Etica e bene comune, tutti ne parlano ...
Sabato 8 Maggio 2010 alle 20:52 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della sinistra, Prc, PdCI - Nella nostra provincia sono ormai all'ordine del giorno le notizie di altri licenziamenti, di un ricorso sempre troppo alto alla mobilità , di ulteriore cassa integrazione straordinaria. Di questa settimana è la notizia della chiusura della Olimpias di Grumolo delle Abradesse (di proprietà del gruppo Benetton che dichiara, nel 2009, un utile netto di 122 milioni di euro).
Di ieri è la notizia che la Diesel (che non è certo in crisi) chiede la mobilità per 35 lavoratori. Viviamo sulla nostra pelle di lavoratori una crisi che non ha fine, nonostante l'ottimismo che ogni tanto traspare dalle dichiarazioni del governo e che viene evidenziato dagli organi di informazione.
Ieri sul Giornale di Vicenza si poteva leggere un titolo che preannunciava una buona notizia: "La disoccupazione frena, +50 mila posti nel 2010". Una diminuzione dei disoccupati? No. Bastava, infatti, scorrere le prime righe dell'articolo, per capire che anche nel 2010 il saldo tra chi entra e chi esce dal mondo del lavoro sarà negativo. Sarà pari a un -1,5% (ma ci possiamo "consolare", perché nel 2009 è stato del -2%). Oggi, 8 maggio, da un articolo in prima pagina del Giornale di Vicenza si apprende che sono stati scoperti 47 evasori fiscali totali. Si parla di 51 milioni di Iva non versata. Sempre oggi, nelle pagine interne spicca un articolo sull'incontro di UCID e Confindustria Veneto tenuto a Treviso sul tema "L'etica: agire per il bene comune". Un incontro che ha visto gli interventi, tra gli altri, di Emma Marcegaglia e, a sorpresa, del ministro leghista Umberto Bossi che confonde l'etica con un federalismo per nulla solidale.
Vorrei porre, e pormi, alcune domande molto semplici. Che etica c'è in un'evasione fiscale che sottrae ogni anno centinaia di miliardi di euro a tutti i cittadini onesti? E qual è il bene comune derivante da una corruzione che viene valutata in oltre 50 miliardi all'anno? Vorrei anche chiedere alla signora Marcegaglia cosa abbia a che fare l'etica con il trasferimento di capitali nei cosiddetti "paradisi fiscali"? Perché, per qualcuno, è necessario avere conti segreti all'estero? Ai dirigenti di Confindustria vorrei anche domandare se sia "agire per il bene comune" licenziare i lavoratori solo per avere maggiori profitti e quale sia il concetto di "etica" che hanno quegli imprenditori (tanti, troppi) che delocalizzano dove si può sfruttare di più e meglio.
Ma ho anche qualche desiderio. Vorrei che, almeno in qualcuno, si insinuasse il dubbio che la società nella quale viviamo è profondamente ingiusta. Vorrei che si provasse a pensare che la situazione di profonda crisi economica e morale di oggi è responsabilità di un capitalismo cialtrone che ha fondato (e fonda) le proprie fortune nei giochi finanziari, nelle speculazioni e nello sfruttamento. Vorrei, anche, che fosse chiaro che, in un paese come il nostro dove le tasse vengono pagate quasi esclusivamente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, la parola "etica" è diventata quasi sempre un termine privo di significato. E che l'azione per il bene comune viene spesso confusa con quella per il tornaconto privato.
E vorrei anche che provassimo a ribellarci a questo stato di cose.
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