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Righi sul CorSera: Il futuro delle due ex popolari venete è nelle mani di Alessandro Penati

Di Rassegna Stampa Lunedi 3 Ottobre 2016 alle 16:42 | 0 commenti

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L’occhio severo del fondo Atlante guarda alle ex popolari venete con una prospettiva diversa da quella dei facili slogan. Il fondo, privato, presieduto da Alessandro Penati, ha ottenuto nella primavera scorsa il controllo pressoché assoluto della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. E, dopo la loro trasformazione in società per azioni e la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, il fondo – pur nel rispetto dell’autonomia delle scelte del consiglio, che su queste però sarà anche chiamato a rispondere all’azionista – ha delineato le direttrici d’azione.

Linee guida
Parco di dichiarazioni verbali, Atlante si è affidato alla penna, mettendo nero su bianco le indicazioni da seguire. In occasione delle recenti assemblee che hanno portato all’insediamento degli attuali vertici, Penati indirizzò un messaggio i cui contenuti sono stati resi pubblici. «Atlante – è scritto in quelle lettere recapitate a Vicenza e a Montebelluna – affida quindi il potere di gestione e di controllo al nuovo consiglio di amministrazione che ha l’obiettivo prioritario di rilanciare e valorizzare la banca. Auspichiamo quindi che venga rivisto il piano industriale della banca, senza scartare alcuna ipotesi. Saremo aperti ad eventuali partnership finanziarie e industriali purché sulla base di reali apporti di capitale e di know how per lo sviluppo e pronti a valutare, una volta avviata inequivocabilmente l’opera di ristrutturazione e rilancio e fatta chiarezza sui costi pregressi, ipotesi di quotazione o di fusione con altre banche, a patto che siano nell’interesse di tutti gli stakeholder ». Proprio così: «una volta avviata inequivocabilmente l’opera di ristrutturazione e rilancio»…

Non certo in qualche mese. E più avanti Penati scriveva: «Ora è il momento della riconquista della fiducia, del lavoro duro e dello sviluppo di maggiore efficienza».

Uscirsene rilanciando usurati progetti di fusione tra le due, come hanno fatto i vertici della Popolare di Vicenza recentemente, può essere una strategia di comunicazione, ma invade le prerogative dell’azionista, crea confusione, distoglie l’attenzione dal centro del problema che, scrive Penati, è il rilancio delle banche. I due istituti di credito, vale la pena ricordarlo, sono tecnicamente falliti. Solo i soldi di Atlante – 2,5 miliardi – permettono il tentativo di rianimazione in atto.

L’ultimo utile della Popolare di Vicenza risale al 2012. Da allora la banca, oggi presieduta da Gianni Mion e precedentemente guidata da Gianni Zonin e Stefano Dolcetta, con Samuele Sorato direttore generale, ha cumulato perdite a bilancio per oltre 3 miliardi di euro ( vedi grafico in pagina ). Se ciò non bastasse ha distrutto ulteriore valore per più di 6,2 miliardi dei propri azionisti, azzerando di fatto la capitalizzazione della società. La semestrale al 30 giugno 2016 si è chiusa con quasi 800 milioni di perdita. La fuga dei clienti, grandi e piccoli, è continua. Nel 2012 la banca evidenziava una raccolta diretta pari a 32,3 miliardi con impieghi per 30,7 miliardi. Al 30 giugno scorso i due valori erano pari, rispettivamente, a 20 miliardi (27,6 nel 2015) e a 23,3 miliardi. Con queste premesse ci si vuole fondere con Veneto Banca? L’azionista Atlante evidenzierebbe facilmente un punto debole: dov’è l’interesse di tutti gli stakeholder ? L’attuale cda ha rilanciato e valorizzato la banca?

L’unico effetto sicuro di una simile operazione sarebbe nella duplicazione di figure – sia nel corporate che nella rete agenziale – che porterebbe a una inevitabile conclusione: degli 11.500 dipendenti attuali ne basterebbero la metà. Il fondo di settore, in questo momento, può sostenere un simile onere relativo si pensionamenti anticipati? Il Veneto, che sta già pagando gli effetti delle scellerate scelte dei precedenti amministratori, sopporterebbe una soluzione simile? La Vicenza e la Veneto hanno bruciato direttamente 17 miliardi. Più quelli dei clienti, la cui contabilità si aggiorna quotidianamente al rialzo, come insegna la recente vicenda dei soci di Save, la società dell’Aeroporto di Venezia e Treviso.

Priorità

Sepolte dalle cause dei clienti e incapaci di produrre reddito, le due banche, dice Penati, dovrebbero concentrarsi sul lavoro duro e sulla conquista dell’efficienza. La rete delle relazioni e le strategie future sono in capo proprio ad Atlante, non ai cda. Ha detto Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca, a un recente incontro con la Fisac Cgil, parlando proprio della fusione veneta: «è una operazione che ha senso solamente se crea valore e al momento la nostra agenda ha altre priorità: una zavorra industriale di quasi 8 miliardi di Npl da risolvere; un sincero taglio dei costi che non riguarda il personale; lo studio dell’azione di responsabilità nei confronti dei precedenti manager; i tavoli di conciliazione con la nostra clientela». Il resto verrà dopo, al termine di un percorso lungo almeno un paio d’anni. Perché nella primavera scorsa, per stampellare Banco Popolare, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, sono stati necessari 3,5 miliardi di euro, finiti in un raggio di 50 chilometri. Altro che polo veneto del credito.

Di @Righist, da Il Corriere della Sera


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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