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Tagli alle Provincie scongiurati, Achille Variati: situazione di grave emergenza. A Vicenza restano 12 mln

Di Rassegna Stampa Venerdi 24 Febbraio 2017 alle 09:05 | 0 commenti

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Sospiro di sollievo (anche se parziale) per la Provincia. La scure da oltre 12 milioni è stata accantonata per il 2017. È questo il primo risultato raggiunto dall’Unione delle Province italiane (Upi) guidata da Achille Variati, in veste di presidente vicentino e nazionale. Dopo mesi di trattative ieri è stata sancita l’intesa con il governo per l’azzeramento del taglio di 650 milioni che era stato imposto alle Province dalla Finanziaria del 2015. Per Vicenza sarebbe stato di oltre 12 milioni, cifra che avrebbe mandato in rosso il bilancio dell’ente.

Le entrate previste nell’anno sono di 86,7 milioni e le spese si aggirano intorno ai 56 milioni. Andrebbe tutto bene se non ci fosse il prelievo statale che con l’ulteriore richiesta di 12 milioni sarebbe arrivato a 45 milioni. È stato invece scongiurato, anche dopo l’intenzione annunciata da Variati di rivolgersi alla magistratura contro il taglio definito incostituzionale. «L’azzeramento è un risultato importante che testimonia il lavoro certosino e sottolinea l’importanza del dialogo che in questi mesi abbiamo chiesto ed ottenuto dallo Stato. Però è solo il primo – commenta Variati -. Con questa intesa abbiamo affrontato solo una parte del problema dei bilanci delle Province, ma non si risolve la situazione di grave emergenza e resta l’impossibilità di riuscire a garantire la continuità dei servizi essenziali e la sicurezza dei cittadini. Per porre fine a questa emergenza servono risorse». Sono 400 i milioni che chiedono le Province italiane allo Stato per poter fare la manutenzione alle strade e alle scuole superiori, oltre che per evitare dissesti tramite interventi alla difesa del suolo. «Perfino la Corte dei conti – dichiara Variati – nell’intervento di ieri alla commissione bicamerale per il federalismo fiscale ha usato parole durissime, affermando che i tagli sulle Province sono stati irragionevoli e che le risorse a diposizione per i servizi sono del tutto insufficienti. L’ennesima attestazione che i presidenti delle Province, per senso di responsabilità e perché in quanto sindaci sentono fortissimo il legame con le comunità amministrate, hanno fatto l’impossibile in condizioni drammatiche pur di garantire i servizi essenziali».
Di Elfrida Ragazzo, da Corriere del Veneto 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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