Il quotidiano locale ha pubblicato, giorni addietro, un sondaggio relativo alla conoscenza di alcuni soggetti politici o che si riterrebbero interessati ad una partecipazione politico-ammnistrativa della città . I dati prodotti hanno modesto valore elettorale ma aprono la strada ai sondaggi che hanno fatto e stanno facendo seguito. Il secondo, tre pagine del quotidiano dedicate a questo simpatico argomento sempre affidato a YouTrend è quello pubblicato domenica 12 c.m. dal quale si potrebbero facilmente ricavare spunti polemici ma che può essere messo in archivio con la dicitura "Primarie di Coalizione PD" .
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Il titolo di un ampio servizio-intervista su Il Giornale di Vicenza dedicato al parco della Pace e al sindaco Achille Variati mi crea qualche perplessità , o per lo meno mi pone qualche interrogativo. Recita, il titolo "Una comunità gestirà il parco della Pace". Infatti nel rispondere ad una appropriata domanda del giornalista il sindaco risponde che sarebbe suo desiderio, volontà , che nascesse una vera e propria comunità del parco, composta da un insieme di persone appassionate. Lodevole aspirazione che però non garantisce, se non in presenza di precise regole e altrettanto precisi impegni da parte dei volontari appassionati gestori, una corretta cura del parco.
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Roberto Cattaneo, consigliere del Comune di Vicenza di Forza Italia, interviene dopo l'approvazione del progetto che istituisce il parco della Pace da parte dell'amministrazione comunale guidata da Achille Variati avvenuta ieri 3 ottobre: "Comprendo il sentimento di soddisfazione e di auto glorificazione e autoincensamento del sindaco quando afferma che l'aver realizzato il parco della Pace lo consegnerà alla storia della città come è stato per il passato il parco Querini e Campo Marzo. Comprendo molto meno il paragone fatto con i due grandi parchi della città visto come sono ridotti sotto il suo governo."Continua a leggere
Il futuro apparterrà a coloro che verranno. E' compito dei genitori e degli amministratori preparare per loro un buon futuro. All'insegna di questa prospettiva aprirà il cantiere dell'erigendo Parco della pace (ndr per Antonio Dalla Pozza: questo articolo sì, è scritto da Italo Francesco Baldo) nella primavera del 2018, giusto in tempo per le elezioni amministrative, dove ancora una volta il parco sarà la bandiera dei futuri amministratori. Purtroppo mai è stato chiarito da parte di chi, cavalcando il parco senza cavallo, ovviamente, tranne quello dei pantaloni, ha dato tutto se stesso per la città quanto costerà oggi e domani, per i nascituri, il parco stesso, per predisporlo prima e soprattutto poi per gestirlo.
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"La scelta del Parco della Pace resterà nella storia di questa città . Come in altre epoche vi restarono Parco Querini e Campo Marzo". Dopo aver esordito così, come già riportato qui riprendendo la nota ufficiale, il sindaco Achille Variati ha precisato: "Questo parco, che a un osservatore superficiale potrebbe sembrare sproporzionato per Vicenza, resterà infatti a godimento non solo della città , ma degli abitanti di un territorio molto più ampio, e dei turisti italiani e stranieri...". Qui presentiamo il video dell'annuncio della nuova opera vicentina (una delle sette meraviglie, almeno, annunciate dall'amministrazione uscente) completo dell'intervento, ovviamente, del sindaco e dell'architetto Benedetto Selleri del gruppo dei progettisti di Pan Associati.
"La scelta del Parco della Pace resterà nella storia di questa città . Come in altre epoche vi restarono Parco Querini e Campo Marzo". Così il sindaco Achille Variati ha commentato l'approvazione da parte della giunta comunale del progetto definitivo - esecutivo della grande area verde di 60 ettari, finanziata dallo Stato per 8,6 milioni di euro nell'ambito delle compensazioni per la base americana "Renato Del Din" e per 3,7 milioni di euro attraverso il bando Periferie.
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Non tutte le ciambelle escono con il buco. Se da un lato le aree verdi cittadine sono in aumento, la gestione dei parchi pubblici sembra essere un problema difficilmente superabile dall'Amministrazione comunale. Fin dal suo ritorno a palazzo Trissino, il sindaco Achille Variati ha voluto imprimere un impronta green al suo governo, una scelta che, almeno in parte, si è rivelata un'arma a doppio taglio. Quando il prossimo anno i cittadini si ritorneranno al voto, Vicenza avrà , più o meno ultimati, due nuovi grandi parchi: quello nell'ex area Zambon, dove da poco sono iniziati i lavori, e il Parco della Pace. Sulle due aree gravitano pesanti incognite, ma più di tutto è l'esistente a preoccupare. Campo Marzo è un'area ancora da recuperare, Parco Querini è affollato solo dai conigli e a quello delle Fornaci serve, ancora, manutenzione. Insomma, bene ma non benissimo.
Sono d'accodo col capogruppo della Lista Variati, il consigliere Sandro Pupillo, scrive in una nota che pubblichiamo Roberto Cattaneo consigliere comunale e provinciale di Forza Italia, quando dichiara che la militarizzazione di Campo Marzo non è la soluzione dei suoi problemi. Ma dovrebbe anche aggiungere che questi problemi sono diventati gravissimi in questi ultimi anni e che molta responsabilità del fatto che il parco per eccellenza della città sia diventato terra di nessuno o meglio dello spaccio, dei balordi, della micro criminalità e oltremodo degradato sia proprio di una amministrazione, che lui sostiene, miope e disattenta.
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Il 28 luglio alcune associazioni del Tavolo della Partecipazione del Parco della Pace, in un comunicato stampa reso noto prima ai media e, due giorni dopo, inviato alle autorità cittadine e agli altri componenti il Tavolo della Partecipazione - contravvenendo così ad una regola di comportamento del Tavolo stesso -, si sono dette contrarie al progetto di Parco recentemente approvato dalla Giunta Comunale. A sua volta, detto comunicato è stato divulgato da alcuni media come espressione di tutto il Tavolo, che avrebbe, dunque, "bocciato" tale progetto. Le cose non stanno così.
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Il Torrione di Porta Castello è al centro di un dibattito  in una città , Vicenza, che è stata abituata, da diversi anni, ad essere oggetto della attenzioni di un vicesindaco, Jacopo Bulgarini d'Elci, che non riesce ad affrontare le diverse problematiche se non su un terreno di sfida e di un concetto che, un tempo, era patrimonio di ideologie a dir poco centralistiche: ho la verità in tasca e chi non la pensa come me è in errore. In verità il linguaggio usato, seppur da qualche tempo, di recente, direi da quando ha avviato la campagna elettorale in modo palese, epurato dai toni eccessivamente forti, rimane robusto. Vi sono due posizioni su questo tema.
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