«Dopo la grande crisi internazionale e la grande truffa delle ex Popolari (tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr), il Nordest della finanza è un campo arato su cui nessuno sa cosa seminare. Neanche gli Amenduni di Vicenza, tra i pochi sufficientemente forti per guardare al futuro con un disegno strategico»: è così che su L'Economia, il nuovio allegato a Il Corriere della Sera, scrive Stefano Righi nel suo articolo "Generali, Amenduni e i soci nascosti" da cui sintetizziamo pr i nsotri lettori alcuni passaggi. La famiglia Amenduni è, infatti e come osserva Righi, una delle poche che ancora può guardare al futuro, con la Valbruna, un gruppo da 200 mila tonnellate di acciaio prodotte e presente in 40 paesi.
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Sullo "stato di avanzamento" della proposta di transazione fatta da Gianni Mion e Fabrizio Viola a 95.000 soci risparmiatori della BPVi (di)segnata dal ventennio di Gianni Zonin ci invia una nota sotto forma di lettera/sfogo l'avv. Franco Conte, presidente di Codacons Veneto e, come sempre e per tutti, la pubblichiamo con, però, un trasporto maggiore visto che per contingenze professionali abbiamo avuto modo di parlare spesso con lui, lucido nelle sue logiche, pronto a esporre ed esporsi anche se lontano dalle "manifestazioni di massa" ma, da ex politico e formato da avvocato, altrettanto disposto a cercare equilibri anche quando lo squilibrio di partenza sembra insormontabile.
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Pierpaolo Baretta, sottosegretario dell'Economia e delle Finanze, lo abbiamo incontrato e intervistato per la prima volta a Vicenza il 26 novembre 2016 in occasione dello "sfortunato" convegno beffa organizzato sul flpo della Banca Popolare di Vicenza al teatro cittadino dal sindaco e presidente della provincia di Vicenza, Achille Variati, mal guidato dal presidente di una sedicente Associazione nazionale, e disertato dalle vere e più consistenti Associazioni che rappresentano la maggior parte dei soci delle due ex Popolari venete. Tra queste quella più fattiva a Vicenza, "Noi che credevamo nella BPVi", lo aveva invitato alla sua grande assemblea del 4 febbraio scorso trasmessa in diretta streaming su VicenzaPiu.tv e ora disponibile sul canale Youtube di VicenzaPiu.com ma, impossibilitato a venire per altri impegni, il sottosegretario di origini anagrafiche veneziane e di formazione sindacale tra i metalmeccanici della Cisl aveva invitato il presidente dell'Associazione, Luigi Ugone, a Roma per un incontro riservato proprio a Noi che Credevamo nella BPVi.
«"E ora di fatti non di parole". Scandisce con tono deciso questa frase il presidente dell'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" Luigi Ugone al termine dell'evento andato in scena lo scorso sabato (4 febbraio, ndr) al palasport di Via dei Cavalieri di Vittorio Veneto e trasmesso daVicenzaPiu.tv e LaPiù.tv (e ora disponibile on demand). Il monito aveva un destinatario preciso, il sindaco e presidente della Provincia Achille Variati, la figura di prestigio richiamata a rappresentare la politica cittadina davanti all'assemblea...»: così introduceva il nostro Pietro Zanella la documentazione video del «match vero tra Luigi Ugone e Achille Variati: il duello tra politica e cruda realtà andato in scena all'assemblea di "Noi che credevamo nella Bpvi"». La sfida ha registrato uan evidente sconfitta politica e popoalre sul viso di Variati, per la prima volta bianco e tirato nella sua quarantennale carriera politica di fronte all'evidenza delle sue colpevoli assenze e del suo girare lo sguardo altrove durante e dopo il flop della Banca Popolare di Vicenza.
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"E ora di fatti non di parole". Scandisce con tono deciso questa frase il presidente dell'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" Luigi Ugone al termine dell'evento andato in scena lo scorso sabato al palasport di Via dei Cavalieri di Vittorio Veneto e trasmesso da VicenzaPiu.tv e LaPiù.tv. Il monito aveva un destinatario preciso, il sindaco e presidente della Provincia Achille Variati, la figura di prestigio richiamata a rappresentare la politica cittadina davanti all'assemblea. Un compito non facile per Il primo cittadino, abituato per stile e modi alla pacatezza, ma allo stesso tempo chiamato a gestire una platea difficile, composta da circa 1200 persone, risparmiatori, cittadini, facce stanche delle solite promesse.
Dopo che il 3 gennaio Achille Variati faceva il suo ennesimo annuncio in pompa magna su "Un fondo immobiliare per ridisegnare Vicenza", il 7 gennaio su VicenzaPiu.com lanciavamo un preoccupato warning: "Investire Sgr incaricata da Achille Variati di studiare valorizzazione di immobili comunali: è coinvolta nel crac da 850 mln per chi ha comprato i suoi fondi immobiliari da Poste" e facevamo delle domande al sindaco, che, dopo aver provato a "vendere" una sua versione (in)credibile tramite un altro mezzo, evitava risposte chiare a cui non reagivano nè i media locali nè i politici di opposizione a parte Liliana Zaltron. La "consigliera" comunale del Movimento 5 Stelle Vicenza il 10 gennaio depositava un'interrogazione in cui chiedeva: "- Il Sindaco e la Giunta erano a conoscenza del problema legato alla svalutazione dei due fondi immobiliari gestiti da Investire Sgr e sottoscritti da utenti delle Poste Italiane come riportato nell'articolo in premessa? - se non lo erano, come è stato possibile che il Sindaco e la Giunta abbiano "dato il via libera" a Investire Srg affinchè la stessa proponga a sue spese uno studio di fattibilità , senza prima aver fatto i dovuti approfondimenti?".
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È sicuro e incontestabile che per il disastro della Banca Popolare di Vicenza, non risolto ancora dalle sia pur possenti spalle di... Atlante, abbiano pagato decine di miglaia di azionisti, almeno il 40% dei quali di Vicenza, del Vicentino e del Veneto ed entrati per la loro grandissima maggioranza con dei risparmi in una banca cooperativa per poi ritrovarsi in una S.p.a. con un pezzo di carta, che chiamavano (cattiva) azione i precedenti padroni del vapore scappati con tutta la nave lasciando quì solo il fumo intriso di sogni e progetti bruciati. Per i 62,50 euro che "valevano", dicevano Gianni Zonin e i suoi scudieri, quelle azioni scese, poi, con un minimo di controllo a 10 centesimi, oggi la nuova gestione della BPVi arriva a proporre a 94.000 dei 118.000 azionisti 9 euro.
VicenzaPiu.tv e LaPiù.tv, dopo aver proposto l'evento in diretta, trasmettono in streaming dalle 21.01 di oggi, sabato 4 febbraio, (altri orari domani domenica alle 1.32, 7.52, 12.11, 16.40 e 23) le repliche integrali dell'assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oganizzata dall'associazione "Noi che credevamo nella BPVi". L'assemblea si è svolta nel palasport di Via dei Cavalieri Vittorio Veneto pieno in ogni ordine di posti, davanti alle telecamere di molte tv nazionali, tra cui Rai Due e La7 e con la regia lucida e la "conduzione" magistrale del presidente dell'associazione Luigi Ugone. L'evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Don Torta, di numerosi esperti, del nostro direttore, Giovanni Coviello, autore del libro "Vicenza. La città sbancata", e di Alessandro Montagnoli, consigliere Regione Veneto, e, soprattutto, di Achille Variati a rappresentare la "politica"
Alle prime repliche ne seguiranno una serie da lunedì in poi sempre in streaming (per la programmazione clicca qui) e tutte visibili sul sito www.vicenzapiu.tv oppure scaricando l'app gratuita VicenzaPiù Tv in ambiente Apple iOs o Android. .
"Egregio direttore - ci scrive Riccardo Federico Rocca dello Studio Rocca -, non ha senso rifiutare tout court la proposta transattiva delle popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Vanno piuttosto verificate le specifiche situazioni caso per caso. A mio avviso, può avere interesse ad accettare chi ha investito meno di 20.000 euro, chi possiede azioni acquistate in prevalenza tra il 2007 e il 2010, e chi - come molti degli iscritti alle innumerevoli improvvisate associazioni di azionisti/risparmiatori - non dispone di validi avvocati e rischia di soccombere se avvia il contenzioso. È pacifico che anche i dipendenti e i loro familiari, oltre ai fornitori dovranno accettare obtorto collo e, pertanto, con la loro proposta le popolari venete possono di molto sfrondare la giungla dei potenziali ricorrenti". Il ragionamento di Rocca non fa sulla carta una grinza ma ci viene di fare un paio di considerazioni aggiuntive.
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Ieri i vertici di Banca Popolare di Vicenza e quelli di Veneto Banca si sono allenati alla "prossima fusione" prospettando insieme la proposta di transazione che verrà recapitata da oggi via lettera (clicca qui per il modello standard) ai 94.000 soci individuati dalla BPVi come "beneficiari" dei 9 euro e ai 75.000 dell'Istituto montebellunese a cui andrebbe il 15% della perdita subita negli ultimi 10 anni, per motivi spiegati ieri (in sostanza il largo range del valore delle emissioni di quest'ultima ex Popolare a fronte del valore di fatto uguale tra i 60 e i 62,50 euro della Popolare vicentina). Abbiamo registrato ieri le prime reazioni, urlate dai pochi coraggiosi al freddo fuori dallo Sheraton di Padova o inviate con calma olimpica dal Codacons Veneto. Mentre fa pensare il silenzio ufficiale (al telefono ci siamo sentiti ma in maniera, purtroppo, riservata) di "Noi che credevamo nella BPVi", l'associazione presieduta da Luigi Ugone, la pià "barricadiera" se non anche la più numerosa, vi proponiamo di seguito , intanto e prima di altre che ci stanno arrivando, la nota molto significativa di un altro gruppo storicamente consistente, quello raccolto intorno a Don Torta.
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