Sono 700 i lavoratori delle 10 aziende non acquisite da BancaIntesa Sanpaolo (150 nel Veneto) che sono senza garanzie circa le proprie prospettive. Per richiamare l'attenzione sulla loro situazione e chiedere soluzioni certe, daranno vita ad un presidio venerdì 23 marzo a Vicenza, davanti alla direzione dell'ex BPVI (in via Battaglione Framarin) dalle 10 alle 13. La mobilitazione è organizzata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin.
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"Non c'è nessuna ipotesi di licenziamento". Questa la linea del Governo e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ribadita dal sottosegretario Pier Paolo Baretta nel corso dell'incontro con i delegati sindacali delle ex-banche popolari venete, che si è svolto nel pomeriggio di ieri nella sede di via XX Settembre a Roma. A chiedere di avviare un tavolo di confronto sulla questione occupazionale sono state le sigle dei maggiori sindacati confederali (Fisac Cgil, First Cisl, Uilca) e di alcuni sindacati autonomi (Fabi e Unisin), preoccupate per il futuro di circa 800 lavoratori.
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Oggi, 30 dicembre, addirittura il quotidiano locale evidenza, per conto del coordinamento sindacale Fabi, First-Cisl, Cgil Fisac, Ugl, Uilca, Unisin che a 20 giorni dalla migrazione informatica delle ex BPVi e Veneto Banca in Intesa Sanpaolo c'è "il caos agli sportelli: « Code interminabili agli sportelli, rallentamenti delle procedure, situazioni specifiche della clientela gestita anche dalla liquidazione coatta amministrativa, cattivo funzionamento di bancomat e home banking, problemi per le attività di Tesoreria (uno su tutti il pagamento dei ticket sanitari), criticità rispetto agli affidamenti delle imprese».
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Si è tenuta oggi, 28 aprile, l'assemblea degli azionisti della Banca Popolare di Vicenza chiamata ad approvare il bilancio 2016 chiuso con una maxi perdita da 1,9 miliardi di euro. In Fiera, luogo dove si è svolta l'assemblea, erano presenti 254 soci, in rappresentanza del 99,34% del capitale. Il presidente Gianni Mion, all'inizio dei lavori, ha affermato: "Questo e' il primo bilancio presentato da questo consiglio di amministrazione ed evidenzia la difficile situazione economia, patrimoniale e reputazionale della banca. Purtuttavia si e' ritenuto che la scelta migliore fosse di redigere il bilancio nella prospettiva della continuità aziendale". I piccoli azionisti hanno gridato a gran voce "risarcimento" e chiedono interventi urgenti da parte della banca.
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Da Pop Vicenza e Veneto nascerà un gruppo con meno filiali e personale Tra Tesoro e Antitrust Ue trattativa "spero non oltre giugno", dice l'ad Viola Inizia un bimestre di grandi negoziazioni tra il Tesoro - azionista prospettico delle ex popolari venete (Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca) con almeno due terzi delle quote - e l'antitrust europeo (Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, ndr), che deve garantire che il piano di ristrutturazione rispetti le norme sugli aiuti di Stato. Ma quel piano, basato sulla fusione dei due istituti "cugini", è da febbraio nero su bianco, e autorizzato per la sua parte dalla Bce vigilante (Danièle Nouy, ndr). La filosofia del rilancio per la banca, che avrà un nuovo nome (è top secret ma i creativi ci lavorano - Banca del Triveneto o Banca delle Venezie tra i più gettonati ma non si esclude un nome meno "geo-politicizzato", ndr-) e sede a Vicenza, sarà digitalizzare i servizi al largo pubblico e tenere un numero ridotto di filiali per i clienti migliori e il credito alle Pmi.
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Il 28 novembre la Direzione ci ha convocato "per parlare del rinnovo del CIA in scadenza il 31 dicembre 2016" così come richiesto dalle OO.SS..In apertura di incontro però la Direzione ha mostrato le sue vere intenzioni dichiarando che si parlerà del rinnovo del CIA in un’ottica complessiva che preveda "con immediatezza la diminuzione del costo strutturale del lavoro e del personale per minimo 700 posizio- ni di esubero entro il 2017" da ottenere: ⦠con il ricorso al fondo di solidarietà di settore per circa 400 colleghi (la DG non forni- sce dati) ⦠con le giornate di solidarietà retribuite al 60% da distribuire su tutti gli altri a copertu- ra delle restanti posizioni.
I sindacati ne fanno una questione di esigibilità e così resta da sciogliere il nodo “sanzioni†nel negoziato Abi-sindacati per l’accordo sul Protocollo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro. Se lo spirito di fondo del lavoro della commissione congiunta è pienamente condiviso dalle parti, non lo è ancora la declinazione di quello spirito nel testo dell’accordo. Ieri il presidente del Casl di Abi, Eliano Omar Lodesani, ha presentato ai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin, Ugl credito, Sinfub) il lavoro della commissione che ha elaborato un primo documento. Non proprio soddisfacente per le sigle sindacali che ieri hanno approfittato per fare le proprie puntualizzazioni.
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I sindacati del Gruppo BPVi Cgil Fisac, First Cisl, Fabi, Unisin e dipendenti della Banca Popolare di Vicenza si sono ritrovati questa mattina, 25 ottobre, come preannunciato davanti alla sede centrale di via Btg. Framarin a Vicenza. Non erano solo vicentini i manifestanti che si sono recati a protestare da tutta Italia: Veneto, Toscana, Sicilia, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. "Siamo in piazza perchè non possiamo più tacere" dichiara Helga Boscato di Fabi. E con questo spirito un numeroso gruppo di manifestanti ha chiesto chiarezza sulla situazione della BPVi in modo particolare sui possibili esuberi che li vedrebbero protragonisti, denunciando le pressioni commericiali subite.
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Sec servizi, sindacati in allarme sull’ipotesi di vendita della società . Nel complicato quadro del futuro di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si fa largo anche il nodo Sec servizi, la società consortile di Padova con 285 dipendenti, e altri 200 che vi ruotano attorno tra consulenti e società informatiche che vi collaborano, per il 49,8% di Vicenza e il 26% di Montebelluna, che presta i servizi informatici alle spalle delle due ex popolari, storicamente parte preponderante dell’operatività . In questo senso il futuro di Sec servizi è ovviamente legato a filo doppio a quello dei due istituti di riferimento. E la preoccupazione dei sindacati interni, Cgil e Fabi, cresce di fronte allo scenario di una vendita tout court della quota di controllo del consorzio informatico.
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La nota congiunta di Fabi – First Cisl – Fisac Cgil - Unisin Gruppo Banca Popolare di Vicenza
FABI, First CISL, Fisac CGIL e UNISIN del Gruppo BPVi manifesteranno il 25 ottobre 2016 davanti la Direzione Generale della Banca, in via Battaglione Framarin alle ore 11 per chiedere soluzioni necessarie, urgenti ed equilibrate che restituiscano a tutti i dipendenti la dignità del proprio lavoro. Molti dipendenti, dopo aver già perduto dignità professionale e risparmi, fiduciosamente investiti in azioni Popolare di Vicenza, dalla stampa apprendono quotidianamente che è a rischio il loro posto di lavoro.Continua a leggere