Sistema concia e capri espiatori
Mercoledi 14 Aprile 2010 alle 21:26I numeri. Tanto per dare un'idea di massima il settore conciario fino a qualche tempo prima della crisi dava lavoro a 8.000 persone tra dipendenti e indotto. Il giro d'affari ammonta ad un paio di miliardi di euro . Dati che vanno presi con le pinze perché il settore è polverizzato e perché anche il nero fa la sua parte. Il Corsera del 24 marzo 2010 con una espressione efficace aveva paragonato il fatturato del settore pelli a quello di Agip e Pirelli messe insieme. Tanto per intenderci siamo di fronte ad una delle realtà industriali più importanti della provincia.
Continua a leggereSensibilizzazione sulla risorsa idrica, il 18
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 23:32Acque del Chiampo  Â
Acque del Chiampo: continua il programma di sensibilizzazione sulla risorsa idrica.
Domenica 11 aprile in Piazza Libertà ad Arzignano il divertimento riservato ai bambini
La campagna di sensibilizzazione sulla salvaguardia della risorsa idrica promossa da Acque del Chiampo, che ha preso avvio lo scorso 16 marzo con l'inviato di Striscia La Notizia Moreno Morello, continua nel pomeriggio di domenica 11 aprile in Piazza Libertà ad Arzignano.
Dopo la presentazione della Borsa di Studio destinata ad uno studente dell'ITIS Galilei e il convegno "Oro blu: una ricchezza chiamata acqua" del 25 marzo, il programma di domenica punta a coinvolgere e sensibilizzare i bambini sul tema dell'acqua e sul suo valore.
Dalle ore 15.00 alle 19.00 Piazza Libertà ospiterà uno stand di animazione dov'è previsto uno spettacolo con bolle d'acqua che attirerà ed incuriosirà non solo i più piccoli. La magia della bolla di sapone colorata ha infatti sempre affascinato grandi e piccini.
L'azienda di Arzignano, da sempre attenta all'ambiente e alla valorizzazione della risorsa idrica, ha previsto per la primavera 2010 una serie di iniziative ed eventi che hanno coinvolto l'intera cittadinanza, trovando grande entusiasmo e partecipazione. Il programma si concluderà domenica 9 maggio, con l'iniziativa "Impianti Aperti" che consentirà a tutti i cittadini di visitare l'impianto di depurazione di Acque del Chiampo con visite guidate.
Per informazioni Acque del Chiampo SPA 0444 459111
Arzignano: assenso tacito e banche 'tiranne'
Sabato 27 Marzo 2010 alle 23:59
Riceviamo da Piero Puschiavo e pubblichiamo
"Sistema Arzignano": uno strano tacito assenso
"Sistema Arzignano" è il nome dato a questo sistema di malaffare creatosi ad Arzignano dove i referenti tributari, dalla Guardia di Finanza ai vari agenti fiscali, "consigliavano" alle aziende di pagare tangenti al posto di pagare le tasse risparmiando così molti soldi che sarebbero dovuti invece finire al fisco.
Tolta la responsabilità alla nuova amministrazione comunale da poco insediatasi, anche di costituirsi parte civile, suonano davvero molto strani il vuoto e la totale mancanza di "reazione" politica intorno a questa grave vicenda.
Sembra evidente che oramai nella cosiddetta opinione pubblica abbia fatto breccia il concetto secondo cui sarebbe "lecito" truffare per fini economici.
Ci si scandalizza contro chi truffa il povero anziano (legalmente o illegalmente), ma quando si parla di truffa allo Stato il fatto viene considerato quasi "normale", o comunque accettabile.
Senza abbracciare il "giustizialismo dipietrista", in attesa dell'esito giudiziario finale per i soggetti interessati, va comunque sottolineato che, a seguito di questi fatti, le banche hanno infierito nell'aggravare la vicenda, tagliando i fidi a tutte le aziende che sono state oggetto di controlli (alcune delle quali sicuramente all'oscuro di questo sistema illecito) solo perché avevano avuto in passato rapporti con aziende oggi inquisite, col risultato di aggravare ulteriormente la già precaria situazione.
L'assurdo è quindi che un'azienda sana che ha avuto un rapporto di lavoro regolare con un'azienda inquisita, non è stata risparmiata dalla "tirannide bancaria" e si è così vista da una parte tagliare l'accesso al credito e dall'altra richiedere il rientro immediato dai fidi.
Come si dice: oltre al danno (d'immagine) anche la beffa (finanziaria) ... in questo mondo di ladri!
Piero Puschiavo
Coordinatore Regionale del Veneto
Fiamma Tricolore
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Sistema Arzignano: il problema è Roma
Martedi 23 Marzo 2010 alle 11:37
Senza dubbio Arzignano, sta vivendo una delle sue peggiori crisi. Non solo da un punto di vista di immagine dovuto agli scandali sull'evasione IVA, ma anche per ragioni collegate al corso del mercato.
La principale fonte di reddito della vallata, la concia, ha subito una contrazione dovuta a diversi
motivi.
Da una parte la concentrazione in alcune grosse imprese che ha limitato lo sviluppo di imprese concorrenti, contraendo le opportunità di differenziazione dell'offerta, perdendo quindi opportunità nei segmenti di mercato mondiale.
Dall'altra il fatto che, come tutti i paesi esportatori, anche l'economia arzignanese ha sofferto della crisi mondiale.
Qualcuno pensa che la questione dello scandalo fiscale che sta riempiendo le pagine della cronaca abbia contribuito a creare squilibri di mercato, in cui le imprese che pagavano regolarmente l'IVA si vedevano svantaggiate da quelle che non solo la evadevano ma addirittura ne fruivano il credito. Però, senza voler giustificare l'evasione IVA, questa condotta criminale ha in un certo senso evidenziato il fatto che le imprese sono in realtà soprattutto svantaggiate dall'essere sottoposte alla pressione fiscale e dalla burocrazia italiana.
Non solo. Ha evidenziato anche la pratica concussoria degli addetti della Guardia di Finanza italiana, una cosa che se parli nei bar o in confidenza con gli artigiani della zona non è affatto una sorpresa!
Ma stiamo attenti, questa è solo la coda, la testa si trova molto in alto, a Roma.
Tra gli agenti, quelli disonesti trovano comodo disporre di leggi contraddittorie e premeditatamente vessatorie per disporre a discrezione controlli fiscali, che seppure non conducessero ad alcuna irregolarità , per la stessa azione del condurli crea un grave disagio economico.
Ma tutti ben sanno che sono tutti ricattabili perché non vi è norma che non permetta di rilevare irregolarità , solo per la complessità ed i costi necessari a seguirla con diligenza, se non addirittura per norme che ne contraddicono altre.
Chi si avvantaggia di tutto questo? Perché dal centralismo romano arriva questa impostazione della legge?
Parlare di pressapochismo sarebbe troppo superficiale. In realtà c'è premeditazione, poiché nella melma chi conosce i trucchi, chi conosce le persone giuste, trova vantaggio rispetto agli altri.
La Sindrome di Arzignano è solo un piccolo spaccato di una realtà molto più grave, di un sistema e di governi che sono essi stessi criminogeni: non possono chiedere ai cittadini di rispettare leggi quando loro per primi sprecano il danaro e lo rubano approvandosi le leggi che sono a loro favore,
come il rimborso elettorale (beffa al referendum che aveva abolito il finanziamento pubblico ai partiti), ed alle innumerevoli altre ruberie e nepotismi.
Questo è il sistema, che noi non crediamo riformabile, e lo lasciamo volentieri all'Italia.
A casa nostra, il Veneto, invochiamo la ricostruzione di uno stato fondato su meccanismi che riducano drasticamente questi rischi, attraverso lo strumento della democrazia diretta e la piena autonomia dei comuni.
Una cosa che non arriverà mai da Roma ma che i Veneti, se lo vogliono, possono avere votandoci, dandoci così la necessaria rappresentatività per presentarci agli organi internazionali e per poter indire un referendum con osservatori internazionali per l'indipendenza del Veneto.
Claudio Ghiotto
candidato consigliere Partito Nasional Veneto-PANTO
Arzignano,ex sindaco: avevo segnalato
Martedi 23 Marzo 2010 alle 09:29
Avevo denunciato il fenomeno in tempi non sospetti, ma certo il coinvolgimento di rappresentanti di alcune istituzioni come la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate è gravissima.
Dalle notizie della stampa apprendiamo di un sistema di collusioni tra operatori economici e uomini deputati al controllo della legalità fiscale.
Certo la politica, quella che dice di voler mettere "Prima il Veneto" tace. Mentre sulla Valle del Chiampo si è oramai stesa una immagine di diffusa illegalità .
In tempi non sospetti, da sindaco, avevo segnalato il fenomeno a chi di dovere, coinvolto i vari soggetti pubblici e privati per segnare con chiarezza una linea di demarcazione tra le tante imprese oneste e quelle che giocavano sporco.
Ora la magistratura deve fare il suo lavoro, accertare le responsabilità degli uni e degli altri e rimettere ordine nella libera competizione economica.
Arzignano ne ha profondamente bisogno.
Stefano Fracasso
Sistema Arzignano e silenzio dei candidati
Martedi 23 Marzo 2010 alle 04:49
Da molte settimane la cronaca giudiziaria vicentina produce uno stillicidio di notizie senza precedenti. L'inchiesta della magistratura berica sulle imprese di Arzignano ha scoperchiato una pignatta maleodorante. Di fatto l'intero distretto della concia, vuoi per grane penali, vuoi per grane tributarie, è sotto inchiesta. Ovviamente le indagini penali e il giudizio relativo spettano alla magistratura. Sul piano politico però si tratta di una rogna in pieno stile che ha trasformato Arzignano nel capoluogo provinciale del malaffare. Duecento milioni di euro di evasione per un giro d'affari pari ad un miliardo di euro sono la cifra di un sistema che ha debordato da ogni recinto.
Ricordo al contempo che siamo in piena campagna elettorale e che è sacrosanto che i cittadini possano meditare le proprie scelte anche in considerazione di eventi come quelli collegati alla cosiddetta operazione "Pelli Sporche". Sì perché se di sistema si tratta non è pensabile che un giro di ruberie tarato sul miliardo di euro si sia materializzato solo grazie ad un comandante infedele della Guardia di Finanza, ad un paio di funzionari birichini dell'agenzia delle entrate e ad un gruppetto di consulenti fiscali pronti al rito dell'unzione per interposta persona.
Bisogna salire di grado e pensare che un sistema colossale non si può occultare per lustri senza la copertura del livello politico. Gli imprenditori rimasti invischiati nell'inchiesta sono nomi che pesano in provincia di Vicenza. Nomi che hanno (o che hanno avuto) referenti partitici ben precisi: in primis nel centrodestra, ma pure nel centrosinistra. Eppure durante questa campagna elettorale per le regionali venete non ho sentito alcun lamento, alcun dubbio sollevarsi soprattutto da chi nel centrodestra regge le sorti della provincia e della regione da un quindicennio. Stesso silenzio anche dalla maggior parte dei candidati di ogni schieramento. Perché? E quale percezione del loro territorio hanno lorsignori? Su alcune testate venete giustamente qualche sparuto notista si è posto queste domande. Purtroppo il silenzio, anche dei media, è pressoché totale. Come candidato (che di mestiere fa il giornalista) ho provato a smuovere un po' le acque con un paio di interventi pubblicati sul mio blog elettorale il 10 ed il 12 marzo. Domenica 21 marzo sono sceso nella centralissima piazza Castello, armato di megafono, per dare conto di tutto questo ai vicentini, ma la mia città e la mia provincia sembrano narcotizzate.
E tutto ciò capita in un momento particolare. Un momento in cui la crisi economica, le ore di cassa integrazione e i licenziamenti, stanno mettendo alla corda un sistema come quello arzignanese nel quale fior di imprenditori negli ultimi trent'anni almeno hanno fatto fortuna. Sicuramente lavorando molto, ma anche grazie al sistematico spregio delle regole fiscali, di quelle relative alla protezione ambientale e grazie ad un ricorso incessante a manodopera clandestina. Zermeghedo, Arzignano, Chiampo, Montebello, Montorso, Trissino e altri comuni del comprensorio pagano da anni un tributo silenzioso al comparto. Un tributo in morti ed ammalati di tumore, complice un sistema sanitario che non ha mai calcolato e contabilizzato a dovere le patologie tipiche, la contaminazione ambientale dovuta al distretto della concia: una bomba ecologica che deflagra continuamente da anni e della quale non si può parlare perché la concia con le sue devastazioni a Vicenza è un tabù, un santuario votato agli "schei" che politica, associazioni di categoria, finanche i sindacati hanno deciso di non violare finché l'albero, seppur venefici, dava i suoi frutti e la sua ricchezza. Non importa come questa arrivasse.
E viene da ridere se si pensa alle crociate dei big nazionali della Confindustria per espellere gli associati che pagano il pizzo. Perché l'Assindustria di Vicenza non chiede conto ai propri iscritti conciatori del verminaio "made in Arzignano"? Perché inquirenti e giornalisti della grande carta stampata non cominciano a seguire la traccia delle logge deviate sotto le cui volte si incontrano personaggi assai vari? Tra questi vi sono per caso imprenditori, politici, magistrati, faccendieri, emissari della criminalità organizzata, uomini della finanza e del mondo bancario? A Vicenza una vera Tangentopoli non è mai scoppiata. Siamo tutti anime sante benedette dalla Madonna di Monte Berico? Sarebbe ora di fare un po' di chiarezza. Gli esponenti del partito che mi ospita sono pronti a scendere in campo anche facendo ricorso ad esposti e interrogazioni parlamentari. Che diritto abbiamo di lasciare queste macerie e questi miasmi a chi verrà dopo di noi?
Marco Milioni
candidato indipendente per l'IDV alle regionali 2010 del Veneto, collegio provinciale di Vicenza
web: http://marcomilioni.blogspot.com ; e-mail: [email protected] ; telefono: 392-2965555
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Il sistema Arzignano, la mafia e non solo
Domenica 21 Marzo 2010 alle 18:42
Per il sistema Arzignano, possiamo parlare del sistema vicentino, del sistema Mafia a Vicenza e del terreno di coltura che il sistema mafioso ha trovato nei vicentini .
Possiamo parlarne a lungo, potrei raccontare molte situazioni, aspetti della illegalità nella nostra provincia.
E' un problema che già abbiamo affrontato denunciando la realtà vicentina in un forum molto seguito pochi mesi orsono.
Per quanto riguarda Arzignano, ogni cittadino con un minimo di etica e sensibilità civica sapeva in cuor suo come il sistema funzionava.
Questi cittadini non hanno necessità di leggere i giornali, attendere dopo 30 anni che qualcuno aprisse il coperchio.
Avevo 8 anni a fine anni 60 quando già mio padre, semplice operaio di una ditta metalmeccanica, mi raccontava il sistema e come i controllori facevano prelevare il denaro senza toccarlo: il sistema giacca riposta in entrata e se prima di andarsene ...
Non ci svegliamo oggi, siamo svegli da molti anni e penso che il sottoscritto, da quando da cittadino si è interessato alla cosa pubblica, ha sempre denunciato la realtà vicentina in tutti gli aspetti, pagandone le conseguenze pesantemente .
Quello che più mi preoccupa sono sindaci ed ex, amministratori provinciali, regionali, parlamentari, che sono e saranno 'paroni' a casa nostra, che oltre agli odori non abbiano mai annusato il sistema.
Eppure le denunce dei redditi sono pubbliche. Qualcuno si scordava anche di pagare la tassa dei rifiuti, eppure arrivavano le escort, in parcheggio al centro le Porsche cambiate ogni 6 mesi, i viaggi all'estero ...
Ma il crocefisso, portato come vessillo dell'essere padani e profondamente cattolici, è quello dei due ladroni o l'altro?
Ho l'impressione che da destra a sinistra più che paroni abbiamo tolleranti ladroni.
Carlo Rizzotto
Il Gruppo Mastrotto e il sistema Arzignano
Venerdi 12 Marzo 2010 alle 15:45Marco Milioni, Idv        Â
Allego alla presente un comunicato con la preghiera di dare allo stesso la massima diffusione.
Il sistema che attorno alla concia viene disvelato in queste settimane deve fare riflettere su una classe politica vicentina, specie nel centrodestra, la quale da anni ha messo i controlli in secondo piano. Evidentemente in modo voluto.
Concia, il coinvolgimento del Gruppo Mastrotto disvela definitivamente il "sistema Arzignano"
La notizia diramata oggi dai media, locali e non, è dirompente. Il re della concia berica Bruno Mastrotto è finito nella maxi inchiesta sul distretto che da un annetto abbondante ha prodotto decine e decine di indagati, svariati arresti e che si concentra su un giro di evasione di almeno duecento milioni di euro per un giro d'affari pari ad un miliardo e più. Conscio che l'inchiesta farà il suo corso, a questo punto non è solo la fattispecie penale che va puntualizzata. Gli accertamenti della magistratura e della Guardia di Finanza non sono che la disvelazione finale di un sistema completamente marcio. Da anni le voci circolavano nei palazzi della politica, nelle caserme, negli uffici giudiziari. Poche settimane fa il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin del Pdl aveva descritto le notizie relative all'inchiesta Dirty Leather come il risultato della iniziativa di un «manipolo di avventurieri». Non rendendosi conto (o peggio, omettendo) del fatto che il sistema della concia ha ormai tramutato Arzignano nella capitale provinciale del malaffare. Ora mi auguro che la giustizia accenda altri riflettori. A partire da quelli sulla qualità ambientale. Nella valle del Chiampo e dell'Agno il distretto della concia produce malati cronici e morti per tumore. Non sono mai state condotte indagini serie al riguardo. Come è concepibile che imprenditori che potenzialmente possono inquinare aria ed acqua seggano nei cda delle società intercomunali che gestiscono il ciclo idrico della zona? Da mesi, come giornalista, vado denunciando questo andazzo, ma la politica, anche ora che sono candidato, si sta voltando dall'altra parte. E la Confindustria vicentina tace. Spero solo che la magistratura ora arrivi anche al livello politico, senza la copertura del quale non si sarebbe arrivati a tanto sfascio. Il sistema che attorno alla concia viene disvelato in queste settimane deve fare riflettere su una classe politica vicentina, specie nel centrodestra, la quale da anni ha messo i controlli in secondo piano. Evidententemente in modo voluto.
Marco Milioni
candidato indipendente per l'IDV alle prossime regionali del Veneto, collegio provinciale di Vicenza
contatti: 392-2965555; [email protected] ; http://marcomilioni.blogspot.com
link originario: http://marcomilioni.blogspot.com/2010/03/arzignano-la-concia-deflagra.html
Continua a leggereIl gruppo Mastrotto perquisito dalla Finanza
Venerdi 12 Marzo 2010 alle 14:22
In attesa di sviluppi e degli immancabili e prevedibili commenti, oltre che delle ovviamente necessarie verifiche giudiziarie, riprendiamo da corrieredelveneto.it la notizia che il "Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza, coordinato dal pm Marco Peraro con la supervisione del procuratore capo Ivano Nelson Salvarani, ha puntato il mirino sulla prima realtà produttiva del settore delle pelli, quella del gruppo conciario che fa capo a Bruno Mastrotto", con tanto di perquisizione.
Il tutto è inquadrato nell'ambito dell'inchiesta DIRTY LEATHER e delle continue rivelazioni di questi giorni fatte da presunti corrotti e presunti corruttori.
Tanfo mafioso nel centrodestra berico
Mercoledi 10 Marzo 2010 alle 21:54
A tutti coloro che sono interessati alla campagna elettorale in corso invio la presente riflessione relativamente agli ultimi sviluppi del caso Arzignano.
Il coinvolgimento dell'ispettore tributario a riposo Filiberto Segantini getta un'ombra scura sul centrodestra berico che aquesto punto deve alla gente molte risposte...
Dalla provincia di Vicenza comincia a salire un tanfo insopportabile. Un tanfo che sa di concia e di pelli sporche.
Le ultime notizie pubblicate sulla stampa locale non fanno che aggravare la situazione. Le ammissioni di Filiberto Segantini rispetto alle mazzette che avrebbe intascato da diversi big della concia dell'ovest Vicentino sono eloquenti.
Segantini tra l'altro non è uno qualsiasi. Fino al momento del suo pensionamento è stato uno degli ispettori più in vista dell'Agenzia delle entrate di Arzignano.
Di più, Segantini è il deus ex machina della figlia Alessia, sindaco leghista di Zimella nel Veronese a due passi da Lonigo.
Segantini, già nome di spicco in Fi a metà degli anni Novanta, per di più viene da anni indicato come persona molto vicina ad alcuni ras del Carroccio e dell'attuale Pdl della provincia di Vicenza; per di più secondo molte indiscrezioni circolate a palazzo Nievo sarebbe amico di diversi imprenditori del settore pellami.
La sua condizione non è poi dissimile da quella di un altro indagato eccellente nell'inchiesta della procura berica denominata Dirty leather: mi riferisco all'ex comandante pro-tempore della tenenza di Arzignano, quel Luigi Giovine anch'egli vicinissimo a precisi ambienti del centrodestra vicentino e a precisi ambienti imprenditoriali dell'Ovest vicentino.
A questo punto mi domando, ma i politici che per anni hanno retto le sorti dei comuni (anche il centrosinistra, che ha governato ad Arzignano sino ad un anno fa non è esente da critiche) e della provincia, gli onorevoli di riferimento, non sapevano proprio nulla?
Un anno fa io scrissi un articolo su La Sberla nel quale ponevo tutta una serie di quesiti in primis per il centrodestra berico. Nessuno mi ha mai risposto.
Contemporaneamente accendevo i riflettori proprio sulle figure di Giovine e di Segantini. Imbroccando in pieno la previsione che i due avevano qualcosa che non andava. Come diavolo ho fatto? Ho la palla di cristallo oppure ho semplicemente buttato un po' d'orecchio nei posti giusti? Ovviamente la magistratura farà il suo corso. Anzi mi meraviglio che il marcio sia uscito solo ora. Ma il dato fondamentale che emerge è un altro.
Le indagini delle fiamme gialle hanno appurato al momento che mezzo distretto della concia di riffa o di raffa si è mosso fuori dalle regole (fisco, illeciti penali, norme ambientali ci sarebbe molto da dire).
Ci si può meravigliare di tutto ciò? Come si può sostenere che siamo di fronte solamente ad un «manipolo di avventurieri» (lo afferma Giorgio Gentilin, attuale sindaco di Arzignano in quota Pdl)? E la politica che cosa ha fatto? Che cosa ha fatto la provincia, che da metà anni Novanta è in mano al centrodestra, Lega in primis?
Rinfreschiamo un po' i ricordi: scandalo dei rifiuti ferrosi, affaire Didoné, scandalo della concia, fallimenti eccellenti come Volare e MyAir (in cui gli imprenditori erano vicinissimi alla politica locale), scandalo Aim, scandalo Ristocenter, affaire Ponte Alto, caso Rosà , caso Tezze sul Brenta, caso cave, caso Montebello-Zermeghedo, scandalo Serenissima, affaire Cis.
Dov'era la politica per dio? Tutta questa giostra marchiata centrodestra puzza sempre più di sistema. Di quel sistema di colletti bianchi collusi che Luigi De Magistris chiama borghesia mafiosa.
A Vicenza c'è la mafia. Per ora non ha la coppola e la lupara, ma questo miasma in gran parte ha il puzzo del centrodestra.
Marco Milioni
candidato indipendente alle prossime regionali per l'IDV, collegio provinciale di Vicenza
info: 392-2965555; [email protected] ; http://marcomilioni.blogspot.com
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