L'idea di Variati: una comunità per il parco della Pace e 23 cent a mq per la cura dei ca. 600.000 mq del "solo verde". O solo... 95 cent come attuale verde, il che fa 500.000 euro?
Domenica 15 Ottobre 2017 alle 14:51 | 1 commenti
Il titolo di un ampio servizio-intervista su Il Giornale di Vicenza dedicato al parco della Pace e al sindaco Achille Variati mi crea qualche perplessità , o per lo meno mi pone qualche interrogativo. Recita, il titolo "Una comunità gestirà il parco della Pace". Infatti nel rispondere ad una appropriata domanda del giornalista il sindaco risponde che sarebbe suo desiderio, volontà , che nascesse una vera e propria comunità del parco, composta da un insieme di persone appassionate. Lodevole aspirazione che però non garantisce, se non in presenza di precise regole e altrettanto precisi impegni da parte dei volontari appassionati gestori, una corretta cura del parco.
Che non è un giardino qualsiasi, e il sindaco lo precisa quando ammette che non basta un custode che apra e chiuda i cancelli e pulisca i servizi igienici.
Un'area verde, e non solo, che è molto bene descritta, nelle sue particolarità numeriche da uno dei progettisti, l'architetto Benedetto Selleri che ci fa sapere che "Saranno piantati 1.292 alberi autoctoni destinati a raggiungere grandi dimensioni; 8.245 piante forestali per formare boschi tipici del territorio, 62.600 specie erbacee che andranno a ricostituire anche ecosistemi ormai scomparsi dalla campagna veneta; 29.650 grammi di seme per dare alla natura il modo di svilupparsi interamente in loco. Il parco ospiterà 36.700 metri quadri di laghi di varie profondità per la valorizzazione delle biodiversità ; 60.600 metri quadri di canali; 357.700 metri quadri di prati; 31 passerelle; 6 guadi. Per il tempo libero ci saranno 41.900 metri quadrati di aree sportive; 5.000 metri di pista ciclabile; 7 aree didattiche; un'area wilderness (area naturale, selvaggia, ndr) ; un grande giardino centrale di 200 metri per 60 destinato in particolare ai bambini. Lungo strada Sant'Antonino, oltre alla casa del parco, un hangar sarà trasformato nell'ingresso del parco, un altro in spazio polifunzionale e un terzo nel museo."
Affermare che l'intero complesso costerà alla città , dopo i due anni di manutenzione spettante alla ditta appaltante, solo 23 centesimi al metro quadrato, per la cura del "solo verde" è, per lo meno, risibile, specie se si tiene conto dell'esempio che ci fa il sindaco, quando ricorda che l'attuale verde di proprietà comunale costa circa 95 centesimi al metro.
Viene spontaneo chiederci se è corretta questa cifra o quella del Parco della Pace che è esattamente inferiore di ben quattro volte, abbondanti. Se le cose stanno così non rimane che chiederci che fine fanno i soldi per il verde pubblico visto anche l'esito infelice di alcune situazioni. Ma temo che il costo del parco non sia così modesto come può apparire visto che un altro progettista, l'architetto paesaggista Franco Zagari, nel fascicolo n. 1 "Verso il Parco della Pace" dichiara "Da un punto di vista funzionale è un dispositivo (il Parco naturalmente) semplice, aperto alla comprensione immediata del pubblico, quanto sofisticato nei suoi contenuti, che sono anche simbolici e narrativi. Deve essere accessibile, accogliente, semplice da mantenere, robusto, sicuro ecc...".
Non proprio semplice come si tenta di farlo apparire. Direi che con l'ampia articolazione degli elementi posti nel progetto, per la manutenzione e cura in piena sicurezza dei visitatori, serve un bel po' di gente, forse anche volontaria, ma decisamente competente e le competenze e le sicurezze, persone e assicurazioni, costano care.
Ma tornando un attimo ai numeri elencati dal sindaco Variati in merito al verde pubblico esistente, che tutto assieme raggiunge 1.350.000 metri quadrati, i conti non tornano proprio perché i 600.000, abbondanti, metri quadrati del Parco sono poco meno della metà di questo patrimonio pubblico e quindi, in proporzione, a spanne il costo dovrebbe essere di almeno mezzo milione di euro abbondanti anche questi. Un esempio che forse al sindaco conveniva evitare di fare.
La morale della favola è che il Parco della Pace, per qualcuno un sogno, per altri esattamente un incubo, non si trasformi in un problema di tale dimensione che tutto quello che accade ora in Campo Marzo sembri un domani una goliardata. Il progetto del Parco della Pace, come tale è sicuramente un lavoro pregevole e ne va riconosciuto il merito ai professionisti che se ne sono occupati ma da vicentino con i piedi per terra continuo a ritenere che una bella e solida fattoria didattica sarebbe stata una scelta assai più conveniente, convincente e utile e per la città un problema di meno e un po' di sicurezza in più.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
Tanto dice Variati ci penseranno gli altri, speriamo non il suo Vice.