Archivio per tag: Umberto Bossi

Nazionale: figuraccia Mondiale per Azzurri e Bossi

Giovedi 24 Giugno 2010 alle 19:22
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Agghiaccianti, vergognosi, inguardabili, scandalosi. Si può trovare un qualsiasi aggettivo per la Nazionale Italiana vista oggi a Johannesburg, ma la realtà è una sola: l'Italia sconfitta 3-2 dalla Slovacchia torna giustamente a casa.

Lippi e i suoi non solo non sono riusciti a difendere il titolo vinto appena 4 anni fa, ma sono stati eliminati in un girone composto da squadre molto abbordabili. "Il fattore C è dalla nostra parte!" si era detto non appena eravamo venuti a conoscenza delle nostre avversarie ai Mondiali sudafricani. Forse un eccesso di presunzione e sicurezza nei nostri mezzi.

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Categorie: Politica, Informazione

Miss Padania Elisa Migliorati: io tifo per gli azzurri Mi sento italiana. Il Carroccio? Non so cosa sia

Giovedi 24 Giugno 2010 alle 11:01
ArticleImage "Ai Mondiali io tifo per l'Italia: mi sento più italiana che padana". Lo dice Elisa Migliorati, neo eletta Miss Padania 2010 (nella foto incoronata da Umberto Bossi, n.d.r.), in un'intervista al settimanale Diva e donna, ripresa da La Repubblica del 22 giugno. Dopo le polemiche nate in seguito al tifo contro la Nazionale azzurra su Radio Padania Libera (e in concomitanza con le accuse di Bossi all'Italia di voler 'comprare' la partita di oggi con la Slovacchia, n.d.r.) la 17enne bresciana reginetta del concorso di bellezza della Lega Nord si racconta. "Il mio modello è Elisabetta Canalis, bellissima e semplice. Mi sono emozionata - aggiunge - quando Umberto Bossi mi ha fatto i complimenti, ma in politica non ho ancora le idee chiare: deciderò quando dovrò votare". Ma infine ammette: "Il Carroccio? Non so che cosa sia e non conosco nemmeno Alberto da Giussano".

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Categorie: Politica

Pnv. Venetopoli: era meglio Scajola. E anche Biasin.

Sabato 19 Giugno 2010 alle 01:47
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Gianluca Busato, Pnv - Per ottenere l'indipendenza va estirpato il cancro del malaffare tricolore in salsa veneta
Orrore. Indignazione. Schifo. Ribrezzo. Ma, cosa più grave, rassegnazione. Ecco i sentimenti che si provano nel leggere le notizie politiche italiane. Anche quando riguardano, purtroppo, noi veneti. Ieri hanno nominato Brancher ministro per il federalismo. Un simpatico tangentaro, condannato dai tribunali per cose molto brutte. Lucrava addirittura sulle campagne anti-AIDS: insomma la gente moriva e lui ci faceva affari sporchi. Un altro veneto di cui non andar fieri e che non è mai andato per il sottile, ieri è salito agli onori delle cronache giudiziarie. Un certo Stefano Stefani, tanto potente in lega quanto ignorante: ve lo ricordate l'incidente diplomatico che causò quand'era sottosegretario al turismo, definendo i tedeschi crucchi ubriaconi che fanno a gara di rutti dopo essersi ubriacati di birra? Un personaggio che se lo conosci lo eviti.

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Categorie: Politica, Eventi, Storia

Psi, Pontida fa parte della storia dell'Unità d'Italia

Domenica 6 Giugno 2010 alle 17:09
ArticleImage Luca Fantò, Psi Vicenza  -  "Pontida fa parte della storia dell'Unità d'Italia". Questo in sintesi ha detto il Segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini. L'occasione è stata la manifestazione organizzata dal PSI il 5 giugno per la festa della Repubblica nella località bergamasca. A Pontida erano presenti all'appuntamento alcune centinaia di persone e tra queste anche il Sindaco leghista di Pontida Vanalli.

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Categorie: Politica

Etica e bene comune, tutti ne parlano ...

Sabato 8 Maggio 2010 alle 20:52
ArticleImage Giorgio Langella, Federazione della sinistra, Prc, PdCI - Nella nostra provincia sono ormai all'ordine del giorno le notizie di altri licenziamenti, di un ricorso sempre troppo alto alla mobilità, di ulteriore cassa integrazione straordinaria. Di questa settimana è la notizia della chiusura della Olimpias di Grumolo delle Abradesse (di proprietà del gruppo Benetton che dichiara, nel 2009, un utile netto di 122 milioni di euro).
Di ieri è la notizia che la Diesel (che non è certo in crisi) chiede la mobilità per 35 lavoratori. Viviamo sulla nostra pelle di lavoratori una crisi che non ha fine, nonostante l'ottimismo che ogni tanto traspare dalle dichiarazioni del governo e che viene evidenziato dagli organi di informazione.

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Categorie: Politica, Cinema, Storia

Barbarossa o Ezzelino I, il 1° vero Lighista?

Martedi 13 Aprile 2010 alle 08:40

Riceviamo da Lucio Panozzo e pubblichiamo       

 

di Lucio Panozzo 

Una locandina di A seguito del film "Barbarossa" sono state vinte le elezioni regionali in Veneto e Piemonte?

Gli incredibili proclami dei nuovi "governatori" Cota e Zaia mi hanno lasciato stupito, ma non sorpreso. L'involuzione clericale della Lega era un nervo scoperto già da tempo, quindi le vergini violate che urlavano "alla pillola alla pillola" non hanno sorpreso nessuno. Dittatorelli! Deja vu. Salvo poi il giorno dopo rimangiarsi e rimasticarsi a suon di Costituzione la freccia dal sen fuggita e deglutire bocconi amari e duri.
Ma tutto questo lasciamolo ai politologi, quello che mi interessa in questo momento sono i Lighisti Veneti e la figura che hanno fatto nell'accettare l'uscita del film in oggetto; ne parlo anche se è già passato un po' di tempo. Il film è stato fortemente voluto da Umberto (talmente voluto da parteciparvi come comparsa) per rinserrare le fila degli Eridano-Celti attorno alla sua persona e a quella del suo figliolo-delfino-trota (ora discretamente votato in quel di Brescia, quindi mezzo trota e mezzo delfino). C'è anche un altro paio di motivi, a nostro parere, che hanno trasformato in cineasta il Boss Il primo è che riceve sempre più critiche dai suoi perché non riesce a far decollare il federalismo fiscale, se mai l'ha voluto. Secondo, il totale asservimento a S. S. (l'acronimo sta per Sua Santità) che ha fatto vincere le elezioni, altro che Barbarossa, reso palese dai due neogovernatori come detto più su, una trota, vera questa, rimasta di traverso a parecchi leghisti e lighisti della prima ora, al tempo in cui sembrava e tutto faceva credere che finalmente l'Italia potesse contare su di un partito autenticamente anticlericale. Ma tutto ha una data di scadenza in politica, bastava leggere l'etichetta del prodotto.
Sono andato a vedere la proiezione, e i 7 (sette) euro faticosamente prima sudati e poi scuciti dalla pensione non sono stati del tutto ripagati. In primis perché non sono riuscito a vedere il senatur in corazza e giaco di maglia ferrea, che li valeva tutti, et in secundis perché dal punto di vista storico il polpettone medievale è per buona parte una frana. Come si sa, nessuno ha mai provato l'esistenza di Alberto da Giussano, quindi presentarlo al popolo delle camicie verdi in modo così ufficiale diventa un atto di fede imposto. Torniamo indietro nel tempo, quando la Liga Veneta confluì nella Lega Lombarda. I Veneti dovettero accettare il vangelo leghista e rendere omaggio ad Alberto da Giussano, quando sarebbe bastato molto poco per disseppellire la figura centrale della battaglia di Legnano, colui che fu il vero artefice della vittoria sul Barbarossa. Abbassarono la testa per il bene comune della nuova Lega, oppure fu colpevole ignoranza?
Ezzelino I il BalboNessuno potrà mai rispondere al quesito, ma quel che è certo è che sicuramente i monumenti ad Alberto da Giussano si moltiplicheranno, e il vero eroe, veneto anche se di lontana origine franco-bavarese, sarà dimenticato, nonostante si possa inserire a pieno titolo nello sparuto gruppo storico dei grandi che vollero e ottennero l'istituzione dei comuni, lavorandoci con coraggio e pazienza nei decenni precedenti la battaglia di Legnano.
Ezzelino I detto il Balbo fu uno dei principali artefici della Lega prima veronese e poi lombarda. E tanto fu il rispetto e la fiducia che gli altri partecipanti alla Lega ebbero nei suoi confronti, che nel 1175 lo elessero prefetto e comandante militare, cariche che ricoprì con onore, coadiuvato da Anselmo da Dovara. Fu suo il tentativo di pace del 1175 a eserciti già schierati alle porte di Pavia, che ci viene riferito in lingua latina dal Verci ("Storia degli Ecelini"):
Lucio Panozzo"Et comes Savoie et ceteri principes imperatoris concorde fuerunt cum domino Ecelino et cum consulibus civitatum et aliis sapientibus civitatum... dominus imperator fecit pacem osculo interveniente domino Ecilino et Anselmo de Dovaria vice et nomine omnium civitatum".
Pace dunque suggellata dal bacio (osculum), nonostante il quale l'anno dopo la parola passò ugualmente alle armi, e il 29 maggio del 1176 le truppe scelte, ricche e bene armate dell'imperatore Federico I von Hohenstaufen del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica furono poste in rotta da quelle della Lega veronese-lombarda al comando di Ezzelino I detto il Balbo, stratega di vaglia ed eroe della II crociata, combattuta al fianco di Corrado III e Luigi VII.
Il riconoscimento alla grandezza di Ezzelino I il Balbo è doveroso, e dovrebbero tenerne conto specialmente i Veneti della Lega. Anche i comuni veneti hanno la loro parte di colpa, perché non esiste una via che sia una dedicata al Grande, in Veneto, dove trovò spazio la più parte dei suoi feudi e possedimenti, e dove ebbe cariche pubbliche nelle varie città. E dovrebbe pensarci anche il Trentino, perché il vescovo di Frisinga concesse anche lì parecchi feudi alla famiglia che fu nominata da Onara prima e da Romano poi.
Ci pensino le varie commissioni toponomastiche, non è tardi per dedicare una manciata di vie cittadine a Ezzelino I detto il Balbo. E i vecchi Lighisti se ne facciano promotori.

 

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Categorie: Politica

Bossi:Zaia vince e agricoltura resta alla Lega

Giovedi 25 Marzo 2010 alle 06:42
Redazione di VicenzaPiù      

 

"Zaia diventa governatore in Veneto, ma l'agricoltura è della Lega", così ha detto ieri sera a Mestre il leader leghista Umberto Bossi, che era presente per sostenere la candidatura di Zaia.

Umberto Bossi, ribadendo di essere convinto che il Carroccio sorpasserà il Pdl in Veneto ma di voler rimanere alleato fedele dell'attuale premier, ha precisato: "Io chiederò a Berlusconi di dare l'agricoltura alla Lega ... tanto dalla Regione Zaia controlla lo stesso l'agricoltura".

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Categorie: Politica, Banche

La Lega Nord dà la scalata all'Unicredit

Martedi 23 Marzo 2010 alle 06:27

Fonte Affari & Finanza (La Repubblica)        

Riportiamo come base di dibattito e commento l'articolo pubblicato il 22 marzo su Affari & Finanza (Supplemento a La Repubblica) a firma Alberto Statera

Unicredit e l'a.d. Alessandro ProfumoScalata padana a Unicredit
le Fondazioni bancarie stringono il cerchio al Nord

di Alberto Statera
Antico ricordo la Credieuronord, la banchetta truffaldina di Bossi fallita e salvata dai furbetti del quartierino di Gian Piero Fiorani, la Lega Nord punta ora molto più in su, verso la padanizzazione nell'Alta Banca. Ne sa qualcosa Alessandro Profumo, A.d. di Unicredit, che dal ruolo di "Mister Arrogance" o di "Alessandro il Grande" - Plutarco ci perdoni - è precipitato a quello di ostaggio non solo degli azionisti ostili al suo progetto di Bancone, ma anche delle orde padane.
Tra i nuovi avversari del banchiere genovese che dichiarò di votare centrosinistra, spicca per aggressività Luca Zaia, prossimo governatore del Veneto e primo presidente regionale leghista della storia, che della sua regione farà il laboratorio della secessione, ciò che probabilmente accelererà l'implosione del Pdl berlusconiano, che sarà colà ridotto a secondo o addirittura terzo partito dopo Lega e Pd. Il ministro in carica dell'Agricoltura, che la Confagricoltura critica considerandolo poco più che un bluff mediatico, ha sparato a zero su Profumo, reo di essersi schierato a favore della candidatura di Roma e non di Venezia per le Olimpiadi del 2020.

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Categorie: Politica

Zaia ministro e governatore? Decide Milano

Sabato 20 Marzo 2010 alle 12:44
Partito democratico Veneto    

 

Filippin: Zaia sconvolgente, aspetta sempre un ordine da Milano
Il segretario del Pd: "L'appetito della Lega per le poltrone vien mangiando"

"Un doppio incarico per Luca Zaia, da Ministro e da governatore? Evidentemente per la Lega, quando si tratta di poltrone, l'appetito vien mangiando". Rosanna Filippin, segretario regionale del Partito Democratico, interviene sull'ipotesi avanzata da Umberto Bossi.
"Renato Brunetta - spiega la Filippin - l'aveva già sparata grossa, facendo capire che per lui il governo di una città come Venezia sarebbe più o meno un hobby del weekend. Umberto Bossi non poteva che puntare ancora più in alto e dire che sì, un leghista può essere ministro, presidente di Regione e domani chissà cos'altro ancora. La guida di un grande Comune o di una grande Regione è un impegno che richiede una dedizione totale. Pensare anche solo per un attimo che possa essere un incarico da cumulare, dimostra solo il disprezzo profondo del centrodestra veneto verso le istituzioni che si candida a guidare".
Conclude il segretario del Pd: "Che la Lega abbia imparato ad amare le poltrone è una cosa chiara da tempo. Ma la più sconvolgente di tutte le affermazioni è la replica di Luca Zaia, quando afferma che, in ogni caso, decide Bossi. L'uomo di punta della Liga Veneta ammette candidamente di non decidere nulla e di attendere gli ordini da Milano. Alla faccia del federalismo, è questa l'autonomia che ha in mente la Lega per il Veneto?".

 

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Categorie: Politica

Stop ad azzeccagarbugli, problemi sono reali

Martedi 9 Marzo 2010 alle 18:06

Roberto Ciambetti   

Ciambetti: "Basta con gli Azzeccagarbugli! Pensiamo ai problemi reali dei cittadini"

Roberto CiambettiCon probabilità il nomignolo Azzeccagarbugli deriva dal lombardo zaccagarbùj, cioè attaccabrighe, quasi a voler segnare il sottile confine, solo in apparenza contraddittorio, segnato dalla legge: da una parte essa tutela i diritti dei cittadini e sancisce obblighi o doveri ai quali tutti devono attenersi; dall'altra può offrire il destro ad atteggiamenti aggressivi di chi, appellandosi alla norma, forza o esaspera situazioni. Contrapposizione ben nota se già Terenzio spiega in una sua nota commedia come "Ius summum saepe summa est malitia", affermazione che oggi ritorna alla mente davanti alle polemiche sulla presentazione delle liste in Lazio e i ricorsi presentati da Emilia e Toscana contro il noto decreto interpretativo che il governo ha varato venerdì scorso e che, come ha notato Roberto Maroni, non può sostituirsi al pronunciamento del Tar.
Non sarò tra coloro che prendono la parola sull'intricatissimo caso laziale: il commento di Umberto Bossi, "dilettanti allo sbaraglio", basta e avanza.

Tuttavia devo sottolineare con forza come le prime pagine di (quasi) tutti i giornali diano l'idea che l'attenzione del Paese sia tutta presa tra la lista Polverini e gli Oscar; in queste ore, in questi giornali, il veneto è Mauro Marin, castellano al pari di Giorgione ma con ben diversa notorietà rispetto al grandissimo pittore di Castelfranco. Noi, che viviamo in Veneto abbiamo una percezione diversa della realtà e del ruolo che deve avere la nuova politica nella Regione che verrà.
La politica non dovrà essere la litigiosità di partiti che sembrano ancor oggi, per rimanere in territorio manzoniano, i polli di Renzo, quelle bestiole "le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura".

Buona parte dell'Italia, decisamente unita in questo, ha ben altro a cui pensare che a quelli che sembrano sempre più battibecchi da pollaio: le rate che scadono, le bollette, il posto di lavoro, la fabbrica che chiude, la banca che esige il rientro immediato del credito concesso, la concorrenza spietata e sleale di quei concorrenti che se ne infischiano di diritti umani, di infanzia violata, di tutela dell'ambiente e così, privi di ogni costo sociale, immettono nel mercato merce e prodotti d'ogni genere, comprese derrate alimentari sulle cui caratteristiche igienico-sanitarie è talvolta lecito dubitare...

Alberto Orioli, nel Sole24Ore di martedì 9 marzo, ha colto tutta la drammaticità del contrasto tra l'Italia reale e quella della politica, non diversamente da Ario Gervasutti che domenica scorsa nel suo editoriale nel Giornale di Vicenza non ha lesinato critiche a destra come a sinistra.

E' vero purtroppo: c'è una Italia fondata sui cavilli. C'è anche una Italia fondata sul lavoro, come dice la Costituzione, che crede nei valori del lavoro e che lotta per difendere il lavoro e che muore, magari, come accade a troppi operai, come capita anche a quei piccoli imprenditori che in Veneto non reggono alla vergogna del non riuscire a pagare stipendi e creditori.

Ecco allora che, da piccolo politico di provincia figlio del mondo del lavoro, dico che dobbiamo dare a questo Veneto del lavoro una nuova possibilità. Non un nuovo cavillo cui appigliarsi ma scelte vere quanto coraggiose.

La nuova politica deve nascere da qui, da una nuova generazione che, da destra come da sinistra, vuol farla finita con gli azzeccagarbugli; dobbiamo ripartire da una nuova generazione che ha capito che i tempi sono cambiati, che la grande crisi economica di questi anni ha trascinato via con sé lo yuppismo e il consumismo sfrenato.

Per questo c'è bisogno di un cambio di rotta, di una svolta epocale.

A destra come a sinistra: o cambia la politica o i nuovi scenari, i nuovi attori e protagonisti della globalizzazione ci travolgeranno cambiandoci forse per sempre.


Roberto Ciambetti
Presidente Gruppo consiliare Lega Nord Veneto

 

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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