Utente: Marco Graser (marco_graser)

Nome utente marco_graser
Nome e cognome Marco Graser
Sito http://flavors.me/marcograser
Tipo utente subscriber

Ultimi commenti di Marco Graser (marco_graser)

Inviato Domenica 30 Gennaio 2011 alle 03:39

Condivido pienamente la provocazione espressa da G. Langella. Credo sia superfluo aggiungere altro.
Inviato Martedi 12 Ottobre 2010 alle 00:25

L'avvocato tiene la parte, in fondo è pagato per questo, ma è noto e indubbio che i proventi illeciti siano soggetti a relativa tassazione, aumentata degli interessi calcolati al tasso legale. Se non erro, tale sistema fu perfezionato nel c.d. decreto Visco-Bersani, ed è un ottimo deterrente alle pratiche economiche illegali.
Inviato Martedi 12 Ottobre 2010 alle 00:20

Semplicemente il tutto potrebbe dimostrare come l'inciviltà sia una moda particolarmente diffusa... Il problema è "cambiare lo status quo" e portare nel nostro territorio quel senso civico che si insegnava nelle scuole elementari.
Inviato Venerdi 18 Giugno 2010 alle 04:38

errata corrige (causa insonnia notturna) - ultima frase.

E' infatti noto che un giornale, o una televisione, DIFENDANO gli interessi delle aziende che così "generosamente" finanziano la loro stessa esistenza comprando spazi pubblicitari.
Si può dunque parlare di "educazione alimentare" diffusa? Personalmente, non credo.
Inviato Venerdi 18 Giugno 2010 alle 03:56

Forse fuori dal coro, ritengo che il principio di base assunto dalla UE sia condivisibile. L'On. Bizzotto dovrebbe chiedersi cosa si intenda per educazione alimentare. Significa aver la libertà assoluta di mangiare ciò che si vuole? Forse sì, ma questa non credo che sia una vera libertà.
Un individuo è "educato" dal punto di vista alimentare quando è in grado di scegliere consapevolmente, in rapporto alle sue disponibilità economiche ed alle sue preferenze culinarie, un sistema nutrizionale adeguato ai suoi fabbisogni. L'educazione alimentare passa quindi attraverso l'insegnamento e l'informazione, ma anche eliminando dal palcoscenico informativo le distorsioni derivanti dalle pubblicità ingannevoli. Il caso Nutella è emblematico (si veda l'interessante articolo pubblicato oggi su "La Repubblica"): nella nota pubblicità l'ipotetico cuoco della nazionale afferma che il prodotto fa bene alla salute ed è consumato regolarmente dai calciatori della nazionale. Una persona non educata dal punto di vista alimentare potrebbe quindi ritenere che la Nutella sia il prodotto cardine sul quale costruire una colazione equilibrata. I dolciumi sono essenziali per la nostra salute (numerosi studi dimostrano gli effetti positivi del cioccolato sull'umore delle persone), ma al tempo stesso posso causare danni fisici (obesità, dipendenza e così via) forse paragonabili a quelli delle sigarette (non parlo della Coca Cola, degli zuccheri contenuti nei panini dei fast food americani e via dicendo, anche se potrei farlo). Il costo sociale conseguente l'abuso (sottolineo: l'abuso) di prodotti alimentari abili a sconvolgere l'equilibrio nutrizionale degli individui è enorme. Si pensi alla spesa ospedaliera destinata a curare l'obesità (nei paesi, come il nostro, in cui l'assistenza ospedaliera è essenzialmente a carico del sistema pubblico) o le malattie cardiovascolari, oppure si pensi al danno che le stesse imprese subiscono a causa delle inefficienze dei lavoratori obesi (un obeso è più incline a malattie, o a traumi fisici, o al semplice minor rendimento fisico). Negli Usa esistono studi che dimostrano la correlazione tra "obesità" e "basso reddito degli individui" (le giustificazioni sono molteplici, e questa non è la sede adatta per spiegarle).
Nonostante i metodi normativi varati dalla UE possano essere contestabili, è necessario riflettere sul problema dell'obesità dei bambini e sul fatto che l'individuo non è libero di scegliere fino a quando non ha gli strumenti per scegliere (concetto di educazione alimentare). Una soluzione, forse semplicistica, per minimizzare il problema potrebbe risolversi nell'introduzione di una forma di tassazione aggiuntiva su tali prodotti in modo che, dal punto di vista prettamente economico, al consumatore finale risulti conveniente scegliere cibi equilibrati dal punto di vista nutrizionale,
Dal punto di vista occupazionale i problemi sollevati dall'industria dolciaria probabilmente non sussistono: piuttosto è da rilevarsi il classico timore verso il cambiamento (l'industria dolciaria in UE è forse paragonabile alla lobby delle banche etc).
Sarebbero certamente "sviluppati" prodotti più salutari, pertanto la minor produzione di tali aziende (Ferrero etc) sarebbe certamente compensata da una maggiore domanda dei prodotti meno "invasivi" per il corpo umano.
Ricordo infine un concetto essenziale: la Ferrero, e le altre multinazionali del cibo ricco di grassi, hanno notevoli spese di pubblicità. Spese, queste, che da un lato promuovono il prodotto e che, dall'altro, "costringono" i mass media a difenderle o a non parlare a voce troppo alta dei danni che queste fanno al benessere pubblico. E' infatti noto che un giornale, o una televisione, non difendano gli interessi delle aziende che così "generosamente" finanziano la loro stessa esistenza comprando spazi pubblicitari.
Si può dunque parlare di "educazione alimentare" diffusa? Personalmente, non credo.

Inviato Giovedi 17 Giugno 2010 alle 16:21

Riprendo quanto scritto causa errore di battitura...Ops...
"non è un caso che il come di Montecchio Maggiore" abbia proposto l'utilizzo del dialetto veneto all'interno dei verbali delle sedute comunali (se mi sto sbagliato, qualcuno mi corregga).
Inviato Giovedi 17 Giugno 2010 alle 16:19

La portata di questo articolo è sicuramente interessante, e pone l'accento su una tematica sottovalutata nei territori del settentrione italico: la diffusione del razzismo inconscio. Mi spiego meglio. Una persona con un minimo di decenza intellettuale avrà sicuramente notato come il "diverso" venga prima sfruttato e poi flagellato da ingiurie gratuite (trovo che il progetto "Estate Sicura" sia un'ingiuria gratuita verso tutte le persone e il buon senso civico) o da proposte normative quantomeno indecenti. Non è un caso che, sempre a Montecchio Maggiore, qualche membro della giunta comunale abbia proposto, peccando di ignoranza, di non rispetto per le istituzioni e per ciò che rappresentano (il comune di Montecchio Maggiore non rappresenta solo i suoi nativi, ma anche coloro che si sono insediati, o che si insedieranno, in tale territorio). Il razzismo di una popolazione è direttamente proporzionale alla sua ignoranza. Certo, non ho dati statistici da mostrare per confermare quanto ho appena scritto, ma credo di avere sufficiente capacità di osservazione per rattristarmi ad alta voce ogni qual volta le istituzioni confermino le aspettative erranti di razzismo della massa popolare che ha scelto di vivere nella miopia.
Il discorso Dirty Leather meriterebbe un approfondimento lungo ore... Utilizzando i termini noti ai più, mi sento di dire che anche la Valle del Chiampo, forse, è stata "ladrona".
Inviato Mercoledi 9 Giugno 2010 alle 15:15

Tale forma di "resistenza" andrebbe applicata (infatti la applico con estremo orgoglio) verso tutti gli automobilisti che ci corteggiano poco amorevolmente il paraurti posteriore dei nostri mezzi di trasporto. Aggiungo all'interessante articolo di Luca Schenato che forse non è un caso che nei mesi passati, quando fu discussa la riforma del codice della strada, furono proposte deroghe circa i "portatori sani" di auto blu. Personalmente non ho più seguito l'evoluzione della citata normativa, tuttavia ricordo che la formulazione sotto la quale era proposta aggiunse del malinconico, e non richiesto, grigio lapalissiano ai miei pensieri democratici.
Inviato Lunedi 31 Maggio 2010 alle 10:22

Commento il presente post con un velo di rammarico verso il concetto diffuso di imposizione fiscale. L'idea riassunta nel fatto che il consumatore finale dovrebbe detrarre una parte dell'Iva sostenuta sugli acquisti sarebbe applicabile in un fantauniverso. Sia ben chiaro, personalmente non conosco il sistema tributario svizzero.
Nel nostro sistema la parziale detrazione dell'Iva nelle imposte dei redditi è impossibile per delle ragioni molto semplici: il consumatore dovrebbe trattenere tutti gli scontrini, o tutte le ricevute fiscali, ed utilizzarli per fare le sommatorie necessarie alla determinazione dell'eventuale detrazione. Poi suddetti scontrini dovrebbero essere conservati dal contribuente per anni perchè, in caso di verifica da parte dell'Amministrazione Finanziaria, dovrebbe essere in grado di dimostrare la legittimità della detrazione. Non solo, tale sistema complicherebbe ancor di più il già complesso modus operandi sotteso alla dichiarazione dei redditi. Faccio finta di tralasciare, ovviamente, il costo che l'Amministrazione Finanziaria dovrebbe sostenere per controllare la veridicità di dichiarazioni dei redditi costruite su tale sistema.
Il concetto di detrarre molto di più sull'acquisto dell'aragosta rispetto al pane è contrario non solo a qualsiasi concetto di buon senso, bensì anche ai principi di eguaglianza e di capacità contributiva previsti dalla nostra Costituzione.
Concludendo, è assurdo prevedere o solamente pensare a tale sistema incentivatorio (il bonus del 36% trova la sua ratio principale nella volontà di incentivare la creazione di ricchezza). Ricordo che lo strumendo del redditometro, seppur migliorabile, consente al Fisco di scremare la platea dei contribuenti su cui effettuare i controlli. In conseguenza di ciò, si dovrebbe discutere di come migliorare il redditometro, nella volontà di arginare l'evasione, piuttosto che su una sorta di fantadetrazione dell'Iva




Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network