Tutto tace alla Fondazione Roi di cui Paola Marini è diventata presidente dal 27 novembre 2018 affiancata dal suo vice mons. Francesco Gasparini, direttore del museo diocesano, in quota vescovo di Vicenza ma cooptato in cda già da Gianni Zonin, da Giovanna Rossi di Schio, l'altra "reduce" dell'era fallimentare dell'ex bi-presidente di Banca Popolare di Vicenza e Roi, dal neo direttore dei musei civici del Comune Mauro Passarin (membro di diritto) e da Paolo Menti (in quota Accademia olimpica). Dal 27 novembre ad oggi la presidentessa Paola Marini, che pure aveva promesso trasparenza totale, è ancora muta anche sull'azione di responsabilità contro Gianni Zonin.
Stupisce lo... stupore dell'Avvocatura della Regione Veneto per il rigetto della sua richiesta di costituzione di parte civile nel processo sul crac della Banca Popolare di Vicenza che si sta celebrando a Vicenza contro Gianni Zonin e, solo, altri 5 imputati (la posizione del settimo indagato Samuele Sorato è stata stralciata per motivi di salute) in quanto, essenzialmente, presentata fuori tempo massimo il 15 dicembre scorso e non il 31 novembre. Quello era il giorno noto a tutti meno che ai solerti legali di palazzo Balbi che ora fanno gli acrobati per far credere l'incredibile a meno che non ne vogliano trarre le conseguenze: rifare il praticantato per imparare in futuro come produrre in tempo gli atti per tutelare i danni subiti da regione e veneti.
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Dall'aula C del tribunale di Vicenza, dove si svolgono le udienze preliminari per il crac BPVi contro, oltre alla banca ora in Lca, gli imputati Gianni Zonin (presidente), Giuseppe Zigliotto (membro del cda), i vice direttori Emanuele Giustini, Paolo Marin e Andrea Piazzetta oltre al funzionario Massimiliano Pellegrini (la posizione di Samuele Sorato è stata stralciata per problemi medici), ci giunge la notizia che, dopo l'ultima arringa del difensore di Piazzetta che si è incentrata sull'impossibilità di "non sapere" da parte di Banca d'Italia, tutti gli imputati suddetti sono stati rinviati a giudizio dal Gup Roberto Venditti che ha deliberato alle 12.30, dopo una breve camera di consiglio.Â
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Stralciata per gravi motivi di salute la posizione dell'ex dg e per pochi mesi Ad della Banca Popolare di Vicenza, Samuele Sorato, sentite la difese di Giovanni Zonin (avv. Enrico Ambrosetti: "è l'Ettore di Vicenza!") e iniziate quelle degli altri imputati nel processo BPVi (se l'istituto è difeso dall'avv. Francesco Mucciarelli i reati ipotizzati sono aggiotaggio aggravato e ostacolo alla vigilanza), oggi nell'aula C nel sotterraneo del tribunale di Vicenza, agibile in assenza di... innalzamenti del livello dei due fiumi nelle cui prossimità qualcuno ha pensato di costruire uno dei tribunali più auto inquisiti d'Italia, sono sfilate davanti a Roberto Venditti.
Gianni Zonin non era un inconsapevole pensionato, ma un lucido manager che aveva le conoscenze di un economista e la capacità gestionale di un amministratore delegato. E dunque non poteva non sapere: non poteva essere all'oscuro delle operazioni baciate e delle altre irregolarità che hanno contribuito al tracollo del!'ex Bpvi. È la convinzione della Procura di Vicenza che nell'udienza preliminare di ieri per il crac dell'istituto, ha chiesto il rinvio a giudizio del potentissimo presidente.
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Sabato 21 aprile in altri 3.500 vicentini sono accorsi a costituirsi parte civile o a confermare gli atti già sottoscritti nel processo BPViapprofittando dell'udienza in cui il gip Roberto Venditti ha iniziato l'esame della richiesta di riunificazione dei due filoni di indagini contro i 7 imputati, con in testa Gianni Zonin e  Samuele Sorato (la cui posizione è stata, però, stralciata), di aver generato il crac pagato da oltre 110.000 soci risparmiatori con l'azzeramento delle loro azioni: un flop da 6 miliardi circa senza considerare i danni ulteriori connessi a circa 10 miliardi di NPL ora in mano alla SGA.
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Dopo due mesi, l'udienza preliminare sul dissesto della BpVi è ripresa con una giornata convulsa, tra avvocati in fila a centinaia anche all'esterno del tribunale, nervosismi, ritardi, estenuanti adempimenti formali capaci di fiaccare lo stato d'animo dei tanti risparmiatori costretti a rinnovare la costituzione di parte civile in seguito alla richiesta riunificazione dei tronconi del processo agli ex amministratori della banca vicentina. Al fascicolo per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falsità in prospetto, chiuso nei mesi scorsi dalla Procura, si aggiunge quello relativo all'ostacolo compiuto all'atto dell'aumento di capitale nel 2014, già oggetto di un conflitto di competenza territoriale tra Vicenza e Milano, risolto dalla Cassazione con l'assegnazione al Tribunale veneto.
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Molto si è detto dei rapporti, troppo amichevoli?, tra Banca d'Italia e i vertici di Banca Popolare di Vicenza, in primis Gianni Zonin. Pubblichiamo ora in esclusiva il rapporto identificato come allegato 17 e relativo al Procedimento penale n. 5628/15 R.G.n.r. Mod. 21 avente per tema la "Gestione dei flussi di comunicazione tra la BPVi e la Banca d'Italia -dichiarazioni", in cui gli stralci delle dichiarazioni raccolte su quella gestione sono di Antonio Fagnani, Luca Triban e Katia Cassoli.
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