Fondo per oneri da cessione di Credito
Comune di Monticello Conte Otto   Â
Il Comune chiede alla Camera di Commercio di Istituire un fondo a favore delle imprese per sostenere gli oneri derivanti dalla cessione di Credito.
Di recente il Comune di Monticello Conte Otto ha sottoscritto un accordo con il Tesoriere Comunale, Unicredit Banca Spa, finalizzato allo smobilizzo dei crediti nei confronti dei fornitori del Comune, facilitando di fatto l'accesso alla liquidità . Sostanzialmente le imprese creditrici potranno cedere il proprio credito all'Unicredit Banca la quale effettuerà i pagamenti delle fatture al posto del Comune evitando così lungaggini nelle riscossioni, che avrebbero ripercussioni negative nell'economia delle ditte che lentamente stanno uscendo dalla crisi.
Ora che il Governo ha prorogato anche per il 2010 la possibilità di avviare la cessione dei crediti delle imprese che lavorano per i comuni Enti Locali, il nostro Comune punta ad estendere l'accordo anche agli altri istituti bancari operanti nel territorio comunale e al tempo stesso intende far sì che le imprese interessate non debbano sobbarcarsi oneri eccessivi per aderire a tale iniziativa.
Per far si che i costi connessi alle operazioni di cessione del credito siano i minori possibili il sindaco Alessandro Zoppelletto ha inviato nei giorni scorsi alla Camera di Commercio di Vicenza una lettera chiedendo la disponibilità ad istituire un "fondo" a favore delle imprese, per rimborsare gli interessi e spese, derivanti dalle operazioni di cessione di credito.
"Questa richiesta - spiega il sindaco Zoppelletto - mira a favorire il regolare pagamento, da parte dei Comuni, delle forniture di beni e servizi ricevuti, in tempi brevi, tali da non mettere in crisi le imprese in questo momento di crisi economica. E' proprio in questa particolare situazione che dobbiamo porre in essere tutti quegli strumenti in grado di favorire l'accesso al credito da parte delle imprese. Già è possibile l'operazione di cessione dei crediti ma questo ha un costo. Bisogna allora far si che gli oneri connessi alle operazioni di cessione e di smobilizzo del credito siano il più bassi possibile se non nulli, al fine di favorirne l'adesione da parte delle imprese e consentire al tempo stesso ai comuni di rispettare i vincoli imposti dal Patto di Stabilità . Per questo motivo un intervento da parte della Camera di Commercio per far fronte, almeno in parte, agli oneri sostenuti dalle imprese per la cessione dei crediti, è opportuno. Naturalmente i termini del protocollo che andrà a regolare questa operazione dovranno essere concordati con tutti gli Enti interessati. Spero che tale iniziativa possa trovare sostegno anche dagli altri Comuni della Provincia soggetti al Patto di Stabilità , alcuni dei quali mi risulta abbiano già manifestato forte interesse e conseguentemente siano interessati a sostenere questa iniziativa".
Nella foto allegata: Alessandro Zoppelletto, sindaco di Monticello Conte Otto
Continua a leggerePiani industriali,ristrutturazione debito etc.
La vita delle imprese è sempre più straordinaria.
Gatto (Cuoa Finance): è partita la stagione delle aggregazioni, ma sono anche molte le aziende in crisi. Alla banca servono competenze sempre più specifiche
Al via il 12 aprile la seconda edizione del corso: "Piani industriali, ristrutturazione del debito ed operazioni straordinarie", organizzato dalla Fondazione CUOA. In tutto 10 giornate di formazione.
La vita delle imprese è sempre più costellata di eventi straordinari. Proprio per questo, le banche sono chiamate ad innovare le metodologie per la valutazione del merito creditizio. Questo significa che, oltre alle competenze tradizionali, il sistema bancario deve sviluppare nuove capacità , come giudicare i piani previsionali d'impresa, o saper proporre anche operazioni di finanza straordinaria, o anche, riuscire a supportare le imprese nei loro processi di apertura ai mercati internazionali.
«Le imprese stanno dimostrando una crescente predisposizione alle operazioni di natura straordinaria. Sia in un senso negativo, che positivo - spiega il responsabile di CUOA Finance Francesco Gatto - Positivo perché il mercato si è movimentato, creando una folta schiera di prede e predatori, che a causa, o grazie, alla crisi economica, stanno dando il via ad una stagione di fusioni. L'altro aspetto è che stiamo assistendo ad un proliferare delle crisi aziendali. Gli Osservatori (primo fra tutto quello di Cerved Group) hanno evidenziato un'esplosione delle domande di concordato preventivo. Tra il 2001 e il 2009 questo istituto ha assunto sempre maggiore rilevanza nella gestione della crisi di impresa: nel 2001 si presentava una domanda di concordato ogni 46 aperture di procedure fallimentari; il rapporto è passato a 1:10 nel 2009. L'aumento delle richieste di concordato è stato dell'84% tra 2008 e 2009, il numero di domande presentate da imprese del Nord Ovest ha quasi raggiunto quello di aziende del Nord Est (+62%), cresciute a un ritmo in linea con la media nazionale e con quello del Centro (+63%)».
In tale rinnovato scenario si trovano a doversi muovere anche le banche, conclude Gatto, «Che devono ad un tempo saper selezionare le opportunità di investimento, come il caso delle merchant banks, o saper leggere nelle pieghe di una situazione di crisi la possibilità di ripresa di un'impresa, supportando operazioni di ristrutturazione del debito».
Anche quest'anno CUOA Finance ripropone dunque "Piani industriali, ristrutturazione del debito ed operazioni straordinarie", un percorso formativo dedicato ai gestori del segmento corporate, agli analisti della direzione crediti di banche e merchant banks e a tutti i liberi professionisti (dottori e ragionieri commercialisti, avvocati, legali d'impresa) interessati ad acquisire una specializzazione in finanza d'impresa.
Obiettivi:
• Favorire l'ampliamento delle leve consulenziali a disposizione del gestore corporate e dell'analista crediti
• Favorire il consolidamento delle competenze tecniche relative agli strumenti e alle tecniche di programmazione e pianificazione finanziaria, in un'ottica di valutazione e sostenibilità dei piani industriali d'impresa
• Illustrare gli accordi legali per la ristrutturazione del debito e analizzare il piano industriale, con le possibilità di recupero e la verifica dei flussi di cassa realizzabili
• Analizzare le opportunità nel segmento della finanza straordinaria, valutando le caratteristiche tecniche delle singole operazioni (finanziarie, giuridiche e fiscali) per un corretto utilizzo di tali strumenti
• Favorire una riflessione sulle opportunità emergenti a seguito dei processi di internazionalizzazione e sulle leve attivabili per un supporto alle imprese che operano sui mercati internazionali.
Per informazioni:
Staff CUOA Finance, Stefania Tremonti,Tel. 0444 333736 - fax 0444 333995
e-mail: [email protected] Â
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Si abbassa la soglia del tasso usuraio
Adico       Â
Si abbassa la soglia del tasso d'interesse usuraio (anche per i mutui)
"La soglia oltre la quale i mutui vengono considerati usurai scende per i tassi fissi dall'8,04% al 7,75%, per i variabili dal 4,38% al 3,945%"annunciano con soddisfazione dalla segreteria dell'ADICO.
I nuovi tetti - spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini- sono fissati dalla Banca d'Italia ogni tre mesi, prende in considerazione anche le spese di finanziamento, le polizze assicurative, i compensi di mediazione e tutte le forme di remunerazione diverse dal tasso di interesse.
e resteranno validi dal primo aprile al 30 giugno 2010.
In base alla rilevazioni la Banca d'Italia ha, altresi', segnalato le altre principali categorie di operazioni, stabilendo i seguenti tassi medi: 12,48% per i conti correnti "garantiti e non" fino a 5.000 euro, mentre per quei conti che superano quest'ultimo importo la soglia e' pari a 9,82%.
18,49% e' invece il tasso medio massimo consentito su base annua per gli scoperti senza affidamento fino a 1.500 euro; per quelli che vanno oltre questa soglia la percentuale da considerare e' del 13,12%.
Per anticipi e sconti fino a 5.000 euro il livello e' il 9,74%. Il tasso scende al 6,31% per i finanziamenti tra i cinquemila e i 100mila euro, mentre se si superano i centomila euro il tasso da applicare e' il 4,28%.
Capitolo a parte per i prestiti contro la cessione del quinto dello stipendio e della pensione: fino a 5.000 il tasso medio da applicare e' del 14,86%, oltre i 5mila euro la soglia sale all'11,88%.
Sul fronte del leasing il tasso si posiziona al 14,86% per quello su autoveicoli e aeronavali fino a 25.000 euro e all'11,88% oltre tale cifra; al 3,86% per quello immobiliare; al 9,23% per quello strumentale fino a 25.000 euro e al 5,55% oltre quest'ultimo importo.
Il credito finalizzato e' caratterizzato da un tasso medio al 13,12% fino a 5.000 euro e all'11,52% oltre questa somma. Il revolving vede al 17,37% il tasso medio per i crediti fino a 5mila euro e l'11,73% per quello superiori.
"Le indicazioni che Bankitalia fornisce trimestralmente sono fondamentali per potenziare la lotta conto l'usura" conclude nella nota il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
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Considerazioni sul bilancio della "nostra" Popolare
Lo scorso 23 marzo si è tenuto il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Banca Popolare di Vicenza con all'ordine del giorno l'approvazione del "Progetto di Bilancio 2009".
L'appuntamento è atteso un po' da tutta la nostra comunità , sono infatti circa cinquantamila gli azionisti della Banca che attendono quest'occasione per conoscere l'importo del dividendo che verrà poi distribuito a fine Aprile.
Per i vicentini essere azionisti della "Popolare" è un po' come per i triestini detenere titoli delle Generali: una tradizione familiare che spesso viene trasmessa in maniera ereditaria di generazione in generazione.
L'occasione è anche propizia per fare un check-up della situazione economica nella nostra provincia.
Andiamo così ad analizzare i dati ufficiali che sono stati comunicati, partendo da quelli riferiti all'intero Gruppo.
Più sessantenni utilizzano home banking
Adico  Â
Aumentano i sessantenni che utilizzano home banking
"Sono sempre di più i sessantenni che utilizzano l'home banking per consultare e gestire il proprio conto corrente, pagano bollette, multe, bonifici e confrontano le offerte" si legge nell'ultima nota
diffusa dall'ADICO.
Un dato che trova conferma nell' indagine un'indagine effettuata dall'Associazione Bancaria Italiana in collaborazione con GfK Eurisko la quale emerge come, a fronte di una crescita media annua dell'11% delle persone che utilizzano il servizio bancario on line, quella della fascia compresa tra i 55 e i 64 anni è cresciuta del 16% e addirittura del 25% per la fascia 65-74 anni.
Questo significa - spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - che l'home banking comincia ad essere percepita anche dai più adulti come mezzo per rendere più semplice la vita, attraverso cui potere realizzare da casa quelle azioni solitamente svolte allo sportello con un notevole risparmio di tempo e costi".
Gli home bankers, spiega l'Abi, giovani o maturi sono in genere clienti di cultura elevata: il 48% ha un'istruzione media superiore e il 20% è laureato. Due terzi sono uomini, e in maggioranza risiedono nel Nord Italia. I clienti dell'eBanking utilizzano Internet anche per raccogliere e scambiare informazioni sulle banche, non si accontentano dell'offerta di una banca sola: il 38% confronta prezzi e servizi navigando spesso in Rete, mentre fra i clienti tradizionali solo il 16% ha questo tipo di approccio.
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Arzignano: assenso tacito e banche 'tiranne'
Riceviamo da Piero Puschiavo e pubblichiamo
"Sistema Arzignano": uno strano tacito assenso
"Sistema Arzignano" è il nome dato a questo sistema di malaffare creatosi ad Arzignano dove i referenti tributari, dalla Guardia di Finanza ai vari agenti fiscali, "consigliavano" alle aziende di pagare tangenti al posto di pagare le tasse risparmiando così molti soldi che sarebbero dovuti invece finire al fisco.
Tolta la responsabilità alla nuova amministrazione comunale da poco insediatasi, anche di costituirsi parte civile, suonano davvero molto strani il vuoto e la totale mancanza di "reazione" politica intorno a questa grave vicenda.
Sembra evidente che oramai nella cosiddetta opinione pubblica abbia fatto breccia il concetto secondo cui sarebbe "lecito" truffare per fini economici.
Ci si scandalizza contro chi truffa il povero anziano (legalmente o illegalmente), ma quando si parla di truffa allo Stato il fatto viene considerato quasi "normale", o comunque accettabile.
Senza abbracciare il "giustizialismo dipietrista", in attesa dell'esito giudiziario finale per i soggetti interessati, va comunque sottolineato che, a seguito di questi fatti, le banche hanno infierito nell'aggravare la vicenda, tagliando i fidi a tutte le aziende che sono state oggetto di controlli (alcune delle quali sicuramente all'oscuro di questo sistema illecito) solo perché avevano avuto in passato rapporti con aziende oggi inquisite, col risultato di aggravare ulteriormente la già precaria situazione.
L'assurdo è quindi che un'azienda sana che ha avuto un rapporto di lavoro regolare con un'azienda inquisita, non è stata risparmiata dalla "tirannide bancaria" e si è così vista da una parte tagliare l'accesso al credito e dall'altra richiedere il rientro immediato dai fidi.
Come si dice: oltre al danno (d'immagine) anche la beffa (finanziaria) ... in questo mondo di ladri!
Piero Puschiavo
Coordinatore Regionale del Veneto
Fiamma Tricolore
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Sicurezza, lavoro e famiglia per Lonigo
Riceviamo da Piero Puschiavo (Candidato Sindaco al Comune di Lonigo per la lista Fiamma Tricolore - Destra Sociale) e pubblichiamo
Sicurezza, lavoro e famiglia questi sono i temi fondamentali della azione politica della Fiamma Tricolore Destra Sociale per il Comune di Lonigo.
La sicurezza assume un ruolo di grande importanza in quanto è dalla serenità e dalla tranquillità sociale che nasce la società modello. In un modo dove il senso civico non ha più un valore e dove il rispetto altrui è stato scavalcato dalla sopraffazione occorre essere fermi e decisi nel fare rispettare le leggi e soprattutto le regole. Ipocrisia e falso buonismo di facciata devono essere smascherati di fronte all'ordine e al buon senso. L'aumento dell'immigrazione ha incentivato di molto non solo la delinquenza comune ma innalzato lo stato di degrado dove essa si insedia maggiorante. Ecco perché non possiamo più essere tolleranti con chi, barricandosi dietro la pietosità , ne approfitta per imporre il proprio modo di vivere. È necessario un piano integrativo di sicurezza per coadiuvare il monitoraggio del territorio, mediante affidamento a guardie giurate attraverso un accordo con l'amministrazione comunale, con l'installazione di sistemi di videosorveglianza, con più controlli sul territorio grazie a una riqualificazione dei ruoli tra le forze di polizia, con controlli serrati delle attività commerciali gestite da cittadini extracomunitari, fermando il flusso in entrata di stranieri extracomunitari privi delle condizioni lavorative ed alloggiative necessarie e sufficienti, la mancanza delle quali ha finora prodotto (e produrrà ) quartieri ghetto caratterizzati dal illegalità diffusa. Sul piano occupazionale e lavorativo ritengo fondamentale difendere le nostre imprese, veri pilastri dell'economia non solo locale. È di massima importanza creare una collaborazione stabile e proficua, tramite accordi, convenzioni, sgravi fiscali, infrastrutture, assunzione di nuove competenze all'interno delle aziende ed instaurare con le imprese un dialogo continuo, perché "impresa" significa "imprenditore", ma significa soprattutto "lavoratori" ed occupazione. La stabilità economica, induce la creazione di nuovi nuclei famigliari e conseguentemente aiuta l'aumento demografico messo oggi in serio pericolo dal precariato diffuso e dalle incertezze del mercato. Da qui nasce il "diritto alla proprietà della casa" con il progetto Mutuo Sociale: in poche parole, creare un ente che costruisca case e quartieri a misura d'uomo con soldi pubblici e che venda a prezzo di costo queste case a famiglie non proprietarie con la formula del mutuo sociale; con una rata di mutuo senza interesse, che non superi 1/5 delle entrate della famiglia e che può essere bloccata in caso di disoccupazione ma soprattutto che non passa attraverso le banche.
Piero Puschiavo (Candidato Sindaco al Comune di Lonigo per la lista Fiamma Tricolore - Destra Sociale)
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Poca trasparenza nei rapporti con le banche
Adico Â
Ancora poca trasparenza nei rapporti tra consumatori e banche
"Quando si è indispettiti con la banca o con gli intermediari finanziari perché si ritiene di aver subito un torto o di essere stati oggetto di un comportamento scorretto, si hanno diverse strada da percorrere quali il mediatore civile, l'Arbitro bancario finanziario, l'Ufficio reclami presente in ogni istituto bancario" fanno sapere dall'ADICO.
E' chiaro che "avere più chance per rifarsi con le banche, dimostra anche quanto siano pessimi i rapporti degli istituti con i propri clienti" dichiara il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Secondo i dati evidenziati nel suo intervento all'Abi, vice direttore della Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola. solo nel 2009 Bankitalia ha ricevuto circa 7.500 esposti, quasi il doppio rispetto a un anno prima e che nella maggior parte dei casi hanno riguardato le condizioni economiche dei conti correnti, soprattutto per l'applicazione delle commissioni su affidamenti e sconfinamenti e massimo scoperto, nonostante i recenti interventi del legislatore.
Normative che - ha sottolineato quindi Tarantola - "continuano, in non pochi casi, ad essere applicate in modo formale, senza il necessario convincimento". Sono, infatti, "significativi i casi di non piena osservanza della disciplina, che hanno determinato l'irrogazione da parte delle Banca d'Italia di sanzioni pecuniarie, l'invio di lettere di richiamo, la sospensione dell'effettuazione di talune operazioni, la richiesta di restituzione di somme impropriamente percepite".
Una situazione che ha, quindi, spinto Bankitalia a richiedere "un cambiamento sostanziale perché lo sollecitano il mercato e i consumatori, che spesso lamentano una scarsa qualità delle relazioni con le banche, e perché lo richiede l'Autorità di vigilanza".
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5 mln per Centro Servizi Campus di Schio
Comune di Schio      Â
Si prepara a diventare realtà il Centro Servizi del Campus.
Dalla Cariverona un contributo di 5 mil. di €
Il contributo andrà a finanziare la realizzazione dell'edificio di 5 piani che ospiterà servizi per gli studenti
Dalla Via: "Ora possiamo passare ai fatti. Sarà il cuore della formazione"
La nascita del Centro Servizi del Campus Schio si avvicina.
È stata ufficializzata questa mattina dal vicepresidente della Fondazione Cariverona Ambrogio Dalla Rovere la concessione di un contributo di 5 milioni di euro al Comune di Schio per finanziare il progetto che porterà alla realizzazione, nell'area situata tra il liceo scientifico Tron e il torrente Boldoro, del Centro Servizi per il Campus, un edificio di cinque piani che raccoglierà diversi e nuovi servizi per gli studenti delle scuole superiori scledensi. Il progetto prevede una spesa complessiva di 7 milioni di euro e si stima che i lavori possano iniziare nei primi mesi del 2011 per una durata di circa un paio d'anni. Sulla destinazione degli spazi del Centro Servizi il Comune ha coinvolto i diversi soggetti del mondo scolastico (dagli insegnanti agli studenti, passando per i genitori). Il Centro Servizi è una delle parti di quel progetto complessivo del Campus Schio che vede impegnati uno al fianco dell'altra il Comune di Schio e la Provincia di Vicenza. «Ancora una volta la Fondazione Cariverona si è dimostrata attenta alle esigenze del territorio, in un settore importante come quello della formazione, e ha colto il carattere innovativo di questo progetto - ha sottolineato il sindaco Luigi Dalla Via - Il Centro Servizi sarà il cuore del progetto Campus ma anche della formazione nell'Alto Vicentino».
«La Fondazione ha creduto da subito in questo progetto e il nostro contributo è un contributo per il tutto territorio dell'Alto Vicentino. La formazione e l'istruzione rappresentano due settori in cui la Fondazione investe in maniera significativa perché sono di fondamentale importanza per i nostri giovani e per il futuro». Così ha spiegato il vicepresidente della Fondazione Cariverona Ambrogio Dalla Rovere, ricordando che a Schio la Fondazione negli ultimi anni ha portato importanti contributi per circa 10 milioni di euro: oltre al Campus, fondi per Palazzo Fogazzaro, il Teatro Civico, l'ex Asilo Rossi e Casa Bakhita.
Il progetto del Centro Servizi prevede la realizzazione di un edificio di 5 piani di circa 1000 metri quadrati ciascuno per un volume complessivo che supera i 20 mila metri cubi. Al suo interno troveranno posto diversi servizi: uffici di segreteria, sale studio, biblioteca, sale multimediali per riunioni e incontri, oltre a locali ristoro e ricreativi. E proprio per dare un contenuto il più aderente possibile alle richieste degli utenti del Campus è stato realizzato un percorso di partecipazione coinvolgendo i diversi rappresentanti del Campus
«Il progetto Campus si sta già sviluppando, grazie a tanti progetti condivisi: dalla rete wifi alla CampusCompany nel teatro - spiega l'assessore Lina Cocco - In questo contesto il Centro Servizi può diventare un punto di riferimento per l'istruzione e la formazione, spazio eletto per i servizi ai giovani e, più in generale, motore della formazione continua nel territorio».
Il Centro Servizi rappresenta il cuore del Campus: il progetto, che il Comune sta portando avanti in stretta collaborazione con la Provincia di Vicenza, farà nascere un'isola ambientale con nuovi edifici per i servizi agli studenti, aree dedicate a parco urbano e nuovi spazi per lo sport. Oltre al Centro Servizi è infatti prevista la realizzazione di un grande centro sportivo al chiuso, di un impianto per il rugby (che ha già ottenuto un finanziamento della Regione) e di una pista di atletica immersa nel verde. A collegare i diversi spazi saranno percorsi ciclabili e pedonali protetti, mentre per le auto saranno realizzati parcheggi in punti strategici ai confini del Campus. Una particolare attenzione sarà poi dedicata al verde: con un grande prato centrale e un parco boschivo a nord, la presenza di canali d'acqua e di un laghetto.
Campus: i numeri
La popolazione del Campus
Numero studenti a.s. 2009/2010: 4885
Residenti a Schio: 30,8%
Non residenti a Schio: 69,2%
Provenienza: 60 Comuni
Numero insegnanti: più di 500
Le scuole del Campus
Centro di Formazione Professionale CNOS FAP Salesiani "Don Bosco"
Istituto Professionale Statale "Garbin"
Istituto Tecnico Commerciale G. "Pasini"
Istituto Tecnico Industriale Statale "De Pretto"
Liceo Artistico e delle Scienze Umane "Martini"
Liceo Classico Linguistico "Zanella"
Liceo Scientifico "Tron"
L'iter del progetto Campus
5 dicembre 2007: la progettazione definitiva del Campus Schio viene affidata allo studio Bertolazzi, vincitore del "Concorso di progettazione del campus dei licei di Schio" promosso in collaborazione con la Provincia
28 febbraio 2008: approvato il "Progetto definitivo delle strutture e complessi per l'istruzione superiore all'obbligo - Campus Schio"
maggio 2008: presentazione pubblica del progetto
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Industriali uniti:modifica legge fallimentare
Confindustria Vicenza e Apindustria vicenza chiedono la modifica della legge fallimentare.
L'obiettivo è garantire maggior forza e visibilità alle piccole e medie imprese fornitrici, che diversamente rischiano di pagare il prezzo più salato delle crisi aziendali.
Nel 2009 i concordati in Veneto sono aumentati del +58% (Osservatorio Cerved). Un dato che fa della nostra regione la seconda, dopo la Lombardia, per numerosità di procedure straordinarie. A Vicenza le ultime rilevazioni che arrivano dal Tribunale raccontano di un'esplosione di questa procedura di crisi.
Confindustria Vicenza e Apindustria Vicenza, con il supporto tecnico dei rappresentanti dell'Ordine degli Avvocati e dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Vicenza, hanno richiesto la modifica dell'attuale legge fallimentare.
Obiettivo: dare più peso ai piccoli creditori rendendo obbligatoria la creazione di classi distinte.
L'attuale norma prevedendo la mera facoltà di più classi di creditori, di fatto, penalizza le PMI, che spesso non hanno un peso sufficiente nel far valere le proprie ragioni a tutela dei propri crediti. La legge non garantisce per loro un peso decisivo nel momento dell'approvazione del concordato, perché schiacciati, nella votazione finale, da creditori più forti come le banche.
L'attuale impostazione, infatti, se da un lato permette una gestione più flessibile e "privatistica" della crisi dell'impresa, demandando alla volontà dei creditori la decisione sul piano proposto dall'impresa in difficoltà , dall'altro ha determinato di fatto nella pratica corrente una riduzione a percentuali spesso irrisorie della quota dei crediti che si presume di soddisfare.
Per questo gli imprenditori vicentini hanno proposto, attraverso alcuni emendamenti, una modifica della legge fallimentare che garantisca maggior forza e visibilità alle piccole e medie imprese fornitrici, che diversamente rischiano di pagare il prezzo più salato delle crisi aziendali.
Gli emendamenti proposti dalle due associazioni di categoria vicentine, Confindustria e Apindustria, vanno in una doppia direzione. Da un lato si propone una modifica normativa che renda obbligatoria (e non facoltativa) la definizione delle classi di creditori, attraverso le modifiche degli articoli 160, 161 e 180 della Legge Fallimentare, finalizzate a rendere vincolante la individuazione di più classi di creditori contraddistinti da interessi economici sostanzialmente omogenei e più stringente la valutazione di congruità economica del piano. Al fine di vedere tutelati gli interessi delle imprese fornitrici.
Dall'altro versante, le associazioni chiedono che il legislatore colmi la distanza, in termini di incentivazione fiscale, tra il concordato e altri due istituti che consentono alle imprese di affrontare la crisi aziendali senza scivolare nel baratro del fallimento.
La proposta è di riformare gli articoli 88 - 4° comma e 101 - 5°comma TUIR, affinché venga riequilibrata la "disparità fiscale" rispetto al concordato preventivo in materia di sopravvenienze attive e di deducibilità relativamente agli istituti dell' "accordo di ristrutturazione dei debiti" e della "transazione fiscale". Strumenti questi che hanno tutti i requisiti per assistere le imprese in difficoltà nel gestire positivamente lo stato di crisi. Ma che allo stato attuale risultano poco utilizzati proprio per una minor "convenienza" fiscale rispetto al concordato.
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