Il più bel compito dei reggitori degli Stati è quello di salvaguardare la pace. Nei consigli che il grande fautore della pace Erasmo da Rotterdam dava al principe vi era proprio quello di amministrare con intelligenza, giustizia e pace. Con intelligenza del bene civile, ovvero non nascondendo i problemi, ma risolvendoli. Non è bene nascondere i problemi, lo è il conoscerli prima di tutto e proporre efficaci soluzioni, che non sono mai di quiescenza, ma di prospettive e progetti non illusori. Purtroppo oggi accade che si cerchi in tutti i modi di nascondere i problemi, di evitare di chiarire quale è la loro natura. Si ricorre all'obsoleto concetto che ciò che spesso accade è frutto più di variabili impazzite, di casualità , di condizioni che spingono al "gesto esemplare". Povera Europa non più figlia di nessuno, ma solo della sua avidità , dell'interesse economico. Non una appartenenza, ma un vivere singolare, dove ognuno "fa quello che vuole"e l solo una elemento ha valore, quello che non importunino la mia esistenza.
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Ogni giornale è libero di fare una battaglia pro o contro un politico e VicenzaPiu.com la sta portando avanti contro il sindaco di Vicenza, Achille Variati, di cui abbiamo chiesto le dimissioni per i tanti, troppi, non credibili, bugiardi "non sapevo", di cui abbiamo fatto ieri un dettagliato riassunto titolando: «Achille Variati, il sindaco che non sa mai nulla per tempo. Ora saprà dimettersi dopo flop BPVi, caso Bertelle, silenzio di Bortoli...?». Anche il sindaco ci dà ... ragione quando attacca la sua collega di partito, Alessandra Moretti, che avrebbe detto bugie sulla sua assenza per malattia al Consiglio regionale mentre, invece, era in India per una cerimonia nuziale, e la striglia così: «Quando uno ha un incarico pubblico, come Moretti, ha dei doveri in più verso la collettività : verso chi l'ha votato e chi no. Tra questi ce n'è uno che ho sempre cercato di applicare: non dire le bugie...». Peccato che anche Variati di bugie ne abbia dette per cui anche per lui vale il vangelo di Luca (6,41): «Perchè guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?».Continua a leggere
«TG2: il cemento cancella Vicenza dai gioielli dell'Unesco. Giovanna Dalla Pozza accusa, Achille Variati si autoassolve, così titolavamo il 10 luglio scorso una delle mille denunce anche sui media nazionali degli obbrobri che deturpano Vicenza a Borgo Berga, pensati sotto l'amministrazione di Enrico Hüllweck e avanzati con quella di Achille Variati, che per sè trova sempre giustificazioni e anche in questo caso si autoassolve. E se Hüllweck si defila e il Variati si autoassolve, agitando fiabesche e ipocrite bacchette magiche per "cancellare" il mostro edilizio targato Maltauro che sta portando l'Unesco a cancellare la città del Palladio dalla città suo Patrimonio, a spalleggiarli ci sono Antonio Bortoli, direttore generale del Comune di Vicenza, l'ex capo dipartimento del Territorio, Lorella Bressanello (moglie dell'ex sindaco Enrico Hüllweck) e l'ex dirigente dell'Urbanistica di Palazzo Trissino, Franco Zanella, che si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
Scrivevo l'11 dicembre «... neanche il pragmatico presidente Mion magari si sarebbe immaginato che il professor Giorgio Roverato chiamato per domani, lunedì 12 dicembre, all'orazione storica venerdì scorso 9 dicembre l'abbia quasi trasformata in "orazione funebre". Davanti a Flavio Zanonato, ex sindaco di Padova ed ex ministro, e alla presenza di Piero Ruzzante, vice capogruppo del Pd in Regione, il professore padovano davanti alla platea del Comitato del No di Padova riunito in sala Nassirija in un pasaggio del suo intervento ha definito la Banca Popolare di Vicenza "una banchetta". Va bene che i due eventi organizzati dallo staff di Gianni Mion sono "low cost" (lo speech di Roverato, appunto, e il concerto a Santa Corona, ndr) ma forse i vertici della futura capogruppo delle due ex Popolari venete avrebbero potuto spiegare al prof, che sulla banchetta magari ha ragione, che ai primi 150 anni se ne vorrebbero far seguire degli altri...»
Negli anni Settanta del secolo scorso Giovanni Leone, divenne famoso non per le sue competenze in campo giuridico, nel quale eccelleva, ma perchè era chiamato a gestire governi che duravano per l'intera estate. Così tutti facevano le ferie in pace e poi si sarebbe fatto sul serio. Da anni mancavano governi di questo tipo, oggi invece viene riproposto e guarda caso proprio da ex democristiani (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il neo premier Paolo Gentiloni, con la compiacenza certa di Rosy Bindi): il Partito Democratico ne ha sempre bisogno per vivere, Prodi docet! Un governo, quello che vagisce e non raggiungerà certo la maturità , nel quale rimane addirittura come potente Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio anche chi ha maggiormente contribuito alla sconfitta di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, che fu autrice della riforma, un po' pasticciata almeno, della Costituzione.
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In occasione del 150° anniversario dalla fondazione della Banca Popolare di Vicenza, l'Istituto di via Btg Framarin ha organizzato per lunedì 12 dicembre due iniziative "low cost", come giustamente ha tenuto a precisare il presidente Gianni Mion in Consiglio Comunale il 5 dicembre scorso quando ha anche detto che per ridare entusiasmo bisogna "scongelare" alcune attività di promozione esterna della BPVi. Prima del concerto di Natale dei coristi della Cappella Marciana, il celebre coro della basilica di San Marco di Venezia, ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, quando, in collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, "il coro, diretto dal maestro Marco Gemmani, eseguirà dei brani tratti dalle collezioni di musica sacra del compositore Claudio Monteverdi accompagnati dall'ottocentesco organo De Lorenzi della Chiesa di Santa Corona" è previsto un altro evento più ufficiale".
Grazie ad un articolo bijoux, un gioiello per il suo destinatario, tal Narciso "quattropoltrone" Variati, scopriamo nuove, profonde analisi locali sul referendum appena svoltosi e... perso da chi ha votato Sì, tra cui alcuni col naso turato, come chi vi scrive, oppure altri convintamente, come il mio responsabile del quotidiano web, mentre anche in redazione da noi è valsa la percentuale 60-40, mi sa. A Vicenza, leggiamo nel titolo del bijoux cadeau, nel sommario e nell'occhiello, che «nel caveau dei consensi che seguono Variati... Il tesoretto dei "27 mila" si è ripresentato ai seggi. Quando il sindaco si schiera nelle urne tende a replicarsi la formula che gli consegnò le chiavi di palazzo Trissino». La firma del "regalo" ossequioso al sindaco, quadripoltronato, di Vicenza sul locale quotidiano unico è quella di G.M.M. Sappiamo, ovviamente, e con noi lo sanno i lettori più attenti di chi è quella firma ma la lasciamo rispettosamente così come appare sul GdV.
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Mi è piaciuto il Capo del Governo della Repubblica Italiana Matteo Renzi, nel discorso pronunciato subito dopo che l'esito del referendum lo dava come perdente. Aveva scommesso, disse, nella riduzione delle poltrone, ma ciò non era avvenuto non per la contrarietà più che alla riforma della Costituzione, ma per l'avversione fortissima al suo operato come primo ministro. Aggiungeva che la sua poltrona saltava e che purtroppo si sarebbe ritornati alla condizione precedente dove sempre "i soliti" sono, cambiandosi di ruolo, i gestori della politica. E' vero, in Italia, molte facce della politica sono sempre le stesse, pochissimo ricambio e sempre sotto l'ala protettrice dei "soliti". Basti pensare tra i tanti agli on. Casini e Bindi, ecc. Nessuno di loro ha mai compiuto il gesto lodevolissimo di Cincinnato, ritornare alla propria casa, ma si sono sempre e comunque riciclati, in un modo o nell'altro; nemmeno Renzi, che pure aveva rottamato nientepopodimeno che l'on D'Alema, non è riuscito in tale intento con l'on. Bindi; nel mentre l'on Casini continua ad imperversale e non a tornarsene a casa.
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Dice Matteo Renzi riguardo al referendum del prossimo 4 dicembre "Se vince il No si esce con l'ennesima accozzaglia di tutti senza un ragionamento alternativo". La solita maniera, arrogante e indecente, di cercare di convincere l'elettorato a votare una "riforma" costituzionale pessima sia nella forma che nella sostanza. Renzi, dall'alto del suo essere "un boy scout della provincia di Firenze che ha 41 anni" come lui stesso sostiene, non argomenta, non va nel dettaglio, non spiega nulla di quell'ignobile insieme di articoli incomprensibili e pericolosi che costituiscono la revisione costituzionale scritta dal governo assieme a Denis Verdini. Una revisione che segue i dettami contenuti del famigerato "piano di rinascita democratica" della P2 di Licio Gelli.
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