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Sul sito della BPVi compare, a ridosso dell'
assemblea ordinaria dei soci di quest'oggi, 26 marzo 2016, un documento intitolato "Politiche e prassi di remunerazione e incentivazione del gruppo Banca Popolare di Vicenza" sul quale, da pagina 28, è possibile trovare i compensi per l'esercizio 2015 dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo delle società del gruppo, con le retribuzioni del presidente, per esempio, di Banca Nuova, Marino Breganze, il cui compenso complessivo lordo è di 183.000 euro, o quello dei consiglieri che si attesta attorno ai 30.000 euro. Nell'allegato numero 3 di pagina 30 sono riportati i compensi, sempre per il 2015, delle società del gruppo: riprendendo il caso di Banca Nuova, questa spende per i consiglieri 250.000 euro.Â
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Il Corriere del Veneto, in un articolo datato 24 marzo 2016, scriveva così: "...
il vicepresidente dell’istituto di credito e della Fondazione Roi, diventerà Marino Breganze de Capnist. Questo, infatti, è quello che ha stabilito un decreto del prefetto, Eugenio Soldà , che ha autorizzato la richiesta di modifica del cognome da parte di Marino Breganze. Nulla si sa, al momento, sul motivo alla base del cambio di cognome, ma quel che è certo è che la modifica, approvata nei giorni scorsi e pubblicata sull’albo pretorio del Comune, sarà in vigore dal prossimo 14 aprile."
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Nell'articolo di ieri, 24 marzo, a firma DI Roberto Iotti su Il Sole 24 Ore da noi riportato in Rassegna stampa ("Cambio ai vertici di Casa vinicola Zonin: ora comandano Domenico Zonin, figlio di Gianni, e Massimo Tuzzi") e che riferiva del nuovo assetto dei vertici della Casa Vinicola Zonin (CVZ), dopo che Gianni Zonin ha ceduto i gradi del comando, e non solo quelli, si legge: "«In carico a Cvz - spiega ancora l'amministratore delegato del gruppo Zonin (l'ex direttore generale, Massimo Tuzzi, ndr) - c'erano azioni della Banca popolare (di Vicenza, ndr) per un controvalore di 3,7 milioni. Nel corso del 2015 sono stati ceduti i due terzi di questo pacchetto titoli, generando una minusvalenza di 471mila euro...». Un'inezia, a dire il vero, visto che ben pochi dei circa 118.00 soci della BPVi nell'anno domini 2015 hanno avuto il privilegio di monetizzare le proprie azioni.
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Come si rifonda una banca? Certo, si cambiano gli amministratori, ci può essere la necessità di un aumento di capitale e della quotazione in Borsa, ma nella sua struttura vitale (e nei rapporti, altrettanto vitali, con la clientela) un istituto di credito si ricostruisce anche e soprattutto partendo dai suoi dipendenti. Nel pieno di una trasformazione epocale - la banca in questione è ormai una ex popolare e ha appena deliberato un aumento di capitale da 1,5 miliardi, nonché l’avvio del percorso di quotazione -, la Bpvi ha focalizzato nel ricambio generazionale del suo personale uno degli asset fondamentali per concretizzare il cambiamento.
(Clicca qui per l'articolo completo in Rassegna stampa)
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Come si rifonda una banca? Certo, si cambiano gli amministratori, ci può essere la necessità di un aumento di capitale e della quotazione in Borsa, ma nella sua struttura vitale (e nei rapporti, altrettanto vitali, con la clientela) un istituto di credito si ricostruisce anche e soprattutto partendo dai suoi dipendenti. Nel pieno di una trasformazione epocale - la banca in questione è ormai una ex popolare e ha appena deliberato un aumento di capitale da 1,5 miliardi, nonché l’avvio del percorso di quotazione -, la Bpvi ha focalizzato nel ricambio generazionale del suo personale uno degli asset fondamentali per concretizzare il cambiamento.
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"Andate e fondetevi: si parte con Bpm-Banco", così titola oggi Il Fatto Quotidiano un articolo di Marco Palombi che vi proponiamo a seguire e che annuncia l'ok dela Bce, sia pure condizionato a un nuovo aumento di capitale e a radicali cambiamenti nella governance, alla formazione del terzo gruppo bancario italiano, preludio ad altre aggregazioni in cui non è difficile immaginare coinvolte le altre due, popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, realtà "mini" rispetto alle due grandi ora promesse spose, quella con testa a Verona e l'altra Milano, e, quindi, destinate, presumibilmente ad accettare matrimoni combinati e non certo d'amore (
clicca qui per l'articolo completo in Rassegna stampa).
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"Andate e fondetevi: si parte con Bpm-Banco", così titola oggi Il Fatto Quotidiano un articolo di Marco Palombi che vi proponiamo a seguire e che annuncia l'ok dela Bce, sia pure condizionato a un nuovo aumento di capitale e a radicali cambiamenti nella governance, alla formazione del terzo gruppo bancario italiano, preludio ad altre aggregazioni in cui non è difficile immaginare coinvolte le altre due, popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, realtà "mini" rispetto alle due grandi ora promesse spose, quella con testa a Verona e l'altra Milano, e, quindi, destinate, presumibilmente ad accettare matrimoni combinati e non certo d'amore.
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Il 4 marzo con un articolo, documentato, dal
titolo parlante ("
Gianni Zonin e la Fondazione Roi, ora è un caso: dopo le "puntate" flop su azioni BPVI la triangolazione per comprare l'ex Cinema Corso. Di mezzo Berlusconi, Unicredit, Intesa e... il Multisala Roma. In città c'è Rai Report") abbiamo iniziato ad occuparci a fondo del caso della Fondazione Roi, che aveva speso tutta la sua liquidità , poi di conseguenza azzerata, per sottoscrivere azioni della Banca Popolare di Vicenza, con la quale, prima dei titoli, aveva già in comune il presidente, Gianni Zonin, e il vice presidente, Breganze Breganze. E abbiamo abbiamo approfondito più volte il caso utilizzando sempre documenti.
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Stasera in
una nota della Banca Popolare di Vicenza è stata resa nota una decisione propedeutica all'aumento di capitale per complessivi 1.763 milioni di euro indispensabili a non far scomparire l'Istituto dopo l'azzeramento di fatto del valore delle sue azioni che ammontava complessivamente ad oltre 6 miliardi di euro, grazie soprattutto alle decisioni prese negli ultimi anni dell'era Zonin e avallate dal suo Cda. Il Consiglio di Amministrazione, comunica la banca, ha provveduto alla "verifica, con esito positivo, dei requisiti di onorabilità , professionalità e indipendenza dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale", che, vale la pena ricordarlo, sono per due terzi quelli che hanno condotto la banca dov'è.
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