimenti sulla mia posizione, dato che il mio ruolo di magistrato compare spesso in questo periodo nella vicenda della BPVi. I fatti adesso sono molto più gravi di allora, ma ne sono l'inevitabile prosecuzione, mai fermata da nessuna magistratura. Io sono stata eliminata e dunque non posso più fare nulla, Cecilia

Segue nota da noi pubblicata (la riportiamo in fondo*)

Dr.ssa,
intanto la ringrazio per la fiducia accordatami e mi impegno a seguire la vicenda con molta attenzione e con la massima sensibilità.
Anche se mi ha detto che non vuole incontrarmi mi sarebbero molto utili chiarimenti e delucidazione nel pieno rispetto della sua riservatezza ma dando a me gli strumenti per poter "riaprire" il caso mediaticamente.
Può, intanto, inviarmi una descrizione più dettagliata dei fatti che le sono occorsi?
Lei sa che sono stato denunciato, ma non mi mette paura, da tal Gianni Zonin e a maggior ragione, dopo aver subito un'indagine anche io diffamatoria e mediatica tra il 2008 e il 2009 con strascichi successivi, penso di poter interpretare al meglio i suoi sentimenti.
Il suo scritto, poi, è riferibile a lei?
Grazie
Giovanni Coviello 

Lei mi vorrà scusare ma come hanno scritto i miei avvocati non intendo fare altre dichiarazioni.
Ho vissuto un autentico calvario che non intendo rivivere ancora.
L'unico giornalista serio che ha scritto molto su di me e in senso positivo è Stefano Lorenzetto.

Abbia i miei migliori saluti, Cecilia Carreri

4 giugno (dopo altri contatti in cui insistevamo perdocumenti e incontro)

Gent.ma r.ssa oggi è arrivata l’occasione che attendevo per pubblicare la sua posizione
Abbiamo utilizzato l’articolo di oggi su Repubblica che la cita per poi proporre le sue dichiarazioni BPVi: "Vicenza. La città sbancata", il libro di VicenzaPiù. Repubblica su "rete di protezione" di Gianni Zonin: Paolo Pecori tra gli "accusati" e Cecilia Carreri tra le possibili "vittime"

Grazie per l'informazione . La prego di ricordare che i miei congedi e aspettative sono risultati tutti pienamente legittimi. Addirittura la famosa regata oceanica fu fatta mentre ero in ferie. Era il 2005 e da aprile ero stata collocata fuori ruolo.
In mancanza di argomenti hanno censurato gli sforzi cui ho sottoposto la mia schiena malata. Una grottesca montatura. Cecilia Carreri

 

 

Articolo di Stefano Lorenzetto su Cecilia Carreri

*

Il giudice Cecilia Carreri, nota per il suo rigore, la sua correttezza ed efficienza nei lunghi anni trascorsi nel Tribunale di Vicenza, ebbe a rigettare nel 2003 la pressante richiesta del Procuratore Antonio Fojadelli per l'archiviazione di un procedimento penale a carico del Presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin ed altri, fascicolo che, oltre ai reati contestati, conteneva fatti molto gravi che avrebbero richiesto nuove imputazioni e indagini, da estendere a più personaggi inseriti nel gruppo bancario, sopratto al collegio sindacale e al CDA. Come scrisse allora il giudice Carreri, in quanto emergeva da una perizia d'ufficio e da un'ispezione della Banca d'Italia, vi era una completa omissione di controllo sulla gestione padronale Zonin, in conflitto di interessi tra quelli delle sue aziende private e quelli della banca. La richiesta di imputazione coatta del giudice Carreri, la cui udienza fu affidata per legge ad altro giudice, si trascinò fino al 2009, con un susseguirsi di proscioglimenti a favore di Zonin, tanto che venne pubblicato un comunicato stampa del Prof. Giulianati del seguente tenore: «Sarà opportuno cominciare a domandarsi come soci della Popolare di Vicenza se non si dovrà chiedere conto a qualcuno dei danni diretti e indiretti che la vicenda ha arrecato, sia ai vertici dell'Istituto, sia alla stessa Banca.».
Anche successivi esposti, come sul valore effettivo delle azioni, furono sempre archiviati, su richiesta della Procura di Vicenza.
Quanto alle dimissioni del giudice Cecilia Carreri, in quegli anni la stessa ha subito un'incomprensibile processo disciplinare per avere messo sotto sforzo la schiena, sofferente di vere patologie, con delle attività veliche sportive, compiute a novembre 2005, durante un periodo di ferie arretrate - da due anni non andava in ferie - e per 4 giorni in pieno agosto.
Il fulcro dell'addebito disciplinare fu che quelle attività sportive, mettendo a dura prova il mal di schiena della Carreri, avrebbero potuto ostacolare il suo rientro in servizio, cosa che non avvenne. Dunque, una congettura. Il giudice Carreri aveva chiesto in precedenza congedi e aspettative per la grave malattia e il decesso di entrambi i genitori, oltre che per curare le sue patologie alla schiena e, di conseguenza, era stata collocata fuori ruolo dalla magistratura dal mese di aprile 2005, sempre con regolare delibera del Consiglio Superiore della Magistratura. Tutte le assenze dal servizio della Carreri sono risultate pienamente legittime. A causa di quell'accanimento giudiziario, durato anni e accompagnato da una campagna mediatica diffamatoria, negli anni in cui il Governo attaccava la magistratura, la Carreri, unico giudice della storia condannato per delle attività sportive, è stata costretta a dare le dimissioni dalla magistratura.
Essendo ormai fuori dall'ordinamento giudiziario, non intende rilasciare dichiarazioni e interviste sulla questione della Banca Popolare di Vicenza, rispetto la quale ebbe già a esercitare a suo tempo i sui doveri di magistrato. 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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