Barbarossa o Ezzelino I, il 1° vero Lighista?
Martedi 13 Aprile 2010 alle 08:40 | 0 commenti
Riceviamo da Lucio Panozzo e pubblichiamo      Â
di Lucio PanozzoÂ
A seguito del film "Barbarossa" sono state vinte le elezioni regionali in Veneto e Piemonte?
Gli incredibili proclami dei nuovi "governatori" Cota e Zaia mi hanno lasciato stupito, ma non sorpreso. L'involuzione clericale della Lega era un nervo scoperto già da tempo, quindi le vergini violate che urlavano "alla pillola alla pillola" non hanno sorpreso nessuno. Dittatorelli! Deja vu. Salvo poi il giorno dopo rimangiarsi e rimasticarsi a suon di Costituzione la freccia dal sen fuggita e deglutire bocconi amari e duri.
Ma tutto questo lasciamolo ai politologi, quello che mi interessa in questo momento sono i Lighisti Veneti e la figura che hanno fatto nell'accettare l'uscita del film in oggetto; ne parlo anche se è già passato un po' di tempo. Il film è stato fortemente voluto da Umberto (talmente voluto da parteciparvi come comparsa) per rinserrare le fila degli Eridano-Celti attorno alla sua persona e a quella del suo figliolo-delfino-trota (ora discretamente votato in quel di Brescia, quindi mezzo trota e mezzo delfino). C'è anche un altro paio di motivi, a nostro parere, che hanno trasformato in cineasta il Boss Il primo è che riceve sempre più critiche dai suoi perché non riesce a far decollare il federalismo fiscale, se mai l'ha voluto. Secondo, il totale asservimento a S. S. (l'acronimo sta per Sua Santità ) che ha fatto vincere le elezioni, altro che Barbarossa, reso palese dai due neogovernatori come detto più su, una trota, vera questa, rimasta di traverso a parecchi leghisti e lighisti della prima ora, al tempo in cui sembrava e tutto faceva credere che finalmente l'Italia potesse contare su di un partito autenticamente anticlericale. Ma tutto ha una data di scadenza in politica, bastava leggere l'etichetta del prodotto.
Sono andato a vedere la proiezione, e i 7 (sette) euro faticosamente prima sudati e poi scuciti dalla pensione non sono stati del tutto ripagati. In primis perché non sono riuscito a vedere il senatur in corazza e giaco di maglia ferrea, che li valeva tutti, et in secundis perché dal punto di vista storico il polpettone medievale è per buona parte una frana. Come si sa, nessuno ha mai provato l'esistenza di Alberto da Giussano, quindi presentarlo al popolo delle camicie verdi in modo così ufficiale diventa un atto di fede imposto. Torniamo indietro nel tempo, quando la Liga Veneta confluì nella Lega Lombarda. I Veneti dovettero accettare il vangelo leghista e rendere omaggio ad Alberto da Giussano, quando sarebbe bastato molto poco per disseppellire la figura centrale della battaglia di Legnano, colui che fu il vero artefice della vittoria sul Barbarossa. Abbassarono la testa per il bene comune della nuova Lega, oppure fu colpevole ignoranza?
Nessuno potrà mai rispondere al quesito, ma quel che è certo è che sicuramente i monumenti ad Alberto da Giussano si moltiplicheranno, e il vero eroe, veneto anche se di lontana origine franco-bavarese, sarà dimenticato, nonostante si possa inserire a pieno titolo nello sparuto gruppo storico dei grandi che vollero e ottennero l'istituzione dei comuni, lavorandoci con coraggio e pazienza nei decenni precedenti la battaglia di Legnano.
Ezzelino I detto il Balbo fu uno dei principali artefici della Lega prima veronese e poi lombarda. E tanto fu il rispetto e la fiducia che gli altri partecipanti alla Lega ebbero nei suoi confronti, che nel 1175 lo elessero prefetto e comandante militare, cariche che ricoprì con onore, coadiuvato da Anselmo da Dovara. Fu suo il tentativo di pace del 1175 a eserciti già schierati alle porte di Pavia, che ci viene riferito in lingua latina dal Verci ("Storia degli Ecelini"):
"Et comes Savoie et ceteri principes imperatoris concorde fuerunt cum domino Ecelino et cum consulibus civitatum et aliis sapientibus civitatum... dominus imperator fecit pacem osculo interveniente domino Ecilino et Anselmo de Dovaria vice et nomine omnium civitatum".
Pace dunque suggellata dal bacio (osculum), nonostante il quale l'anno dopo la parola passò ugualmente alle armi, e il 29 maggio del 1176 le truppe scelte, ricche e bene armate dell'imperatore Federico I von Hohenstaufen del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica furono poste in rotta da quelle della Lega veronese-lombarda al comando di Ezzelino I detto il Balbo, stratega di vaglia ed eroe della II crociata, combattuta al fianco di Corrado III e Luigi VII.
Il riconoscimento alla grandezza di Ezzelino I il Balbo è doveroso, e dovrebbero tenerne conto specialmente i Veneti della Lega. Anche i comuni veneti hanno la loro parte di colpa, perché non esiste una via che sia una dedicata al Grande, in Veneto, dove trovò spazio la più parte dei suoi feudi e possedimenti, e dove ebbe cariche pubbliche nelle varie città . E dovrebbe pensarci anche il Trentino, perché il vescovo di Frisinga concesse anche lì parecchi feudi alla famiglia che fu nominata da Onara prima e da Romano poi.
Ci pensino le varie commissioni toponomastiche, non è tardi per dedicare una manciata di vie cittadine a Ezzelino I detto il Balbo. E i vecchi Lighisti se ne facciano promotori.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.