Presidio venerdì mattina a Vicenza di 700 lavoratori delle 10 aziende ex BPVi e Veneto Banca non acquisite da Intesa Sanpaolo
Martedi 20 Marzo 2018 alle 18:23 | 0 commenti
Sono 700 i lavoratori delle 10 aziende non acquisite da Banca Intesa Sanpaolo (150 nel Veneto) che sono senza garanzie circa le proprie prospettive. Per richiamare l'attenzione sulla loro situazione e chiedere soluzioni certe, daranno vita ad un presidio venerdì 23 marzo a Vicenza, davanti alla direzione dell'ex BPVI (in via Battaglione Framarin) dalle 10 alle 13. La mobilitazione è organizzata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin.
Presidio 23 marzo 2018
Sono passati ormai 9 mesi da quando Banca Intesa ha rilevato 9.800 lavoratori dalle ex Banche Venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
L'operazione che ha messo in sicurezza l'intero sistema bancario italiano, costata diversi miliardi di euro allo Stato, ha potuto salvare migliaia di posti di lavoro tralasciando circa 700 lavoratori di 10 aziende rimaste fuori dal perimetro di acquisizione di Banca Intesa, rimasti senza alcuna protezione.
Si tratta di lavoratori di Apulia Previdenza, Apulia Pronto Prestito, Gruppo Banca Intermobiliare, Bpvi Multicredito, Claris Factoring, Claris Leasing, Farbanca, Immobiliare Stampa, Nem, Prestinuova
ai quali, pur non avendo prospettive certe, non sono state date garanzie occupazionali future.
I commissari liquidatori, che inizialmente pensavano di poter cedere le aziende sul mercato entro un anno, hanno potuto constatare che tale ipotesi è di difficile realizzazione e, ad oggi, non sono stati nella condizione di trovare soluzioni che diano una prospettiva occupazionale per tutte le aziende e i dipendenti.
Lo stesso Governo, nonostante sia stato ripetutamente chiamato in causa, ad oggi non ha dato alcuna risposta concreta.
Per questo motivo tutte le Lavoratrici e Lavoratori delle aziende coinvolte terranno un presidio a:
VICENZA in Via Battaglione Framarin il 23 MARZO 2018
Davanti alla Direzione della ex Banca Popolare di Vicenza
dalle ore 10 alle 13
In segno di protesta e per tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica su una situazione che vede lasciati al loro destino diverse centinaia di lavoratori (e le loro famiglie) rimasti esclusi dall'operazione di salvataggio avvenuta peraltro con l'utilizzo di ingenti risorse pubbliche.
Il Sindacato, a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, non lascerà nulla di intentato per cercare di risolvere la questione e intraprenderà tutte le iniziative che saranno ritenute necessarie per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Le segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin
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