"Tesoretto da 18 milioni per rilanciare le periferie. Il Comune si aggiudica il finanziamento statale per avviare 18 progetti" si legge sui giornali in questi giorni: così inizia una nota, che di seguito pubblichiamo, di Liliana Zaltron, capogruppo in Comune di Vicenza del Movimento 5 Stelle - Vicenza. E ancora "Un regalo di Natale, un colpo di biliardo... una bella eredità ...". I soliti e continui proclami ai quali questa amministrazione ci ha abituato da anni, ormai. Una amministrazione che, ad un anno e mezzo dalla fine del mandato, si dice soddisfatta per i quattrini messi in cassaforte... Che tempestività ci viene da dire. Si vede che ci stiamo avvicinando a fine mandato! Forse il sindaco Achille Variati e la giunta pensano che i vicentini abbiano la memoria corta.
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«Il 2 febbraio a palazzo Trissino viene recapitata una lettera di Icomos, organizzazione non governativa che è il braccio operativo dell'Unesco e che alla luce di una serie di denunce partite da alcune associazioni del territorio, chiede lumi al Comune rispetto all'impatto di tre opere: la base Del Din, il complesso di Borgo Berga e il futuro passaggio dell'alta velocità », è così che sul GdV del 22 dicembre 2016 ci ricorda il "caso" della possibile "espulsione" di Vicenza dalla lista dei beni "Patrimonio dell'umanità " della stessa Unesco Nicola Negrin, che riferisce nello stesso giornoi della reazione virgolettata e, a dir poco, infastidita del vice sindaco "competente" al problema Jacopo Bulgarini d'Elci: «Taluni esponenti del comitati agiscono come dei menagramo. Alcuni si augurano apertamente che Vicenza finisca fuori dall'Unesco. Ecco, chi dice una cosa del genere ai miei occhi è un criminale».
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Il sindaco, Achille Variati, in un'intervista a Il Corriere del Veneto a firma di Gian Maria Collicelli, dopo essersi al solito autocelebrato per la sua «fatica» («alla sera, a casa, sono sempre molto stanco») che gli comporta il suo ruolo, pagato, ricordiamolo, con alcume migliaia di euro mensili oltre a un ben lauto emolumento da ex consigliere regionale per un totale che supera una decina di migliaia di euro al mese più annessi e connessi, "tocca" vari argomenti, tra cui il crac sulla pelle della gente (concittadini del primo cittadino di Vicenza o vicentini della provincia di cui è presidente) della Banca Popolare di Vicenza e il caso del dg comunale Antonio Bortoli, che, si è rifiutato di rispondere alle domande dei pm sull'ecomostro di Borgo Berga come fa un indagato qualunque e come non dovrebbe fare il massimo dirigente comunale.
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Achille Variati ha sempre pensato solo e sempre alla comunità e ad esempio, per rimanere a questi giorni, il 20 agosto il quotidiano degli amici dei quartieri alti (quelli inquinanti e... inquinati) gli aveva fatto rispondere al vescovo Beniamino Pizziol, che aveva centrato sull'accoglienza il tema della tradizionale lettera ai fedeli invitando i sindaci a evitare «decisioni per fini elettorali», con un secco «Vicenza non può accogliere più di così. Anzi, non deve accogliere di più, altrimenti salta tutto». Ma oggi il nostro "quattropoltrone" sindaco fa un salto di qualità e, alla vigilia del Santo Natale, dopo che il suo direttore generale Antonio Bortoli se ne era tenuto alla larga, ricevendo almeno per ora solo un mediatico buffettino sulla sua faccia ruvida, promette e minaccia una sua discesa in Procura di Vicenza se, leggiamo sul GdV, entro fine gennaio non arriverà da Roma una misura per evitare il crac finanziario della provincia.
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Valentina Dovigo, consigliere comunale Lista civica e Sel, ci invia questa nota che pubblichiamo
Fa bene il Sindaco Achille Variati ad affermare che il direttore generale del comune di Vicenza (Antonio Bortoli, ndr) avrebbe dovuto parlare e tenere un atteggiamento più collaborativo nei confronti della magistratura, ma doveva pretendere, ben prima, un atteggiamento diverso anche in commissione territorio, ed analogamente anche dai responsabili degli uffici di altri enti. Quello era il luogo istituzionale in cui far emergere i problemi ed elaborare le soluzioni per eliminare il disastro. Anche gli organismi comunali sono luoghi pubblici, in cui operare a servizio della comunità e del territorio. Invece il difficile percorso della commissione territorio per comprendere "l'affaire Borgo Berga" è stato completamente affossato, sia dai consiglieri di centrosinistra che di centrodestra.
Al termine di una mattinata di incontri programmati da tempo a palazzo Trissino con i soggetti membri del sito Unesco, tra cui 23 Comuni e la sovrintendenza, il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha presentato in Sala Stucchi la documentazione (clicca qui per tutti i documenti) inviata oggi mercoledì 21 dicembre a Icomos relativa allo stato di conservazione del patrimonio mondiale Unesco “La città di Vicenza e le ville del Palladio nel territorio Venetoâ€: una risposta tecnica concordata con il Ministero dei beni culturali sulle osservazioni poste su Borgo Berga, Tav e base UsaDel Din, a cui poi il Comune ha aggiunto altri progetti tra i quali la bretella dell'Albera e il complesso di San Biagio.Â
Dopo il silenzio del direttore generale del Comune di Vicenza, Antonio Bortoli, davanti al Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri, che lo ha iscritto nel registro degli indagati, insieme ad altri, per l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva, continuano i silenzi sull'area di Borgo Berga. A denunciare il mutismo degli uffici comunali sono state questa mattina, 21 dicembre, le associazioni Italia Nostra, Legambiente e Comitato contro gli abusi edilizi, in una conferenza stampa congiunta che ha visto la partecipazione del consigliere comunale di Vicenza, in quota Movimento 5 Stelle, Daniele Ferrarin.
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Ermete Realacci, deputato al Parlamento italiano, presidente VIII commissione ambiente territorio e lavori pubblici “C’è un’inchiesta in corso, ma non ci sarebbero le indagini. È una delle tante contraddizioni che emergono dalla risposta del ministero dell’Ambiente alla mia interrogazione scritta n. 4-13192 sul caso di Borgo Berga, a Vicenza. L’enorme complesso edilizio in via di completamento, che già ospita in attività il nuovo Tribunale berico, a pochi passi dal centro storico, dalla villa palladiana de “La Rotonda†e a ridosso dei fiumi Retrone e Bacchiglione. Il complesso edilizio insiste su un'area inquinata e mai bonificata e comunque a rischio idrogeologico. Ironia della sorte, lo scorso settembre il Palazzo di Giustizia ha subito pure un altro allagamento.
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È in bilico da una settimana, ormai, e continua a rimanere in bilico. Ma la sua posizione si appesantisce di giorno in giorno e ieri pomeriggio è arrivato forse il colpo definitivo: il sindaco Achille Variati ha chiesto le dimissioni da direttore generale di Antonio Bortoli. È questo l’esito dell’incontro andato in scena ieri pomeriggio fra il primo cittadino e il dg del Comune, reo di aver scelto di non parlare di fronte al procuratore Antonino Cappelleri sull’inchiesta relativa alla lottizzazione di Borgo Berga che lo vede indagato, dallo scorso anno, per abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva. La strategia scelta da Bortoli ormai è storia: lui e altri due ex dirigenti di Palazzo Trissino, nei giorni scorsi, hanno fatto scena muta in tribunale innescando le ire dello stesso procuratore («Bene comune ignorato» ha tuonato Antonino Cappelleri) e lo sfogo di Variati («Stupito e contrariato per il comportamento del direttore» è stata la reazione del sindaco).
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