Achille Variati, il sindaco che non sa mai nulla per tempo. Ora saprà dimettersi dopo flop BPVi, caso Bertelle, silenzio di Bortoli...?
Venerdi 16 Dicembre 2016 alle 23:05 | 1 commenti
Achille Variati non sa mai nulla per tempo se non gli incarichi a cui punta. Basa la vittoria della sua campagna elettorale sulle posizioni parolaie contro la base all'ex Dal Molin ma non sa nulla delle decisioni già prese da Berlusconi e Prodi e ancora oggi non ha ottenuto un ristoro parziale ma concreto per lo sfascio ambientale prodotto dalla sua costruzione senza sufficienti controlli, se non si considerano una "compensazione" per i cittadini il progetto sulla carta della tangenziale e un guadagno, per altri, la barca di soldi che bisognerà spendere per utilizzare e gestire il megagalattico Parco della Pace quando sindaco & c. non sanno neanche rendere fruibile Campo Marzo. Ma Variati nulla sapeva anche di un dipendente comunale, Diego Fontana, con doppio stipendio, col secondo incassato dall'Opera Pia Cordellina, anch'essa comunale.
Inutile chiedergli se sapesse, poi, di Cristiano Rosini, comandante della Polizia municipale, che usava permessi ZTL per lo shopping muliebre e che non vennne sanzionato da una commissione di disciplina che non sapeva, anch'essa, che il permesso era, dal Comune stesso, vincolato ad usi emergenziali ma di servizio alla città e non a moglie e figli da accompagnare a scuola.
E se nulla sapeva il sindaco del Park Rocchetta, ad ancora oggi ignoto e anomalo uso della polizia locale, come possiamo immaginare che sapesse, quando lo nominò consigliere delegato alla mobilità per necessità di "mamgioranza", che Claudio Cicero fosse un coerente ammiratore di Benito Mussolini, salvo scoprirlo grazie a un calendario galeotto e ducesco, quando gli fu utile a farlo fuori alla "usa e getta".
Ovvio, quindi, che Variati nulla sapesse che Jacopo Bulgarini d'Elci, il suo braccio destro esterno, come comunicatore nella sua giunta nata nel 2008, ed interno, come vice sindaco in quella datata 2013, fosse contitolare di una società che lavorava per enti a partecipazione comunale, come nulla poteva sapere di rapporti professionali con la Banca Popolare di Vicenza del suo assessore al Patrimonio e al legale, Massimo Pecori, per giunta, omen nomen, figlio di Paolo Pecori, il pm che ha "vissuto" per un quarto di secolo nella Procura di Vicenza. Â
Potremmo continuare il nostro elenco anche se molte altre "ignoranze" forse le custodisce solo lui, che ha mercenariamente imbarcato ex avversari, come Maurizio Franzina, e ignorato anche molti "amici", parola a lui nota come sostantivo e non come sentimento, lasciandoli fuori o allontanandoli dalle sue giunte (Gianni Giglioli, Ubaldo Alifuoco e Giovanni Rolando, ad esempio) per non esserne oscurato o per non esser costretto a confrontarsi con qualcuno che conoscesse parole diverse dal mussoliniano... "obbedisco".
Per avvinicarci ai nostri tempi Achille "quattropoltrone" Variati "nulla ovviamente sapeva", neanche tramite apprezzatissimi suoi amici come Giuseppe Zigliotto, dello tsunami finanziario che stava abbattendosi su decine di migliaia di cittadini di Vicenza e della provincia, da lui governate, per mano di Gianni Zonin e della sua truppa, in cui c'era, oltre a "Pippo", anche il condannato in primo grado Matteo Marzotto, un altro che non sapeva della frode fiscale in cui era incorso e che Achille ha subito confermato dopo la condanna alla presidenza della Fiera di Vicenza. Giusto in tempo per fargliela vendere all'Italian Exhibition Group di cui Matthew diventerà il "boss" (non Hugo) e che è basato a Rimini che ha fatto un solo boccone dell'esposizione vicentina, disossata dal mega appalto da 45 milioni di euro agli "ignoti" amici costruttori del gruppo Maltauro e dall'analogo indebitamento, per 40 milioni, proprio con la BPVi (conflitto di interessi? ma va là ...).
Con tutte queste "ignoranze", vecchie e nuove, e dopo quella totale sul caso della Fondazione Roi, nel cui Cda c'era e c'è ancora Giovanni Villa, direttore del comunale Museo Chiericati, arrivano anche quelle di questi giorni.
La penultima è quella di Achille Variati che, al solito, non sapeva che l'avvocato Renato Bertelle, suo partner nel flop del convegno lava faccia sulla BPVi del 26 novembre scorso, presiede (nessun conflitto di interessi anche qui, ovviamente, per il metro "sindacale") un'associazione di soci della fu Popolare, l'Associazione Nazionale Azionisti Azionisti BPVi, mai operativa e di fatto sconfessata dal suo stesso consiglio direttivo, dimissionario da tempo per almeno quattro settimi.
L'ultimo evento avvenuto a "insaputa" del sindaco è la deposizione nell'inchiesta sul caso di Borgo Berga in cui si è avvalso della "facoltà di non rispondere" Antonio Bortoli, direttore generale del Comune di Vicenza scelto da Achille Variati, che in passato ha fatto muro intorno al suo dirigente ma che, lo abbiamo letto oggi, si è molto indignato, al solito ex post, perchè "non sapeva" che Bortoli avesse deciso di rimanere muto.
Indignazione giusta, che potrebbe sfociare, leggevamo, in decisioni contro il dg, ma vista l'indignazione dei cittadini, che sono basiti per tutto quello che non sapeva e non sa ma che dovrebbe aver saputo e dovrebbe sapere un uomo alle cui capacità si sono affidati per gestire la città e la provincia di Vicenza, Achille Variati una cosa ora dovrebbe sapere: per lui si sta avvicinando, anche se per noi è già giunta, l'ora di dimettersi!
Saprà farlo senza aggiungere altri obbrobri da cui difendersi come gli ultimi da lui proposti: le stazioni Tav Tac nella zona della Fiera, quando magari non sapeva che lui stesso l'avrebbe venduta, e a Borgo Berga, quando non sapeva che l'Unesco per questo mostro stava per cancellare Vicenza dalle città suo Patrimonio?
Noi oggi glielo suggeriamo di nuovo e non dica poi, quando la storia lo "dimetterà ", che non sapeva che glielo abbiamo detto, che è giunta l'ora.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.