Candidatura Costantino Toniolo
Mercoledi 27 Gennaio 2010 alle 20:15Costantino Toniolo  Â
Presentazione candidatura Costantino Toniolo
Venerdì 29 gennaio alle ore 12.00 al Bar interno alla Stazione Ferroviaria di Vicenza
Costantino Toniolo incontrerà i giornalisti per presentare la propria candidatura in vista delle elezioni al Consiglio Regionale Veneto del 28 e 29 marzo 2010
Oggi: Sunia su vendita case ATER è con Lega
Lunedi 25 Gennaio 2010 alle 00:38Sunia   Â
Oggi lunedì 25 gennaio 2010, è convocata alle ore 12 nella sede del SUNIA provinciale in contrà Santa Corona (davanti al Tribunale) una conferenza stampa del segretario generale del Sindacato inquilini vicentino, Fulvio Rebesani, sulla questione della vendita degli alloggi ATER del Veneto, alla luce delle ultime prese di posizione della Lega Nord in Consiglio regionale.
Partito quest'ultimo contrario all'iniziativa proposta da importanti esponenti politici del PDL e attuata con legge regionale che porterebbe gli ex Iacp a fare cassa.
Le risorse raccolte secondo la proposta di legge, andrebbero reinvestite per la costruzione di nuove abitazioni.
Ma l'iniziativa secondo il SUNIA (e ora anche della Lega Nord!) non è stata organizzata bene ed il rischio è che le vendite portino ad un aggravamento delle cose!
Inoltre è da ricordare che all'inizio di questo fine settimana il Governo ha prorogato gli sfratti di altri sei mesi. Una iniziativa più volte auspicata dal segretario Rebesani e da tutti i dirigenti del SUNIA.
SUNIA - Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari e Proprietari di Prima Casa
Federazione provinciale di Vicenza
Contrà Santa Corona, 27
36100 Vicenza
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Provincia, permette qualche domanda?
Domenica 24 Gennaio 2010 alle 09:02Articolo pubblicato sul numero 179 di VicenzaPiù, in edicola da sabato a 1 euro e disponibile da domani nei punti di distribuzione in città , oppure scaricabile da oggi in formato pdf dal box a destra
Parchi evaporati, discariche "segrete" da verificare
e lo scontro (tutto interno al centrodestra, col Pd che tace) sul caso Cis-Filippi
I retroscena e gli interrogativi sul Ptcp
Nei documenti come questo, pomposamente chiamato "Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (o Ptcp)", trattandosi della Provincia che, al momento, ha poteri effettivi principalmente su scuole, viabilità e poco altro, in genere si trovano molto fumo e poco arrosto. Del resto, nello specifico si tratta di un atto d'indirizzo, cioè a dire una cornice di orientamenti che Palazzo Nievo dà ai Comuni, gli enti preposti alla reale pianificazione urbanistica. Eppure qualcosa che non torna, o semplicemente che non si trova, c'è sempre.
Dolomiti scomparse
Una prima questione riguarda l'assenza di qualsiasi riferimento al Parco delle Piccole Dolomiti. Istituito alla fine dell'ottobre scorso con un accordo fra Regione Veneto, Ministero dell'Ambiente e l'Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la recentissima area protetta lambisce anche una porzione della provincia vicentina. Nel Ptcp non si trova mezzo cenno ad un nuovo parco definito dall'assessore regionale Flavio Silvestrin «un nuovo modo di gestire la governance del territorio». A cui sono delegate «le funzioni d' incidenza ambientale (vinca) e le gestioni di tutte le zone z.p.s., aree protette e siti della rete Natura2000».
Zaia e Galan, amici ... nemici
Domenica 24 Gennaio 2010 alle 01:13Redazione di VicenzaPiù  Â
Zaia: ''Il Veneto sarà il laboratorio del federalismo fiscale''
Galan: ''Lascio un Veneto di imprenditori coraggiosi e sindaci non conformisti''
Doppio e quasi contemporaneo intervento ieri, sabato a Venezia e a Tessera del precedente Governatore e del contrastato candidato del centro destra.
Ecco i contenuti, in sintesi, dei 2 interventi.
Luca Zaia, il ministro dell'Agricoltura ed esponente della Lega Nord, candidato Governatore del Veneto dal centrodestra, ieri, in occasione della presentazione del candidato sindaco di Venezia, il collega di governo Renato Brunetta (Pdl)Â ha dichiarato:
"Lo slogan 'prima il Veneto' significa che questa regione dovrà essere la prima sul fronte del federalismo fiscale, dovrà diventare il laboratorio del federalismo nel nostro Paese", aggiungendo che "prima il Veneto vuol dire applicare subito i decreti sul federalismo fiscale. Ma dire che prima vengono i veneti è scritto nella Costituzione non è lo 'Zaia pensiero' e non prevede discriminazioni, sta a dire che i cittadini veneti, anche gli immigrati regolari che hanno la cittadinanza italiana, avranno tutti gli stessi diritti e gli stessi servizi. Noi siamo per l'integrazione degli immigrati in regola", quasi a voler smorzare le polemiche seguite a sue prevedenti dichiarazioni in cui si poteva supporre una componente discriminatoria nei confronti dei 'non veneti' in senso più lato.
L'attuale governatore del Veneto, Giancarlo Galan (Pdl), al convegno organizzato all'Alenia di Tessera da Confindustria Venezia e Unindustria Treviso sul futuro dei mercati nel 2010 ha, quasi in contemporanea stilato, dopo aver rinunciato a malincuore alla nuova candidatura e sia pure con la promessa da parte di Silvio Berlusconi di un importante ruolo ministeriale dopo le regionali, un quasi ‘testamento' politico della sua azione da Governatore della regione per 3 mandati consecutivi: "Il Veneto che verrà non potrà che essere il Veneto dell'innovazione continua, dei cambiamenti, di coloro che sanno di essere degli apripista, degli sperimentatori a tutto campo e questo a loro rischio e pericolo ...Il Veneto che lascio da presidente della Regione è il Veneto degli imprenditori coraggiosi e dei sindaci non conformisti ... Il Veneto degli imprenditori capaci di far compiere balzi in avanti sul piano culturale alle proprie aziende e quindi forti al punto di poter vincere le sfide dell'economia globalizzata. E accanto a questo Veneto, c'e' quello di tanti giovani politici e amministratori che non si limitano a coltivare il proprio orticello - ha aggiunto Galan con qualche chiaro sottinteso -, ma che, nel rompere le regole, sanno guardare 'oltre il giardino', oltre i limiti del più pericoloso e ottuso localismo. Questo Veneto, tra l'altro avra' sempre più bisogno di fare affidamento sulla cultura, su tutto ciò che può favorire e aumentare le possibilità di confrontarsi con le avanguardie creative, tecnologiche, produttive più che avanzate sugli scenari internazionali ... Il Veneto che verrà non potra' che essere il Veneto dell'innovazione continua, dei cambiamenti, di coloro che sanno di essere degli apripista, degli sperimentatori a tutto campo e questo a loro rischio e pericolo - ha concluso Galan -. Rischi e pericoli che a volte ti costringono a fermarti, a prendere fiato, non di sicuro a bloccarti per sempre, perché sarà talmente elevata la tensione raggiunta, sarà talmente forte il sapere accumulato, l'esperienza acquisita, che il cambiamento non potrà che esserci e dare i propri frutti. Tutto cambierà ancora e di più nel prossimo decennio, che vorremmo si concludesse con l'assegnazione a Venezia e al Veneto delle Olimpiadi, a suggello di una delle più straordinarie trasformazioni economiche, sociali e culturali vissute in Europa".
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Cis: un affare tra Pdl e Lega
Giovedi 21 Gennaio 2010 alle 18:06Partito Democratico Vicenza
Il Cis? Un regolamento di conti fra Pdl e Lega. Dimenticate le esigenze del territorio
Gruppo consiliare Pd provinciale: «Presentata una domanda di attualità per chiedere chiarezza sul futuro dell'area»
«Il Cis? Ormai è solo un regolamento di conti fra Pdl e Lega che hanno perso di vista gli interessi dei cittadini. Abbiamo presentato come gruppo consiliare del Pd una domanda di attualità per chiedere chiarezza su un progetto che riteniamo dannoso per il territorio».
È la lettura che dà il gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia delle recenti schermaglie fra Pdl e Lega sull'affare Cis, l'area di 500.000 metri quadrati in territorio di Montebello per cui si parla di un mega centro commerciale a fianco del polo logistico di interscambio merci.
«Da tempo il Partito Democratico si è opposto al progetto Cis, sollevando numerose obiezioni contro il progetto, votando contro il rinnovo delle fideiussioni per l'area Cis e invitando la Provincia, socio di maggioranza della Cis Spa, a riconsiderare il progetto che, allo stato attuale, riteniamo dannoso per il territorio - spiega Pietro Maria Collareda, capogruppo, a nome del gruppo consiliare del Pd in Provincia -. Negli ultimi giorni anche il Pdl si è messo di traverso chiedendo chiarimenti sull'eliminazione del vincolo che impediva la destinazione commerciale e scontrandosi con Alberto Filippi, senatore leghista e proprietario di circa metà dei terreni. Ci chiediamo come mai solo adesso sorgono dubbi all'interno del Pdl, dopo che da anni si sente parlare dell'ipotesi di un centro commerciale all'interno dell'area Cis e da tempo i Comuni della zona hanno approvato il Pati che prevede la destinazione commerciale. È realmente un passo indietro del Pdl, oppure sono solo schermaglie fra Pdl e Lega in vista delle elezioni regionali? Perché Berlato e Zanettin non vanno a chiedere chiarimenti all'interno del loro stesso partito (sempre che il Pdl vicentino, lacerato dalle correnti interne, debba considerarsi ancora un partito unico), al presidente della Cis Spa, il pidiellino Galdino Zanchetta, che ha sempre assicurato che tutto procedeva secondo le previsioni? Una domanda la rivolgiamo anche alla Lega: come mai il segretario provinciale e senatore Paolo Franco, che ogni giorno riempie le pagine dei giornali con i suoi commenti su ogni materia, mantiene sulla questione Cis un assordante silenzio lasciando da solo il senatore Filippi in balia delle accuse di speculazione? Perché non lo difende dalle pesanti accuse di speculazione immobiliare? Forse anche la Lega è lacerata al suo interno e Franco e Filippi non fanno parte della stessa corrente?».
«Invitiamo inoltre Pdl e la Lega a riflettere sul futuro di quell'area verde equivalente all'estensione di circa 100 campi da calcio; ci pensino bene prima di condannarla alla cementificazione senza che sia chiaro quali strutture saranno realizzate, senza che ci sia un progetto condiviso - concludono i consiglieri provinciali del Pd -. Al presidente Schneck chiediamo quali intenzioni abbia la Provincia. Permetterà l'insediamento di un centro commerciale dove da oltre vent'anni si parla di realizzare un centro logistico al servizio delle imprese del territorio? Nel caso l'operazione centro commerciale non andasse in porto è evidente che gli investitori privati si tireranno indietro: la Provincia continuerà a rinnovare fideiussioni all'infinito o abbandonerà il progetto? Cosa lascia pensare che dopo vent'anni il progetto Cis sia ancora valido, dato che nel frattempo i trasportatori hanno trovato altre sistemazioni logistiche, l'idea di scalo ferroviario è stata abbandonata, l'economia è in crisi ed in particolar modo il distretto della concia, che doveva essere il settore più interessato al Cis?».
Continua a leggereFiat, Termini Imerese e Costituzione
Venerdi 15 Gennaio 2010 alle 21:58
L'apertura dello stabilimento della FIAT di Termini Imerese, avvenuto 30 anni fa, era stato accolto con entusiasmo perché la più grande azienda italiana in assoluto ed una delle più autorevoli al mondo del settore automobilistico si insediava in un territorio senza tradizioni industriali. E perché avrebbe portato occupazione e avrebbe rappresentato un volano per il più complessivo territorio siciliano.
La Fiat negli anni ha ricevuto ingenti finanziamenti a fondo perduto. Questo è una dato oggettivo riconosciuto da tutti; soldi pubblici regalati agli Agnelli che come ringraziamento hanno sempre tenuto gli operai per le palle, ma sarebbe meglio dire con il cappio al collo rimanendo sempre pronti ad aprire la botola per impiccarli.
Così è stato anche per lo stabilimento siciliano, che tra le altre cose paga l'incapacità di una classe politica nazionale e siciliana che non è stata in grado di andare oltre per sostenere una politica di sviluppo e di progettualità di ampio respiro, sostenendo, per esempio, un indotto esteso e di qualità e una politica di valorizzazione della Sicilia e dei suoi prodotti con la conseguente ricerca di mercati di sbocco, mentre le risorse per le infrastrutture sono state disperse in migliaia di rivoli per alimentare clientele avide e piene di pretese. Somme sconcertanti che negli anni avrebbero potuto risanare un'intera isola e produrre lavoro e benessere a molte comunità .
Ora l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dal palco dell'Automotive News World Congress, precisa che la Fiat è un'azienda e ha le responsabilità di un'azienda: "siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese".
Molto bene, non fa una piega verrebbe da di dire, se non che i soldi presi a fondo perduto per l'apertura di questo stabilimento erano vincolati allo sviluppo e al mantenimento dell'occupazione e di certo non per smantellare tutto e per trasferire all'estero la produzione. Le responsabilità politiche sono oggettive, ma la Fiat non può lavarsene le mani in questo modo come se non fosse un suo problema.
D'altronde l'articolo 41 della Costituzione dice che: "l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività pubblica e privata possa essere indirizzata a fini sociali". Questo è quanto c'é scritto sulla Carta costituzionale, ragion per cui ritengo che il governo abbia il diritto-dovere di intervenire nella misura in cui l'operazione manageriale di Marchionne è in palese contrasto con il principio di utilità sociale e di salvaguardia della dignità umana descritto nel dettato costituzionale.
Alex Cioni
Membro direttivo provinciale Pdl
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Lettera aperta al direttore su Rosarno
Sabato 9 Gennaio 2010 alle 17:43Alex Cioni   Â
Riceviamo la lettera di Alex Cioni e pubblichiamo per commenti e riflessioni
La rivolta di Rosarno messa in atto dagli stranieri (è una della chiavi di lettura sui complessi fatti di Rosarno su cui l'analisi va approfondita, come si vede anche leggendo, ad esempio, gli spunti de Il Secolo XIX, n.d.r.), è uno dei segnali più eclatanti del fallimento dei più tipici ragionamenti cotonati del progressismo pensiero. Eccovi il paradiso multirazzista del capitalismo globale. Stiamo diventando americani, non europei ma occidentali.
Come al solito, invece di puntare l'obiettivo sulle reali cause del fenomeno migratorio, i soliti quaraquaqua all'italiana si sono limitati a cianciare sulla necessità di accoglienza, della solidarietà e quant'altro. Giusto che una nazione che alle spalle ha una civiltà millenaria come la nostra non si chiuda in un riccio, ma sarebbe stato preferibile se classe politica (capitalisti e comunisti), intellettuali salottieri in cerca di prebende, e prelati dalle chiese deserte, si fossero impegnati ad analizzare onestamente la questione per quella che è. Invece no!
Le immagini che vediamo in questi giorni sono la migliore rappresentazione del fallimento del melting pot quale stella polare del mondo progressista, che sia di sinistra o di destra.
I fatti parlano chiaro: siamo alla banlieusizzazione delle nostre periferie, alla guerra tra poveri dove l'odio è, e sarà , l'ingrediente principale a condimento di un inattuabile paradiso multirazziale. Siamo alla deriva culturale in una società cagionevole di salute dove ci si perde in discussioni moraliste per il Balotelli di turno, mentre su una vicenda come quella che sta avvenendo in queste ore a Rosarno, ci si divide come al bar sport su chi colpevolizza gli italiani e chi gli immigrati; senza però che nessuno entri nel merito, senza che nessuno punti il dito sulle reali motivazioni di questo dramma, senza che nessun alfiere del buonismo, del progressismo, e dell'universalismo si prodighi in una seria e credibile autocritica. W l'Italia!
Alex Cioni
Membro direttivo provinciale Pdl
Continua a leggereDavide Vittorelli risponde al sen. Franco su immigrati e Montecchio
Giovedi 7 Gennaio 2010 alle 23:08
Riceviamo e pubblichiamo
Sperando di trovare spazio nel vostro quotidiano (su web), saluto e ringrazio.
Davide Vittorelli
Vi scrivo al riguardo delle dichiarazioni del senatore Franco sul: "caso Montecchio".
Il Senatore, affermando che: "gli immigrati non perdono l'occasione di mostrare la loro intolleranza nei confronti delle regole della società civile", mi ha ricordato molto il toro che dava del cornuto all'asino.
Ma quale serietà può esserci nelle parole dell'Onorevole se è proprio il suo partito che fomenta lo scontro e la divisione tra culture?
Un partito, quello della Lega Nord, che in spregio a tutti gli insegnamenti civili e cristiani propone il "white christmas o Natale Bianco", suggerisce di sparare sui barconi dei disperati e fa accordi con il dittatore Gheddafi per trattenere disperati e fuggiaschi dalle guerre africane nelle prigioni libiche.
Il Pnv e la finta guerra fra alleati
Lunedi 28 Dicembre 2009 alle 14:09Pnv, Partito Nasional Veneto   Â
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Mozzarelle e Bufale di fine anno nulla possono contro l'indipendenza
La finta guerra tra alleati rafforza il PNV, unico voto utile per dare una svolta in Veneto
Dopo le strenne natalizie già si intravedono le prime mosse dei partiti italiani in vista delle prossime elezioni regionali del 2010 in Veneto.
Chi temeva o sperava in cambiamenti epocali, o nella creazione di un improbabile laboratorio politico veneto da parte della coalizione destra-leghista o di quella centro-comunista è rimasto deluso. Le logiche della politica italiana sono sempre ed unicamente improntate al trasformismo, ma mai al cambiamento.
Ha fatto quindi bene il PNV a tenere ben dritta la barra sull'indipendenza e ad indicare l'unica alternativa politica ai Veneti per non precipitare nel baratro italiano del più disastrato stato del mondo occidentale.
Un gigante marcio con i piedi di argilla malfermi che ora si ripromette di rubare i nostri pochi soldi nei conti correnti bancari per finanziare il proprio indebitamento parassitario.
Per distrarci da tutto ciò, è partita alla grande la bufala di una presunta guerra fratricida lega-pdl, o di una pseudo-rivalità zaia-galan, con il supergel governatore in pectore a simulare una "dura" campagna elettorale per prendere più voti dei cugini di governo. Dall'altra parte il pdl gioca a "specchietto" con i leghisti additandoli come ignoranti buzzurri da controllare tenendoli minoritari nella coalizione. I loro sparring partner dell'opposizione a Roma qui in Veneto poi contano come il due di picche e a nulla vale parlarne.
La strategia italiana per addomesticare il Veneto appare però un pò debole e non tiene conto dei problemi sociali che stanno mietendo nuove vittime economiche in Veneto. Molti artigiani e commercianti hanno già deciso infatti di non aprire i battenti a gennaio. La disoccupazione sta toccando duramente il cuore produttivo del Veneto, come mai prima, almeno dal dopoguerra. Interi settori industriali storici in Veneto si interrogano sulle prospettive future quanto meno dubbie.
Cosa possono dunque fare i Veneti per dare un forte segnale politico?
Votare pdl o lega serve a poco, dato che hanno già vinto le elezioni con il 60-70% e dunque un voto in più o in meno dato a loro è un voto inutile, a parte decidere le cordate degli appalti regionali, cosa che interessa solo ai galoppini di partito. Votare a sinistra o ad altri sterili raggruppamenti di centro poi è ancora più assurdo, dato che costoro in Veneto perdono sempre per definizione.
L'unica reale possibilità che resta ai Veneti per dare un forte segnale di cambiamento è quindi votare PNV, votare per l'indipendenza del Veneto.
Solo così si otterrà un duplice risultato:
Si farà entrare con forza nell'agenda politica il tema della nostra indipendenza;
Si stimoleranno e si rafforzeranno le componenti riformiste moderate e più sane della coalizione che vincerà le elezioni.
L'unico voto utile il 28 e 29 marzo 2010 è il voto dato al PNV. Tutto il resto è fatica sprecata, un voto buttato nel macero dei giochi già fatti e del tradimento degli interessi veneti.
Henetoi
Continua a leggereCiambetti (Lega Nord) polemico con Galan
Sabato 26 Dicembre 2009 alle 16:53
Ciambetti (Lega): "Le dichiarazioni di Galan spiegano meglio di ogni altra cosa perché il Veneto ha bisogno del cambiamento"
"Non si replica, né si risponde alle parole offensive di Giancarlo Galan, che è stato governatore del Veneto anche grazie ai voti degli elettori leghisti, anche grazie alla lealtà dimostrata sempre dalla Lega nei suoi confronti: se la Lega avesse scelto la strada del ‘non aderire, né sabotare‘ egli, forse, non sarebbe stato governatore". Il presidente del gruppo consiliare regionale leghista, Roberto Ciambetti, ha brevemente commentato l'intervista rilasciata dal governatore del Veneto, Giancarlo Galan, che ha "dato un brutto ma purtroppo veritiero spettacolo di sé - ha detto Ciambetti - confermando, per altro, la necessità di un cambiamento nella guida di questa Regione: è credibile, politicamente e moralmente, una persona che sputa nel piatto in cui ha mangiato? C'è da rabbrividire nel leggere le dichiarazioni di Galan e avvertire in esse un odio non solo verso i cittadini che votano Lega - ha continuato il presidente del gruppo consiliare leghista - ma anche verso i suoi stessi amici di partito. Goethe diceva che l'ingratitudine è una forma di debolezza: "non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati" . Mentre tante famiglie venete stanno vivendo un Natale veramente difficile il governatore Galan dà una immagine pietosa della politica, una immagine che rifiutiamo. Noi guardiamo a ben altra politica, vogliamo una svolta vera, chiediamo un cambiamento nel segno del rigore e dell‘austerità , dei programmi e dell'intelligenza. Galan è uomo intelligente: ha capito che il Veneto ha bisogno di volti nuovi e sa che deve lasciare la guida della Regione perché non è più la persona adatta per questo compito, lo aveva già scritto sul suo libro "Il Nordest sono io" - continua Ciambetti - non accetta dentro di sé il fatto d'aver chiuso una stagione della sua vita e accusa la Lega Nord-Liga veneta di colpe che non ha: posso solo augurargli una stagione di successi come ministro. Successi che otterrà , per altro, stando in un governo dove saranno determinanti proprio quei voti leghisti sui quali oggi sputa veleno".
" Sarebbe poi interessante capire le ‘sentinelle' evocate da Galan e a cosa servono. Il Veneto - ha concluso Ciambetti - con Zaia e la Lega Nord vuole guardare al futuro: c'è chi teme i cambiamenti, chi li osteggia, chi invece ha capito che il vero motore della storia e dello sviluppo sociale sta proprio nel saper cambiare al momento giusto con le persone giuste"