Se la bugia berica impera, i silenzi di Achille Variati, sempre muto come un pesce, su fatti scomodi sono da Guinness dei primati e peggiori delle bugie, con le quali ci si deve confrontare prima o poi, mentre i silenzi sono sempre interpretabili. Il 4 febbraio, quando le sue bugie furono esposte da Luigi Ugone al pubblico ludibrio dei vicentini che affollavano le tribune del palasport di Via dei Cavalieri di Vittorio Veneto in occasione dell'assemblea di Noi che credevamo nella BPVi, Variati, a labbra strette dalla rabbia di fronte all'evidenze delle accuse nei suoi confronti che gli ricordavo scritte in "Vicenza. La città sbancata", ci ribadì che lui a fatica in passato ci rispondeva e che ora tornava all'amore assoluto per la bocca... cucita. Ma non rispondere non elimina le domande anzi alimenta i dubbi più cupi sulle risposte, che, se non date, non possono che essere negative per il muto di turno.
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La vicenda Borgo Berga si avvia verso una fase molto importante e delicata per la sua definizione, scrive nella nota che pubblichiamoDaniele Ferrarin, Portavoce Consigliere Comunale M5S Vicenza. Tra pochi giorni il Tribunale del riesame di Vicenza esaminerà la richiesta del Procuratore Generale della Repubblica Antonino Cappelleri sulla richiesta di sequestro totale dell'area interessata. In questi giorni è stata resa pubblica una relazione del Corpo Forestale dello Stato consegnata alla Procura in cui, relativamente alle responsabilità sui procedimenti autorizzativi del Piruea, venivano indicati dei nomi di dipendenti del Comune, oltre a quelli già identificati, che in questa fase non sono stati ancora oggetto di iniziativa giudiziale, per cui esclusi da ogni accertamento.
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A Vicenza le bugie o le false verità storicamente abbondano. L'ultima è la "(sovra)stima" del 60% fatta dal vice dg vicario Gabriele Piccini delle adesioni alla transazione proposta dalla BPVi, che, manifestazioni di interesse escluse, si attesterebbero al 40%, la metà dell'obiettivo di Fabrizio Viola e Gianni Mion. che, tramite un'Ansa si sono affrettati a mettere una toppa all'ennesimo tentativo di "forzare" la volontà dei soci truffati, a cui Gianni Zonin faceva sottoporre Mifid generosi, per le avide voglie di denaro della Banca Popolare di Vicenza, e i nuovi gestori ne seguono la strada provando a beffare per la seconda volta i soci proponendo un indennizzo iniquo con la scusa, autoassolutoria, del "meno peggio" a cui ha abboccato o ha dovuto abboccare ancheIlvo Diamantiper giunta per soldi non suoi, ma della Fondazione Roi.Continua a leggere
Inchiesta su Borgo Berga, l’esito della super perizia delegata dal procuratore capo Antonino Cappelleri ha portato quest’ultimo a chiedere - senza al momento ottenerlo - il sequestro dell’intera area, tribunale compreso, ma anche ad ampliare la lista degli iscritti sul registro degli indagati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva. Tanto che il numero da 18 è lievitato a 22 (incluso l’ex sindaco Enrico Hüllweck), o meglio 21 visto che Bruno Soave, dirigente in pensione del Comune, è mancato 10 giorni fa.
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Da mesi se ne parlava nelle cene dei "manovratori" del PD di potere, non di strada, e del potere degli interessi, non di certo pubblici, e da qualche giorno si respirava un'aria di trepida attesa nelle stanze del piano nobile di Palazzo Trissino, cioè nell'unica stanza che conta, lo studio di Achille Variati, sindaco nonchè presidente della provincia di Vicenza eccetera eccetera. E oggi in quella stanza sarebbe scoppiato un prima silenzioso e onanistico e poi liberatorio applauso al materializzarsi della candidatura sempre più sponsorizzata da Silvio Berlusconi di Luca Zaia, manfrine e contro manfrine a parte, a candidato premier del riunificando centro destra (nella foto del 2014 Luca Zaia con Achille Variati con... Giampiero Beltotto sullo sfondo a sx, ndr).
Sul caso Pfas un fatto, che nessuno sottolinea perchè tragicamente tipico in questa Italia in dissoluzione se non nei proclami che ci dispensano "ogni altro giorno" i premier rottamandi e post Dalema alla Matteo Renzi, i governatori di regione scivolosi e post Galan alla Luca Zaia e i sindaci e presidenti di provincia "ignoranti" (del flop BPVi, del fumo di Matteo Quero e dei silenzi omertosi di Antonio Bortoli) e post Hüllweck e Schneck alla Achille Variati, è l'assenza di una voce forte e attendibile, quella delle Istituzioni, che dicono, blaterano e si rimbalzano le responsabilità , se ne hanno, o amplificano i timori della gente, se ce ne fosse motivo. Premier, governatori e presidenti di provincia non fanno nulla o non fanno abbastanza in base a dati scientifici e a leggi certe per evitare o gestire i problemi, se ci sono, per smentirli, se non ci sono, per zittire, se sbagliano, o dar voce, se hanno ragione, ai loro colleghi politici, esperti in tutto, dalla finanza all'inquinamento, ma, comunque, sempre in ritardo sui fatti e sempre all'inseguimento della pancia della gente.
Dopo l'ennesimo fallo di M. Q., risparmiamo il nome e cognome per esteso non a lui, che da amministratore pubblico non lo merirebbe, ma alla famiglia, Il fiorentino di Vicenza, Claudio Cicero e qualcun altro, Francesco Rucco e Matteo Celebron in primis, di un'opposizione di centro destra, che dovrebbe opporsi di più sulle questioni di merito invece che concentrarsi su scontri dialettici, hanno lanciato o sostenuto l'invito a far sostenere il test antidroga agli amministratori della cosa pubblica per verificarne la lucidità . Quell'invito rimase senza risposta quando M. Q. dovette dimettersi, per il primo fallo, da assessore alla cultura all'inizio del primo mandato dell'era seconda di Achille Variati, che lo mise poi al comando dell'Amcps per amicizia.
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Prendiamo spunto dalla triste vicenda umana di Matteo Quero (nella foto del Giornale di Vicenza col sindaco di Vicenza), titolare di Ognipratica ed ex assessore alla cultura della prima giunta del secondo ciclo di Variati dimessosi per non essersi fermato all'alt delle forze dell'ordine in Viale S. Lazzaro per questioni poi accertate (di donne, alcol o droga non ci interessa per rispetto della famiglia). Dopo non molto tempo, M. Q. prima si candidava nella lista civica di Achille Variati e poi con un gesto "nobile", di cui Variati lo ringraziava pubblicamante assicurandogli altrettanto pubblicamente una futura riconoscenza, ritirava la candidatura perchè coinvolto, disse il poi trigemino sindaco e M. Q. confermò, in una vicenda legale che avrebbe potuto danneggiare i colleghi di lista e l'aspirante primo cittadino.
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"La vicenda che ha visto coinvolto il Direttore generale del Comune di Vicenza in relazione alla sua convocazione presso la Procuradi Vicenza nel mese di dicembre u.s. non ha ancora trovato una soluzione": è così che inizia la nota diDaniele Ferrarin, Portavoce Consigliere Comunale M5S Vicenza, che pubblichiamo di seguito insieme alla mozione, che accompagna la sua "Mozione per la richiesta al sindaco della revoca dell'incarico da direttore generale del comune di Vicenza del dott. Antonio Bortoli". Il Dott. Antonio Bortoli, in qualità di indagato nella questione Borgo Berga, ha adottato una linea difensiva, se pur consentita della legge, incompatibile con il ruolo "fiduciario" avuto dall'Amministrazione Comunale.
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