Archivio per tag: Concia

Categorie: Politica, Fisco

Crisi etica ed economica nella Valle del Chiampo

Venerdi 21 Maggio 2010 alle 22:46
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Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra Veneta - PRC Sinistra Europea
Interventi urgenti e concreti nel settore conciario della Valle del Chiampo
Interrogazione a risposta immediata presentata il 21 maggio 2010 dal consigliere Pietrangelo Pettenò.
Premesso
che il distretto conciario della Valle del Chiampo (VI) sta attraversando il periodo più buio dalla sua nascita;
che tale fase è dovuta non solo alla crisi internazionale - che non accenna a diminuire nella sua intensità - ma anche a comportamenti scorretti, nella competizione tra le imprese, basati su di una imponente evasione fiscale nel campo della fatturazione Iva;

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Categorie: Politica, Sanità, Fisco

Sistema concia e capri espiatori

Mercoledi 14 Aprile 2010 alle 21:26
ArzignanoChe cos'è esattamente l'affaire concia scoppiato dalle parti di Arzignano? Si tratta semplicemente di una serie di episodi di malaffare che ha ammorbato l'ovest Vicentino unitamente alle vallate del Chiampo e dell'Agno? C'è il rischio invece che uno dei pilastri sui quali si sono rette intere fortune imprenditoriali, oltre al duro lavoro e le ovvie capacità manageriali, sia la possibilità di eludere o violare sistematicamente le regole? E la politica che ruolo ha avuto in tutto ciò? Ha scritto regole efficaci e chiesto controlli adeguati? Qualcuno sapeva del bubbone scoppiato durante le ultime settimane per l'azione dei magistrati?

I numeri. Tanto per dare un'idea di massima il settore conciario fino a qualche tempo prima della crisi dava lavoro a 8.000 persone tra dipendenti e indotto. Il giro d'affari ammonta ad un paio di miliardi di euro . Dati che vanno presi con le pinze perché il settore è polverizzato e perché anche il nero fa la sua parte. Il Corsera del 24 marzo 2010 con una espressione efficace aveva paragonato il fatturato del settore pelli a quello di Agip e Pirelli messe insieme. Tanto per intenderci siamo di fronte ad una delle realtà industriali più importanti della provincia.

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Categorie: Politica

Appello dell'Unic per la tutela della Concia

Venerdi 26 Marzo 2010 alle 20:38

Unic, Unione Nazionale Industria Conciaria   

 

UNIC, l'appello dell'Unione Nazionale Industria Conciaria: "Tuteliamo il patrimonio comunitario"

"Tutelare il patrimonio comunitario per il futuro delle imprese e dei lavoratori". È questa la presa di posizione dell'Unic, l'Unione Nazionale Industria Conciaria, di fronte ai dati elaborati dal servizio economico dell'associazione. Dati che presentano una realtà a due facce: se anche la concia veneta paga, in linea con la media europea e nazionale, un calo della produzione per oltre il 30% nel decennio, tuttavia il distretto ha mantenuto il primato tecnologico e ambientale, restando uno dei principali centri conciari del mondo, e ha portato le proprie esportazioni al valore di 1,3 miliardi rappresentando il 50% dell'export nazionale.
In questo quadro non mancano però fattori di disturbo che rischiano di impedire alla concia veneta di recuperare fatturato ed occupazione: da un lato, l'aumento dei prezzi della materia prima, più che raddoppiati rispetto ad un anno fa; dall'altro, l'accaparramento di pellame grezzo europeo compiuto in particolare dagli operatori cinesi. Su questo punto specifico arriva da Unic l'allarme e la richiesta di avviare specifiche azioni di tutela del patrimonio comunitario.

Unione Nazionale Industria Conciaria
L'area pelle mondiale e le prospettive della concia vicentina sono state commentate nel convegno tenutosi martedì 23 marzo a Villa Brusarosco, Arzignano (VI).
A conferma delle generali preoccupazioni, soprattutto nel campo dell'approvvigionamento, si è avuta una partecipazione qualificata di imprenditori, sia veneti sia nazionali, guidati dal presidente Unic, il toscano Graziano Balducci.
Presente ed oratore il numero uno di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato, l'incontro è stato condotto dal presidente della sezione concia vicentina, Walter Peretti.
I dati ed i grafici della ricerca, elaborati dal Servizio Economico Unic, hanno evidenziato il calo della produzione conciaria veneta per oltre il 30% nel decennio, pari comunque alla media italiana ed europea.
Nel periodo si è contrapposto un deciso aumento asiatico (Cina, India) e sudamericano (Brasile).
Il distretto ha tuttavia mantenuto il primato tecnologico ed ambientale, restando uno dei principali centri conciari del mondo.
La delocalizzazione della manifattura europea e statunitense in oriente, accentuata particolarmente nell'arredamento e nella calzatura, ha trovato una pronta risposta negli arzignanesi che hanno portato le proprie esportazioni al valore di 1,3 miliardi, da un lato rappresentando il 50% dell'export nazionale e dall'altro spedendo nella stessa Cina ben il 15% del totale!
Ora, con tutte le cautele del caso, la progressione, dopo la pausa dell'ultimo biennio, è prevista riprendere sia nell'arredamento imbottito che nella scarpa, con velocità diverse tra est ed Europa.
Ci sono purtroppo fattori di disturbo che potrebbero impedire alla concia veneta di recuperare fatturato ed occupazione, in discesa.
Il primo riguarda la materia prima, i cui prezzi sono più che raddoppiati rispetto ad un anno fa.
La tensione è destinata a durare, peggiorata dalla riduzione di disponibilità, causata da una domanda alimentare diversa.
Per esempio, sulle pelli di qualità medioalta, materiale di trasformazione da noi preferito, incombe la costante contrazione delle macellazioni europee, con una perdita di 150.000 tonnellate rispetto a dieci anni fa.
Nella fascia medio-economica invece le difficoltà provengono dal crescente protezionismo dei
fornitori esteri, come Brasile, India e Russia, che cercano di favorire i conciatori locali.
L'elemento nuovo è rappresentato dall'accaparramento di pellame grezzo europeo, compiuto dai cinesi senza problemi finanziari, che potrebbe assorbire in pochi anni l'intera offerta continentale lasciando le nostre concerie prive di rifornimento.
Unic ha infatti avviato richieste di specifica tutela del patrimonio comunitario per il futuro delle imprese e dei loro lavoratori.

 

 

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Categorie: Politica

Made in Italy anche al settore conciario

Mercoledi 17 Marzo 2010 alle 22:09
Paolo Franco    

 

Tracciabilità e assegnazione del marchio "Made in Italy" anche al settore conciario


Senatore Paolo Franco, Lega Nord (foto senato.it)Grazie all'emendamento introdotto nel testo, elaborato e proposto dal senatore Paolo Franco con altri colleghi del Senato, la tracciabilità e il marchio "made in Italy" sono stati assegnati anche ai prodotti del settore conciario.
Le " Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri", contenute nel disegno di legge presentato dall'onorevole leghista Marco Giovanni Reguzzoni, saranno confermate nella terza e definitiva lettura dalla Camera dei Deputati.
La modifica del testo originario del ddl costituisce un passaggio molto importante, in quanto l'attribuzione al settore conciario del marchio "made in Italy" e della tracciabilità evidenziano le caratteristiche proprie e peculiari del processo di lavorazione e di commercializzazione dei prodotti conciari, dando risalto ai prodotti e favorendo le aziende che producono prevalentemente sul territorio nazionale.
"La valorizzazione dei prodotti conciari favorirà il recupero e lo sviluppo del settore conciario del distretto arzignanese, agevolando il mantenimento in loco della produzione, e quindi dell'insieme di competenze specifiche del nostro distretto, nonché dei posti di lavoro - dichiara il senatore Paolo Franco - In questo difficile periodo di crisi internazionale e di malaffare locale che ha coinvolto il settore, è necessario dotare gli imprenditori e i lavoratori onesti, che tanto hanno dato e ancora continueranno a dare anche nel futuro all'economia vicentina, di ulteriori strumenti a tutela della propria attività. Da uomo e parlamentare nato e cresciuto nella Valle del Chiampo credo fortemente nella forza, propria della nostra gente, derivante dall'appartenenza ad una medesima comunità; e quindi nell'altrettanto intensa volontà di lavorare, ciascuno secondo il proprio specifico compito, per il bene comune: il lavoro e l'impegno restano il migliore viatico per superare il difficile periodo che stiamo attraversando."
Reparto Concia II marchio "made in Italy" è sinonimo di qualità a livello mondiale, intesa sia sotto il profilo artistico e dell'ingegno che dal punto di vista della qualità e salubrità intrinseca al prodotto stesso. Grazie all'attribuzione del marchio "made in Italy" e della tracciabilità, ai prodotti conciari è stata data la giusta valorizzazione ai prodotti di questo settore.

Nel testo della legge in approvazione, l'emendamento introdotto si colloca ai commi 8 e 9 dell'articolo 1).

 

Di seguito i punti salienti presenti nel testo legislativo che interessano il settore della concia:

Atto Senato 1930
Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri
Art. 1.
(Etichettatura dei prodotti e « Made in Italy »)
1. Al fine di consentire ai consumatori finali di ricevere un'adeguata informazione sul processo di lavorazione dei prodotti, è istituito un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti e intermedi, intendendosi per tali quelli che sono destinati alla vendita, nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero, che evidenzi il luogo di origine di ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti stessi.
4. L'impiego dell'indicazione «Made in Italy» è permesso esclusivamente per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione, come definite ai commi 5, 6, 7, 8 e 9, hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e in particolare se almeno due delle fasi di lavorazione per ciascun settore sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le rimanenti fasi è verificabile la tracciabilità.
8. Ai fini della presente legge, per «prodotto conciario» si intende il prodotto come definito all'articolo 1 della legge 16 dicembre 1966, n. 1112, che costituisca parte del prodotto finito o intermedio destinato all'abbigliamento, oppure all'utilizzazione quale accessorio da abbigliamento, oppure all'impiego quale materiale componente di prodotti destinati all'arredo della casa e all'arredamento, intesi nelle loro più vaste accezioni, oppure come prodotto calzaturiero. Le fasi di lavorazione del prodotto conciario si concretizzano in riviera, concia, riconcia, tintura - ingrasso - rifinizione.
9. Nel settore dei divani, per fasi di lavorazione si intendono: la concia, la lavorazione del poliuretano, l'assemblaggio dei fusti, il taglio della pelle e del tessuto, il cucito della pelle e del tessuto, l'assemblaggio e la rifinizione compiuti nel territorio italiano anche utilizzando pellame grezzo di importazione.
10. Per ciascun prodotto di cui al comma 1, che non abbia i requisiti per l'impiego dell'indicazione « Made in Italy », resta salvo l'obbligo di etichettatura con l'indicazione dello Stato di provenienza, nel rispetto della normativa comunitaria

 

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Categorie: Politica

Tanfo mafioso nel centrodestra berico

Mercoledi 10 Marzo 2010 alle 21:54
Marco Milioni, Idv      

 

A tutti coloro che sono interessati alla campagna elettorale in corso invio la presente riflessione relativamente agli ultimi sviluppi del caso Arzignano.
Il coinvolgimento dell'ispettore tributario a riposo Filiberto Segantini getta un'ombra scura sul centrodestra berico che aquesto punto deve alla gente molte risposte...


Dalla provincia di Vicenza comincia a salire un tanfo insopportabile. Un tanfo che sa di concia e di pelli sporche.

Le ultime notizie pubblicate sulla stampa locale non fanno che aggravare la situazione. Le ammissioni di Filiberto Segantini rispetto alle mazzette che avrebbe intascato da diversi big della concia dell'ovest Vicentino sono eloquenti.

Segantini tra l'altro non è uno qualsiasi. Fino al momento del suo pensionamento è stato uno degli ispettori più in vista dell'Agenzia delle entrate di Arzignano.

Di più, Segantini è il deus ex machina della figlia Alessia, sindaco leghista di Zimella nel Veronese a due passi da Lonigo.

Segantini, già nome di spicco in Fi a metà degli anni Novanta, per di più viene da anni indicato come persona molto vicina ad alcuni ras del Carroccio e dell'attuale Pdl della provincia di Vicenza; per di più secondo molte indiscrezioni circolate a palazzo Nievo sarebbe amico di diversi imprenditori del settore pellami.

 

La sua condizione non è poi dissimile da quella di un altro indagato eccellente nell'inchiesta della procura berica denominata Dirty leather: mi riferisco all'ex comandante pro-tempore della tenenza di Arzignano, quel Luigi Giovine anch'egli vicinissimo a precisi ambienti del centrodestra vicentino e a precisi ambienti imprenditoriali dell'Ovest vicentino.

A questo punto mi domando, ma i politici che per anni hanno retto le sorti dei comuni (anche il centrosinistra, che ha governato ad Arzignano sino ad un anno fa non è esente da critiche) e della provincia, gli onorevoli di riferimento, non sapevano proprio nulla?

 

Un anno fa io scrissi un articolo su La Sberla nel quale ponevo tutta una serie di quesiti in primis per il centrodestra berico. Nessuno mi ha mai risposto.

Contemporaneamente accendevo i riflettori proprio sulle figure di Giovine e di Segantini. Imbroccando in pieno la previsione che i due avevano qualcosa che non andava. Come diavolo ho fatto? Ho la palla di cristallo oppure ho semplicemente buttato un po' d'orecchio nei posti giusti? Ovviamente la magistratura farà il suo corso. Anzi mi meraviglio che il marcio sia uscito solo ora. Ma il dato fondamentale che emerge è un altro.

Le indagini delle fiamme gialle hanno appurato al momento che mezzo distretto della concia di riffa o di raffa si è mosso fuori dalle regole (fisco, illeciti penali, norme ambientali ci sarebbe molto da dire).

Ci si può meravigliare di tutto ciò? Come si può sostenere che siamo di fronte solamente ad un «manipolo di avventurieri» (lo afferma Giorgio Gentilin, attuale sindaco di Arzignano in quota Pdl)? E la politica che cosa ha fatto? Che cosa ha fatto la provincia, che da metà anni Novanta è in mano al centrodestra, Lega in primis?

Rinfreschiamo un po' i ricordi: scandalo dei rifiuti ferrosi, affaire Didoné, scandalo della concia, fallimenti eccellenti come Volare e MyAir (in cui gli imprenditori erano vicinissimi alla politica locale), scandalo Aim, scandalo Ristocenter, affaire Ponte Alto, caso Rosà, caso Tezze sul Brenta, caso cave, caso Montebello-Zermeghedo, scandalo Serenissima, affaire Cis.

Dov'era la politica per dio? Tutta questa giostra marchiata centrodestra puzza sempre più di sistema. Di quel sistema di colletti bianchi collusi che Luigi De Magistris chiama borghesia mafiosa.

A Vicenza c'è la mafia. Per ora non ha la coppola e la lupara, ma questo miasma in gran parte ha il puzzo del centrodestra.

 

Marco Milioni
candidato indipendente alle prossime regionali per l'IDV, collegio provinciale di Vicenza
info: 392-2965555; [email protected] ; http://marcomilioni.blogspot.com
link originario:
http://marcomilioni.blogspot.com/2010/03/tanfo-mafioso-nel-centrodestra-berico.html

 

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Categorie: Politica, Dal settimanale

Concia e corruzione, tra rassegnazione e impunità

Sabato 20 Febbraio 2010 alle 12:19

Articolo pubblicato sul numero 183 di VicenzaPiù, in edicola a 1 euro e disponibile da domani nei punti di distribuzione in città

 

La civetta di VicenzaPiù n.183, da oggi in edicolaL'inchiesta della Guardia di Finanza nel settore della concia è impressionante fin dai numeri: 128 le imprese coinvolte, 21 il numero degli imprenditori destinatari di provvedimenti restrittivi e 178 il numero complessivo degli indagati. Finora la Gdf ha accertato movimenti di denaro contante verso gli istituti di credito e società fiduciarie di San Marino per oltre 17,3 milioni di euro. Oltre 1 miliardo di euro l'imponibile sottratto all'erario, con un'evasione solo ai fini Iva di circa 245 milioni di euro.

Indignazione scomparsa...
Sono numeri davvero notevoli. Eppure nonostante le dimensioni della vicenda, non ho percepito significativi moti di indignazione o di sdegno. Sembra quasi che tutto quanto possa scivolare nel dimenticatoio della rassegnazione. Ed è proprio la rassegnazione una delle maggiori nemiche della speranza di poter sconfiggere la corruzione. In un Paese rassegnato, trova la strada spianata chi vuol far passare leggi dannose per i più e favorevoli per pochi. Poi ci sono quelli che sentenziano pubblicamente che l'evasione fiscale e la corruzione sono una cosa normale in un generale clima di magna-magna. Anzi meritano comprensione: al Sud Italia non rubano forse ugualmente se non di più? Ma non ho neppure sentito voci di intellettuali o della cultura indignarsi più di tanto per lo scandalo arzignanese.

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Categorie: Dal settimanale

Concia, la fine dell'Eldorado

Domenica 18 Ottobre 2009 alle 08:00

Articolo pubblicato su VicenzaPiù, da oggi in distribuzione in città oppure in edicola a 50 centesimi.


Esterno di una conceria della ValchiampoNella Valle del Chiampo continua il periodo no del distretto conciario
Le inchieste della guardia di finanza sono l'ultimo episodio
di un malessere che ha origini lontane. E tutte interne al sistema

 

"È un'enclave strana, un sistema produttivo originale, con poche similitudini con altri settori come quello dell'oro o della ceramica, che pure erano articolati attorno alle piccole aziende". Fernando Dal Zovo, ma tutti lo chiamano Nando, ha cominciato a lavorare con le concerie nel 1966. Ha smesso nel 1997, e da allora le segue a livello sindacale (è responsabile del settore per conto della Cgil) e politico (è stato consigliere comunale ad Arzignano). In pochi, probabilmente, possono vantare la sua conoscenza della storia, dello sviluppo e, adesso, della crisi del distretto produttivo della vallata del Chiampo. Un piccolo Eldorado costruito sulla lavorazione delle pelli che per decenni ha distribuito stipendi generosi ai lavoratori e profitti consistenti per gli imprenditori, e che adesso arranca. Piegato dalla concorrenza internazionale e dalla crisi generale, certo, ma soprattutto dalle proprie contraddizioni interne. Last but not least, l'elaborato sistema che una serie di aziende aveva escogitato per evadere l'Iva e che è stato scoperchiato dalle recenti indagini delle guardia di finanza.

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Zigliotto (Cna): Concia,appello alla legalità

Lunedi 10 Agosto 2009 alle 15:10
Cna. 10 agosto 2009            

 

Un appello ai terzisti CNA del settore della concia per riportare alla luce la parte sana del distretto, dopo la bufera scatenata dall'inchiesta Dirty Leather. Ruggero Zigliotto, presidente CNA della sede territoriale Montecchio Maggiore/ Valle del Chiampo, interviene con un deciso richiamo alla legalità sul problema della concia investita dalla bufera del "Dirty Leather"che ha scatenato la rabbia e l'indignazione dei lavoratori stessi. Il settore conciario,che da anni fa da traino all'economia dell'Ovest Vicentino dando lavoro a più di 11mila persone, è stato al centro di un'inchiesta che ha portato alla luce un'evasione fiscale di più di 13 milioni di iva. "Alle radici- spiega Zigliotto- la necessità da parte delle aziende di appoggiarsi a contoterzisti per riuscire a completare le fasi del processo industriale" La situazione di sofferenza che ha travolto l'intero settore della concia, ha portato parte delle aziende del terziario a contenere i costi di manodopera a suo modo, ricorrendo spesso a soluzioni al limite della legalità e spiazzando le imprese che, nella stessa situazione, decidono di percorrere la strada della conformità alle regole. Il risultato: una lotta a colpi di stratagemmi, dov'è lecito combattere con qualsiasi tipo di arma, anche illegale per rimanere competitivi. E' in questo quadro di assoluta incertezza che risuona l'appello rivolto in particolare ai contoterzisti onesti, che hanno continuato a operare nella legalità, nonostante la concorrenza non del tutto leale. «La parte sana del distretto deve far sentire la propria voce. Il settore della concia torni a far parlare di sé per la sua capacità di riscattarsi e per l' impegno ambientale e sociale che da anni lo caratterizza". Diventa necessario salvaguardare e stimolare il comportamento delle di aziende e imprenditori onesti: "In un momento così difficile- prosegue il presidente- dove anche le aziende più solide sono state messe a dura prove da una crisi economica dura e terribile, si può sconfinare nell'utilizzo si strumenti non regolari. In realtà è proprio nella difficoltà che le aziende oneste trovano l'occasione di dimostrare che il rispetto delle regole e della legalità. Un modo per valorizzare la stessa libera concorrenza che fin dall'inizio è stata il motore dello sviluppo delle pmi del settore conciario, e la spinta ad evolversi e costantemente innovarsi". "Rispetto delle regole e innovazione- conclude Zigliotto- sono gli elementi che da sempre hanno distinto le piccole e grandi aziende del distretto di Arzignano. Due valori da recuperare e rifare propri, guardando avanti per essere pronti quando la crisi passerà".

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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