Sospiro di sollievo (anche se parziale) per la Provincia. La scure da oltre 12 milioni è stata accantonata per il 2017. È questo il primo risultato raggiunto dall’Unione delle Province italiane (Upi) guidata da Achille Variati, in veste di presidente vicentino e nazionale. Dopo mesi di trattative ieri è stata sancita l’intesa con il governo per l’azzeramento del taglio di 650 milioni che era stato imposto alle Province dalla Finanziaria del 2015. Per Vicenza sarebbe stato di oltre 12 milioni, cifra che avrebbe mandato in rosso il bilancio dell’ente.
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In un’Italia che va a quattro velocità , i Comuni veneti corrono. Fortissimo come Vicenza, Verona, Treviso, Belluno e Rovigo, tra i primi venti nella classifica nazionale degli «efficienti», quelli che si distinguono per una spesa storica (i soldi effettivamente utilizzati nel corso degli anni) inferiore al fabbisogno standard (le reali necessità finanziarie di un ente, calcolate in base alle caratteristiche territoriali e sociodemografiche) e per una quantità dei servizi erogati superiore al livello delle prestazioni standard.
Il Comune di Vicenza è il capoluogo di provincia più efficiente d'Italia per quanto riguarda la spesa pubblica. A dirlo è uno studio di Confartigianato pubblicato oggi dal Corriere della Sera in riferimento ai dati del 2013. In testa alla classifica dei capoluoghi più virtuosi c'è il Comune di Vicenza che costa ai contribuenti il 28,9% in meno rispetto al fabbisogno standard. Al secondo posto Ascoli Piceno (-15,2%) e a seguire Monza (-13%), Bergamo (-12,1%) e Verona (-10,2%). In fondo alla classifica Siena (+ 20,2% rispetto al fabbisogno standard), Potenza (+24%), Rieti (+39,5%), Reggio Calabria (+40,5%) e all'ultimo posto Caserta (+40,9%).
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Siamo un paese sotto assedio: ci sono gay ovunque. Sembra questa l'opinione comune di una parte di popolo rimasto indignato dopo lo scoop de "le Iene" di domenica sera. Un'idea corroborata da fatti, nomi, sensazioni; mica scherzi. Gay a Sanremo, gay in tv, travestiti con il vitalizio da parlamentare, tanta roba, abbastanza perchè l'ala meno "moderna" dell'opinione pubblica, quella spesso composta da veri e propri leoni da tastiera, possa urlare al complotto. A fornire la prova madre, dopo anni di speculazioni, ci avrebbe pensato la trasmissione di Mediaset: palazzo Chigi paga i festini, vere proprie orge tra uomini, tramite l'Unar. La lobby gay esiste ed è più massonica della massoneria stessa. Data per persa Roma, anche nella cattolica Vicenza c'è chi non si sente più sicuro di nulla.
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La Provincia di Vicenza mette in vendita le azioni di A4 Holding Spa. E con lei la Camera di Commercio di Milano, la Città Metropolitana di Venezia, il Comune di Vicenza, Parcam Srl di Milano, le Province di Verona e di Brescia. Un pacchetto azionario di 313.250 azioni, pari al 16,8876% del capitale sociale di A4 Holding. Il bando d'asta pubblica è stato ufficializzato questa mattina con la pubblicazione sul sito istituzionale della Provincia di Vicenza, capofila e stazione di gara. La base d'asta è di 377,39 euro ad azione, cioè il 10% in meno di quanto richiesto all'ultima asta pubblica (andata deserta), per un totale di 118.217.417,50 euro. La vendita è in blocco, per l'intero lotto. Non sono possibili offerte di quote parte, come non sono possibili offerte al ribasso rispetto alla base d'asta: si aggiudicherà l'intero pacchetto azionario chi offrirà il prezzo più elevato. Le offerte devono arrivare entro le ore 12 del 27 marzo 2017 all'Ufficio Protocollo della Provincia di Vicenza.
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Nuove forze per la questura, dalle Volanti alla polizia stradale, postale e ferroviaria. Il Partito Democratico sdogana la questione sicurezza, tema finora ad appannaggio dell’opposizione di centrodestra, con le critiche all’amministrazione comunale di Vicenza su Campo Marzo e le zone degradate della città . Questa volta, però, a fare la voce grossa è il partito che governa il capoluogo, che se la prende con lo Stato e chiede ai parlamentari di farsi tramite con il governo per far arrivare nuovi poliziotti in città .
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Il lungo avvicinamento alle elezioni amministrative è iniziato. A palazzo Trissino lo sanno anche i muri, è agli sgoccioli il secondo regno Variati (che poi sarebbe il terzo considerando quello iniziato nel 1995). Gli aspiranti successori si preparano alla danza elettorale, in cui presto tutti saranno coinvolti. In quest'ottica conviene fare un balzo indietro e poi a lato per avere chiari alcuni punti di riferimento. Cosa è successo, ormai una decade fa, quando l'altro sovrano Enrico Hullweck abdicò qualche mese prima della fine del mandato per andare a Roma? Che differenze ci sono tra questa e quella giunta? Tornando al presente e dopo il nostro articolo "I nove di Variati: la Giunta di Vicenza vista da vicino. In cinque dovranno cercarsi un lavoro se non confermati dopo le prossime elezioni", i valori in termini numerici dei Nove di Variati, lasciando in questo ambito e ancora una volta ogni giudizio sull'operato degli assessori al cittadino, sono in linea con quelli delle altre città che hanno lo stesso numero di abitanti?
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Pierpaolo Baretta, sottosegretario dell'Economia e delle Finanze, lo abbiamo incontrato e intervistato per la prima volta a Vicenza il 26 novembre 2016 in occasione dello "sfortunato" convegno beffa organizzato sul flpo della Banca Popolare di Vicenza al teatro cittadino dal sindaco e presidente della provincia di Vicenza, Achille Variati, mal guidato dal presidente di una sedicente Associazione nazionale, e disertato dalle vere e più consistenti Associazioni che rappresentano la maggior parte dei soci delle due ex Popolari venete. Tra queste quella più fattiva a Vicenza, "Noi che credevamo nella BPVi", lo aveva invitato alla sua grande assemblea del 4 febbraio scorso trasmessa in diretta streaming su VicenzaPiu.tv e ora disponibile sul canale Youtube di VicenzaPiu.com ma, impossibilitato a venire per altri impegni, il sottosegretario di origini anagrafiche veneziane e di formazione sindacale tra i metalmeccanici della Cisl aveva invitato il presidente dell'Associazione, Luigi Ugone, a Roma per un incontro riservato proprio a Noi che Credevamo nella BPVi.