Categorie: Banche
Martedi 29 Novembre 2016 alle 09:24
Popolare di Vicenza, l’inchiesta potrebbe dividersi in due e il primo troncone andare a dama già in primavera. Con il corollario di dove tenere le udienze, a iniziare da quella preliminare, di fronte a quattromila parti civili. Poltrone rosse tutte occupate in sala, sul palco niente attori stavolta, ma al
Teatro comunale di Vicenza, dopo l’assemblea di sabato con i vecchi soci sui rimborsi organizzata dal Comune, la scena stavolta potrebbe esser occupata da giudici, pubblici ministeri e avvocati. Per l’udienza preliminare del possibile procedimento sul caso Popolare di Vicenza ci sono ad oggi almeno quattromila parti offese: la procura di Vicenza e soprattutto il tribunale stanno iniziando a chiedersi dove si svolgerà l’udienza.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Lunedi 14 Novembre 2016 alle 22:12
Aggiungiamo qualche conto all'articolo di Stefano Righi su Corriere Economia che vi abbiamo proposto stamattina alle 9.26 perchè disegna il dramma delle due ex Popolari Venete. Ci permettiamo di aggiungere solo che se il sistema bancario ha di fatto già perso 1.2 - 1.3 miliardi di euro con le quattro banche "risolte" (fallite, ndr) in centro Italia (1.8 miliardi erano quelli "immessi" per evitare il crac, 500 - 600 milioni quelli che Ubi è disposta a tirare fuori per comprarne tre delle quattro, sia pur già ripulite, almeno sulla carta) altri 2.5 miliardi del Fondo Atlante, che arrivano sempre da quel sistema con in testa, oltre alle non solidissime Intesa e Unicredit, anche Cassa Depositi e Prestiti (alias Poste Italiane e risparmi dei libretti postali, warning!) sono già evaporati in Banca Popolare di Vicenza e in Veneto Banca.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Giovedi 10 Novembre 2016 alle 10:49
In attesa di comprendere quanto senso economico possa avere la fusione con Veneto Banca, la
Banca Popolare di Vicenza cerca di fare cassa mettendo in vendita i gioielli immobiliari di famiglia. Dopo aver accumulato
perdite superiori ai 3 miliardi di euro negli ultimi 3 esercizi - 795 milioni nella sola semestrale al 30 giugno 2016 - la banca presieduta da
Gianni Mion e guidata da
Francesco Iorio ha deciso di fare cassa, vendendo quello che può. È il caso di alcune proprietà immobiliari di particolare pregio. La prima è a Roma, in via del Tritone angolo via del Traforo, ed ospita un'agenzia dell'istituto veneto che però ha sede di rappresentanza in piazza Venezia, davanti all'Altare della Patria, in un immobile di proprietà di Generali Assicurazioni, di cui - si dice - non verrà rinnovato il contratto quando arriverà a scadenza.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Giovedi 3 Novembre 2016 alle 10:11
"Buon giorno Direttore, avrei alcune cose da dire al sig. Gianni Zonin e le invio una sorta di lettera aperta con il desiderio che lui ma soprattutto i suoi figli possano in qualche modo leggerla magari tramite la sua testata": è così che un lettore socio della
BPVi inizia una mail
inviata a
[email protected], l'indirizzo attivato da noi, raggiungibili anche al numero di telefono 0444-1429915 e in redazione a Vicenza in viale Milano 31) per raccogliere le testimonianze dei soci traditi dalla
Banca Popolare di Vicenza, assicurando, se richiesto, l'anonimato purchè le lettere siano firmate e rispondendo sempre, personalmente o su questo mezzo quando il caso può essere di aiuto ad altri. Se diamo sempre una prima risposta ai loro problemi, per i quali cerchiamo di indicare strade da percorrere con l'aiuto di studi legali e associazioni di azionisti, oggi la risposta la lasciamo al destinatario della lettera aperta. Se ne avrà il dignitoso coraggio, lui imprenditore illuminato delle sue aziende...
Di seguito la lettera aperta.
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Categorie: Banche
Lunedi 31 Ottobre 2016 alle 09:23
Un intervento al limite del crollo. Un po’ come il palazzo rosso di Amatrice, rimasto in piedi durante la prima ondata sismica e crollato giovedì scorso. Proprio in quelle ore le quasi contemporanee dichiarazioni di
Gianni Mion, presidente delle
Banca Popolare di Vicenza e di
Giuseppe Guzzetti, presidente della
Fondazione Cariplo, hanno fatto intendere a molti come la situazione in Veneto sia andata ben oltre il livello di guardia. Non tanto per la severa presa di posizione da parte della Bce — che sembra avere suggerito la fusione tra i due istituti veneti e il contemporaneo aumento da 2,5 miliardi di euro (a carico di chi?) — quanto per il nervosismo fatto trapelare da due presidenti — Mion e Guzzetti — avvezzi al mondo della finanza, navigatori di ogni mare e poco inclini al sensazionalismo.
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Lunedi 24 Ottobre 2016 alle 15:54
Un'iniziativa finalizzata al rilancio del tessuto economico del territorio, che la stessa banca - con le sue precedenti gestioni - ha contribuito in maniera sostanziale a sfilacciare. Una situazione ai limiti del paradossale. Che continua ad evidenziare alcune palesi contraddizioni. Dalle riunioni del consiglio di amministrazione, che si tengono sempre più spesso a Milano, escono scricchiolii sinistri. Il comunicato stampa seguito alla riunione del cda dell'11 ottobre si era dimenticato, in prima diffusione, della voce dell'amministratore delegato,
Francesco Iorio. E all'interno della compagine di amministratori si evidenziano talvolta posizioni contrapposte.
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Martedi 18 Ottobre 2016 alle 09:59
Ventuno mesi dopo il decreto legge del 20 gennaio 2015, chi ha potuto ha resistito. Come gli indiani d'America davanti all'avanzata dell'esercito confederale, che ai loro occhi rappresentava la modernità e soprattutto la fine di un mondo autoreferenziale che si perpetuava da secoli. Taluni sono stati spazzati via dalle loro stesse nefandezze: l'operare congiunto di
Samuele Sorato e
Gianni Zonin hanno portato al fallimento de facto della
Banca Popolare di Vicenza, né più né meno di quanto
Vincenzo Consoli e
Flavio Trinca hanno fatto con
Veneto Banca (15 miliardi di euro il buco diretto dei due gioiellini del Nordest). Poi c'è stata la Popolare dell'
Etruria e del Lazio, altro esemplare caso di attaccamento al territorio. Altri hanno ceduto subito:
Ubi ha accolto il dettato di legge più di un anno fa; altri ancora sono giunti al traguardo nei giorni scorsi (
Banco Popolare e
Popolare di Milano).
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 7 Ottobre 2016 alle 14:40
La Banca Popolare di Vicenza, quella che si sognava "nuova", presenta voragini crescenti dopo l'immissione di 1,5 miliardi di euro da parte del Fondo Atlante che hanno dato solo la possibilità di parlare ancora, a solo pochi mesi dal loro "arrivo", della ex Popolare, che altrimenti, sarebbe giù morta ufficialmente e non solo di fatto. All'incasso di quei mille e cinquecento milioni è corrisposto il contemporaneo azzeramento di oltre sei miliardi in tasca a oltre 118.000 soci, di cui quasi la metà conquistati dalle sirene di Gianni Zonin, Samuele Sorato & c. a buco già conclamato (leggete, se ancora qualcuno lo dubitasse, incluso qualche magistrato?, "Vicenza. La città sbancata", scritto pagina dopo pagina fin dal 13 agosto 2010, a nostro rischio, ieri come oggi, ma a difesa dei vicentini, oggi come ieri.Â
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Categorie: Banche
Lunedi 3 Ottobre 2016 alle 16:42
L’occhio severo del fondo Atlante guarda alle ex popolari venete con una prospettiva diversa da quella dei facili slogan. Il fondo, privato, presieduto da
Alessandro Penati, ha ottenuto nella primavera scorsa il controllo pressoché assoluto della
Banca Popolare di Vicenza e di
Veneto Banca. E, dopo la loro trasformazione in società per azioni e la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, il fondo – pur nel rispetto dell’autonomia delle scelte del consiglio, che su queste però sarà anche chiamato a rispondere all’azionista – ha delineato le direttrici d’azione.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Giovedi 22 Settembre 2016 alle 22:23
Alla nostra nota "Tasse di successione pagate su valori alti e ora azzerati della BPVi: ci chiede cosa fare una lettrice su [email protected]" aggiunge qualche utile considerazione l'avv. Franco Conte, presidente regionale di Codacons che come l'Associazione "Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza" esorta da sempre i soci della "vecchia" BPVi traditi dalla gestione di Gianni Zonin, Samuele Sorato, Giuseppe Zigliotto & c., aiutati o per lo meno non "pressati" dai poteri politici (dicono che allora non sapevano nulla) a intraprendere azioni di tutela per recuperare il "maltolto" a differenza di chi li scoraggia a farlo per ovvi motivi: i vertici della "nuova" BPVi di Gianni Mion, Francesco Iorio, Salvatore Bragantini & c., supportati da chi come Achille Variati oggi sa ma comunque vuol convincere chi ha perso i propri soldi che nulla recupererà se non "qualcosina". Ecco di seguito le puntualizzazioni di Codacons che ripete sempre: "con le giuste azioni chi ne ha diritto recupererà tutto. Lo abbiamo già ottenuto con la Parmalat e con i tango bond argentini...". Sentito, sindaco?
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